Neighbours
Salva a tutti!
Ebbene si, sono io! Torno con una mini mini long che avevo iniziato questa estate, ma mai pubblicata.
Saranno credo due capitoli (massimo 3) quindi abbastanza breve :)
Ho preso spunto dalla storia di una mia amica, ma ho cambiato un pò tutto diciamo :D
Come trama è abbastanza semplice, non c'è bisogno di puntualizzarvi qualcosa.
Vi invito solo a farmi sapere se vi piace, se fa schifo o se dovrei fare tutt'altro nella vita.
Vi aspetto!
Un bacione grande a tutte voi! <3
Leti.
Dedico questa storia a Francesca, perchè è tutta sua :)
Neighbours
<< Juliet, cara, potresti per favore portarmi un
po’ di the? >> il tono di nonna Herrietta era pacifico, ma alle orecchie
della giovane risuonavano come l’ennesimo ordine.
“Juliet cara, Juliet tesoro, non è che potresti..?”
Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto doveva sentirsi urlare quell’enunciato così
fastidioso e petulante.
Ma nonna Herrietta era troppo dolce e premurosa per dirle di no, e poi, se non
fosse stato per lei, Juliet non avrebbe mai potuto realizzare la villeggiatura
a mare con tutti i suoi amici.
Purtroppo i suoi genitori non potevano mai portarla al mare a causa del lavoro
a tempo pieno che occupava loro anche l’estate, e anche quei venti giorni
disponibili, preferivano passarli fuori, anziché rinchiudersi in una polverosa
casa al mare inutilizzata da una vita.
Ma tra i giovani andava la moda del mare, specie tra gli universitari, che
facevano ritorno dalle famiglie e si godevano la libertà che gli era concessa.
Così, anche Juliet, intraprendente ventunenne e studentessa d’architettura,
decise di tornare dalla propria nonna e regalarsi, seppure con sacrificio,
qualche periodo di riposo.
Poteva uscire dalle due alle cinque del pomeriggio, poi dalle undici fino alla
mattina seguente.
Nonna Herrietta non le aveva dato degli orari, ma la nipote non voleva
lasciarla sola, così, negli orari più smorti della giornata, restava con lei a
godersi la terrazza della loro casa sull’oceano.
Quella villetta l’avevano comprato suo nonno George ed Herrietta per il loro
terzo anno di matrimonio.
Era affiancata solo da altre quattro villette che si ponevano a schiera tutte
sull’oceano.
Andava di moda sia negli anni cinquanta, sia negli anni duemila, quindi,
Juliet, si trovava piuttosto avvantaggiata, seppure la posizione della villetta
fosse piuttosto scomoda, essendo leggermente isolata.
Ma per fortuna, possedendo una macchina, Juliet non aveva di che preoccuparsi.
Juliet aveva passato lì tutta la sua infanzia, poi seguì i suoi genitori nelle
loro mete estive, quali erano città europee oppure piccoli paesini del Nevada o
dell’Ontario.
Era il trentuno Luglio, e ancora arrivava
gente pronta per la villeggiatura.
La casa di fianco quella di Juliet, non era stata ancora aperta, mentre quelle
successive, erano tutte abitate da famiglie con figli piccoli.
Una vera e propria tortura.
Ma le due donne, non avevano nulla di cui preoccuparsi.
<< Vuoi qualcos’altro? >> chiese la giovane, non appena la nonna
finì il suo the.
<< Non grazie tesoro, ma ora voglio rientrare a guardare un po’ di
televisione. Tu esci, poi se vuoi ritornare a cena, altrimenti riscaldo un po’
di carne di oggi a pranzo >> rispose Herrietta, alzandosi dal dondolo
posto sulla grande terrazza.
Pur essendo una ultra settantenne, nonna Jenckins, se la cavava egregiamente, e
non sempre aveva bisogno della nipote, al contrario di quello che la giovane
potesse pensare.
<< Va bene nonna, allora finisco di fare delle cose qui ed esco >>
fece la ragazza tranquilla.
La nonna non le rispose, si limitò a sorriderle, per poi entrare in casa e
accendere la tv.
Juliet sospirò, sciogliendo la coda che aveva legato prima a causa
dell’eccessivo caldo.
Era davvero una ragazza incantevole, Juliet Sanders: occhi verdi, capelli
biondi ramati ed un sorriso bianchissimo.
In tutta la sua vita, era riuscita ad avere sette fidanzati, circa una trentina
di pretendenti, e una ventina di cuori spezzati.
Tutti in lei, notavano qualcosa di magnetico, assolutamente affascinante e
impossibile da respingere.
Ma da qualche tempo, aveva deciso di lasciare da parte gli uomini per dedicarsi
più a sé stessa e agli studi.
Si sarebbe laureata tra due anni, e voleva già che tutto fosse perfetto.
Era circondata da una miriade di amici, seppure lei si riducesse a stare sempre
con il solito gruppo ristretto.
Anche se seguiva il consiglio di suo padre “Conoscenti tanti, amici pochi”.
Così, riusciva a non rimanere mai sola.
Tutto sommato, una vita normale.
Nonostante lei pensasse che le mancasse qualcosa.
Con questi pensieri per la testa, Juliet iniziò a rientrare i vestiti che aveva
lasciato ad asciugare quella mattina.
Non appena mise piede fuori casa, un gran fracasso, proveniente dalla casa di
fianco, iniziò a disturbare la sua quiete.
Incuriosita, si sedette sul dondolo che si affacciava proprio di fronte l’altra
villetta, e aspettò che si facesse vivo qualcuno.
Udì diverse voci, tutte maschili, poi dal porticato, spiccò la figura di un
giovane alto e riccio che colpì l’attenzione di Juliet.
Doveva essere poco più grande di lei, indossava una camicia celeste con dei
bermuda di jeans, un paio di converse blu e aveva legato sulle spalle un
pullover dello stesso colore delle scarpe.
Indubbiamente, anche il giovane notò Juliet, infatti iniziò a fissarla
insistentemente.
Poi, fu raggiunto da altri due ragazzi, che iniziarono ad urlargli che finalmente
erano in vacanza.
Questi ultimi due, lo trascinarono in giardino ed iniziarono a schizzarlo con
dell’acqua.
Inevitabilmente, Juliet iniziò a ridere, cercando di nascondersi dietro una
vecchia rivista.
<< Siete due idioti! >> esclamò quel giovane, tra le risate.
<< Per un po’ d’acqua! >> rispose a gran voce uno dei due, che la
ragazza pensò essere il fratello, data la fortissima somiglianza.
<< Siamo in vacanza! Siamo in vacanza! >> fece il terzo, levandosi
la maglietta.
Se Juliet e la nonna erano riuscite a stare in pace i giorni precedenti, anche
con bambini quali l’età massima era cinque anni, adesso di certo, avrebbero
avuto qualcosa da ridire, sul loro soggiorno al mare.
<> continuò il ricciolo, con aria
preoccupata.
Quello che doveva essere il fratello gli si avvicinò, posandogli una mano sulla
spalla << Avanti! Ci sono quattro gatti qui intorno! Se avessimo dato
tutto questo fastidio si sarebbero già lamentati >>
La sua teoria non faceva una piega, tant’è che il giovane fu costretto ad
alzare le spalle in segno di resa.
Una cosa da dire sul carattere di Juliet, è che un tipo di ragazza che non si
fa problemi con nessuno.
Pronta a parlare con chiunque, senza aver alcun tipo di timore.
Era piuttosto spigliata e dalla risposta pronta.
<< Non vi preoccupate, se dovessero esserci problemi con voi, sarò io a
crearveli >> intervenne lei, alzandosi dal dondolo e lasciando cadere lì
la rivista in maniera goffa.
Il giovane in camicia sorrise sghembo, e si avvicinò al muretto che divideva le
due case << Ti ringrazio, perché sai, questi due non sono esattamente due
stinchi di santo >>
Il modo in cui la guardava, lasciava trapelare un vivo interesse nei confronti
di Juliet e lei, non tardò a ricambiare la sua attenzione, aggiustandosi i
capelli più volte i capelli.
Aveva letto da qualche parte che agli uomini piace.
<< Beh, sia io, sia mia nonna vi daremo del filo da torcere se
combinerete qualcosa >> ribattè lei incrociando le braccia << Ad
ogni modo, io sono Juliet >> fece poi, porgendo la mano.
L’altro esibì un’espressione colpita e maliziosa allo stesso tempo: non aveva
mai incontrato una ragazza così.
<< Io Nicholas, mentre quello con la maglia verde è Greg, e l’altro è mio
fratello Joseph >> rispose, aggiungendo alla sua voce, un tocco ancora
più affascinante.
Lei annuì, guardando oltre il viso del giovane << Credo che ci vedremo
spesso >> constatò poi, ritornando a fissarlo.
<< Ti dispiace forse? >> la provocò appena lui.
Juliet rise, allungando una mano verso la spalla del giovane << Oh ma no!
Era solo una semplicissima osservazione >>
<< Bene >> disse Nicholas, poi si sedette sul muretto, e iniziò ad
osservare Juliet con occhi ancora più indagatori << Possiamo invitarti
stasera a cena? >>
Che fosse troppo?
Nicholas non seppe perché azzardò una tale richiesta, ma gli risultò naturale,
in presenza di una tale ragazza.
La giovane si fece pensierosa <<
Vorrei dirti di sì, ma non sono sicura di esserci >>
Il ragazzo ridacchiò leggermente << Sei parecchio impegnata? >>
<< Beh, è estate, e ho qui tutti i miei amici, e stasera dovrei restare
con loro >> rispose, togliendo a Nicholas ogni tipo di dubbio sull’esito
della sua domanda.
<< Non è che ti serve un passaggio fino in centro? Tanto dovrei uscire
>> osò poi, speranzoso.
<< Mi spiace deluderti, ma l’auto della nonna mi aspetta >> Juliet
rise, indicando verso il suo giardino, dov’era parcheggiata l’auto.
<< Peccato, mi sono illuso, beh, sarà per la prossima volta >> azzardò
Nicholas, con uno sguardo ammiccante.
<< Per la prossima volta, e guarda che io me lo aspetto >> ripetè
lei, salutando con una mano i due giovani dietro,e Nicholas con un bacio sulla guancia.
<< E’ impossibile tenere un segreto con voi, però! >> protestò
Juliet spalancando le braccia.
Rebecca schioccò le dita << Tesoro, pensavo ci avessi fatto l’abitudine!
>>
<< Ma ora non è questo che ci interessa, avanti racconta >>
proseguì Tom interessato.
La castana sbuffò, e prima di iniziare a parlare, si guardò intorno, per
evitare che qualcuno potesse sentirla.
<< Ecco.. Avete presente il mortorio di casa dove sto stando con mia
nonna? >> fece lentamente.
I due annuirono, roteando gli occhi.
<< Non è tanto mortorio come credevo – prese un respiro, poi continuò-
Oggi sono arrivati i miei nuovi vicini >> concluse infine, con un mezzo
sorriso.
<< Vicini? >> intervenne il ragazzo interdetto << Tutto ciò
solo per dei vicini? >>
Juliet rise, scuotendo il capo << Non ho ancora finito! Diciamo che sono
arrivati tre ragazzi veramente, veramente molto interessanti. Ma specie uno..
Dio, Reb, dovresti vederlo >> rise, coprendosi la bocca con una mano.
<< Avanti! Spara tutto! >> la incitò l’amica entusiasta.
<< Frena! So solo il suo nome, nient’altro! >> ribattè Juliet.
<< Fa niente! >>
<< Allora.. Si chiama Nicholas, è alto, capelli ricci e scuri, occhi
castani, un sorriso perfetto e.. Credetemi, è uno dei ragazzi più belli che io
abbia mia visto >> si affrettò a dire la giovane.
Rebecca si fece pensierosa << Nicholas? Mmmmh.. Questo nome non mi giunge
nuovo.. >>
<< Ma dai! Sai quanti ce ne sono in giro! >> esclamò Tom.
<< Non è che ha un fratello che gli somiglia da morire? >> domandò
Rebecca, dopo un’attenta pensata.
Juliet annuì << Si, mi ha detto che si chiama Joe >>
L’amica spalancò la bocca, passandosi una mano tra i capelli << Tu mi
stai dicendo che come vicini hai i Jonas! I JONAS! Dio Juls, sono i ragazzi più
corteggiati e fighi che Los Angeles e dintorni abbia mai visto! Sono quegli
amici di Finn e Haileigh! >>
Improvvisamente, nella mente di Juliet, si focalizzarono delle immagini di due
bambini che si rincorrevano nel vialetto della casa al mare di nonna Herrietta.
Scosse il capo con violenza, prima di dire << Ma sono grandi! Hanno più
di vent’anni! >>
<< Oh si! Nicholas ne ha ventisei e mezzo, e Joe trenta da compiere se
non sbaglio >> rispose Rebecca << O almeno così so >>
<< Sempre così informata >> la schernì Tom con una risata.
<< Oh, bene.. >> mormorò
Juliet, leggermente smontata.
Non che sperasse in una magica love story tra lei e il suo affascinante vicino,
ma l’età che lui aveva di certo la preoccupava un po’, nel caso succedesse
qualcosa.
<< Ma comunque – continuò Rebecca elettrizzata – Ti ha detto qualcosa?
>>
Juliet annuì, iniziando a giocare nervosamente con un fazzoletto << Ehm.. Diciamo che mi ha invitata a
cena, ma visto che dovevo venire con voi, ho declinato.. Poi, mi ha chiesto se
volessi un passaggio, ma ho declinato anche quello >>
Tom battè le mani soddisfatto << Ottimo cara, così lo terrai di più sulle
spine, è chiaro che è interessato >>
<< Ma sei pazzo! Doveva dire si, si, si e mille volte sì! >>
Rebecca quasi urlò.
<< Stai zitta! >> la richiamò preoccupata Juliet.
Intanto, intorno a loro, si era concentrata la solita folla di ragazzi che,
come sempre, si riuniva in quel bar sul mare per stare insieme e godersi un
aperitivo con della buona musica.
Alcuni non si sedevano nel bar, preferivano restare sul lungomare e fermarsi a
chiacchierare con chiunque arrivasse.
In quella miriade di ragazzi, Juliet notò un cespuglio di capelli ricci
avanzare verso la sua parte.
Sentì il cuore iniziare a battere veloce.
Poi, distinse chiaramente il suo viso, e abbassò lo sguardo.
Nick, Joe e Greg, si erano seduti al tavolo dietro il loro, e Juliet era sicura
che lui l’avesse notata, e infatti, così fu.
<< Juliet! Anche tu qui! >> le disse Nicholas, costringendola a
voltarsi dalla sua parte.
Con riluttanza, la giovane si voltò e sorrise beffarda << Te l’ho detto,
ho i miei amici >>
Lui le si avvicinò un attimo << Anche io ho i miei >>
<< Bene, mi fa piacere >> rispose lei.
<< Anche a me. Non è che dopo ti serve un passaggio? >> continuò
Nick, con sul volto una espressione indecifrabile.
<< Andiamo a mangiare fuori, mi spiace >> disse lei con un tono
ironico.
<< Ed è già la seconda volta che rifiuti.. Alla terza potrei ripensarci
>> Nicholas le sfiorò appena i capelli, sorridendo sicuro.
<< Starò attenta >> ribattè Juliet, deglutendo.
Dannazione al mio vicino di casa! – pensò, girandosi verso Rebecca e Tom.
<< Non una parola, non una parola >> disse categorica, mentre le
loro risate divertite, le riempivano le orecchie.
Dopo aver trascorso la serata a cena fuori, e poi in un delizioso after, Juliet
si ritirò a casa verso le cinque e mezza del mattino, senza alcuna intenzione
di mettersi a letto.
Non aveva per niente sonno, si era svegliata alle due del pomeriggio dopo
essere andata a dormire a mezzanotte del giorno precedente.
Così, appena rientrata, si infilò un costume e scese al mare dagli scogli che
separavano casa sua dall’oceano.
Lasciò il telo sul muretto dell’ingresso e iniziò a nuotare lentamente,
lasciando che la corrente la trasportasse leggermente.
Era una mattinata particolarmente afosa, e ancora doveva sorgere l’alba.
Decise di aspettarla in acqua, cullata dalle onde e dal ritmico rumore
dell’acqua che si infrangeva sugli scogli.
Era uno spettacolo meraviglioso: il sole sorgeva a poco a poco, colorando il
pezzo di cielo intorno a sé di diversi colori.
Tutto iniziava a splendere, e con il sole, si risvegliava anche il nuovo
giorno, la natura, e tutto intorno a sé.
Juliet rimase a galla solo con il viso, mantenendo tutto il resto del corpo
sott’acqua.
Non le faceva freddo, ma intorno a lei si muovevano milioni di correnti gelide,
per questo decise di uscire e andare direttamente a dormire.
Nuotando verso gli scogli, notò come un puntino rosso illuminato che, molto
probabilmente era una sigaretta.
Non capendo chi potesse essere, e data l’ora, decise di nuotare facendo un
altro giro per evitare di scontrasi con quella qualunque persona ci fosse lì.
Arrivata agli scogli, si arrampicò abilmente fino ad arrivare su, vicino dove
aveva lasciato le sue ciabatte.
Le infilò in fretta, mentre faceva sgocciolare i capelli pieni d’acqua.
Li legò in una coda improvvisata, e si avviò verso casa.
Ma quella persona che stava fumando, alzò un braccio e le fece cenno di
avvicinarsi.
Juliet mosse qualche passo, mantenendosi pur sempre distante.
Quando capì che si trattava di Nicholas, scosse il capo sconsolata.
Non che le desse fastidio, ma aveva già il suoi pensieri per la testa, ci
mancava solo il ventiseienne vicino di casa.
Prima però, si avvolse nel suo telo, e subito dopo lo raggiunse.
<< Buongiorno >> sussurrò lui, tirando un po’ della sua sigaretta.
<< Ma scusami, tu fumi? >> domandò lei immediatamente, senza
neanche rispondere al suo saluto.
Nick scosse il capo sorridendo << Quasi mai, questa l’ho fregata a Greg
senza che lui se ne accorgesse >>
Lei annuì << Oh, bene >>
<< Sei una di quelle estremiste anti fumo, droga, sesso e rock’n’roll?
>> fece lui ironico, alzandosi dal masso per avvicinarsi alla giovane.
<< Assolutamente no, era solo una mia curiosità >> rispose
prontamente lei.
<< O magari sei una di quelle che fuma, si droga, fa sesso, e ascolta
rock’n’roll a palla >> ribattè lui per stuzzicarla.
L’espressione di Juliet s’irritò << E anche se fosse? >>
<< E’ tutta salute >> disse lui tranquillo.
<< Anche la droga è salute? >> continuò Juliet stizzita.
<< Forse quello no >> osservò Nick con una risata << Dai,
scherzavo, anche a me non piace la droga, il fumo il più delle volte mi irrita,
per le altre due cose.. Beh, fatti miei >>
Juliet rise sonoramente << Non preoccuparti, anche se non sembra, sono
molto perspicace >>
Lui annuì compiaciuto << Ottimo >>
Poi lei, realizzando che ora potesse essere, spalancò la bocca dicendo <<
Ora devo andare.. Mia nonna potrebbe essere già sveglia >>
<< Vai già via? >> domandò lui serio.
<< Si.. Non voglio sentire mia nonna che mi fa un predicozzo >>
mormorò lei roteando gli occhi.
Nick rise << Non può essere così noiosa >>
Juliet scosse il capo << Scommetto che tu non saresti in grado di
sopportarla >>
<< Vuoi vedere che ci riesco? >> ribattè lui beffardo.
<< Allora ti sfido >> fece lei decisa << Appena ti svegli
vieni a casa mia, e te la farò conoscere. Vedrai che inizierà a parlare così
tanto che non riuscirai a sopportarla >>
Lui le sorrise enigmatico << Se vincessi? >>
<< Pago pegno, scegli tu >> disse lei, non sapendo a cosa stesse
andando incontro << In caso contrario, scelgo io >>
Nick le si avvicinò, afferrandola dal polso, l’attirò a sé << Vedrai
>> le sussurrò solo.
Quando Juliet si svegliò, guardò subito verso la sveglia di fianco a sé, che
lampeggiava le tre meno un quarto.
Nonostante si fosse imposta fin dall’inizio dell’estate di svegliarsi ad orari
decenti, data la stanchezza che iniziava ad accumularsi, e l’orario della
mattina, stabilì che alla fine si era svegliata relativamente presto.
Infilò il costume ed un caftano bianco, poi scese di sotto, attirata dal
piacevole odore di caffè che proveniva dalla cucina. Sentì la voce di sua nonna
come un eco, e si stupì di come ancora non dormisse.
Poi però, di sottofondo a quella di sua nonna, ne sentì un’altra di voce.
<< .. Come sei cresciuto! Mi ricordo ancora di quando tu e i tuoi
fratelli vi inseguivate per il giardino schizzandovi con l’acqua >>
rammentò nonna Herrietta con un sorriso.
Nicholas ridacchiò << Non si preoccupi di questo, cose di questo genere
ancora succedono! >>
<< Ma davvero non ti ricordi di mia nipote Juliet? Festeggiavamo sempre
il suo compleanno qui, e siete stati sempre presenti con la famiglia! Mi sembra
ancora di sentire il sapore della torta alle mandorle di tua madre..! >>
continuò a dire la signora nostalgica.
<< Oh, di quelle ne abbiamo a cataste, se vuole gliene porterò un pezzo..
E comunque, no, non ricordo di sua nipote >> sorrise, poi alzò lo
sguardo, e la vide osservare la scena attonita << Solo un vago e lontano
ricordo >> aggiunse poi, annuendo.
<< E’ un peccato che stia ancora dormendo! Altrimenti te l’avrei
presentata.. Magari potrei svegliarla.. >>
<< No nonna, non c’è bisogno, sono già in piedi >> intervenne
Juliet, avvicinandosi alla donna e sedendosi di fianco a lei.
<< Eccola qui! Vedi che non mi sbagliavo? Non è bellissima? >>
domandò a Nick, sorridendo entusiasta.
<< Non si sbaglia, è davvero incantevole >> ribattè lui, con occhi
smaliziati.
<< Lui è Nicholas Jonas, tesoro, il figlio del reverendo e di Denise,
l’amica di tua madre >> precisò nonna Herrietta rivolta alla nipote
<< Non ti ricordi di lui? Giocavate sempre insieme >>
Juliet sbarrò gli occhi << No, non mi ricordo proprio >>
<< Si vede che eri troppo piccola! E si, dopotutto vi passate qualche
annetto.. Tu eri troppo piccolina per ricordarti di lui >> continuò la
nonna.
<< Un vero peccato >> sottolineò la ragazza.
<< Anche se io mi ricordo di te sai? >> proseguì Nicholas beffardo
<< Forse di una volta, sulla spiaggia.. Che facevi il bagno a largo,
sola.. >>
Era chiaro che alludesse a quella mattina, i suoi occhi parlavano chiaro.
Juliet si irrigidì, scuotendo il capo.
<< Oh è probabile! Lei ha sempre avuto il debole per il mare e i lunghi
bagni a largo >> fece la nonna sorridendo.
<< Anche io sa? Una cosa in comune >> fece Nick schioccando le
dita.
Forse era la presenza di nonna Herrietta, forse era il caldo pungente, forse
era perché dannatamente attraente, ma restava il fatto che quel ragazzo seduto
di fronte a lei, era una delle persone più irritanti e inopportune dell’intero
universo.
Dopo diversi tentativi da parte di nonna Herrietta di far ricordare ai due
ragazzi l’uno dell’altra e fare notare a Nicholas quanto fosse bella, brava ed
in gamba sua nipote, l’anziana iniziò ad accusare un forte dolore alla schiena
e alle spalle, pregando la nipote di aiutarla e farla stendere sul divano e
prenderle le sue pillole.
Incredibilmente però, Nicholas si alzò di scatto dalla sua sedia, assistendo
Juliet nell’accudire sua nonna.
Sembrava una persona diversa, premurosa, gentile.
Non appena la donna gli chiese di prenderle un bicchiere d’acqua, Nicholas si
precipitò in cucina, portando con sé un bicchiere e l’intera bottiglia.
Aiutò Juliet a disinfettare la siringa per farle la puntura.
La nonna insistette affinchè fosse Juliet a farlo, ma Nicholas, studente di
medicina laureato con il massimo dei voti, si occupò della questione,
preoccupandosi di ogni cosa riguardasse quel campo.
Dopo le pratiche mediche, nonna Herrietta si addormentò nella sua stanza da
letto, posta al piano terra.
Non appena si accertò che dormisse profondamente, Juliet uscì dal balcone per
prendere un po’ d’aria e lasciare che una lacrima sola, le rigasse il viso.
Da quando erano andate al mare, era stata male solo una volta, e non c’era
stato bisogno di punture o altro.
Ma ogni volta che le veniva qualche acciacco, Juliet aveva sempre paura di non
essere abbastanza brava e all’altezza per aiutarla come doveva.
Sospirò sonoramente, per poi sedersi sul dondolo e lasciarsi trasportare dal
suo movimento lento.
Nicholas la raggiunse in silenzio, sedendosi di fianco a lei << E’ forte,
non me la facevo così. Vedrai che si riprenderà alla grande >>
Lei annuì, senza dare troppo peso alle sue parole.
Non voleva parlare di sua nonna, il solo pensiero la faceva stare male e
scoppiare a piangere << Hai vinto
la scommessa >> gli disse, alzando lo sguardo.
Nick rise, cingendole le spalle con il braccio << Devo scegliere
qualcosa? >> domandò.
<< Se vuoi >> rispose lei alzando le spalle.
<< Allora voglio che.. Tu ti lasci aiutare da me, e che appena puoi, tu
venga a cena con me, anche se sei così piccola >> le disse sorridendo.
<< Quanti anni hai, signor cavaliere? >> fece Juliet, incrociando
le braccia.
<< Quasi ventisette >> rispose lui, con un mezzo sorriso.
<< Ah >> fu la risposta secca della giovane.
<< In confronto, sei una ragazzina >> notò lui.
<< E allora cosa ci fai, a casa di una ragazzina? >> ribattè
Juliet.
Nick ci pensò su << Una semplice visita di cortesia alle mie due vicine
>>
<< Certo >> disse lei << Allora, penso tu ne abbia avuto
abbastanza >>
<< Sono io a decidere quando ne ho abbastanza, non tu >> affermò
sicuro il giovane.
<< Ma sei ospite nella mia casa, se io non ti volessi più? >>
continuò la ragazza.
<< Tu non vuoi >> fu la semplice risposta di Nick.
<< Allora te lo dico con garbo, vattene >> Juliet lo guardò
nuovamente con aria di sfida.
Lui sorrise, si alzò e diede uno sguardo all’orologio << I miei amici mi
stanno aspettando, comunque >>
<< Bene, a mai più rivederci >> fece lei spalancando le braccia.
Ma Nick la bloccò dai polsi << Non dimenticare la scommessa >> le
ricordò.
Juliet lo guardò aspra << Ciao caro >> gli disse infine.
La verità, era che sia Juliet, sia Nicholas, erano attratti l’uno dall’altra,
in una maniera così forte e trascinante che entrambi, non sapevano come
comportarsi.
Nicholas in gran parte, era frenato dalla differenza di età che li separava in
modo così contrastante.
Aveva quasi paura di sfiorarla, di farle male.
La vedeva così bella e fresca come un fiore che si chiedeva come facesse ad
avere quel carattere così diverso, colorito e vivace.
E più la guardava, più sentiva l’istinto incontrollabile di sentirla sua, di
poter baciare le sue labbra, accarezzarle il viso, entrare in contatto con il
suo corpo.
Era veramente, per lui, un’attrazione che andava oltre la fisicità.
Desiderava conoscerla, sapere chi fosse veramente, chi si nascondesse dietro
quelle espressioni acidi e indifferenti.
Per Juliet invece, c’era stato quel classico colpo di fulmine, quell’attrazione
fortissima che si prova non appena conosci qualcuno.
E così era stato per lei, si era sentita percorrere da un brivido dietro la
schiena appena lo vide.
Ma era così irraggiungibile, con i suoi quasi ventisette anni..
Le sembrava di essere capitata in una di quelle classiche situazioni da
adolescente quando provi qualcosa per il migliore amico di tuo fratello
maggiore, e lo vedi così bello, ma allo stesso tempo così lontano.
Ma dopotutto, lei aveva ventun’anni e lui ventisei e mezzo, dov’era il
problema?
Erano solo sei anni..
Quante coppie esistevano in giro, che si passavano un sacco di anni?
Insomma, erano entrambi adulti, problemi di questo genere, non dovevano
sussistere in alcun modo.
E Juliet, il pensarci ogni volta, era un colpo al cuore.
Perché sentiva davvero qualcosa di speciale per quel ragazzo, e sapeva che, a
lungo andare, il suo sentimento per lui sarebbe aumentato, portandola a
soffrire in maniera esagerata.
Ma aveva troppa paura di venir rifiutata da quel giovane così affascinante che
abitava alla porta affianco.
E Nicholas, però, un modo voleva trovarlo.
Assolutamente.
Perché non era come al solito, non era il solito interesse fisico, e quando poi
ottenuto ciò che gli interessava all’inizio, poi lasciava perdere, o si
comportava da stronzo, no, stavolta era diverso.
Perché ogni volta che guardava Juliet sentiva il desiderio impellente di averla
affianco, parlare con lei per ore, oppure stare solo in silenzio ad osservarla.
Ma l’età, l’età..
Doveva trovare un modo.
E più passavano i giorni, più se ne rendeva conto.
Ormai, erano passati dieci giorni dal loro primo incontro, e i due giovani si
vedevano ogni giorno in spiaggia, parlando appena, più che altro per
stuzzicarsi.
Poi, la sera, si incontravano sempre in compagnia dei rispettivi amici,
scambiandosi battutine ironiche.
Molte volte invece, Nicholas, uscendo tardi, passava da casa di Juliet per
trovare la nonna, ma i suoi orari, alla fine erano sempre mirati anche per
trovare la giovane.
Così, passavano giornate intere ad ascoltare le storie di nonna Herrietta o a
guardare vecchie foto e film.
Ed era tutto così strano.
Sembravano due persone diverse.
Due persone completamente perse l’uno per l’altra.
<< Ti fanno comodo i miei passaggi, dì la verità >> fece Tom
ridendo, mentre Juliet lo raggiungeva nella sua decappottabile.
<< Se tu sei così disponibile! >> ribattè lei, sedendosi di fianco
a lui.
<< Anche il tuo vicino di casa lo è >> le fece osservare l’amico,
alzando le spalle.
<< Taci brutta bestia, è il mio vicino, e tu stai ancora girando l’auto,
se ti avesse sentito? >> disse Juliet velocemente.
<< Calmati Juls, non ci ha sentiti, possiamo andare in pace >> la
tranquillizzò lui, lasciando definitivamente la villetta di Juliet.
<< Bene.. Hai sentito Reb? Chissà quella cosa ci combina in Spagna..
>> mormorò sconsolata la castana.
<< Di sicuro si diverte più di noi, che facciamo sempre le stesse cose!
>> protestò Tom.
<< Vero >> acconsentì subito lei.
Dopo dieci minuti circa, giunsero al solito bar che dava sul mare, ormai già
pieno di persone.
Juliet e Tom si accomodarono per un aperitivo, e quando poi ebbero terminato,
lui si offrì per portarla con sé ad una cena sul mare con alcuni suoi amici.
Ma molto probabilmente, Juliet non sarebbe potuta andare.
<< Ehi Juls! >> la richiamò una voce fin troppo familiare.
La giovane si girò, ritrovandosi davanti il volto sorridente di Nicholas
<< Ehi >> rispose.
<< Hai per caso da fare stasera, o posso invitarti a cena? Sempre che tu
possa >> disse lui subito, riferendosi a Tom.
Quest’ultimo scosse il capo divertito << Oh, no, veramente Juliet è
liberissima >>
<< Ma.. >> provò a dire lei, tirando un’occhiata glaciale a Tom.
<< Allora perfetto, verrai con me >> concluse Nick entusiasta
<< E non voglio scuse >> aggiunse serio.
Lei sospirò, alzando le spalle << E va bene >>
Si congedarono da Tom, il quale raggiunse altri suoi amici, e si diressero
verso la Mustang di Nicholas.
<< Dov’è che andiamo? >>
domandò, mentre lui l’aiutava a salire.
<< Non lontano, sta tranquilla, ma non ti dico dove, vorrei fosse una
sorpresa >>si affrettò a dire, prima che lei potesse fargli altre domande.
<< Proverò a fidarmi >> convenne lei sbuffando.
<< Ottimo >> disse lui, guardandola fisso per qualche attimo.
Aveva decisamente perso la testa.
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