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di ice_cream
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Erano le tre del mattino, quando tornai nel mio appartamento, dopo una lunga giornata di lavoro al distretto. Ero stanca e la casa era come sempre in disordine .. giornali sparsi per la casa, letto disfatto, cucina piena di piatti da lavare (impilati lì da qualche giorno) e .. qualcosa di strano, di insolito.. un bicchiere pieno di vino sul comodino e tanti pezzetti di carta, ognuno dei quali aveva sopra scritta una lettera. Unendole, ne usciva una frase alquanto preoccupante: "Te la farò pagare Beckett."
Sentii un brivido percorrermi la schiena. Afferrai la pistola, pensando di non essere sola in casa. "Come aveva fatto ad entrare?" , una miriade di pensieri mi percorrevano la mente.
Avevo un assoluto bisogno di parlarne con qualcuno, ma erano solo le tre, chi poteva essere sveglio a quell'ora? e soprattutto.. chi avrebbe voluto ascoltarmi? .. I pensieri continuavano a frullarmi per la testa. Ad un tratto, il mio cellulare iniziò a squillare .. era Castle.

- Beckett? - chiese lui agitato.

- Sì - risposi - Come mai chiami a quest'ora Castle? - chiesi come se non mi fosse successo niente.

- Ho bisogno di aiuto, Alexis è ... è stata rapita! - la sua voce continuava a tremare ed io mi sentivo semplicemente inutile. Cercando di stare il più possibile calma, dissi:

- Castle arrivo subito! Chiama Ryan ed Esposito, loro inizieranno ad indagare, dì loro di restare in centrale e di cercare tra gli ex detenuti, quelli che sono finiti in carcere a causa mia -

- A causa tua? - mi chiese - Perchè a causa tua? - non sapevo cosa rispondere così dissi soltanto:

- Lascia stare, ti spiego più tardi! Arrivo... - misi il telefonino in tasca e uscii di corsa per arrivare da lui. Dopo dieci minuti suonai alla sua porta, lui mi aprì e mi abbracciò forte ringraziandomi per essere andata.
Aveva ancora il segno delle lacrime che gli avevano percorso il volto. Ci sedemmo sul divano e gli portai un bicchier d'acqua. Si mise tranquillo, anche lui immerso nei suoi mille pensieri. Non riusciva a parlare.
D'un tratto mi chiese:

- Ora mi spieghi il motivo per il quale volevi sapere degli ex detenuti finiti dentro a causa tua?

- Credo che il rapimento di Alexis, sia collegato a questo.... - gli mostrai la frase che avevo trovato sul comodino.

- é una minaccia! - mi disse lui - Tu stai bene? - si sforzò di sorridere.

- Sì - risposi - Ora pensiamo ad Alexis. Raccontami tutto ... - fece un respiro profondo ed iniziò a raccontare ...

- Sono rientrato in casa e non c'era nessuno, neanche mia madre, così mi sono preoccupato e ho chiamato una amica di Alexis, chiedendole se erano insieme a casa sua, ma lei mi ha risposto che dopo le quattro di ieri pomeriggio non si sono più viste. Così ho cercato in casa e non ho trovato niente, a parte un bicchiere di vino sul mio comodino ... a quel punto ho pens..

- Aspetta! Hai detto .. un bicchiere di vino sul comodino?! - chiesi sempre più preoccupata.

- Sì .. perchè? Credo che se lo sia dimenticato mia madre prima di tornare all'hotel. -

- No .. Castle, quando sono tornata a casa, non c'era solo quella specie di minaccia sul mio comodino ... di fianco c'era anche un bicchiere di vino! - ero terrorizzata al solo pensiero che fosse stata rapita a causa mia.

- Quindi le due cose sono realmente collegate! - affermò lui..

- Mi dispiace davvero tanto Castle, è tutta colpa mia ... - una lacrima iniziò a scendermi lentamente lungo il viso e lui dolcemente appoggiò il suo pollice sulla mia guancia e me la asciugò.

- Kate.. non è colpa tua.- mi disse Castle in quel momento, già quel momento in cui non avrei mai voluto conoscerlo.. in quel momento, in cui mi sentivo terribilmente in colpa per il rapimento di sua figlia. Eppure lui, anche se molto preoccupato e triste, riusciva sempre a farmi sorridere ...

- La troverò Castle, te lo prometto! - dissi con tutta la rabbia in corpo.

- Ne sono sicuro ... lo faremo insieme - in quel momento mi fece un sorriso. Ci alzammo ed iniziammo subito le ricerche .......




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