Titolo: Might be maybe not
Autrice: FormerlyDF
Traduzione di: Fae
Versione originale: http://formerlydf.livejournal.com/101861.html
Fandom: Fall Out Boy
Personaggi/Pairing: Andy Hurley/Joe Trohman, accenni
di Pete Wentz/Patrick Stump
Rating: R
Warnings: slash
Parole: 2.606 la traduzione, 2.546 la versione
originale
Disclaimer:
tutti i personaggi sono realmente esistenti, tutti gli eventi narrati
sono fittizi, non si intende dare rappresentazione veritiera di eventi
o caratteri.
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"Allora," dice Joe.
"Allora,"
dice Andy. E' sdraiato sul letto, la sua immagine vivida contro il
piumone beige. Con la coda dell'occhio, Joe vede i numeri cambiare
sull'orologio sopra il comodino in mezzo ai due letti.
"Vuoi un pompino?" chiede.
Andy alza le spalle. "Sì, perchè no."
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"Ehi,"
lo stuzzica Pete, sorridendo come l'insopportabile stronzetto che
è
mentre Andy ripulisce la saliva di Joe dalla propria pelle. Far leccare
a qualcuno dello sciroppo al cioccolato dallo stomaco di qualcun altro
è l'obbligo più stupido nella storia dell'obbligo
o verità, Joe ne é
sicuro, e obbligo o verità è già una
cosa sufficientemente stupida di
per sé. "Sembravi piuttosto a tuo agio nel farlo, Joey"
Una
volta Pete lo chiamava Joey soltanto quando erano fatti o ubriachi o
entrambe le cose, ora lo fa quando è sicuro che Joe non lo
picchierà
per questo. Joe ingoia un altro sorso di birra e dice, asciutto,
"Sì, è
che mi piace leccare Andy dappertutto. Lo faccio di continuo."
La
cosa divertente è che non sta davvero mentendo, il che
è la ragione per
cui Andy sta più o meno forse cominciando ad arrossire, solo
un poco
sulle guance e sul petto. Andy è l'unica persona che Joe
conosca che
arrossisce con tutto il corpo.
Joe ha assaggiato quel rossore,
facendosi strada lungo il torso di Andy, mappando il suo petto con le
labbra e la lingua e a volte anche con i denti, se si sente
particolarmente audace. Gli piace leccare i suoi tatuaggi come se
l'inchiostro dovesse avere un altro sapore, dargli un'altra sensazione
sotto la lingua rispetto al resto della pelle.
"E' questo che intendevo," dichiara Pete, e Patrick rotea gli occhi.
"Tu sei fuori."
"Fuori di testa per te" replica Pete allegramente.
"Beh,
fanculo a tutti, tocca a me" esclama Joe, ridendo e spintonando Pete e
non pensando alla consistenza della pelle di Andy sotto la sua bocca.
"Patrick, obbligo o verità?"
--
"Potrei scoparti, stanotte," dice Andy, la maglietta che si solleva
mentre si stiracchia.
"Bel modo di creare l'atmosfera, Andrew," sbuffa Joe, voltandosi fino a
sdraiarsi al contrario.
Andy ride. "Come se avessi bisogno di atmosfera."
"Non
c'è più romanticismo nella nostra relazione"
dichiara Joe
malinconicamente, portandosi una mano sul cuore. "Com'è
potuto
succedere?"
Andy si piega sopra di lui e lo bacia a testa in
giù, come Spiderman. "Meglio?" domanda contro le labbra di
Joe. Gli fa
solletico.
Joe mugola pensoso e non dice nulla, ma quando Andy
comincia ad allontanarsi si allunga e se lo attira di nuovo vicino.
"Hai ragione, non mi serve nessuna atmosfera, credo che stanotte
dovresti scoparmi."
Andy ride. "Sei così romantico, Joe."
--
"Che stai facendo?"
Joe
non alza lo sguardo verso Pete, si limita a tenere gli occhi fissi
sull'immagine sfocata delle braccia di Andy contro la batteria. "Guardo
Andy provare" dice dopo un secondo, perchè qualunque altra
cosa sarebbe
un'ovvia bugia. E' seduto fuori dalla sala prove e sta fissando Andy.
Cos'altro potrebbe star facendo?
"Perchè?" domanda Pete.
Joe
alza le spalle. "E' ipnotico," afferma, e lo è. E comunque
non è che
Pete abbia diritto di parola; a volte guarda Patrick trafficare su
Garageband quasi per ore intere. Andy che prova alla batteria
è molto
più interessante.
Dopo un istante, Pete si allontana. Joe non lo guarda andar via.
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"Oh cazzo," dice Andy, ricadendo contro la cuccetta. C'è un
leggero velo di sudore sulla sua fronte.
"Sì," concorda Joe, premendo il viso contro la sua spalla.
"E' stato piuttosto notevole."
"Devi farmi vedere quella cosa che hai fatto con la mano" gli dice Andy
seriamente.
"Ma poi non avresti più bisogno di me," ribatte Joe, e Andy
ride.
--
"Che
succede tra te e Joe?" chiede Patrick a Andy. Joe, non visto, sbatte le
palpebre e trattiene il respiro, aspettando la risposta.
"Che intendi?" ribatte Andy, la voce priva di inflessioni.
Joe
non può vedere la scena, ma immagina che Patrick stia
alzando gli occhi
al cielo. "Non fare lo stupido. Che succede tra voi due?"
"Niente," dice Andy, "non è niente," e Joe decide che
dovrebbe smettere di origliare le conversazioni altrui. E' da
maleducati.
--
"Ciao," sussurra Joe sulla pelle di Andy, leccando la piega tra la
coscia e il fianco.
Andy
salta su e ridacchia senza volerlo, appena l'accenno di uno strilletto
acuto. "Che diavolo, ti ho quasi dato una ginocchiata in faccia!"
Joe
considera la cosa, premendo distrattamente le labbra contro la coscia,
le dita a sfiorargli la curva della vita. C'è un livido che
va
schiarendosi, lì, della forma di un pollice. E' stato
accidentale. Joe
lo bacia.
"Sì," dice dopo un secondo, "avresti potuto."
"Sono
sicuro che non saresti così calmo se ti avessi rotto il
naso," gli dice
Andy, sollevandosi sui gomiti in modo da poter guardare la testa di
Joe, la sua schiena nuda. Allunga una mano, tracciando l'intrico dei
muscoli sotto la pelle chiara. Joe rabbrividisce, solo un poco.
"Probabilmente no," dice, e lo lecca di nuovo.
--
Hanno
cominciato questa cosa, qualsiasi cosa sia, quando Joe era
più piccolo,
non piccolo in modo paurosamente illegale ma comunque piccolo
abbastanza da far sì che alle volte Andy riuscisse a farlo
venire in
quattro minuti o giù di lì. Persino quando era
più piccolo, comunque,
Joe era già adulto alle volte; nessuno si è mai
preoccupato di lui come
ci si preoccupava di Patrick, non allo stesso modo. Tutti si
aspettavano che Joe si prendesse cura di se stesso, anche quando aveva
quindici anni e andava in posti dove decisamente non sarebbe dovuto
andare.
Andy non si è mai aspettato che Joe si prendesse cura di
se stesso, di per sé; sapeva che poteva, e l'avrebbe fatto,
ma tutto
quello che si aspettava era che Joe fosse Joe, e chiedesse aiuto se ne
aveva bisogno. A volte Joe lo faceva, altre volte no.
Non è questo il punto, comunque, se mai ci fosse un punto.
Solo questo: è cominciata già da un po'.
Non
ci sono stati accordi quando hanno iniziato, nessun cliché
alla 'basta
che non ti innamori', niente del genere. Succedeva tutto senza
parlarne, e succedeva abbastanza raramente da consentire loro di non
preoccuparsi che qualcuno ci leggesse cose inesistenti. Era solo un
buon modo di scaricare la tensione quando erano in giro, insofferenti e
bisognosi di qualcosa di familiare a cui aggrapparsi.
Ed è
facile, lo è sempre stato, dividersi in PeteePatrick e
JoeeAndy.
Succede in modo organico, cosa che Joe ritiene che Andy dovrebbe
apprezzare. Ammesso che Andy pensi a cose del genere, e su questo non
conta poi molto. E' lui quello che pensa troppo.
Era piccolo,
comunque. Ora è meno piccolo, e succede più
spesso, ma continuano a non
parlarne così tanto. Dopo tutti questi anni, ci si
aspetterebbe
probabilmente che entrambi conoscano le regole implicite; l'unico
problema è che Joe non è sicuro di averle mai
imparate.
--
"Ehi,"
dice Andy una mattina, mentre Joe è curvo sopra il suo
caffè con una
guancia quasi spiaccicata nei cereali. "Che succede?"
"Niente,"
risponde, e nella sua testa è un po' brusco, magari, ma per
quello che
possono vedere gli altri è solo insonnolito. Andy non coglie
il
riferimento, ma del resto non potrebbe; non sa che Joe stava
ascoltando, quella volta. Forse non lo coglierebbe comunque anche se lo
sapesse; forse non è una cosa così importante da
fargli cogliere un
riferimento al volo. "Sono stanco."
"Sì," concorda Andy. Tira
fuori qualcosa dal frigo, una qualche sorta di colazione vegana che Joe
cerca di non guardare mai troppo da vicino. "Essere in tour
è
fottutamente stressante."
"Sì," replica, anche se non è
esattamente quello che intendeva. E' abbastanza vero, comunque, e per
ora è una verità sufficiente.
--
Joe incontra una
ragazza, una sera. E' più bassa di lui, bruna, con una
fossetta sulla
guancia sinistra e un sedere spaventosamente carino. Parla con lei per
una sera intera; conosce la band, è una fan casuale ma cerca
di non far
sembrare chissà cosa il fatto di star parlando con Joe
Trohman. Se
avesse incontrato Pete o Patrick forse sarebbe già andata
fuori di
testa, ma Joe apprezza che non sia così. A volte il pubblico
è un po'
strano; in fondo, lui è solo un piccoletto ebreo di Chicago
a cui piace
suonare la chitarra. Non è grande. Non è famoso.
"Beh, non li
avevo mai ascoltati prima, ma poi un amico mi ha passato uno dei loro
album e mi hanno conquistata," dice Dakota - questo è il
nome della
ragazza, si chiama Dakota. Joe non sa se sia il suo vero nome, ma non
pensa sia importante. E' una ragazza dolce; crede sia il tipo che a sua
madre piacerebbe, se la incontrasse.
Sta per rispondere quando
lei butta un'occhiata sopra la propria spalla e i suoi occhi si
spalancano appena. Qualcun altro della band, probabilmente, ma Pete e
Patrick se la sono svignata da qualche parte, e questo vuol dire -
"Ehi," dice Andy, dando una pacca sulla spalla di Joe. "Dobbiamo
andare."
"Dobbiamo?"
chiede, il suo cervello leggermente appannato. Non ha fumato, stasera,
ma c'è fumo nell'aria. Anche considerando questo, comunque,
pensava che
dovessero rientrare più tardi.
"Sì. Andiamo." Andy lancia un'occhiata a Dakota. "Scusa se
te lo rubo. Sono Andy."
"Dakota," risponde lei, e si stringono la mano brevemente.
Joe
le sorride, dicendole "E' stato bello parlare con te, Dakota," prima di
lasciarsi trascinare via da Andy. Quando sono abbastanza lontani, fuori
dall'edificio e sul marciapiede, chiede "Pensavo che fosse
più tardi?"
Andy
alza le spalle, la mano ancora sulla sua spalla. "E' la mia vendetta,"
dice dopo un secondo. "Sai quante volte mi hai fatto andare in bianco,
di recente?"
"L'ho fatto?" domanda Joe, e poi pensa, un attimo,
in bianco? "Non volevo andare a letto con lei." Ci ha pensato
brevemente, ma il suo cervello continuava a cambiare il colore dei
capelli e ad aggiungere tatuaggi. Forse l'avrebbe fatto comunque, ma
crede di no, non quando può già avere
metà di quello che vuole. Non è
tutto, ma è meglio di niente.
Andy resta in silenzio per un
momento. "Beh, così possiamo essere di nuovo quelli
responsabili e far
sentire in colpa Pete e Patrick per essere in ritardo."
"E lo
saranno senz'altro," concorda. La mano di Andy è tiepida
contro la sua
spalla e decide che si accontenterà di metà, per
ora.
--
"Rimarremo appiccicati," fa notare Andy, ma Joe non riesce ancora a
ordinare a se stesso di muoversi.
"...comodo" mugugna.
"Anch'io,"
ammette Andy, e Joe sbatte le palpebre per la sorpresa, le ciglia che
sfiorano la clavicola dell'altro. "Ma sarà una rottura,
domattina."
"D'accordo"
borbotta, scendendo dal letto e stirandosi. Va in bagno e inumidisce un
asciugamano, lanciandolo sullo stomaco di Andy prima di gettare una
manciata d'acqua sul proprio petto. "Contento?"
"Assolutamente." Andy rotola giù dal letto e scivola
nell'altro. "Vieni?"
"Arrivo."
Dividono il letto, ora, a volte dopo e a volte senza aver fatto niente.
Joe non lo chiede nemmeno più, perchè la risposta
è sempre la stessa e
ad un certo punto Andy gli ha detto di non preoccuparsi di chiedere.
Potrebbe leggere qualcosa in tutto ciò, o magari forse no.
"Bene."
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Gli
capita di sentir parlare Pete e Patrick, una volta, accidentalmente.
Origliare accidentalmente sembra essere uno dei suoi talenti.
"Oh dio, non so chi pensano di prendere in giro. Sono così
incasinati. Credo siano più incasinati di noi," dice Pete.
Joe fa una faccia incredula che nessuno potrà mai vedere.
"Non
credo che qualcuno sia più incasinato di noi," ribatte
Patrick
seccamente, facendo eco ai pensieri di Joe. Ed è vero,
comunque; a
volte, quando Patrick gli lancia occhiate che potrebbero essere di
compassione, Joe le ignora pensando almeno non sono io quello
che va a letto con un uomo sposato.
Non lo dice, però, perchè sarebbe uno stronzo e
perchè in ogni caso Patrick davvero non se lo merita.
--
Va
bene così, comunque, va tutto bene, perchè Joe e
Andy sono la parte
normale della band. Sono quelli più calmi, quelli meno
intensi, quelli
che ricevono meno attenzione e a cui la cosa sta perfettamente bene.
Sono quelli sani. Anche Patrick è sano, a volte, ma si
altera
facilmente e comunque è completamente preso da Pete. Non li
si può
separare, a questo punto.
Joe e Andy sono i comprimari. Non ci
sono epiche storie d'amore o gesti plateali per loro, per cui va bene
così. Va bene così, va bene così, e
Joe continua a ridere e fare
battute perchè nessuno noti nulla.
Non è - non è che non sia
felice. E' solo un po' pensieroso, a volte, un po' scontento, ma non
è
depresso o con il broncio tutto il tempo, perchè anche se a
Pete piace
affermare di essere contagioso, in realtà non lo
è.
Beh. Forse solo un pochino.
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"Tutto bene?" gli chiede Andy una volta, e Joe annuisce.
"Certo. Perchè non dovrebbe?"
Andy
non dice nulla per un secondo, gli passa soltanto una mano tra i
capelli e canticchia qualcosa quasi in silenzio. "Esci stasera?" chiede
poi.
"Non so. Perchè?"
Questa volta Andy gli dà una risposta. "Ho appena preso un
bel po' di fumetti, ma odio fare maratone di lettura da solo."
Potrebbe essere una bugia, ma Joe risponde "Certo, sicuro.
Sarà divertente."
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"Sai," dice Pete pensosamente, un giorno, "Andy ti guarda mentre provi,
a volte."
Joe aspetta per vedere se ha altro da dire, ma a quanto pare
è tutto. "Okay?" domanda.
"Sì,"
afferma Pete, ma Joe si limita ad alzare le spalle. Se Pete vuole che
colga, dovrà spiegargli un po' più di
così. Non lo fa, comunque, perchè
è Pete e il criptico è la sua lingua ufficiale.
Joe ci è abituato.
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"Ciao,"
dice Joe, appoggiando la fronte contro la schiena di Andy, tra le sue
scapole. Andy è rosso e accaldato; dovrebbe fare troppo
caldo nel
letto, ma non è così.
"Ciao," risponde Andy, anche se non ce n'è
davvero bisogno. Non è che nessuno dei due sia stato da
qualche altra
parte nell'ultimo paio d'ore.
Joe è sudato e la sua bocca sa di
cazzo e il suo cazzo sa probabilmente di culo. Espira, rilasciando
l'aria sulla pelle della schiena di Andy. Si stanno coccolando, il che
non gli sembra normale per due persone che in teoria hanno una
relazione da 'amici con benefici', ma la gente che conosce è
talmente
lontana dalla normalità che probabilmente la cosa non ha
importanza.
Andy
si volta, colpendo il naso di Joe con la spalla prima di allungarsi e
avvolgere un braccio attorno alla sua vita. Joe si accomoda con la
testa sul cuscino, il naso ancora dolorante premuto contro la gola di
Andy, e si addormenta.
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Stanno guardando un
film, un giorno, solo loro due. Non sono solo loro due
perchè Pete e
Patrick se ne sono andati; un giorno, pensa Joe, lui e Andy hanno
scelto in prima persona di passare il tempo insieme invece di venire
appaiati da qualcun altro.
E Andy lo guarda provare, e se lo
tira accanto persino quando è caldo e sono in un letto
abbastanza
grande da poterlo occupare tutto, e inventa scuse per allontanarlo
dalle ragazze.
E forse non è che non sia proprio niente, e forse non ci
sono mai state regole fin dall'inizio.
Non
è una realizzazione travolgente, perchè sono Joe
e Andy e non hanno
bisogno di epiche storie d'amore o di gesti plateali. C'è
solo Joe che
volta la testa da un lato e chiede, "Ehi, ti va di andare a cena fuori
domani sera? Tipo, un appuntamento?"
"Sì, okay," risponde Andy, e sorride.
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Risposte alle recensioni: rispondo
sempre, qui in fondo alla storia: quindi se recensite poi ripassate a
leggere la risposta, se vi va :P
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