My Dreams

di Judith Kylem Sparrow
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My Dreams

My Dreams

 

 

 

 

PROLOGO.

 

 

I sogni son desideri

Chiusi infondo al cuor

Nel sonno ci sembran veri

E tutto ci parla d’ amor…

 

Kagome Higurashi sfoggiò un sorriso amaro e premendo un tasto nero, con su scritto “stop”, arrestò del tutto quella dolce canzone che sua mamma le cantava sempre da bambina.

«Non smettere mai di credere nei sogni, Kagome.»

Questa frase le veniva sempre ripetuta prima del bacio della buona notte, ma ormai Kagome nei sogni non credeva più.

Aveva smesso di crederci quando aveva scoperto l’amore: a cosa serviva sognare ancora, se tutto quello che voleva era suo?

Ma un bel giorno…

Una lacrima le solcò il viso e le bruciò parecchio quella linea bagnata sulla guancia.

Asciugandosi repentinamente il volto, cercò di abbozzare un sorriso alla piccola palla di pelo bianca rannicchiata ai piedi di una serie di scatoloni, poi, tirando su col naso, staccò la spina dello stereo, riponendola con cura in una scatola di cartone. La richiuse con del nastro adesivo e stappò un pennarello indelebile, di colore nero.

 

KAGOME HIGURASHI

WEST STREET 309

BURLINGTON, VERMONT, USA.

 

Con un sospiro richiuse il pennarello e prendendo il suo gatto fra le braccia, gli baciò delicatamente il capo, concedendogli infine qualche coccola.

«Da domani, Aki, inizierà una nuova vita per noi… e questa volta, mi vedrai più forte di prima, non permetterò più a nessuno a farmi del male. È una promessa.»

 

Continua…

 





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