Lascia che ti guardi
Perché ritorni, figlio
tu, disertore di te stesso,
soldato caduto.
In una notte straniera
hai bussato alla mia porta,
in questo paese d’ombre
ove non ti aspettavo più.
Eco di guerra lontana
ravviva i dolorosi ricordi
in un tempo cristallizzato,
che è pena e conforto.
Errante solitario,
perché non mi parli?
Sento voci nel pensiero vorticare
come frangenti di mare nel vento.
Ti ritrovo, bianco di luna
e con tributo di pianto
mi concedo all’inganno
di un ritorno che sa di partenza.
Cerco la tua mano,
il sentore di un calore
perso nell’ oscurità. |