Daphne e Petro.
Daphne ha dieci anni.
Daphne è molto felice. Non vede l’ora
di imbarcarsi per la prima volta da sola. Infatti raggiungerà i nonni ad Atene,
che l’aspettano impaziente.
La piccola Daphne freme lì accanto
alla mamma che sta controllando su quel grande tabellone l’orario della sua
partenza. Non ha mai volato da sola, sempre con i genitori o il fratello
maggiore. Ma mai da sola.
Lei è felice perché i genitori l’hanno reputata abbastanza
grande da affrontare un viaggio di un paio d’ore da Cipro ad Atene. Per il
ritorno sarà accompagnata da Nonna Clia, che vuole
vedere anche il resto della famiglia, troppo impegnata con il lavoro per andare
con Daphne.
Non vede l’ora che la madre faccia in fretta con quel
passaporto. Non vede l’ora di salire sull’aereo, non vede l’ora di sentirsi
finalmente grande e poter dire alle amichette: “Ora sono una persona responsabile
IO” anche se non conosce ancora il significato di quella parola.
Annunciano il volo della piccola Daphne
che, impaziente , strattona la madre all’imbarco. La madre ha gli occhi lucidi,
abbraccia la figlioletta con un bacio e tantissime raccomandazioni. Mentre Daphne fa vedere i documenti all’hostess si volta, e con la
manina saluta la mamma, che la guarda andare via.. e crescere.
Finalmente sull’aereo. Viene guidata da quella signorina
tanto gentile al suo sedile, vicino al finestrino, perché le piace immaginare
di poter volare anche lei, in alto, nel cielo limpido della Grecia.
Accarezza la tasca gonfia della sua giacca a vento e tira
fuori il suo gatto di peluche: Petro,che non lascerebbe
a casa per tutto l’oro di questo mondo. Lo sistema sulle sue piccole ginocchia,
in modo che possa anche lui guardare fuori da quel piccolo pezzetto di vetro.
La signora seduta affianco a Daphne
sorride intenerita, pensando alle sue due bimbe che l’aspettano a Praga, altra
tappa di quell’aereo.
La piccola sente finalmente i sedili vibrare, la voce del
pilota invita i signori passeggeri a mettersi le cinture, lei fa come le è
stato detto, stando ben attenta a non stropicciare il pelo di Petro.
Finalmente l’aereo di alza in volo, Daphne
sente una leggere pressione spingerla verso il sedile, come tutte le volte che
decolla. E finalmente guarda fuori dal finestrino, vede tutto il mondo farsi
piccolo, le persone, le case rimpiccioliscono, fino a diventare dei puntini
insignificanti sull’asfalto. Stringe Petro al petto, sorridendo.
Pensa a nonno Isavros che l’aspetta nella sua vecchia
Fiat tutta impolverata, a cause delle strade di Atene. Pensa a tutti i
fantastici dolci che nonna Clia le avrà già
preparato. Pensa alle sue amiche che abitano ad Atene, che presto finalmente
rivedrà.
Fuori dal finestrino si vedono le nuvole, piccole nuvolette
bianche e soffici, come cotone. Infatti tutti gli amici di Daphne
pensano che siano fatte di panna montata, ma lei lo sa, ne è certa che sono di
cotone. A lei la panna montata non è mai piaciuta. Preferisce pensare che siano
di morbido e delicato cotone.
Con questi buffi pensieri in testa la piccola Daphne si assopisce, stringendo il gattino di pezza. Cullata
dai movimenti regolare di quel bestione bianco.
Un sobbalzo.
Un grido.
Daphne si sveglia, e vede i
passeggeri terrorizzati. Sente lo stomaco che va su e giù nella sua pancia. Guarda
terrorizzata la signora affianco a lei e vede che piange. Guarda in alto e
piange.
La bambina spera di sentire la voce del capitano, che dice a
tutti di stare tranquilli che è una leggera turbolenza, può capitare. Daphne lo sa bene. Succede un sacco di volte agli aerei
avere delle turbolenze.
Ma in cuor suo, sa che non è una semplice turbolenza.
Parte un allarme.
Le maschere per l’ossigeno scendono automaticamente verso i
passeggeri, Daphne fa come aveva le aveva mostrato
prima l’hostess, mette l’elastichino intorno alla
nuca, legandosi con un elastico rosso i capelli neri. Inizia a respirare piano,
come aveva fatto vedere quella signorina tanto gentile.
Afferra il peluche per la zampina.
Daphne ora piange.
È spaventata di quello che sta accadendo. Vede le persone
gridare, piangere. Qualche d’uno prega, cercando la salvezza in un qualche Dio.
I primi passeggeri iniziavano a svenire per mancanza di
ossigeno. Infatti le maschere non soddisfano il bisogno d’ossigeno di ognuno.
La piccola Daphne sente l’aria
farsi rarefatta, sente i polmoni annaspare alla ricerca delle piccole molecole
di ossigeno, ormai rare.
L’aereo perde quota. Inizia la discesa.
Sotto di esso le montagne.
Daphne ora non piange. Cerca di
sorridere. Cerca di non pensare a quello che sta succedendo. Invece è
terribilmente spaventata. Vorrebbe la mamma. Vorrebbe essersi comportata male
in quell’ultimo mese, così nessuno avrebbe stabilito che era abbastanza matura
e responsabile per affrontare un viaggio da sola. Odia quelle parole. Matura. Responsabile.
Stringe Pedro sempre più forte.
Ormai anche lei non ha più aria nei piccoli polmoni.
Daphne non sorride più. Piange ora.
Stringe il piccolo micio di Peluche in una mano. L’altra è
intrecciata alla mano della signora diretta a Praga.
Il
Mio Angolino:
Allora, salve a tutti, come avevo detto
continuo a scrivere,
ma non cose personali.
Questo disastro aereo è realmente accaduto
nel 2005, il 14 Agosto.
Un volo che partiva da Larnaca
(Cipro)diretto ad Atene e
Successivamente a Praga.
L’aereo si è schiantato a Nord di Maratona e
Varnavas , vicino ad Atene.
I sopravvissuti furono ritrovati vicino a Grammatiko,40
Km da Atene.
Spero vi piaccia.
Un bacio a tutti, e grazie mille per la
vostra comprensione.
PeaceLoveAndRock <3
*P s i c o S o u l .