Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa storia non
è stata scritta a scopo di lucro.
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Autore: beat
Titolo:
Aneddoti
Fandom:
FullMetal Alchemist
Tema scelto:
Tabella Missing Moment
Rating: Verde
Genere:
Comico
Personaggi:
Roy Mustang, Riza Hawkeye, Jean Havoc
Pairing:
RoyAi (a volercelo vedere)
Avvertimenti:
Missing Moment, One-shot
Note dell'autore:
L'ambientazione del flashback non ha una collocazione temporale
specifica, visto che non sappiamo esattamente per quanto è
durato l'addestramento di Mustang. Sempre per quanto riguarda questo
momento, Roy si rivolge a Riza dandole del “lei”:
è effettivamente un po' strano se si pensa che sono ragazzi,
ma Roy, per quanto farfallone, l'ho sempre visto molto ben educato, e
immagino porti davvero molto rispetto alla figlia del suo Maestro.
Introduzione:
Havoc se la rise sotto i
baffi: era sempre divertente pungolare il Colonnello.
“Stavo
pensando che non ci ha mai raccontato nessun aneddoto sul suo
addestramento da Alchimista. E visto quanto è noiosa la
giornata, che ne dice di raccontarcene un paio? Così, giusto
per passare il tempo!”
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Aneddoti
Era una placida giornata come tante altre al Quartier Generale
dell'Est. Nell'ufficio di Mustang, come al solito, la gente che
lavorava era davvero poca. Complice l'afa debilitante e il carico di
lavoro praticamente inesistente in quel periodo dell'anno, i sottoposti
del Colonnello stavano passando la giornata nell'ozio più
completo. L'unico avvenimento degno di nota che era loro capitato era
stata la quotidiana telefonata del Tenente Colonnello Hughes che come
al solito aveva mandato fuori dai gangheri Mustang, per
l'inutilità delle informazioni presentate. Ovverosia
l'ultimo aggiornamento sul numero di dentini persi della piccola Elycia.
“Colonnello?” chiese ad un certo punto Havoc, tra
le dita una delle sue amate sigarette.
“Per la milionesima volta: no Havoc! Non puoi fumare in
ufficio!”
“Sì, sì, lo so Colonnello. Ma non era
questo che le volevo chiedere!” rispose con un sorriso il
Sottotenente, facendo fare alla sigaretta ancora un paio di volteggi
tra le sue dita, prima di farla sparire di nuovo nel suo pacchetto.
“E allora che c'è?” Mustang
fulminò con lo sguardo il suo sottoposto.
Se tutti gli altri nell'ufficio non stavano lavorando, lui
era stato abilmente intercettato dalla carissima Hawkeye,
che ora l'aveva incastrato e gli stava facendo firmare tutti i
documenti che aveva lasciato in sospeso. Era dunque l'unico che stesse
facendo qualche cosa di produttivo in quell'ufficio, e la cosa lo
irritava non poco.
Havoc se la rise sotto i baffi: era sempre divertente pungolare il
Colonnello.
“Stavo pensando che non ci ha mai raccontato nessun aneddoto
sul suo addestramento da Alchimista. E visto quanto è noiosa
la giornata, che ne dice di raccontarcene un paio? Così,
giusto per passare il tempo!”
Mustang vergò con veemenza il suo nome su uno dei foglio che
aveva davanti.
“Se hai tempo da perdere dammi una mano, scansafatiche! E
comunque non ho aneddoti da raccontare, mi spiace!”
“Suvvia Colonnello, ci sarà pure una storiella
divertente!” incalzò Breda, alzando per un attimo
lo sguardo dallo schema di parole crociate che aveva davanti.
“Il mio Maestro era una persona molto severa”
proclamò Mustang; al suo fianco Riza annuì
leggermente.
“Non ci sono storie divertenti a riguardo” concluse
secco Mustang, nel vano tentativo di mettere a tacere la sconfinata
curiosità dei suoi uomini.
“Non ci credo!”
“Ti dico che è così,
Sottotenente!” ribatté di nuovo il Colonnello, con
voce stanca.
Scese di nuovo il silenzio nella stanza, rotto solo dal quieto ronzio
del ventilatore e dal rumore della penna sulla carta.
“A dire il vero, Colonnello, ci sarebbe l'episodio delle
terme.”
“Che term-?” Mustang si prese il mento tra le dita,
pensoso, cercando di ricordare a che cosa stesse facendo riferimento
Riza. Non fosse stato per il fatto che appena gli tornò in
mente tutti lo videro sbiancare di colpo.
“Tenente!” urlò scandalizzato
“Come hai potuto, Tenente? Ero riuscito a cancellare quel
ricordo dalla mia mente!”
“Che ricordo, Colonnello?” chiese curioso Havoc,
sporgendosi dalla scrivania. Gli altri nell'ufficio fecero altrettanto.
Le terme promettevano bene come argomento per spettegolare!
“Niente!” si affrettò a dichiarare il
Colonnello, le braccia tese in avanti come a bloccare in attacco
improvviso “Non è mai successo niente!”
Era una sera calda e
afosa e Roy era esausto. Era tutto il giorno che il Maestro lo stava
facendo allenare, e aveva avuto un momento di pausa solo per mangiare.
Peccato però che fossero già passate parecchie
ore. Roy non vedeva l'ora di andare a dormire, ma il Maestro era ancora
seduto sulla sua portona, immerso nella lettura di uno dei tomi
polverosi che teneva con cura nel suo studio. E finché il
Maestro non si alzava per andare a dormire all'apprendista non era
concesso interrompere il suo allenamento.
Il ragazzo si
passò una mano sulla fronte, per detergere un po' del sudore
che gli era sceso sugli occhi. Faceva un caldo terribile e come se non
bastasse era pure saltata la centrale elettrica che alimentava il
paese. Tutte le case erano al buio e senza energia elettrica si
potevano anche scordare di attaccare li ventilatore della stanza, che
per quanto pigramente almeno aveva il buon gusto di smuovere un poco
l'aria soffocante di fine luglio. Il giovane Roy Mustang stava
letteralmente soffocando. Se non si fosse alzata anche solo una lieve
brezza era sicuro di non riuscire a sopravvivere ancora a lungo. Il
fatto poi che stesse tutto il santo giorno a cercare di governare delle
fiamme che il più delle volte non collaboravano, beh, quello
lo rendeva solamente più accaldato, esausto e nervoso.
Provò dunque
un piacere indescrivibile quando con la coda dell'occhio vide il
vecchio alchimista alzarsi dalla poltrona, poggiare il libro sulla
scrivania ingombra di carte, e rivolgergli la buonanotte, dopo avergli
però impartito gli ultimi compiti prima di potersi ritirare
nella sua stanza.
“Aiuta Riza a
chiudere tutto e porta fuori il sacco della spazzatura!”
“Sì,
Maestro.”
“Buonanotte
Roy.”
“Buonanotte
Maestro!”
Roy si
accasciò un attimo a terra, per riprendere finalmente fiato.
Ah, che goduria sentire la fredda pietra del pavimento contro il corpo
accaldato!
“Signor
Mustang, si alzi, non le farà di certo bene stare
così.”
Roy si mise seduto di
scatto. Riza era entrata senza far rumore nella stanza.
“Come dice,
signorina Hawkeye?”
Riza indicò
con un cenno della testa prima il pavimento di pietra e poi Roy.
“Quando fa
così caldo e si è molto sudati non va bene
cercare di raffreddarsi in maniera brusca. Rischia solo di farsi venire
un malanno.”
“Sul
serio?”
“Sì.”
“Quindi anche
farsi una doccia ghiacciata non è l'ideale, vero?”
“No.”
“Capisco…”
Riza annuì
piano, per poi dirigersi verso la grande finestra della stanza, per
chiuderne le imposte. Roy seguì il suo esempio, facendo lo
stesso con quelle della stanza attigua, del salottino, e della cucina.
Infine portò fuori il sacco dell'immondizia e chiuse con
doppia mandata il chiavistello della porta sul retro.
Era poi riuscito,
finalmente, a ritirarsi nella sua stanza, ma purtroppo il sollievo del
riposo dopo una giornata estenuante non era arrivato come aveva
sperato. Aveva passato la notte quasi completamente in bianco. A parte
il caldo soffocante che non l'avrebbe in ogni caso lasciato dormire,
gli era balenata in mente un'idea che l'aveva tenuto sveglio per molte
ore. Le parole di Riza lo avevano colpito, e in effetti a pensarci bene
quello che gli aveva detto era vero. Prima di coricarsi si era fatto
una doccia, e aveva dovuto resistere strenuamente all'impulso di girare
la manopola verso la temperatura più fredda possibile. Aveva
fatto una doccia tiepida e sebbene il sollievo immediato non fosse
stato altrettanto gratificante come dopo una doccia gelata, gli effetti
benefici erano durati di più di quanto si era aspettato.
Aveva quindi passato
tutta la notte e tutta la giornata seguente a pensare a come elaborare
l'idea che gli era balzata nella mente.
La famiglia Hawkeye
possedeva una grande tenuta, e nell'ampio giardino aveva –
tra le molte altre cose – anche una piscina naturale di acqua
pura che sgorgava direttamente dal terreno. Gli era stato raccontato
che un tempo era stata una preziosa sorgente termale.
Purtroppo nel corso
degli anni l'acqua aveva perso le sue proprietà
più caratteristiche, per lasciare solamente quell'acqua
cristallina che si raccoglieva in quel piccolo bacino artificiale.
Ma era un posto
estremamente gradevole, a pochi passi dalla villa e tuttavia nascosto
tra i possenti alberi secolari del giardino, tanto da sembrare un
angolo di natura finito per errore in mezzo alla civiltà.
Roy aveva passato tutto
il giorno a pensare come fare per riscaldare quella sorgente d'acqua.
La sua idea era quella di scaldarla tanto da farla ritornare ai livelli
che doveva avere quando ancora era la fonte delle terme private della
famiglia Hawkeye.
Fu dunque con una
soddisfazione infinita per Roy, due sere dopo, prendere per mano la
piccola Riza e si dirigersi di corsa con lei verso il boschetto.
“Stia a
guardare!” esclamò, esultante.
Tracciò una
serie di arzigogolati cerchi alchemici tutt'attorno alla pozza e quando
li attivò, in meno di pochi attimi, dall'acqua si
levò una densa cortina di vapore acqueo.
“Ta-dan! Che
ne dice? Probabilmente non durerà più di un paio
d'ore, ma adesso possiamo goderci un bel bagno caldo, come alle
terme!”
Riza, come d'abitudine,
non dimostrò più di un pacato entusiasmo, ma il
sorriso accennato che aveva sulle labbra fu motivo d'orgoglio per il
giovane Roy.
“Sa, mi ha
dato lei l'idea, dopo quello che mi ha detto l'altra sera, sul fatto
che con questo caldo è meglio evitare le docce
fredde!”
“Davvero?”
“Sì,
ci ho pensato a lungo, e poi mi è venuta in mente questa
pozza d'acqua – che è un vero spreco non usare
visto quanto è bella – e così ho
pensato di poterla scaldare per farne delle piccole terme!”
Il sorriso di
Riza si allargò ancora un po' e già Roy si stava
congratulando con se stesso con frasi tipo “Sei
un vero genio, Roy!” e
“Questa volta hai fatto colpa sulla piccola Riza!” quando un insistente odore di
bruciato gli arrivò alle narici. L'unica frase che in quel
momento fu in grado di pensare – in cui prese coscienza del
fatto che i suoi pantaloni avevano preso a bruciare – fu un
accoratissimo “Stai andando a fuoco,
cazzo!”
Sulla faccia di Roy Mustang erano spuntate numerose vene. Pulsavano
terribilmente.
I suoi sottoposti erano drammaticamente tesi verso di lui, trattenendo
il respiro in attesa di sapere che cosa avrebbe detto il Colonnello a
seguito di quel lungo e tormentato silenzio.
“Non è successo niente, dannazione a voi
ficcanaso!” tuonò infine Mustang, quando
finalmente riuscì a staccare la mente da quei terribili
ricordi “E se non vi trovate immediatamente qualche cosa da
fare vi faccio trasferire tutti quanti a Briggs!”
minacciò.
L'ufficio prese a movimentarsi tutto d'un tratto, con tutti i
sottufficiali che improvvisamente si resero conto di avere una montagna di
faccende da sbrigare.
E mentre quei solerti soldatini di davano da fare, correndo da una
parte all'altra dell'ufficio, Riza si avvicinò sorniona alla
scrivania del Colonnello, porgendogli altri documenti da firmare.
“Non dovevi farmi tornare in mente quelle cose,
Tenente!” sibilò tra i denti Roy, indispettito
“Un uomo non dovrebbe mai ricordare simili
sconfitte!”
“Le chiedo scusa, Colonnello!” rispose Riza,
nascondendo il sorriso dietro il cipiglio serio.
Ma un momento dopo, mentre nessuno le stava prestando attenzione, il
lieve sorriso riaffiorò, e la donna aggiunse sottovoce:
“Anche se non ci ha fatto una bella figura, Colonnello, a suo
modo quella volta io l'ho trovata molto tenero!”
Roy le scoccò un'occhiata tra il perplesso e il diffidente,
ma non poté non sorridere anche lui, ricordando come la
piccola e burbera Riza gli aveva curato, spontaneamente e con grande
attenzione, le scottature che come uno stupido si era procurato a causa
della sua stessa spavalderia.
Sorrise Roy Mustang, tornado poi senza troppo protestare al lavoro di
tutti i giorni.
Sì, forse non era uno dei suoi ricordi più
gloriosi, ma a guardarle con gli occhi di un adulto anche le peggiori
sventatezze giovanili avevano il loro fascino.
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Angolo dell'Autrice:
Questa fic ha partecipato al contest "Contest: Prima di pubblicare"
indetto da Edward e Mirai.
Sono consapevole che non sia una delle mie fic
migliori.
Ma nonostante questo, purtroppo i giudizi ricevuti mi hanno
un bel po' smontata, quindi non aggiungerò altro.
Fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche.
Grazie a chi vorrà recensire e a quanti leggeranno e basta!
Beat
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