Una what if? delirante ispirata all'episodio n. 100 (5x13). Il titolo è quello di una canzone dei Bee Gees.
Buona (si fa per dire) lettura.
"Io non voglio approfittarmi di
lei, signora McLain."
"Sono sicura che sarai gentile.
E non sono più la signora McLain, ora. Sono solo Edie."
E gentile era stato, e premuroso, e un buon amante. Discreto,
soprattutto. Aveva saputo scivolare via dal letto al momento opportuno, aveva raccolto la sua cassetta ed era uscito, un sorriso trasognato stampato in volto. Da quel giorno, anche quando tornava in casa di Edie per riparare qualche cosa, il suo cuore un po' malandato accelerava i suoi battiti, ma non si rivolgeva a lei che con cortesia.
Nessun'occhiata maliziosa al suo seno, nessuna battuta confidenziale
tipica di quegli uomini che ti hanno già "assaggiata".
Da allora Eli vide molti uomini entrare in quella casa spinti dalla
passione e fuggire a gambe levate dopo giorni, settimane o mesi: Karl,
Mike, Carlos tra gli altri. E ogni volta che veniva piantata, aveva
sempre una parola per consolarla, un fazzoletto pulito dagli orli un
po' sfilacciati, uno sguardo di compassione che compassione non era.
O meglio, non soltanto.
Quando aveva visto Susan Mayer straziata dalla fine del suo matrimonio,
gli era dispiaciuto, sì, ma si era anche sentito sicuro che avrebbe
presto trovato un nuovo compagno di vita. Perché Susan era il tipo di
donna che donava tutto di sé all'uomo amato.
E Lynette Scavo avrebbe trovato un compromesso tra famiglia e lavoro,
magari costringendo il povero Tom a trasformarsi in casalingo
full-time, perché la sua forza di volontà avrebbe vinto sempre e
comunque. Non aveva paura di nulla, quell'adorabile mamma di ferro.
La signora Solis, così sofisticata e spocchiosa, avrebbe messo da parte
le sue arie da diva per far breccia nel cuore delle sue nuove amiche.
Era una brava ragazza, la cui spontaneità si era solo un poco
arrugginita tra le passerelle e i cocktail party di New York, ma l'aria
pulita di Fairview, a poco a poco, l'avrebbe resa di nuovo umana.
Ognuna di quelle donne aveva un potenziale immenso racchiuso in sé, e
sarebbe bastato un nonnulla, una parola detta al momento giusto, un
avvenimento inaspettato, perché se ne rendessero conto e decidessero di
prendere la propria vita in mano e condurla dove desideravano.
Ognuna di loro era speciale.
Ma non Edie.
Si rendeva conto che era diversa da tutte loro - lei non
sarebbe mai potuta cambiare. Le sue sofferenze erano capricci, le sue
amicizie solo rapporti di convenienza, la sua vita amorosa un
susseguirsi di notti infuocate e ossessioni morbose, il suo lavoro
consisteva nel saltellare da una casa all'altra propinando fregature e
bugie a povere famiglie in cerca di un angolino di felicità. Bugie,
perché il tasso di criminalità non era affatto basso nel quartiere, e
fregature, perché le scale delle cantine erano spesso pericolanti. Era
superficiale in tutto, velenosa come quei pesci giapponesi, di una
bellezza tanto appariscente da sembrare di plastica...
Era l'unica per cui non poteva immaginare un'esistenza davvero felice,
e se ne disperava segretamente, perché ne era innamorato. Se fosse
stato un buon partito avrebbe potuto immaginare di renderla felice lui stesso, ma era una follia anche solo pensarlo.
Fu un vero colpo quando, arrampicato sul tetto di Mona Clarke, le vide
avanzare in blocco contro di lei. Si sarebbe intromesso? Si sarebbe
lanciato sul vialetto a mo' di Superman, salvando la sua bella con un
colpo di scena?
No, era un uomo normale, niente affatto attraente e niente affatto
giovane, che sapeva volare solo nei sogni. Così si costrinse ad assistere in silenzio a tutta la scena, finché Edie non rimase là...
umiliata, abbandonata e sola. Solo allora scese con cautela dalla
scala, rimise a posto i suoi attrezzi e si chiuse nel furgone a
piangere un po'.
Doveva esserselo meritato, su questo non aveva dubbi. La sua lingua
pungente aveva colpito ancora, ma questo round era stato deleterio per
la pazienza delle sue amiche ed era finita KO.
Cosa poteva fare? Chi era per avvicinarsi ancora a lei?
Avrebbe dovuto aspettare il prossimo rubinetto gocciolante. Lui era
questo, in fondo: un uomo semplice che aggiusta gli oggetti e asciuga
le lacrime. Anche quelle dei colpevoli.
- Eli, ho sbagliato tutto. Sono andata troppo oltre, capisci? Credevo
che ormai mi conoscessero, che non se la prendessero quando... insomma, Susan non è mai offesa per le mie frecciatine, sa come sono fatta. E Bree... è vero, ho tentato di avvicinarla a me con un piccolo
trucchetto, ma l'ho fatto perché ho bisogno di imparare da lei! Volevo
provare ad essere come lei!
Lui non rispose subito. Avrebbe potuto abbracciarla, e sapeva che non
si sarebbe scostata; forse l'avrebbe portato addirittura in camera da
letto e avrebbero ripetuto l'esperienza. Ma non era ciò che lui voleva, non più. Questa volta voleva davvero aiutarla, non tamponare le sue ferite e poi lasciarla a se stessa.
- Sì, di qualsiasi cosa si tratti dev'essere stata davvero grave. Devi
chiedere scusa.
Edie parve contrariata; si aspettava una frasina affettuosa, un "Hanno
esagerato, la colpa è loro". Invece Eli Scruggs la stava giudicando, proprio come avevano
fatto le sue ex amiche. La stava mettendo davanti alle sue
responsabilità, e non le piaceva.
- L'ho già fatto! Non è servito, mi hanno bandita completamente dalla
loro vita, diventerò un mostro agli occhi di tutto il quartiere... di
tutta la città, nientemeno! E questo avrà ripercussioni sul mio lavoro,
non lo immagini?
- Sì, eccome. Per questo devi provare a rimediare. Devi metterci tutte
le tue forze, perché ne vale la pena.
- No, Eli, è troppo tardi per cercare di sistemare le cose, ho deciso.
Lascerò Fairview, andrò a vivere più vicina a Travers, passerò più
tempo con lui. Forse Charles accetterà l'affidamento congiunto, se
Travers non sarà costretto a cambiare scuola... capisci? È la mia
occasione di diventare una madre migliore.
C'era qualcosa nei suoi occhi, qualcosa che Eli non aveva mai visto, e
che gli piacque immensamente. Si era sbagliato: Edie Britt non era
irrecuperabile, non era una bambola di plastica, non era superficiale
nemmeno la metà di quanto tutti credessero. Sì, aveva commesso mille
errori uno dopo l'altro che avevano causato un'insurrezione generale a
Wisteria Lane, ma il mondo era grande e c'era ancora tanta vita per una donna forte e bellissima come lei.
- Ne sei sicura? - domandò, commosso. Le accarezzò una guancia e lei
non si ritrasse.
- Mi mancherai davvero.
Edie era partita da poco meno di un mese, quando Eli fece un sogno.
Al risveglio non ricordava quasi nulla, ma era sicuro che in quel sogno c'era lei ed erano insieme. Non a letto. E nemmeno nudi. Ma insieme.
Solo allora rifletté che il mondo era grande anche per lui. E che aveva forse un po' meno tempo davanti, ma proprio per questo sarebbe stato un delitto sprecarlo in solitudine senza nemmeno tentare di essere felice.
Tirò giù dall'armadio la vecchia valigia coperta di polvere, l'aprì e
cominciò a riempirla.
Juanita Solis spalancò la bocca e indicò alla sorella l'automobile che
procedeva a passo d'uomo lungo Wisteria Lane. Dapprima Celia non notò
nulla di particolare, a parte Lee, sul marciapiede, che si sbracciava
sorridente e immaginò che fossero semplicemente dei nuovi arrivati nel
quartiere, ma poi l'auto si fermò, la donna scese e...
- Quella è Edie Britt! È tornata! Ma...
- Corriamo a dirlo alla mamma!
In mezzo minuto le ragazze erano tutte a guardare dalla finestra una
scena incomprensibile.
Edie era là, con il suo fisico mozzafiato, e parlava animatamente con
Lee. Un uomo le circondava la vita con un braccio, sorridendo e
annuendo.
Susan gridò a MJ di andarle immediatamente a prendere il binocolo. E
quando se lo mise davanti agli occhi, mandò un grido tale da spaventare
il figlioletto.
- Si sono sposati! Mike! Mikeeee! Svegliati!
Il marito, che si stava concedendo un meritato sonnellino dopo undici
ore di lavoro, saltò giù dal letto e corse per le scale: - Susan, che
succede?
- Edie ha sposato Eli Scruggs! Le ho visto l'anello al dito, e lui
sembra più giovane di dieci anni...
Non era così. Il tempo era trascorso e non a suo favore. I problemi al
cuore erano peggiorati e aveva dovuto subire due interventi, ma Edie
era rimasta al suo fianco più che mai in quei momenti difficili ed era
attenta che non sgarrasse né con i farmaci, né con la dieta. Era come
un angelo custode, ma mai lui l'avrebbe chiamata così. Lei non sarebbe
mai stata un angelo e lo sapevano entrambi: era un vero uragano, una
donna testarda e piena di contraddizioni. L'amava proprio per questo e
lei, in quegli anni, non aveva avuto il minimo rimpianto per la libertà
di un tempo.
Era quel tipo di libertà, infatti, di cui si fa volentieri a meno - se
si impara il suo vero nome: vuoto.
Susan Delfino, che una volta aveva dato fuoco alla casa di Edie ed era
stata da lei ricambiata dello stesso favore, si era intenerita
guardando quella coppia in apparenza male assortita che si teneva per
mano mentre varcava la soglia, scortata da uno scodinzolante Lee
McDermott. E mai avrebbe creduto di poterlo ammettere, ma...
- No, sul serio, ragazze. Sono contenta che Edie sia tornata qui a
Wisteria Lane.
- EEEEEH?
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