Buonasera ragazze! Ho deciso di inserire questo Missing
Moment ( credo sarà l’unico) per rendere omaggio alle persone più legate ad Antonio e Alessia e per far luce, spero,
sul capitolo 27 .. Sarà Luca a raccontare.. buona lettura!
Buon
viaggio, zia!
Venerdì!
15.30!
Se ci
fosse Amy troverebbe sicuramente qualcosa di suggestivo. Per lei nulla succede
per caso: tutto succede perché qualcosa di più grande deve succedere. Ogni cosa
ha uno scopo. Ognuno di noi ha un compito. Ognuno di noi decide del proprio
destino, senza cambiare nulla di quanto è già scritto. Forse è uno strano
ragionamento. Amy ed El concordano, però. Io
condivido in pieno il pensiero della mia sorellina. Maktub! Tutto è scritto!
Alla mia sinistra ci sono tre vetrate raffiguranti due Santi
ciascuna partendo da San Francesco d'Assisi, Patrono d'Italia. Alla mia
destra quattro vetrate con due Sante ciascuna partendo da Sant'Anna, madre
di Maria.
Ora, la navata laterale destra ospita più
vetrate perchè la navata laterale sinistra
ospita l'Acqua Battesimale con relativo affresco (Battesimo nel Giordano) nella parte corrispondente alla vetrata di
Sant'Anna e Santa Caterina da Siena!
Sono
seduto nella navata centrale, su una panca della terza fila. Marta è al mio
fianco! La mamma e la nonna sono in prima fila, insieme ai quattro cavalieri
dell’Apocalisse tanto umani, troppo umani, semplici umani. I quattro che ieri
hanno inveito contro la nonna, e perché? Voleva essere avvisata subito. Come
era giusto che fosse! La risposta che ha ricevuto è stata oltremodo oltraggiosa
( credo di essere stato influenzato da qualcuno che non è qui). Prima di lei,
la dottoressa. La dottoressa prima della sorella. I quattro cavalieri si sono
confessati poco fa, e spero che abbiano confessato tutto. Ma non è compito mio
giudicare. Non qui! Sono un semplice granello di sabbia in un tempo che in
questo luogo non esiste. E mai esisterà.
La
zia sta entrando, lentamente, sembra stupita. Stupita che tutta questa folla
sia riunita per lei. Nonna è silenziosa. Le lacrime continuano a rigarle il viso.
Mamma è commossa. Marta mi stringe la mano. Laura abbraccia la nonna come per
tranquillizzarla. Amy non c’è.
Amy,
che undici anni fa temette che a non esserci poteva essere la nonna, non c’è!
Amy,
che da dodici anni alza lo sguardo verso quel balcone.
Amy,
che non andò poi così lontano dalla realtà. La nonna a quest’ora avrebbe dovuto
essere a Padova. Lontano da qui. Lontano da sua sorella.
Ad
essere lontana adesso, è mia sorella. Ma forse è più vicina Amy di quei quattro
cavalieri.
Laura
sta cercando il mio sguardo, quando i nostri occhi si incrociano mi sorride.
Occhi verdi, gli occhi verdi del nonno. Occhi spenti. Ricambio quel sorriso
triste.
“Luca!
Parte rimanendo!” sussurra Marta.
“Parte!
Rimanendo!” ripeto, stringendole la mano. “Busseremo d’estate!”
“Busseremo
d’estate!” ripete.
Busseremo!
Da
quando è entrata la zia, è sceso il silenzio. Una zia sempre più stupita! Zia,
che sfiora la tasca della giacca: le ho consegnato il biglietto di Amy.
Lei ha ringraziato, e sorridendo lo ha messo nella tasca della
giacca. Vicino al cuore. Amy sa quanto le è vicina, in questo momento.
Nonostante sia lontana da qui. Perché il
nostro tesoro è dove sarà il nostro cuore. Perché Matteo si limitò a scrivere.
Perché sono solo un viaggiatore sulla coda del tempo. In una Storia senza
tempo.
Adesso
Amy è a Padova. La città di Sant’Antonio, la città in cui è morto Sant’Antonio,
perché Antonio era portoghese, di Lisbona.
Antonio:
un nome comune nella nostra famiglia. E nelle persone che sono entrate nella
vita di Amy. Negli ultimi anni. Quattro!
Sono
sicuro che anche in questo Amy troverebbe un segno. La mia sorellina non crede
nelle coincidenze. Perchè non è un caso che abbia
visitato la città di Sant’Antonio. Sono sicuro che lei ci vede più di una
semplice coincidenza. Perché forse ha ragione: tutto accade per un motivo ben
preciso. Tutti noi abbiamo un disegno di cui siamo protagonisti. Nessuno di noi
è comparsa. Siamo granelli di sabbia protagonisti. Sempre e comunque, come
direbbe Amy Florent.
“Luca!”
sussurra Marta, stringendomi la mano. “Non si aspettava una riunione del
genere!” continua, indicando discretamente il corridoio centrale.
“Già!
E’ stata una sorpresa!” annuisco. “Marta!”
“Sì?”
“Amy
non c’è! Credi che possa parlarci io a nome di entrambi?”
“Se
vuoi, io sono con te!” risponde.
“Grazie!”
e dopo un veloce bacio in fronte mi avvicino alla zia.
Le
sorrido prima di voltarmi verso l’assemblea in modo che tutti mi ascoltino.
Sono
riuscito a strappare un sorriso alla nonna. Nonna avrebbe voluto che fosse Amy
a parlare, così eccomi qui. Io sono il gemello, significherà pur qualcosa.
Ricambio
il sorriso della nonna; guardo la mamma, che annuisce; Laura è contenta. Marta
è con me!
“Buon
pomeriggio a tutti! Avrei una domanda signori: chi di voi è milanista?” mi
osservano sorpresi, dopo qualche minuto si alzano cinque mani titubanti. “Bene,
complimenti per il campionato! Sono sicuro che lo scudetto non sarà vostro!”
sorrido, le espressioni sempre più stupite ma non quella della zia. Sorride. Mi
commuove.
“Per
molto tempo, l’ultima volta fu nell’ultimo anno dello scorso Millennio, ci
riunivamo in Calabria ogni estate!
Ogni
sera un muro veniva illuminato dalle luce di due case, luce che proveniva da
due porte aperte: quella della nonna e quella della zia” spiego indicando le
due sorelle. “I migliori ricordi d’infanzia sono lì, disegnati su quel muro!
Tutti i nostri ricordi iniziano in quello spiazzo, dove dei granchi aspettavano
la notte per uscire allo scoperto! Dove le ombre avevano una vita propria! Dove
ho interpretato l’uomo mascherato delle rose dai mille colori” dove io ho
incontrato la mia Serenity, cerco Marta con lo
sguardo e noto una leggera commozione nel suo viso.
“Se
qualche anno fa poteva esserci una minima possibilità che non fosse successo,
oggi no! Chiedo scusa ai milanisti: sono un interista vestito in bianco e nero!
Perché credo siano i due colori migliori, anche se a onor del vero sono gli
unici non colori. Il nero è l’insieme dei colori, mentre il bianco è l’assenza
degli stessi. Però di una cosa sono certo!” mi fermo pochi secondi, il tempo di
fissare negli occhi la zia. “Questo viaggio non sarà in solitaria! Hai la mia
parola!” continua a sorridere e io torno a rivolgermi alla nonna e gli altri.
“Noi siamo in viaggio, sempre in viaggio! Siamo in un aeroporto tra arrivi e
partenze. Chi parte rimane; chi arriva, rimane! Si parte rimanendo!”
Marta
mi stringe la mano. “Marta!” presento così questa ragazza più unica che rara.
“Anche lei è milanista!” sottolineo con una smorfia sul viso, causando un
sorriso unico. “E io la amo!” dichiaro, fissando solo lei.
“Signori,
dovete perdonare questo folle ragazzo! Un interista vestito in bianco e nero,
non può che essere folle!” ribatte, prendendo la parola. “E una milanista che
ama un interista non può che essere più folle dell’interista stesso!”
Stringo
la mano di Marta prima di continuare e concludere.
“Buon
viaggio zia! Due persone, una più folle dell’altra, sono qui per augurarti buon
viaggio! Grazie per tutto! Ti verrò a trovare, ogni estate! Grazie!”
La
nonna mi abbraccia, sussurrando un grazie!
Sorridendo!
Buonanotte
zia! Sogni dorati! E domattina corse sui prati!
Ma
quanto vive l’uomo?
Vive mille anni o uno solo?
Vive una settimana o più secoli?
Per
quanto tempo muore l’uomo?
Che vuol dire per sempre?
Pablo
Neruda