Title:
I Cannot Live Without You Anymore
Anime/Manga: Vampire
Knight
Pairing: KanamexZero
Disclaimer: Vampire Knight appartiene a
Matsuri Hino
Avviso: One-shot - Shounen-ai -
Yaoi
Genere: Lemon, Drammatico,
Romantico
Note: -Speriamo di non averli resi
troppo OOC- ndRan&Jane
- … - parlato
" … " pensato
Summary: "Chi si credeva di essere? Cosa ne sapeva di cosa
provava, del dolore che aveva dovuto superare senza che nessuno lo
aiutasse. [...] I suoi occhi lilla ricolmi di lacrime sembravano più grandi e
brillanti. Quelle stille salate furono malamente trattenute e in pochi secondi
presero a riversarsi sulle sue guance pallide, lavando via il sangue. [...] Tutto
si era aspettato. Di essere ricattato. Di essere deriso. Ma mai questo, non si
era aspettato che Zero potesse piangere per lui."
I Cannot Live Without You
Anymore
Sangue. Tanto sangue. Troppo sangue.
Vide prima sua madre cadere. Dov’era
Yuuki?
Vide la spada conficcata nel petto di suo padre.
Dov’era Yuuki?
Sangue. Tanto sangue. Troppo sangue.
Juuri
Haruka
Yuuki
… … … … … …
Kaname si svegliò di colpo. Ansimando pesantemente si portò un
mano al volto. Aveva fatto di nuovo quel sogno, quel sogno che ogni volta gli
ricordava come era stato impotente mentre vedeva le persone a cui voleva bene
morire davanti ai suoi occhi. Cercò di respirare più lentamente e chiuse gli
occhi nel tentativo di calmarsi. Non funzionò.
CRASH
Il suono di qualcosa di vetro andare in frantumi lo costrinse ad
alzarsi e andare verso la sua scrivania dove erano riposte le sue blood tables.
Con ancora il respiro affannato mandò giù almeno cinque o forse sei pillole, non
era sicuro, ma in quel momento non gliene importava niente.
Questo espediente sembrò funzionare, piano piano riuscì ad
acquistare la sua solita calma e nello specchio lì vicino vide i suoi occhi, che
non si era accorto essere diventati rosso sangue, tornare alla loro tonalità
originale. Ora di nuovo padrone delle sue emozioni decise di cambiarsi e uscire,
per evitare di perdere di nuovo il controllo, questa volta magari davanti a
testimoni. E quella era l’ultima cosa che voleva al momento.
Erano le cinque del pomeriggio ed essendo un freddo giorno di
Gennaio inoltrato a quell’ora il sole stava già calando. Avrebbe fatto una
passeggiata e sarebbe tornato prima che il resto della Night Class si fosse
svegliato. Nonostante non ne avesse bisogno prese un cappotto. A quell’ora non
era ancora scattato il coprifuoco per la Day Class e non voleva farsi vedere da
un umano con indosso semplicemente la divisa con una temperatura vicina allo
zero.
Come aveva pensato il freddo clima non gli dava fastidio, anzi
lo aiutò a calmarsi ulteriormente, gelando quei residui del sogno che ancora si
aggiravano nel suo cuore. Camminò fino a che non raggiunse la fontana che era
stata spenta per la gelida temperatura e si sedette ad ammirare la natura. La
neve che era caduta verso la fine di Dicembre si stava pian piano sciogliendo e
il bianco lasciava spazio in più punti al verde del bosco.
Quel momento di pace e serenità fu interrotto da una lieve nota
di sangue nell’aria. Sebbene la traccia fosse piuttosto debole Kaname non si
trattenne dal respirare a fondo cercando di captarne il più possibile.
Quell’odore era delizioso e intossicante allo steso tempo. Com’era possibile che
qualcuno in quel posto avesse un odore così buono e lui non se ne fosse mai
accorto?
Deciso di scoprire a chi appartenesse quel sangue si inoltrò
nella boscaglia. Più avanzava più quella stupenda fragranza diventava chiara e
intensa, senza mai però superare livelli esagerati. Qualsiasi tipo di ferita si
era procurato questa persona non doveva essere nulla di grave.
In poco tempo gli fu chiaro di essersi avvicinato di molto,
tanto che sentì un respiro affannoso e dei gemiti di dolore. Dalla voce si
trattava sicuramente di una ragazzo. Sorrise, mentre i suoi occhi diventavano di
nuovo rossi, non si era mai fatto influenzare dal sesso della sua preda, in
fondo ciò che contava davvero era il sangue.
Ma ciò che trovò dopo aver superato un’ultima serie di alberi lo
lasciò quasi sconcertato. Anzi, eliminando il quasi, era davvero sconcertato.
Davanti a lui, sdraiato nella neve, contorto dal dolore, la mano sinistra che
artigliava la stoffa della leggera camicia che indossava, quella destra che
afferrava in una morsa micidiale l’erba che spuntava a tratti dalla distesa
candida, mentre colpiva ripetutamente la fronte contro il terreno lasciando una
lieve traccia di rosso su di esso, c’era niente meno che Zero Kiryuu. Il
prefetto, guardiano, Hunter Zero Kiryuu, mentre si contorceva cercando di
placare la blood lust che lo stava colpendo. Così aveva finalmente ceduto, stava
diventando un vampiro dopo quattro anni.
Non se lo sarebbe mai aspettato, chi lo avrebbe mai detto che il
sangue di quel ragazzo potesse essere così intossicante? Avrebbe voluto
assaggiarlo ma sapeva che quello non era il momento. Doveva agire o quello
stupido sarebbe morto e Yuuki non lo avrebbe mai perdonato. Fece qualche passo e
dall’alto della sua posizione lo osservò contorcersi
-Ma guarda chi abbiamo qui, Kiryuu-kun- Disse in tono quasi
denigratorio con un sorriso poco rassicurante sul volto. Zero, che non si era
accorto della sua presenza finché il purosangue non aveva parlato, girò la testa
per guardarlo ma alla fine finì per rigirarsi sulla schiena. Avrebbe voluto
guardarlo con odio, ma nessuna espressione riuscì a superare la sua smorfia di
dolore. Ma forse i suoi sforzi non furono così vani -Su non fare quella faccia,
sono persino venuto qui per aiutarti- Disse sempre con quella nota di scherno
nella voce e con quel sorriso perennemente stampato sulla sua faccia.
Quella era solo una mezza verità ma il ragazzo non doveva
saperlo. Non doveva sapere che ciò che lo aveva attirato era stato l’odore del
suo sangue. Questa volta lo sguardo che ricevette fu decisamente carico di
sofferenza, ma non solo derivante dal dolore fisico, ma anche da
qualcos’altro
-V-Vi diver-rtite … n-non è v-vero … v-voi-i s-stupi-di
va-ampi-ri e v-voi ba-bastar-di p-puros-sangue-e … v-vi di-diverti-te a
v-vede-re la ge-gen-te s-soffri-re- Le parole uscivano a stento, la gola gli
bruciava ogni volta che cercava di pronunciare una singola lettera. Dire quella
frase gli procurò un fitta tremenda alla gola tanto che non credette di essere
in grado di dire un’altra sola parola. I suoi sospetti furono confermati quando
una nuova ondata di dolore lo colpì e la sua bocca di aprì in un muto
grido.
Sapeva ciò che quel ragazzo aveva passato, le loro esperienze
erano così simili, ma non aveva mai fatto niente per aiutarlo. Si era sempre
rifugiato nel pensiero che nessuno avrebbe mai potuto capire ciò che aveva
passato, nemmeno quel ragazzino. E in quel momento quella frase pronunciata a
stento non fece altro che fargli riaffiorare la rabbia. E quella furia ceca gli
fece dimenticare che Zero, in fondo, era come lui.
Chi si credeva di essere? Cosa ne sapeva di cosa
provava, del dolore che aveva dovuto superare senza che nessuno lo aiutasse.
Mentre tutti cercavano di avvicinarlo per il suo status, mentre tutti non
facevano altro che prostrarsi davanti a lui per il suo sangue. Quando lui voleva
solo gridare, urlare, quando lui non voleva altro che riavere sua madre, suo
padre e la sua sorellina. Rivoleva la sua famiglia. Perché nonostante Haruka e
Juuri non fossero davvero i suoi genitori, gli avevano voluto bene come se fosse
stato davvero loro figlio.
La rabbia, il dolore, la frustrazione che stava provando non gli
fecero notare quel luccichio argentato finché non fu troppo tardi. Con la coda
dell’occhio vide Zero estrarre a fatica la Bloody Rose. Si stava già preparando
a difendersi quando la canna della pistola non fu puntata alla sua testa o al
suo cuore ma bensì verso la spalla sinistra del suo proprietario. Il colpo partì
prima che potesse fare qualsiasi cosa. Oltre il rumore dell’esplosione senti
chiaramente il suono di ossa andare in frantumi.
Il suo sangue schizzò in tutte le direzioni, macchiando tutto
nel raggio di qualche metro, compreso lui. A quel punto l’odore era diventato
insostenibile. Quel squisito, gustoso, dolce odore lo stava tentando come una
droga. Dovette fare ricorso a tutto il suo autocontrollo per trattenersi dal
morderlo e dissanguarlo definitivamente. Concentrò invece la sua attenzione sul
suo volto. Il dolore sembrava sparito, la smorfia che prima contorceva il suo
volto era scomparsa. Al suo posto c’era un’espressione di serenità, quasi di
piacere, i suoi occhi era persi nel vuoto e sembrava essersi dimenticato della
sua presenza.
Doveva essersi sparato per sostituire il dolore provocato dalla
blood lust con uno di tipo fisico. Una bella trovata se non fosse per il fatto
che stava già morendo prima di quella fantastica idea. Ora aveva i minuti, se
non i secondi, contati. E non avrebbe voluto ammetterlo, ma questo lo
spaventava. Velocemente sollevò il ragazzo da terra avvicinandolo al suo collo,
invitandolo a bere, ma Zero scosse la testa.
-No, v-va bene c-così … - La sua voce era così bassa e flebile
da essere appena udibile
-Stupido, se ora ti lascio morire Yuuki mi ucciderà di sicuro-
Zero chiuse gli occhi e sorrise immaginandosi una Yuuki isterica che faceva a
pezzi Kuran
-No, non lo farebbe mai- Kaname notò come il suo respiro era
sempre più debole e lento
-Se non vuoi farlo tu, lo farò io per te- Disse e portatosi un
polso alla bocca vi affondò i propri canini e succhio quanto più sangue
possibile, poi prese il viso del ragazzo, fece combaciare le loro bocche e lo
costrinse a bere quel liquido cremisi. Le prime gocce gli uscirono dagli angoli
della bocca e gli andarono a rigare il mento. Capendo che Zero non riusciva
deglutire portò una mano alla sua gola, aiutandolo nel processo. Ripeté questo
procedimento un po’ di volte, cercando di non pensare a quanto fossero morbide
le sue labbra o quanto fosse buono il suo sapore, finché Zero non fu abbastanza
in forze da morderlo da solo.
Sorprendentemente il morso del ragazzo non era per niente
doloroso, ma forse era semplicemente per il fatto che non aveva abbastanza
energie. Ma una parte di lui, chissà perché, pensò che in fondo Zero non era
davvero capace di fare davvero del male al prossimo.
Il corso dei suoi pensieri venne interrotto da delle immagini che
conosceva fin troppo bene. Il sogno che aveva fatto prima si ripeté nella sua
mente senza che potesse fare nulla per fermarlo. Sapeva che inconsciamente Zero
stava guardando nel suo passato e per la prima volta da tanto tempo si sentì
esposto e vulnerabile. Senza pensarci due volte staccò malamente dal suo collo
il ragazzo. Non aveva bevuto abbastanza sangue da riprendersi completamente e la
sua ferita non accennava a guarire visto che il proiettile era ancora conficcato
nella sua carne, ma almeno non rischiava più di morire da un momento
all’altro.
-Spero di essere chiaro. Quello che hai visto non deve essere
detto a nessuno. Hai capit- Ma si fermò prima di poter finire la frase. Il suo
sguardo era caduto per caso sul volto di Zero ed era rimasto pietrificato da ciò
che aveva visto. I suoi occhi lilla ricolmi di lacrime sembravano più grandi e
brillanti. Quelle stille salate furono malamente trattenute e in pochi secondi
presero a riversarsi sulle sue guance pallide, lavando via il sangue.
-Kaname-
Tutto si era aspettato. Di essere ricattato. Di essere deriso.
Ma mai questo, non si era aspettato che Zero potesse piangere per lui.
Nessuno lo aveva mai fatto. E poi il modo in cui aveva pronunciato il suo
nome, con la voce rotta dal pianto ma con una dolcezza che pensava fosse impossibile
da trovare. Nessuno lo aveva mai fatto. E il modo in cui tese l’unico
braccio sano che gli rimaneva e lo abbracciava. Nessuno lo aveva mai
fatto.
-Zero- Il suo nome lasciò le sue labbra senza che se ne rendesse
davvero conto. Ma gli piaceva, gli piaceva come suonava alle sue stesse
orecchie
-Kaname, va tutto bene. Ci sono io, va tutto bene. Non sei da
solo- Quelle parole furono come balsamo sulle ferite del suo animo. Senza
pensarci ricambiò l’abbraccio stringendosi a quel corpo così fragile e debole
che però in quel momento era la sua unica fonte di salvezza. E pianse. Lasciò
finalmente andare quelle lacrime trattenute per dieci lunghi anni.
E si sentì davvero uno stronzo. Quel ragazzo che fino a pochi minuti
prima sembrava odiarlo, dopo aver scoperto il suo passato così simile al suo, lo
stava confortando, gli stava donando una via di salvezza. Mentre lui quattro
anni fa, lo aveva abbandonato e odiato, senza un motivo valido.
Inconsciamente si strinse maggiormente a quel corpo che,
nonostante la temperature gelida, era davvero caldo. Forse per chiedergli
perdono per non averlo aiutato o scusarsi per come lo aveva trattato in tutti
quegli anni. Zero non fece altro che rimanere lì, stringendo a se il corpo di
una persona che fino a poco fa credeva di odiare ma che ora non poteva lasciare
da sola.
Non avrebbe mai permesso che qualcun’altro soffrisse come aveva
sofferto lui, anche se questo qualcuno era Kaname Kuran. Anzi forse non poteva
lasciarlo soffrire proprio perché era lui, il grande purosangue. Probabilmente
non aveva nessuno che lo confortasse e non sapeva perché, ma voleva essere lui
colui che lo avrebbe aiutato.
Ma quel momento idilliaco, dove due semplici ragazzi, non più il temibile
purosangue o il grande hunter, condividevano il loro dolore e loro sofferenze
venne bruscamente interrotto.
-Kaname-sama!- Sentirono gridare, probabilmente Aido. Poi ci una
serie di voci stupite e poi un forte ringhio e il biondo nobile questa volta
gridò un altro nome -Kiryuu!!!-
Kaname sentì quel stupendo calore venirgli strappato dalle
braccia e quando alzò lo sguardo lo vide appeso ad un albero con del ghiaccio.
Per diversi secondi vide lame di ghiaccio conficcarsi nella sue carne, mentre
urla strazianti lasciavano la sua bocca. Sangue prese a scende copioso dalle sue
ferite e quella parte della sua mente che ancora non era stata presa dalla
rabbia si chiese come mai nessuno sembrava accorgersi di quanto fosse delizioso
quell’odore.
Aido fermò la sua furia omicida solo quando il purosangue si
alzò frapponendosi fra lui e la sua vittima. L’aura nera che emanava era densa
di una furia come mai prima d’ora. Le tracce delle lacrime versate fino a poco
prima sembrarono evaporare sotto l’effetto di quella tremenda rabbia. Tutti gli
altri vampiri accorsi fecero diversi passi indietro, mentre Aido si portò
entrambe le mani alla gola quando si rese conto di non poter
respirare
-Lascialo andare- Disse con un
tono di voce che non ammetteva repliche. Quando Aido non accennò a fare come gli
aveva detto aumentò la sua presa sulla gola del nobile, che cadde in
ginocchio -Non sono stato chiaro, forse?- A
quel punto il biondo vampiro non fu più in grado di mantenere l’incantesimo e il
ghiaccio che teneva Zero bloccato all’albero si sciolse, lasciandolo cadere ma
Kaname lo prese al volo, prima che potesse toccare il suolo. Senza degnare di
uno sguardo la folla intorno a lui con delicatezza gli accarezzò una guancia e
Zero aprì a fatica gli occhi
-K-Kan- Ma la sua voce già debole venne meno a metà del
nome
-Shh, non parlare, ora ti porto nella mia stanza. Vedrai andrà
tutto bene- Disse ripetendo senza volerlo le stesse parole che lui gli aveva
pronunciato poco fa.
Sempre attento a non fargli del male lo prese in braccio e con
la sua velocità da vampiro arrivò nella sua camera in pochi secondi. Lo adagiò
sul letto fregandosene di macchiare le candide lenzuola. Per prima cosa gli
estrasse il proiettile dalla spalla, che non solo aveva frantumato per bene
l’osso, ma aveva anche consumato la carne. Poi fece di nuovo lo stesso processo
effettuato nel bosco. Per diverse volte gli diede il suo sangue attraverso la
sua bocca coscio del fatto che ora più di prima non era in grado di
morderlo.
Andò avanti anche dopo che iniziò a sentirsi frastornato dalla
perdita di sangue, pensando come dovesse sentirsi Zero che era ad un passo dalla
morte. Ci vollero diversi minuti prima che il ragazzo riacquistasse un po’ di
colore, il suo respiro tornò pressoché normale e le sue ferite inizarono a
rimarginarsi. Scampato il pericolo peggiore si concesse un attimo di riposo, pur
sapendo che più tardi Zero avrebbe avuto bisogno di altro sangue, e prese a
contemplarlo.
Non lo aveva mai ammesso a se stesso ma aveva sempre trovato
Zero alquanto carino, sin dalla prima volta. I suoi occhi lilla poi, era
qualcosa di davvero unico e speciale. I suoi capelli argentati era morbidi anche
dopo essere stati a contatto con la neve ed essere stati macchiati di sangue. Il
suo corpo era atletico, ma magro e asciutto e fin troppo leggero per un ragazzo
della sua età. E le sue labbra era davvero morbide. Già talmente morbide che gli
veniva voglia di assaggiarle di nuovo. Stava per chinarsi su di lui quando sentì
bussare alla porta.
-Avanti, Takuma- Il suo amico d’infanzia entrò in silenzio
chiudendosi la porta alle spalle e inchinandosi in segno di rispetto -Takuma,
lascia stare le formalità-
-Okay, Kaname- Rispose il nobile vampiro, senza aggiungere
altro. Kaname distolse lo sguardo da Zero per portarlo sul vampiro
-Allora, cosa sei venuto a chiedermi?- Il suo tono gli diceva
chiaramente di sbrigarsi
-Ecco, volevo sapere cos’è successo prima. Aido non si è ancora
ripreso dallo shock- La temperatura si abbassò di colpo, tanto che Takuma si
chiese se aveva fatto bene a chiederglielo
-Zero lo sa- Il biondo capì subito di cosa stava parlando: del
suo passato. Così Kaname aveva trovato qualcuno con cui dividere quel
fardello
-Capisco ma … ci possiamo fidare? Fino a ieri se non ricordo
male voleva ucciderti-
-N-Non potrei m-mai fare una c-cosa del genere- Entrambi si
voltarono verso il giovane prefetto -N-Non sono c-così credule. Non f-farei mai
u-una cosa d-del genere- Lo sforzo di pronunciare quella frase lo fece tossire
talmente forte che gli usci sangue dalla bocca
-Zero, non parlare. Le ferite non sono ancora guarite. Avanti,
prendi ancora un po’ di sangue-
-M-Ma …-
-Non discutere. Takuma tu puoi andare, inventati una scusa per
gli altri- Il biondo nobile sospirò ma obbedì senza protestare -Avanti Zero non
costringermi ad obbligarti-
-N-Non è che non voglia, non riesco ad alzarmi- Capito dove
stava il problema sollevò dal letto il ragazzo appoggiandolo al suo petto
mettendo la sua bocca davanti al suo collo. Subito Zero affondò i canini e prese
a bere per diversi minuti. Quando si staccò la maggior parte delle ferite si era
rimarginata, tranne quella alla spalla che avrebbe richiesto almeno un’intera
notte
-K-Kaname- Il purosangue riportò la sua attenzione sul ragazzo
mentre lo rimetteva sdraiato
-Si?-
-T-Ti faccio male quando ti mordo?- Il tono quasi infantile con
cui aveva detto quella frase lo fece sorridere
-No, Zero. Ora dormi, ti devi riposare- Kaname rimase al suo
fianco tutta la notte, mentre lo guardava dormire.
--X--X--X--X--X--X--X--X--X--
Quella mattina quando Zero si svegliò capì subito che c’era
qualcosa che non andava. Primo, il suo letto non era mai stato così morbido.
Secondo, perché gli faceva male tutto il corpo? Terzo, perché di fianco a lui
dormiva niente meno che Kaname Kuran?!
Sconcertato si mise a sedere di scatto che gli provocò una fitta
alla spalla e di conseguenza un urlo di dolore. Si era fatto male alla spalla?
Quando? Come!? Mentre il suo cervello andava a mille non si rese conto che
l’urlo aveva svegliato il purosangue, che appena fu sveglio iniziò a chiedergli
preoccupato
-Come stai Zero? La spalla va meglio? Sicuro si esserti riposato
abbastanza?- I suoi occhi però non incontrarono uno sguardo dolce come quello
del giorno prima, ma due iridi lilla sorprese e quasi indignate. Kanme Kuran lo
aveva appena chiamato per nome? Si stava preoccupando per lui? In che mondo era
finito?
-Cosa ti succede Kuran?- Niente più Kaname? -Ma più che
altro cosa diavolo ci faccio nel tuo letto?!- Dov’era la dolcezza del giorno
precedente?
-Zero, sicuro di stare bene?- Disse cercando di accarezzargli
una guancia, ma senza successo. Zero si allontanò di scatto prima cha la mano lo
raggiungesse, con la coda dell’occhio vide la sua pistola e senza pensarci due
volte impugnò l’arma e la puntò contro Kaname
-Non osare toccarmi!- Sei stato tu il primo ad
abbracciarmi!
Voleva dirgliele quelle cose, urlagliele, ma non ci riuscì. Non
riuscì a fermalo quando si alzò di scatto e uscì dalla stanza. Si sentiva
tradito. Tutte quelle belle parole, tutte quelle carezze, quei tocchi gentili,
cos’erano state per il prefetto? Un gioco? Un modo per deriderlo? Umiliarlo? Gli
aveva confessato il suo segreto e ora era rimasto di nuovo da solo.
-Kaname ho visto Zero-kun uscire correndo, cosa gli hai fatt- Ma
Takuma non finì la frase. L’aura di rabbia che Kaname spigionava in quel momento
era quasi più terrificante del suo sfogo della notte precedente. Senza
aggiungere altro uscì dalla stanza a gambe levati e istruendo tutti i vampiri
che Kaname era off-limits per un po’.
--X--X--X--X--X--X--X--X--X--
Zero se ne stava seduto al suo posto in classe con il capo
appoggiato sul banco mentre si massaggiava le tempie. Da quando era uscito da
quella stanza, ignorando altamente lo guardo ferito del purosangue, un mal di
testa terribile aveva preso a martellargli la testa. Non aiutava di certo che
Yuuki continuasse a girarsi a chiedergli se stava bene con quel suo sguardo
preoccupato che non sopportava proprio.
Quando quella mattina lo aveva incrociato prima si era massa a
sgridarlo per non essersi presentato al cambio la sera precedente. Poi aveva
iniziato a lamentarsi dicendo che nessun vampiro si era presentato e che non
aveva potuto vedere il suo Kaname-sama. Infine si era accorta della sua smorfia
di dolore e di come si tenesse la testa, ma ormai il suo continuo blaterare non
aveva fatto altro che aumentare quella fitta allucinante.
Per evitarla si rinchiuse tutto il pomeriggio nella sua stanza.
Prese diverse pillole contro il mal di testa ma non fecero nessun effetto.
Avrebbe voluto evitare di presentarsi al cambio con la Night Class, ma sapeva
che Yuuki non ce l’avrebbe mai fatta da sola. Ovviamente si prese tutto il suo
tempo e quando arrivò la vide urlare mente si muoveva da una parte all’altra
cercando di trattenere le pazze fan-girl.
Come al solito venne sgridato per essere arrivato in
ritardo ma subito con un’occhiata le ragazze dalla sua parte si zittirono
all’istante, mentre Yuuki ancora lottava con quelle dal suo lato. Fu in quel
momento che i cancelli si aprirono. Le pazze smisero di agitarsi ma non per
questo non iniziarono ad urlare. Il suo dolore alla testa non fece altro che
aumentare.
Uno dopo l’altro uscirono tutti i vampiri, ognuno accompagnato
da un kyaaa kyaaa sempre più acuto. Per ultimo, come un gran finale,
apparve lui: Kaname Kuran. I loro sguardi si incrociarono e quando il purosangue
gli mandò un’occhiata gelida come mai gliene aveva viste e non seppe perché, ma
si sentì triste. Improvvisamente nella sua mente apparvero delle immagini, come
dei flash. Un Kaname sorridente, uno che piange, uno preoccupato in un
susseguirsi sempre più frenetico e caotico. A mala pena vide il vampiro
avvicinarsi e chiacchierare con Yuuki mentre le grida aumentavano di volume. La
sua testa stava per esplodere
-State zitte!!- Urlò alla fine, occhi chiusi, una mano che
artigliava i capelli quasi a volerli strappare, la sua voce e il suo corpo
tremavano per lo sforzo e la rabbia -Smettetela di urlare come delle oche! Non
vi sopporto più!- Il silenzio calò sulla scena interrotto solo dal respiro
affannoso di Zero. Yuuki preoccupata gli si avvicinò, ma si spaventò quando il
ragazzo cade in ginocchio proprio davanti a lei, entrambe le mani a reggersi la
testa, mentre urla lancinanti uscivano dalla sua bocca.
Yuuki non sapeva cosa fare. Non lo aveva mai visto così e fece
l’unica cosa che gli venne in mente. Si girò verso Kaname e lo implorò di fare
qualcosa
-Ti prego Kaname-sama, c-cosa gli sta succedendo? È tutto il
giorno che si comporta stranamente. Sembrava un normale mal di testa da stress
ma non è così vero? Cos’ha? Perché sta così male?- Gli occhi della ragazza erano
pieni di lacrime, ma più di tutto a ferirlo in quel momento furono quelle grida
strazianti
-Ti ha detto qualcosa su cos’è successo ieri?-
-No, solo che si era ritrovato in una situazione strana e
assurda e che non riusciva ricordare cos’era successo ieri- Gli occhi di Kaname
si spalancarono, sorpresi, per una frazione di secondo. Zero non si ricordava?
Era per quel motivo che quella mattina si era comportato in quel
modo?
-Se si è dimenticato ciò che è successo ieri, questa reazione
può derivare dal fatto che i ricordi stanno tornando tutti in un colpo e la sua
mente non può reggerlo. Bisogna portarlo in luogo tranquillo e silenzioso,
questo caos non sta migliorando affatto la situazione- E come finì la frase si
mosse verso di lui. Proprio mentre stava per inginocchiarsi davanti a lui e
cercare convincerlo a seguirlo, Zero svenne cadendo dritto tra le sue
braccia
-Zero!- Gridò Yuuki portandosi entrambe le mani al volto,
cercando di trattenere le lacrime. Cos’aveva Zero? Perché stava così male? Dove
lo stava portando Kaname-sama? -Kaname-sama! Voglio venire anch’io!-
-Non ti preoccupare Yuuki, non dovrebbe essere in pericolo di
vita. Confido su di te per tenere la Day Class al sicuro- La ragazza avrebbe
voluto protestare. Come poteva starsene in giro quando suo fratello era in
quelle condizioni? Stava per esternare i suoi pensiero quando notò come la presa
di Kaname-sama sul corpo di Zero si fece più salda e stretta, quasi a volerlo
proteggere. Ma com’era possibile? Centrava forse con ciò che era successo il
girono prima e di cui Zero non aveva memoria?
-Kaname-sama?-
-Ti prometto che entro un paio di giorni al massimo sarà come
nuovo. Ora però devo andare- Disse e senza voltarsi indietro ritornò nel Moon
Dorm, con Zero tra le braccia stile principessa. Tranne per il fatto che la
suddetta principessa era un ragazzo che si sarebbe fatto volentieri uccidere
prima di essere chiamato in quel modo.
Arrivato nella sua stanza adagiò il ragazzo sul letto
contemplando il da farsi. Di sicuro la dose di sangue che aveva ricevuto il
giorno prima non era stata sufficiente a guarirlo definitivamente. Oltre al
fatto che questo casino dei ricordi non aveva fatto altro che peggiorare le sue
condizioni fisiche.
Prima di tutto gli slacciò e sfilò la giacca della divisa e come
temeva notò una macchia rossa allargarsi sulla bianca camicia all’altezza della
sua spalla sinistra. Quella dannata ferita non voleva proprio guarire. Per
fortuna, però, i tagli provocati dalle lame di Aido si erano del tutto
rimarginate il giorno precedente.
-K-Kaname- Sentire di nuovo il suo nome venir pronunciato da
quella dolce voce lo rese immensamente felice. Più rilassato gli accarezzò una
guancia morbida
-Zero, come stai? Ti senti meglio?- Ma il ragazzo non gli
rispose, sembrava immerso nei suoi pensieri. Passarono diversi secondi nel
silenzio più assoluto, poi i suoi occhi lilla si sgranarono mentre i ricordi
degli ultimi due giorni gli tornarono definitivamente alla mente. Quegli stessi
occhi si alzarono verso i suoi e ben presto presero a versare nuove stille
salate
-M-Mi dispiace- Kaname avrebbe voluto interromperlo e dirgli che
non era colpa sua, ma non fece in tempo -H-Ho fatto u-una cosa c-così crudele.
M-Mi dispiace tanto- A questo punto Kaname non poté fare altro che
abbracciarlo.
Si sentiva davvero male. Quella mattina si era arrabbiato con
lui senza sapere la verità. Aveva creduto che Zero avesse fatto finta di non
ricordarsi ciò che avevano condiviso il giorno prima, invece il ragazzo non se
lo ricordava proprio.
-Non ti preoccupare Zero. Non è stata colpa tua. Per qualche
motivo la tua mente ha bloccato i ricordi di quella notte. Non è affatto colpa
tua, capito?- Zero annuì ma Kaname sapeva di non averlo convinto appieno -Avanti
ora bevi ancora un po’ di sangue così quella brutta ferita alla spalla guarisce
una volta per tutte- Zero si mise a sedere a fatica aiutato dal purosangue. Fu
un po’ riluttante all’inizio ma affondò i canini nel suo collo senza
protestare.
Kaname dovette ammetterlo, amava il modo in cui Zero beveva da
lui. Come allo stesso tempo fosse un atto pieno di bisogno ma anche di dolcezza.
Come le sue labbra sfioravano appena la sua pelle. Come quelle mani si perdevano
tra i suoi capelli. Come il suo corpo caldo e vivo premeva contro il
suo.
Senza che se ne rendesse davvero conto un debole gemito di
piacere lasciò le sue labbra. Zero pensando di avergli fatto del male si staccò
e lo guardò con un paio di enormi preoccupati occhi lilla. Kaname sorrise
lievemente accarezzandogli la testa per poi lasciargli un bacio sulla fronte.
Non sapeva perché lo aveva fatto, ma Zero era troppo tenero con quel lieve
rossore sulle guance, non aveva resistito alla tentazione.
-Va meglio ora?- Gli chiese. Zero annuì senza alzare lo sguardo
-Avanti Zero guardami- Ma quando lo fece e i loro occhi si incrociarono fu come
se il mondo si fosse fermato.
In quel momento, in quel luogo, c’erano solo loro due e quella
forza che lentamente ma inesorabilmente fece avvicinare i loro visi. Quando i
loro nasi si sfiorarono ci fu un piccolo momento di incertezza, ma poi entrambi
chiusero gli occhi e si avvicinarono fino a che le loro labbra non si toccarono.
Fu solo un lieve e breve contatto, quasi subito entrambi si staccarono di giusto
pochi centimetri, aprirono gli occhi e incrociarono di nuovo i loro
sguardi.
Entrambi sorrisero e si unirono in un nuovo bacio, che durò di
più rispetto a quello precedente ma che fu ancora abbastanza incerto. Andarono
avanti per diversi minuti e ogni nuovo bacio era sempre più lungo e passionale
del precedente, finché Zero non si ritrovò di nuovo sdraiato sulla schiena, le
braccia strette intorno al collo del purosangue sopra di lui, le loro lingue che
si incontravano e accarezzavano in una dolce danza.
-Kaname- Il purosangue trattenne a stento un gemito di
frustrazione. Tutto di quel ragazzo lo stava eccitando, la sua bocca, la sua
pelle, il suo profumo, la sua voce, il suo sangue. Quasi a leggergli nel
pensiero Zero pose la fatidica domanda -Kaname, vuoi bere il mio
sangue?-
Kaname dovette fare ricorso a tutto il suo autocontrollo per non
prenderlo lì, seduta stante. Quel tono che aveva usato era praticamente sesso
puro. Ansimando pesantemente cercò di recuperare la voce che sembrava essere
improvvisamente sparita
-Ne sei sicuro?- Chiese a fatica. Zero sfoderò uno dei suoi più
dolci sorrisi
-Sì, io ho già preso più volte il tuo sangue e ho anche visto il
tuo passato. Vorrei fare lo stesso, voglio farti vedere che non sei più da
solo-
-Ne se davvero sicuro?- Sapeva che non sarebbe stato in grado di
fermarsi dopo che avrebbe iniziato
-Sì. Mordimi- Come diavolo poteva passare da
essere una creatura dolce e ingenua ad un’altra provocante e tentatrice in così
pochi secondi, non riusciva a spiegarselo. Ma in quel momento l’ultima briciola
di resistenza si sciolse come neve al sole al suono di quella voce. Senza
preamboli affondò i canini in quella morbida carne e si inebriò di
quell’intossicante sapore. No, quell’aggettivo non rendeva abbastanza l’idea.
Era come una droga, un’assuefazione. Più ne beveva, più ne voleva. Fu in quel
momento che le immagini del passato di Zero presero a passargli davanti agli
occhi.
Sangue.
Due corpi inerti riversi al suolo.
Tanto sangue.
Un bambino sorridergli malignamente mentre lo
tradiva.
Troppo sangue.
Kaname si stacco di scatto e abbracciò la figura ora lievemente
tremante del giovane vampiro sotto di lui. Sentì le sue esili braccia ricambiare
l’abbraccio e stringerlo forte, proprio come lui aveva fatto la notte
precedente. Rimase immobile l’uno stretti nel calore dell’altro per diversi
minuti. Quel silenzio fu spezzato dalla voce di Zero
-Kaname, ti prego- Dannazione, aveva usato di nuovo quel
tono. Incapace di trattenersi Kaname unì di nuovo le loro bocche in un famelico
bacio, mentre mani cercavano di togliere il maggior numero di indumenti
possibili. Ben presto le loro camicie giacquero abbandonate ai piedi del letto,
mentre il purosangue armeggiava con i pantaloni della divisa della Day Class
senza che la sua bocca lasciasse mai quella candida pelle.
Alla fine anche quell’indumento fu gettato di lato. La sua bocca
scese ad accarezzare il suo stomaco, la sua lingua andò a leccare la zona
sensibile intono all’ombelico, mentre una mano passava leggera sulla sua
erezione ancora coperta
-Kaname!- Kami, come amava quella voce piena di estasi.
Se però continuava così non avrebbe resistito per tutti preliminari. Deciso ad
accelerare un po’ le cose sfilò i boxer di Zero e si spogliò definitivamente a
sua volta. La sua mano destra andò a massaggiare l’erezione del ragazzo sotto di
lui, mentre portò la sinistra alla bocca. Dopo aver bagnato per bene le dita le
avvicinò alla sua apertura e senza preavviso introdusse un primo dito. Un grido
di piacere lasciò la gola di Zero. Incoraggiato dalla sua reazione Kaname inserì
subito un secondo dito
-K-Kaname, va bene così- Il purosangue stava per
obbiettare ma venne interrotto sul nascere -Non ce la faccio più! Ti voglio,
ora!- E chi era Kaname per negarglielo? Lui stesso non avrebbe
resistito oltre.
Strinse forte il ragazzo a se mentre con una decisa spinta
entrava dentro di lui. Sentì il suo corpo inarcarsi verso il suo, le braccia
intorno al suo collo aumentare la presa, mentre un urlo di pura estasi risuonò
nelle sue orecchie come la più dolce delle melodie. Dopo un secondo di pausa
Kaname tentò un altro affondo ottenendo altra dolce musica.
-Muoviti, Kaname! Più veloce!!- Il purosangue
sorrise
-Come desideri, Zero- E fedele alle sue parole
iniziò ad incrementare sempre più il ritmo, fino ad arrivare a livelli non
raggiungibili da semplici umani. L’intensità del piacere arrivò ad un punto tale
che Zero non ebbe nemmeno più la forza di gridare, la sua bocca era aperta in
silenziose urla. Il culmine del piacere raggiunse presto entrambi e vennero
insieme gridando l’uno il nome dell’altro.
-Kaname-
-Zero-
Nella stanza calò il silenzio spezzato solo dai respiri
affannati dei due giovani vampiri. Kaname non avendo abbastanza energie dopo il
più forte orgasmo della sua vita semplicemente si lasciò andare sopra
l’altrettanto stremato corpo del prefetto. Dopo più di cinque minuti il
purosangue riuscì a mettere abbastanza forza nelle braccia per scivolare di
lato, trascinando con se Zero che ancora cercava di ritrovare il
respiro.
-Wow- Furono le uniche parole che il ragazzo riuscì a
pronunciare
-Già- Fu l’altrettanta eloquente risposta del
purosangue
Zero si accomodò meglio sul petto di Kaname, mentre quella mano
che gli accarezzava i capelli lo accompagnava ogni secondo di più nel mondo dei
sogni. Ma prima di addormentarsi riuscì a dire una cosa
-Sai Kaname, credo di non poter più vivere senza di
te-
-Nemmeno io, Zero. Nemmeno io-
*Owari*
-Konnichiwa!!- ndRan&jane
-Cari lettori/lettrici è un po’ che non ci facciamo sentire, non
è vero?- ndRan
-Diciamo pure che sono almeno tre mesi- ndJane
-Ahh, non dire quella cifra che mi vengono le lacrime agli
occhi- ndRan
-Cosa vuoi, è la verità. Lo sappiamo che aspettavate con ansia
il 13° capitolo di Because I Want To Be With You ma purtroppo siamo
ancora in alto mare. Abbiamo scritto a mala pena metà capitolo. La scuola ci sta
succhiando vi tutto il tempo libero e anche per scrivere questa One-Shot abbiamo
sacrificato diverse ora di studio- ndJane
-Infatti, l’idea ci è venuta ieri sera e in meno di 24 ore
abbiamo scritto tutta sta roba di getto, senza fare troppe riletture, quindi non
garantiamo una grande fluidità del testo. Sinceramente non saprei proprio da
dove è uscita, le nostre dita sono semplicemente partite da sole-
ndRan
-Come sempre speriamo di non aver fatto i personaggi troppo OOC.
Inoltre se non si fosse capito, questa storia è situata abbastanza all’inizio.
Yuuki non sa che Zero è un vampiro e Kaname non gli ha mai dato il suo sangue
prima. Abbiamo notato che in realtà si potrebbe fare anche una long-fic da
questa one-shot, ma davvero ora non è il momento di imbarcarci in un’altra
impresa epocale. Abbiamo anche messo una lemon, nonostante non ci piaccia di
solito metterle nelle one-shot perché ci sembra inverosimile che venti secondi
dopo il primo bacio i due stiano già facendo sesso. Ma ci sembrava adatto qui e
come vi ripeto non avevamo davvero una trama in mente, tutto è venuto da se.
Cavolo ho parlato per troppo tempo, ora mi fa male la gola- ndJane
-Non lamentarti sempre! Mi è piaciuto il finale, invece che dire
il solito ti amo, la frase "credo non di poter più vivere senza di te" ci
sembrava più forte e significativa. Comunque per oggi è tutto spero
pazienterete ancora un po’ per il capitolo 13, noi ce la stiamo mettendo tutta-
ndRan
-Leggete e commentate. Kissu kissu. Sayonara-
ndRan&Jane
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