Il sole piano piano andava giù dietro alle colline,rosso acceso come i capelli di Axl e del piccolo David che teneva sulle gambe. Era molto affezionato a quel bambino di soli 5 anni,il suo secondo nipote.
Tutti gli altri stavano più in là nel prato a chiacchierare,ignari forse di che giorno fosse. Come facevano a dimenticare così?
-Axl sei strano,dai vieni con noi!- Duff non era cambiato: a quasi 60 anni si comportava ancora come un ragazzino.
-Nonno dai vieni con noi!- scattò in piedi David cercando di trascinarlo per la mano.
-No amore mio,arrivo subito- disse cercando di sorridere e scompigliando i capelli rossicci del bimbo.
-Allora anche io sto qui!- disse rimettendosi in braccio all’amato nonno che lo abbracciò teneramente.
-Come volete…- Duff se ne andò.
Non passò molto tempo che si avvicinò Layla. Era divantata grande ora,aveva i capelli ricci e nerissimi ma gli occhi verdi come la mamma. Bellissima nel suo atteggiamento,figlia d’arte aveva imparato a cantare e suonava la chitarra come Slash che era il suo maestro oltre che suo nonno.
-Nonno sei stanco? Cosa ti succede? Non ti ho mai visto così…- disse preoccupata
-No Layla,tranquilla. Sono solo un po’ triste perché in questo giorno,un po’ di anni fa è successa una brutta cosa-
-Cosa?- chiese facendo scivolare le parole tra le labbra carnose.
Non ebbe tempo di ascoltare la risposta che la madre e Slash si avvicinarono,entrambi avevano un’aria mesta.
-Tesoro quando io avevo più o meno la tua età morì mia madre… proprio in questo giorno- rispose Kleopatra sospirando mentre la figlia le strinse la mano.
Si sedettero tutti quasi in cerchio. Slash accanto ad Axl che lo guardava con occhi smarriti,lui cercò di confortarlo con lo sguardo di un tranquillo nero.
David guardò la mamma quasi piangere e gli sembrò una cosa inconcepibile: la mamma non piangeva mai.
-Mamy perché piangi?- disse con una vocina piccola piccola,la donna sorrise al figlioletto.
-Spero che non avrai mai modo di capire perché sto piangendo David- Layla abbassò lo sguardo e guardò Slash.
Era diventato taciturno,spesso abbassava gli occhi e sospirava. Stava soffrendo,soffriva di cuore.
Kleopatra,forse più di ogni altro,temeva il suo abbandono da un momento all’altro;lo guardava preoccupata e si rabbuiava non appena iniziava a dire “Gli anni si fanno sentire,voi mi ricorderete ragazzi?”.
Lo avrebbero ricordato,e non solo loro.
-Manca,mi manca tanto- disse come se parlasse tra sé e sé,tutti lo guardavano interrogativi.
-Ma chi?- chiese Axl
-Come chi? Annie! Dai ragazzi è inutile che non volete nominarla solo perché mette tristezza,mi manca cazzo,mi manca!- si asciugò le lacrime.
-Manca molto anche a me- ammise Kleopatra socchiudendo gli occhi lacrimosi.
-Scusate ma io non so com’è andata a finire,chi sia questa donna,perché è morta così giovane?- chiese Layla.
-Nessuno lo sa perché abbia avuto un infarto a poco più di 30 anni Layla…- rispose Axl
-Ma era tua moglie?-
-Non proprio…-
-Mamma dai dimmi tu qualcosa!- la curiosità della ragazza si fece incalzante.
-Io non so molto…-
-Oh insomma!- si rivolse a Slash e Axl -voi siete i Guns n’Roses! Raccontatemi di quegli anni,cosa si faceva? Come vivevate? E poi voglio sapere di Annie…-
-Vuoi davvero tutta la storia?- chiese Axl,aveva paura di raccontare. Ricordare tutto… tutte quelle cose,non gli avrebbe giovato.
-Si- disse con un sorriso di incoraggiamento,ebbe l’approvazione del fratellino e il supporto della madre.
-Ma io…- disse Axl
-Axl stà zitto,racconto io. Sento che le forze vengono a mancare e voglio usare queste ultime per raccontare del passato,di quando eravamo dei ragazzi,di quando io ero Slash e tu eri Axl,di quando ci scolavamo venti Jack al giorno e di quando ci facevamo dieci ragazze insieme. Di quando poi ci siamo innamorati,di quando abbiamo litigato,siamo finiti in galera,siamo tornati sul palco e abbiamo fatto emozionare milioni di giovani. Do you remember Axl?- il suo tono era incalzante,si alzava di volume ad ogni parola,desiderava raccontare,rivivere e far assaporare un po’ di quel passato dorato anche alle giovani generazioni.
-Parla tu allora Saul,a te va la gloria dei Guns n’Roses e lo splendore di quegli anni. Lascio a te la parola…-
-Ma io voglio sapere anche di Annie…-
-Te lo spiegherà Saul,lui ne sa più di me anche su Annie- rassicurò Axl.
Il chitarrista sembrò ringiovanito,si mise dritto sulla sedia,fece un lungo respiro,si schiarì la voce. Poi guardò i suoi ascoltatori uno ad uno,meritavano di custodire quelle memorie. Mise da parte l’emozione e con voce calda e profonda iniziò il suo racconto.
Eravamo solo dei ragazzi,ma già all’apice del successo. A me non mancava nulla: avevo le mie Gibson,i miei amici,una bottiglia di Jack sempre a portata di mano e ragazze a volontà che cadevano ai miei piedi.
Devo dire che più o meno questa era la situazione di tutti i membri della band. Vivevamo su due case: la prima,quella ufficiale, era una mega villa nella parte ricca di Los Angeles. Piaceva a tutti,specie ad Axl e Duff che erano sempre stati amanti del lusso e dello sfarzo. Era su tre piani,arredata a meraviglia e ognuno di noi aveva una camera e un bagno solo per sé.
A me stava un po’ sul culo sinceramente,preferivo il mini appartamento in periferia: quello si che era una figata!
Poster dappertutto,una camera che io e Axl dividevamo ma era talmente piccola che i letti erano attaccati. Gli altri ci costringevano a dormire con la porta aperta per controllare se fossimo gay o meno,morivano dalle risate e ci prendevano continuamente in giro.
Mi ricordo che d’inverno Axl aveva sempre freddo. Si veniva ad accucciare vicino a me che ero mezzo addormentato mentre diceva
-Non dire niente agli altri,mi raccomando- e in effetti non dissi mai niente.
C’era un solo bagno per tutti e cinque ed era uno schifo,una cucina sempre in disordine e una sottospecie di salotto pieno di bottiglie di birra schiantate sul pavimento.
Mi ricordo ancora i primi concerti,le prime esibizioni.
Mi ricordo di quando prima di salire sul palco mi tremavano le gambe. Mi ricordo di quando dimenticavo gli accordi un attimo prima di suonare e anche quando avevo paura di lanciarmi nell’assolo di Sweet child. Cosa che adesso mi mangio a colazione.
Ma se volete sapere di Annie sarà meglio che vi racconti per bene la storia dall’inizio: dovevamo partire per un tour grosso,il primo mondiale.
Di conseguenza avevamo bisogno di groupie (ne avevamo davvero bisogno). I manager contattarono parecchie ragazze ma una di loro aveva interesse a conoscerci dal vivo prima di partire con noi.
E così prendemmo un appuntamento per una sera
-Sarà una cosa tranquilla ragazzi,non fatevi troppe seghe mentali- aveva detto Axl il giorno prima,voleva fare la parte del leader saggio e responsabile ma vi confesso che mi riempì le tasche di preservativi per quella sera.
E lodai me stesso per essere stato così previdente.