“
Allora…
sai dirci chi di noi due è Hikaru e chi è
Kaoru?”
“Tu
sei
Hikaru…”
“Hai
sbagliato”
Avevano
sbagliato tutti fino ad ora…
A meno che
non avessero tirato ad indovinare, sperando di riuscirci.
Noi due siamo
sempre stati un’unica entità.
Questo era
molto importante per noi: noi siamo
sempre stati insieme, non avevamo bisogno di nessun’altro.
Avevamo un
mondo tutto nostro, soltanto per noi due, dove l’entrata era
chiusa con catene
e lucchetti.
A nessuno
era permesso entrare.
Ma eravamo
anche entità separate: quello che non ero io era Kaoru, e
quello che non era
Kaoru ero io.
Non ci
è mai
piaciuto veramente nessuno, se non noi stessi.
“Forse
non
ci sarà mai nessuno in grado di distinguervi”
furono le parole della tata a cui
tenevamo molto a convincerci che nessuno
sarebbe veramente stato in grado di farlo.
‘Nessuno
sarà mai in grado di riconoscerci’ mi ripetevo
continuamente. ‘Solo noi siamo
in grado di farlo’.
Nessuno
aveva mai indovinato… tranne lui.
Tamaki Suou.
“Voi
due
siete così troppo uguali! Ma pensatela in modo diverso:
essere così uguali è
anche un pregio. Da oggi siate i fratelli Hitachiin inseparabili che
siete
sempre stati. Ma ovviamente non dimenticate che siete anche due
entità
separate, Hikaru e Kaoru… Se sapevate fin
dall’inizio che nessuno avrebbe mai
vinto il gioco, perché sembrate così dispiaciuti
e delusi quando le persone non
riescono ad indovinare?”
Qualcuno
finalmente aveva sciolto le catene ed aperto l’entrata del
nostro mondo.
La tata
aveva sbagliato.
Noi avevamo
sbagliato.
Qualcuno ci
era riuscito.
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