337.
La sibilla ha dato tre responsi di morte.
«Quando,
al calar del sole, avrà freddo, saprà di aver
sbagliato. Per tre
volte.
Alla
prima, la mente si sazierà del vuoto e le mani dovranno
imparare a
reggere le sole colonne portanti della sua vita.
Se
ne dorrà.
Alla
seconda, un lamento soffocherà la sua gola e
scoprirà qual è la
vera sua indole.
Se
ne dorrà.
L'ultima
gli appiattirà il cuore, e la sensazione di aver rimediato
agli
errori avrà lo stesso sapore del cordoglio».
Le
parole della Veggente erano state un sussurro che, per pochi brevi
istanti, aveva riscaldato l'aria della sera. Nessuno vi aveva
prestato orecchio e, lentamente, andarono a perdersi nella rada
foschia che pervadeva le strade; divennero gelo e bastò il
semplice
sorgere del sole, l'oro dell'alba, a determinarne l'avveramento.
Ancora
portava i segni dei suoi due primi sbagli. Il naso adunco era
soltanto il ricordo più evidente, l'imperfezione fisica
sulla quale
aveva sempre scherzato e che mai aveva osato ritoccare con la magia
–
ma dentro, in qualche angolo non poi così nascosto del suo
cuore, le
tracce erano più chiare, e fresche, sebbene fossero passati
anni.
Alla
fine, la gloria alla quale tanto aveva ambito da giovane non era
bastata a celare i detriti del passato; i ricordi, quasi fossero onde
di un mare apparentemente calmo, continuavano imperterriti a
rigettare sprazzi grigi del tempo che fu, e i morsi del rimpianto
erano sempre acuti, intensi come lo erano stati il giorno della
scomparsa di sua madre e della morte di sua sorella.
Albus
Silente provava la stessa sensazione di freddo sentita quando le
scure casse in cui giacevano i corpi dei suoi familiari vennero
seppellite nella terra. Non era a conoscenza della profezia che
Cassandra Cooman aveva confidato alla morte, non aveva neanche mai
pensato che, forse, la sua sorte avesse potuto rivelarsi attraverso
labbra umane mosse dal destino stesso. Non era arroganza, la sua
–
quella era svanita assieme ai due mesi di un'estate ormai lontana.
Aveva assaggiato il sapore della fama ed era risultato amaro; aveva
costretto quel suo frammento di anima nero a dominarsi. Ciò
che lo
spingeva era la modesta consapevolezza che, per mettere finalmente un
punto fermo su quel pezzo di vita, bisognasse agire.
Grindelwald
aveva perso la sua umanità assieme all'antica bellezza. Gli
parlava
di magia, di potere, di Babbani ridotti in fantocci privi di
volontà,
di Bene Superiore e di loro due. Gli chiedeva – con quale
coraggio
– di farlo insieme e di continuare a credere nel periodo
trascorso
a Godric's Hollow fra incantesimi, lettere e progetti. Negli occhi
gli brillava una luce che ricordava; gli stava trasformando il viso
in quello del ragazzo dai lunghi riccioli biondi che un tempo era
stato.
Spezzò
l'ultimo nodo che li legava, dopo tutti quegli anni –
bastò
chiudere le palpebre e lasciare andare il ricordo, far sì
che si
perdesse nei meandri bui della sua mente – e comprese che non
c'era
innocenza in Gellert, non c'era mai stata, che gli occhi chiari e i
capelli dorati erano la maschera dietro alla quale si nascondevano la
malvagità e lo sprezzo, l'illusione che lo aveva reso cieco
e che
aveva scioccamente amato.
Quando
alzò la bacchetta e la puntò contro di lui, non
lo fece per
uccidere. Voleva redenzione. Eppure, vedere il corpo slanciato della
sua rovina cadere inerme sull'aspra distesa di una brughiera tedesca,
gli ferì il cuore in una maniera brutale.
N/A.
Ho
terminato da poco la seconda lettura di “Harry Potter e i
Doni
della Morte” e la nostalgia del mondo creato dalla Rowling mi
ha
praticamente assalita. La voglia di scrivere (per quanto il risultato
non mi soddisfi granché) è ritornata; dovevo
raccontare qualcosa su
Albus Silente e Gellert Grindelwald e ho cercato una prospettiva un
po' meno scontata – sebbene, gira e rigira, il fulcro rimane
il
rimorso di Silente. Il prompt 337 parla di tre responsi; nel mio
caso, essi sono: la morte di Kendra Silente, la morte di Ariana
Silente e la sconfitta di Grindelwald. Cassandra Cooman è
l'antenata
dell'insegnante di Divinazione (andandoci per logica :D) e la
profezia è, ovviamente, una mia invenzione.
Fanfiction
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