Autore: Only_
(Only_Me)
Personaggi
principali: Blaise
Zabini, sua madre
Pairing:
//
Genere:
introspettivo,
triste
Rating:
verde
Avvertimenti:
One-shot,
Missing Moment
Introduzione:
E
aveva deciso di ignorare quella voce tremendamente familiare che gli
sussurrava dolcemente di tenere duro (hold
on, hold on),
che gli diceva che era normale soffrire, che non era l'unico a
provare quel di dolore (everybody
hurts, you are not alone).
Note
dell'autore: non
so davvero come commentare questa breve shot. Mi piace, trovo Blaise
abbastanza IC (per lo meno secondo l'idea che mi sono fatta del
personaggio) e parti della canzone sono state inserite in punti
strategici della storia, frase per frase, ma l'intera fic è
ispirata
all'atmosfera triste e vagamente deprimente della canzone. Io l'ho
letta con questa chiave, magari mi sono sbagliata a tradurla o voi le
avete attribuito un significato diverso, forse più
speranzoso, sotto
un punto di vista diverso; pace. A me piace, e spero che i miei gusti
coincidano con i vostri xD
Buona
lettura!
•
In
pain and sorrow•
{Everybody
hurts sometimes}
Blaise
Zabini non aveva mai sentito la necessità di essere
accettato dai
suoi compagni di Casa, né tanto meno quella di avere degli
amici o
di far parte di un gruppo; nonostante questo tutti si ostinavano a
suggerirgli di legare con qualche coetaneo, di avere dei rapporti
almeno con qualcuno.
Blaise
Zabini era stato cresciuto da una bellissima madre, vedova di tanti
mariti, ciascuno dei quali aveva lasciato loro una cospicua
eredità,
dopo la morte; non aveva fratelli né sorelle.
Blaise
Zabini era un ragazzo indipendente, Serpeverde, Purosangue e
razzista. Un ragazzo con una percezione tutta sua della vita e dei
sentimenti.
Ma
quando lei, l'unica donna che avesse mai amato davvero era morta,
improvvisamente aveva sentito il bisogno di qualcuno al suo fianco,
qualcuno che occupasse quell'enorme spazio vuoto che si era formato
nel suo cuore. Qualcuno che lo aiutasse e lo consolasse, qualcuno che
riuscisse a tirarlo fuori dal baratro della depressione in cui era
caduto.
Sua
madre era l'unica persona al mondo che avesse mai avuto importanza
nella sua vita, l'unica a cui avesse voluto davvero bene, l'unica a
cui avesse mai parlato, con piacere e senza remore, di qualunque cosa
gli passasse per la testa. Sua madre era l'unica amica che avesse mai
avuto.
E
quando era morta, all'improvviso, stroncata da quella malattia che
per anni aveva inconsciamente incubato nel suo corpo, Blaise non era
riuscito ad accettarlo.
Blaise
Zabini era un ragazzo estremamente viziato. Non accettava un 'no' da
nessuno.
Nemmeno
da quei medici che avevano cercato, senza successo, di salvare sua
madre.
«Potete
salvarla?». «No».
«Potete aiutarla?». «No».
«Potete fare qualcosa?». «No».
E
dopo quei pochi mesi senza la presenza della donna al suo fianco,
quella presenza che per anni era stata necessaria come l'aria che
respirava, sentiva di averne avuto abbastanza di quella lurida
non-vita che stava portando avanti (you
think you’ve had too much of this life),
di quell'esistenza forzata a cui si sottoponeva ogni giorno.
E
aveva deciso di ignorare quella voce tremendamente familiare che gli
sussurrava con dolcezza di tenere duro (hold
on, hold on),
che gli diceva che era normale soffrire, che non era l'unico a
provare quel genere di dolore (everybody
hurts, you are not alone).
E
si era lasciato andare (don’t
let yourself go),
mettendo finalmente alla prova quel metodo veloce ed indolore che sua
madre gli aveva sempre detto di aver usato per uccidere i suoi ricchi
mariti senza lasciare alcuna traccia.
Aveva
lasciato scivolare due gocce di quella pozione inodore ed incolore
–
che somigliava tanto a Veritaserum
– nella sua tazza di tè, e con tutta calma si era
accomodato sul
sofà del salone dell'enorme villa che possedeva,
sorseggiando
lentamente il liquido ambrato.
L'oblio
che tanto desiderava era giunto poco dopo, accompagnato da una sorta
di miraggio che gli mostrava una bellissima donna di colore,
sorridente, con lunghi e mossi capelli neri e occhi di un inusuale
verde bosco. Sua madre.
Ora
era sicuro di non essere più solo, e soprattutto sapeva che
sarebbe
sempre potuto rimanere accanto a quella donna che, durante la sua
vita, era stata tutto per lui: madre, sorella ed amica. E che avrebbe
sempre potuto cercare conforto tra le sue braccia (take
comfort in your friends).
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