Close your eyes.

di LenoreF
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Seduta su quel cuscino sotto una finestra. Avevo le cuffiette con la musica sparata nelle orecchie. Avevo scelto una canzone a caso.
Ero sola in quella casa che fino qualche mese prima condividevo con i miei genitori.
Ma ora non ho la più fottuta idea di dove si siano cacciati. Se erano ancora in California o in qualche altra parte del mondo, sempre se erano vivi.
Sono spariti all'improvviso. Ricordo solo un bigliettino, poggiato sulla vetrina vicino alla porta, In effeti era ancora lì. "Torniamo presto." Ecco cosa c'era scritto. Cosa voleva dire?

Mi alzai. A malapena riuscivo a sorreggermi sulle mie gambe. Decisi di andarmi amangiare qualcosa. Mi misi davanti allo specchio, osservando la meches rossa. Mi morsi il pearcing che avevo vicino al labbro, e mi toccai quello sul naso.
Notai anche la piccola batteria tatuata tra il collo e la scapola.
Se non ricordavo male ne avevo anche una tatuata alla fine della pancia.
E poi avevo una piccola farfalla tatuata affianco al seno. Nessuno la conosceva.
Presi la borsa, ci ficcai dentro le bacchette e qualche soldo. Uscii di casa e andai al parco.
Sono Sidney Becher, ma mi considero Sidney e basta, visto che non ho idea di dove siano i miei genitori. Ho 13 anni. Segni particolari: senza futuro.

 Presi uno Starsbuck, con i pochi spiccioli che avevo riuscivo solo a prendere quello. Lo finii in un attimo. Ero affamata.
Mentre camminavo mi guardavo intorno. Quante volte avrei potuto ancora camminare per quel parco? Quante volte ancora avrei potuto assaporare il profumo dell'autunno e vedere i colori che annunciavano la fine dell'estate, prima che il mio cuore, già debole, si addormentasse per sempre?
Buttai quell'inutile bicchiere di plastica ormai vuoto dentro un secchio, e mi buttai su una panchina.
Mi misi a canticchiare un motivetto che avevo sentito alla radio. 21 guns era il nome della canzone. Mi ricordavo anche la band: i Green Day.
Dicevano che erano dei grandi. Mi piacevano, anche se avevo sentito solo una canzone.
Notai che qualcuno si girò a guardarmi quanto cantavo.
Qualcuno che per scappare alla noiosa routine era uscito a farsi una sigaretta.
Non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Mi alzai, ma mossi due passi caddi.
Desideravo che qualcuno mi avesse uccisa subito, così da metter fine a quella sofferenza, non più vita.
Chiusi gli occhi. L'ultima cosa che vidi erano le scarpe del tipo che mi fissava mentre cantavo. Poi più nulla.




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