Non ho
paura.
Non ho paura di
affrontare ciò che un tempo ho osannato e a cui mi sono
inchinato. A ripensarci il disgusto mi deforma i tratti, increspandomi
le labbra pallide in una smorfia amara. E qui, mentre con Kreacher mi
dirigo verso il centro di questo lago maledetto per porre la mia firma
su di un foglio invisibile, appartenente ai Ribelli, sento che il mio
mondo inizia a sbriciolarsi.
Eppure non ho paura.
E’ stato un
bel giro, dopotutto.
-Cosa
stai facendo?!-
Il
tuo urlo blocca la sagoma scura, che stringe una valigia,
nell’atto di avvicinarsi alla porta d’ingresso. Non
si volta neppure.
-Me
ne vado, fratello. Mi lavo le mani da questa merda-
Il
suo tono è freddo, distaccato. Come parlasse del tempo
meteorologico. Tu non credi alle tue orecchie. Certo, i litigi di tuo
fratello con i tuoi genitori sono memorabili, parte della routine, ma
il pensiero che Sirius se ne vada..
-Non
puoi farlo! Noi.. noi siamo la tua famiglia!-
-Avete
smesso di esserlo tanto tempo fa-
Un tempo ti ho
maledetto, fratello. Adesso ti stimo.
Se solo avessi
imparato prima ad aprire gli occhi, a combattere a braccia aperte senza
paura, come invece tu avevi fatto sin da piccolissimo, probabilmente
adesso non sarei qui. Sarei a casa, nel caldo abbraccio di una moglie,
lontano da intrighi, omicidi e torture.
Il vento mi sferza
violentemente il viso, mentre il gelo fa rabbrividire Kreacher e mi fa
contrarre i muscoli. Non mi lascerò far vedere debole. Non
più.
-Ho
intenzione di unirmi al Signore Oscuro, madre-
La
tua voce blocca i futili discorsi della cena, mentre tutti si girano
verso di te. La tua schiena è dritta, il portamento regale,
il mento alzato, gli occhi a sfidare qualunque espressione scettica.
Tua madre ti si avvicina e ti prende il viso fra le mani gelide.
-Sono
fiera di te, Regulus-
Forse ti chiederai
come, cosa, mi ha fatto rinsavire, Sirius. Vedi, c’era un
momento, durante il crepuscolo, in cui la mia vita si spezzava in due.
Un momento in cui il mio corpo stanco si piegava sul materasso coperto
dalle lenzuola nere (come tutto intorno a me), e il mio cervello
prendeva una strana, anomala, strada.
C’era un
momento.. in cui tutto il pandemonio, la follia, che aveva permeato la
mia giornata, svaniva nell’aria come le volute di fumo
dell’incenso che nostro padre amava mettere per casa. Te le
ricordi?
Certo che te le
ricordi. Erano l’unica cosa che amavi quando eri con noi.
-Ho
un compito per te, Regulus..-
Ti
irrigidisci. Urla di donna ti raggiungono dai sotterranei, e allora
capisci. Non vuoi. Non vuoi!
-..mio
signore?-
Venivo inghiottito
dall’oscurità. Dura ed impenetrabile.
E allora soffocavo.
Avevo paura. In quegli istanti, anche se non lo avrei mai ammesso,
pensavo a te, Sirius. Ed il mio corpo veniva pervaso di una nuova
forza. L’odio intenso che provavo per te mi dava una carica
non indifferente, mio caro fratello.
Tu eri nato per essere
il migliore, il primogenito, la stella più brillante della
famiglia. Ma ti sei ridotto a niente più che polvere di
stelle, rispetto a me. Io ho lasciato aperta la porta, invece di
chiuderla, tendendo una mano verso la luce che sprigionava. Se ho avuto
coraggio? No. Sono stato solo capace di scegliere la via più
semplice.
-Portami
lì, Kreacher-
Ribadisce
la tua voce ferma. La voce di chi ha fatto una scelta.
-Io..-
Gli
occhi grandi e lucidi dell’Elfo tremano.
-Kreacher,
è un ordine-
Vedo che ti giri a
fissarmi con sguardo spaventato, mio piccolo Elfo Domestico. Ma sono
troppo in alto per scendere ora.
Sono stufo di vedere
le persone avvizzire e cadere intorno a me come foglie secche. Sono
finalmente riuscito a spezzare i catenacci dorati che mi legavano ad
una gabbia antica come la famiglia Black. Mi sono liberato dei miei
demoni.
La barca scivola
dolcemente sull’acqua, aprendo come un sipario davanti a noi,
mentre il bacile di pietra si avvicina sempre di più. La
fine si avvicina sempre di più.
Il respiro regolare,
il battito calmo del cuore, i nervi scattanti delle braccia e la
sensazione di fresco sulla pelle. Perché mi sembra di dire
addio a tutto questo?
Spesso
s'incontra il proprio destino sulla strada che s'era presa per evitarlo.
Tu sia dannato,
Voldemort! Sai cosa ho fatto per te?
Ho urlato, ingannato,
sanguinato e perso per te. Ucciso, torturato, spezzato. E cosa mi
è rimasto?
Niente.
-E’
sbagliato!-
Urli
forte, sgolandoti, fissando i tuoi occhi in quelli gelidi di Lucius
Malfoy.
-Con
questo mi vuoi dire che dubiti dell’Oscuro Signore?-
Scandisce
lui, osservandoti quasi curioso.
Si.
Si. Mille volte si.
Ma
non lo dici.
Sto cadendo per
sempre, fratello. Ho bisogno di fermare tutto. Oscurando, mescolando,
verità e bugie, respirando la benedetta aria di
libertà. Morendo pur di farlo. Facendolo con coraggio!
Respiro! Finalmente
respiro!
Ombra
ovunque. Fuori e dentro di te.
Cacciala
via, cacciala!
Forse mi
sveglierò di nuovo, scoprendoti ancora accanto a me. Forse
mi sveglierò e vedrò che tutto è
rimasto immutato, che le giornate proseguono con una sorta di
quotidianità che mi riscalda il cuore. Forse sarà
così.
Forse no.
In ogni caso mi
sembrerebbe fottutamente falso.
Combatti.
Contro
chi?
Luce
o ombra?
Ti
sembra che entrambe vogliano sopraffarti, in questo momento.
Allora
decidi.
Combatterai
per te stesso.
E’ stata una
decisione mia, quella di ripulirmi. L’ho fatto per me stesso.
Era ora di rimettere assieme i pezzi del puzzle della mia vita.
Non spero in un tuo
aiuto, stavolta, Sirius. So di potermi sorreggere senza aiuto, so di
poter affrontare i miei nemici senza la consapevolezza di aver qualcuno
a pararmi le spalle. So che non uscirò da questa grotta.
La
morte. Ha senso morire per qualcosa di onorevole?
Una
volta avresti risposto di no. Adesso sei quasi tentato di dire si.
Per tutto questo tempo
non ci ho potuto credere, non riuscivo a vedere, chiuso
nell’oscurità, che tu eri lì, di fronte
a me. Mi sembra di aver dormito per un migliaio d’anni. Devo
aprire i miei occhi di fronte a tutto.
Senza
un pensiero.
Senza
una voce.
Senza
un’anima.
Fammi rimanere qui,
Kreacher. Le gocce di pioggia racconteranno la mia storia. Il vento
sussurrerà del mio coraggio. Non rinnego le mie colpe. Sono
pronto a pagarle. E mi rendo conto di essermi costruito un mondo di
carta attorno per respingere quello esterno, nella vana speranza
infantile di poter gestire una vita come si gestisce una partita a
carte.
Ma
questo non è un gioco.
Ti
rincontrerò nel mio campo di fiori di carta, Sirius. Dove il
cielo color porpora volerà sopra le nostre teste. Non ho
paura. Non ne ho più.
Affronta
le tue paure. Sconfiggile.
-Kreacher! Fuggi!-
urlo con quanto fiato ho, allungando una mano verso il mio Elfo
Domestico.
Quello mi guarda con
terrore. Riesco ad intravedere il riflesso dei corpi morti che mi
stringono nei suoi occhi. Ma continuo a non avere paura. Il buio non
riesce a tenere la sua presa sulla mia anima.
Non
posso liberarmene se non mi lasci andare.
L’Elfo si
volta e fugge. Il medaglione è via, pronto per essere
distrutto.
Ce l’ho
fatta.
Una sensazione strana
si allarga alla bocca del mio stomaco, mentre la schiena viene
improvvisamente a contatto con le gelide acque del lago. Ho avuto
successo. Successo in una cosa buona. Sorrido, mentre abiti e capelli
si inzuppano. Sento la presa strangolante degli Inferi attorno al mio
corpo, ma la mia mente è altrove. I miei occhi sono rivolti
a quel cielo che, oltre la roccia della caverna, splende di mille e
mille stelle.
-Non avere paura..-
mormoro, ben conscio che Kreacher non può sentirmi.
Ti vedo.
Avanzi verso di me con
un sorriso, il sorriso di un fratello orgoglioso. E’ la tua
stretta che sento nella mano destra? O è il calore della
morte che inizia ad afferrarmi?
Ho affogato la mia
voglia di volare, ma adesso non lo faccio più. Qui,
nell’oscurità estranea delle acque del lago,
riconosco me stesso e lo saluto come un vecchio amico. Ho trovato il
mio posto fra le ceneri.
Durante
la caduta.
Ero in alto, ora non
lo sono più.
Ora
sono giù.
Immagino che alla fine
dovessi cadere. Ma non è male come avrei pensato. Sono
tranquillo, nonostante tutto. Perché non ho paura.
Non ho più
paura.
Non
più.
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Storia
partecipante al 'Proud or Ashamed of being a Black' indetto da vogue91,
classificatasi 12 nella classifica generale, 3 nella classifica del
singolo personaggio, in questo caso Regulus.
Prima di riportare il
giudizio di vogue, un paio di righe. Si può dedicare una
fiction ad una persona? Credo proprio di si. Se si può fare,
allora, dedico questa con tutto il cuore a Lenobia <3 Una persona che,
fino ad una settimana fa, era una perfetta sconosciuta, ma che ho
scoperto essere una ragazza eccezionale, come ce ne sono poche. Per
quello che si può capire tramite mail, naturalmente.
Scrivendola ho pensato
a lei, giuro! Mi sono improvvisamente ricordata che lei esce pazza per
questo personaggio, lo ama profondamente, allora ho cercato di dare il
meglio di me per potergliela dedicare. Non ci sono riuscita, ma spero
comunque che un pezzettino di emozione le sia arrivato comunque
<3
Tesoro, questa
è per te <3
Di seguito, il
giudizio:
-Grammatica: 9.5/10
-Stile
e Lessico:
10/10
-Originalità: 13.5/15
-IC: 14/15
-Attinenza
alla citazione:
9.5/10
-Giudizio
personale:
9/10
Totale:
65.5/70
Dal punto di vista
grammaticale, l’unico errore che ti faccio notare
è l’uso iterato del
‘sì’ affermativo scritto
senz’accento, ossia come particella riflessiva. Per il resto,
la storia è abbastanza corretta.
Davvero buoni stile e
lessico, quest’ultimo perché denota
un’ottima proprietà di linguaggio e la
capacità di utilizzare termini
‘alternativi’, evitando qualsiasi ripetizione, e lo
stile poiché la struttura che hai impostato, ossia di
brevissimi flashback che s’intrecciano alla narrazione,
rendono la lettura ancora più scorrevole.
Il punteggio per
l’originalità non è altissimo, in
quanto la situazione in cui hai calato Regulus è abbastanza
sfruttata nel fandom. Tuttavia aggiungono originalità
proprio quegli inserimenti di cui ti parlavo, che se non altro danno
un’idea complessiva sul rapportarsi del ragazzo con il
fratello, la madre e Lucius (o comunque con i Mangiamorte).
L’IC
è una questione spinosa. Perché se è
vero che l’ho trovato assolutamente ben caratterizzato nel
momento in cui si ritrova con Kreacher nella caverna, vero è
anche che non mi convince affatto il suo scambio di battute con Sirius.
I due fratelli non hanno mai avuto un buon rapporto, e il fatto che
Sirius se ne andasse di casa avrebbe dovuto lasciare Regulus
indifferente. Mentre invece è giusto che nel momento in cui
sta per morire si renda conto che probabilmente le scelte compiute da
suo fratello non fossero poi così sbagliate, e che arrivi
persino ad invidiarlo ad un certo punto, o comunque a desiderare che
venga a sapere che lui è morto da eroe e non da codardo.
Il senso della
citazione è presente nella storia, certo, tuttavia non salta
subito all’occhio per il punto in cui l’hai
inserita, e ho dovuto rileggere più di una volta quel
passaggio perché mi fosse chiaro. Solo questo è
stato invalidante, perché per il resto si può
considerare un buon utilizzo della frase, specialmente per i rimandi al
contesto generale della storia.
Insomma, la storia mi
è piaciuta, anche se non mi ha colpita in modo particolare.
Sicuramente è scritta benissimo, e riesce a trasmettere
delle emozioni forti, ma ci sono quelle piccole sfumature che hanno
smorzato il mio entusiasmo. Ma resta comunque oggettivamente buona,
quindi ti faccio i miei complimenti.
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