Ancora una volta, vieni verso di me.
Più vicino,
vieni da me.
Ora faremo sì
che tutto il nostro dolore scomparirà,
Così che io
possa ridere nel tuo abbraccio, al tuo fianco
Vieni nel mio cuore,
diventa il mio tutto,
Così che io
possa sognare solo felicità
Diventa il mio unico
amore.
[ Girl Meets Love
- K.Will]
Lo vedeva sempre
sorridente, quasi remissivo, quando incontrava i fan per strada. A chi
gli chiedeva un autografo o una foto, a chi semplicemente gli parlava
entusiasta, Outsider rispondeva gentilmente, senza mai perdere quella
sobria nonchalance.
K.Will, che in quei casi stava appoggiato a un muro, in disparte, con
le braccia incrociate, pensava al modo geniale con cui il suo amante
stava elegantemente prendendo in giro tutta quella gente.
Oh, non nel senso negativo, quello no.
Il fatto è che lui lo conosceva, Shin Ok Cheol. Lo conosceva
abbastanza bene da sapere che quella facciata tanto carina e
disponibile era una copertura. Com’è che si dice? Pugno di ferro in guanto di
velluto. Nessuna definizione calzava meglio a Outsider,
l’avrebbe giurato.
Infagottato come sempre nel suo giubbotto di pelle, la sciarpa che gli
nascondeva la bocca e il cappello calcato sulla fronte, K.Will
sbuffò lievemente dalle narici, stanco dello spettacolo:
perché doveva mostrarsi diverso, quel conigliaccio? Chi era
lui, per farsi prendere per i fondelli – figurativamente e
fisicamente – da un rapper bipolare che trattava i suoi fan
quasi meglio del suo uomo?
-Ho dimenticato la penna a casa,- miagolava una fan in tono di scusa.
Outsider sorrise. –Non fa niente, capita. Uso la mia.
K.Will, se avesse potuto, avrebbe incendiato con gli occhi sia la fan
che Ok Cheol. Roba che Ciclope degli X-Men sarebbe stato retrocesso a
semplice accendino.
Ma com’era umanamente possibile tutto ciò? Si
ricordava ancora il momento in cui lui aveva pronunciato
l’esatta, identica frase.
-Ho dimenticato la penna a casa,- aveva realizzato, nel bel mezzo di
una giornata al parco dedicata al songwriting.
Outsider l’aveva squadrato con quegli occhi di marmo, e alla
fine aveva sospirato. –Hyung, accidenti, non cambi mai.- Poi
aveva incrociato le mani sulla nuca e aveva decretato che non
c’era motivo di restare ancora lì a perdere tempo
come degli idioti.
Bello. Grandioso.
In definitiva gli aveva dato dell’idiota. Per una cosa da
niente come quella. E a quell’oca, invece, aveva regalato un
sorriso comprensivo.
K.Will aveva una memoria eccezionale, soprattutto per questo genere di
cose. Ma sfortunatamente era anche ipersensibile. Animo da principessa,
no? E si teneva quasi tutto dentro, per paura di non essere compreso, o
peggio ancora di litigare.
Quanto possono ingannare le apparenze. Quanto.
La corazza apparente può salvarti dagli estranei, ma appena
vi apri uno spiraglio per lasciar entrare chi ami, è come se
per loro l’avessi tolta tutta.
Outsider sapeva
che Kim Hyung Soo in realtà era molto più
delicato di quanto volesse far sembrare. Lo sapeva, ma questo non gli
impediva di passare con lo schiacciasassi sulla sua
sensibilità. E K.Will questo magari avrebbe imparato a
sopportarlo, se Outsider avesse trattato tutti allo stesso modo. Se.
“Ma no, lui fa il carino solo con chi gli
conviene.” pensò, fissando l’asfalto.
“E io invece vengo massacrato.”
A K.Will non faceva bene rimuginare su tutto ciò. Ogni volta
che gli succedeva, si chiudeva a riccio e Ok Cheol reagiva sospirando,
insofferente in quel suo modo elegante. Che poi andasse da lui e se lo
coccolasse per bene in modo da fargli tornare il sorriso su quelle
belle labbra, è un altro discorso. E a una principessa come
K.Will non interessava.
Lui aveva un animo rosa pastello, esattamente come il suo diario. Ecco,
sì: Kim Hyung Soo era delicato, chiuso e vergognosamente
romantico come quell’agenda rosa sul suo comodino. Altro che
giubbotti neri, aspetto cool e tentativi di avere quell’aria
da tosto. Non poteva salvarsi con quello, non con Outsider.
-Che succede?
Ok Cheol aveva finalmente finito il suo improvvisato fanmeeting, a
quanto pareva. Bene. E infatti non aveva più quel sorrisone
da pubblicitario stampato in faccia. A K.Will faceva venire voglia di
prenderlo a pugni.
Sembrava scocciato, Outsider, dal broncio dell’amante, che
percepì la sua insofferenza dal modo brusco in cui gli aveva
posto la domanda. Probabilmente era davvero interessato ai suoi
problemi, ma aveva espresso la sua preoccupazione nel modo sbagliato:
troppo poco cavalleresco, per K.Will, troppo diretto e pragmatico.
E’ dura avere a che fare con chi è peggio di una
donna, in certi casi.
-Niente,- fu la prevedibilissima risposta di Hyung Soo. – Su,
andiamo.
Lo sguardo indagatore di Outsider continuò a fissarlo mentre
si allontanava. Testa bassa, mani infilate nelle tasche del giubbotto,
camminata tanto sciolta da sembrare stanca: registrò tutto
questo, e non gli piacque per niente. Significava crisi ormonale per
K.Will e stress psicologico per lui.
Lo raggiunse, e camminarono fianco a fianco senza dirsi una parola fin
quando non arrivarono sotto casa. E anche lì
l’unica frase che si scambiarono fu ‘Hai tu le
chiavi?’. C’era un’atmosfera tesa, di
tempesta, e Outsider la sentiva anche troppo.
Tutte le volte che incorrevano in quel tipo di situazione, Outsider si
chiedeva di che colpa si fosse macchiato per far stare così
male il suo amante, e tutte le volte, immancabilmente, non riusciva a
trovarla. Perché pochi si autoanalizzano così
bene da trovare i propri difetti, e pochissimi sono quelli che
cambiano.
Shin Ok Cheol aveva tanti pregi, ma non questo. Che, per ironia della
sorte, era forse quello che gli sarebbe servito di più.
Era assurdo, poi, vederli sull’ascensore immobili
l’uno vicino all’altro: K.Will così alto
e dall’espressione sfuggente, che se lo si fosse visto in un
vicolo buio di notte si avrebbe subito girato i tacchi, e Outsider di
una spanna più basso, il viso innocente e totalmente privo
di quell’aura pretenziosa di cui invece era ammantato
l’altro.
Maggiore l’ostentazione, minore la sicurezza di
sé. Non era forse vero, nel loro caso?
-Hyung,- buttò là Outsider, rilassato, mentre si
toglieva il maglione con nonchalance.
K.Will lo fissò ipnotizzato e pensò che, se gli
avesse chiesto spiegazioni in quel momento, lui gli avrebbe risposto
sinceramente che non c’era niente che non andava e se
piuttosto non avrebbe preferito andare a letto.
Outsider, però, deluse le sue aspettative.
-Ti va di ordinare dal take away cinese?- propose infatti Ok Cheol,
sempre spogliandosi con disinvoltura nel bel mezzo del salotto. Quando
K.Will annuì distrattamente e lui si fu sbottonato anche la
camicia, sparì in camera, lasciando solo il suo amante con i
suoi confusi pensieri.
Faceva sempre così.
Avrebbe dovuto saperlo. Outsider non chiedeva mai spiegazioni. Quando
lui era di cattivo umore, preferiva che lo si lasciasse in pace
finché non gli fosse passata, e partiva dal presupposto che
anche gli altri volessero altrettanto. E’ per questo che
entrambi vivevano con frustrazione le crisi di K.Will: Hyung Soo
perché si sentiva ignorato, e Ok Cheol perché non
capiva come mai il malumore dell’altro si protraesse
così a lungo.
La loro relazione, quando si impigliava in uno di questi tornadi, era
il peggior circolo vizioso che potesse esistere.
La maggior parte delle volte era K.Will a cedere per primo.
Più che altro per mancanza di affetto, skinship e
conversazione, in ordine sparso.
“Mi farà diventare pazzo” pensava
Outsider, spegnendo la luce del comodino al termine di una giornata
condotta all’insegna della tensione. Si sistemò
meglio sotto le coperte. “Devo sapere su che binari andare.
Se non so come comportarmi, impazzisco.”
-Ok Cheol-ah?- sussurrò K.Will.
Outsider aprì gli occhi. –Domani torniamo al
parco?- lo spiazzò il rapper, senza nemmeno lasciargli il tempo di
continuare.
-Se vuoi,- La risposta di K.Will, che sembrava buttata lì
tanto per dire, normalmente non avrebbe dato tanta soddisfazione, ma
Shin Ok Cheol sapeva. Sapeva benissimo che K.Will stava sorridendo nel buio,
avvolto nelle lenzuola fin sotto il naso. E si sentì subito
meglio, perché erano rientrati nei binari che conosceva, e
su cui poteva muoversi.
Outsider si girò, allungò una mano fino a toccare
il fianco di K.Will e lo attirò verso di sé. Dopo
i primi attimi di resistenza passiva, Kim Hyung Soo si arrese
platealmente e lasciò che il suo pigiama venisse buttato a
terra pezzo per pezzo.
Il resto è storia.
Storia su cui però, la mattina dopo, mentre rimirava il viso
addormentato di K.Will, Outsider rifletté non poco: il suo
hyung, quel metro e ottanta di uomo con un carattere altalenante e
paurosamente emotivo, aveva così tanto potere su di lui?
Insomma, Ok Cheol si giudicava abbastanza coerente e risoluto
nelle sue azioni. Uno tutto d’un pezzo, diamine. E invece si
scopriva sempre più spesso essere condizionato da una
persona diametralmente opposta a lui. Tutto questo andava contro ogni
logica, e ancora più sconvolgente era il fatto che Outsider
si ritrovò a realizzare che non lo disturbava più
di tanto.
-… Verso di
me, più vicino, vieni da me… Dolore
scomparirà… Nel tuo abbraccio…
Outsider lo guardò ancora più intensamente, il
suo hyung, mentre nel sonno canticchiava pezzi di Girl Meets Love.
Forse si stava indebolendo, Shin Ok Cheol? O forse non era
mai stato invulnerabile, quando era con K.Will?
-Diventa il mio tutto,
così che io possa sognare solo felicità.-
finì per lui la strofa, quasi sovrappensiero. E
sfoderò un sorriso a trentadue denti, compiaciuto anche del
fatto che Hyung Soo non potesse vedere la sua crescente debolezza nei
suoi confronti.
Dopotutto, Outsider era un duro. Era un vero uomo, lui. Faceva rap,
lui. Faceva taekwondo, lui. Poteva spaccare il mondo, lui.
… E si ritrovava a sorridere come uno scemo guardando il suo
Hyung Soo addormentato.
Veramente tosto.
__________________________________________________
K.Sider #2!
Fantastique, posso finalmente tirare una riga sopra un punto della mia
listography *C*
|