THE
ETERNAL WAITING
Secondo
posto al contest Rain
& Baudelaire.
Notte
di Ognissanti, Suffolk 1830.
Già
s'avvicina l'ora che trepido ogni fiore
come un vaso d'incenso
svapora sullo stelo;
Stringeva
la rosa rossa fra le sue esili dita, non le importava che le spine si
conficcassero sulla sua pelle lattea, quel colore scarlatto le
apparteneva.
Era
forse per questo che, mentre le persone si avvicinavano al camino,
lei non tremava?
Era
forse per questo che, seppur ad un ballo mascherato, lei si sentiva
l'unica con una maschera che non era abbastanza spessa da celare la
sua ansia?
malinconico
valzer, delirante languore!
Come un altare immenso è triste
e bello il cielo.
Le
sfilarono davanti quelli che probabilmente avevano organizzato quel
sontuoso ballo; un uomo dalla barba incolta ma portata con fierezza
insieme alla moglie, una dama dai capelli ebano e gli occhi di
ghiaccio. Un po' come i suoi
occhi.
La
piccola orchestra di violini, clarinetti ed archi posizionata
all'angolo della sala iniziò ad intonare un valzer elegante
e
paziente. Giovinette con forme da donne, si nascondevano trepidanti
dietro le loro maschere, in attesa di giovincelli audaci con cui
poter ballare.
Rimasta
l'unica non stretta da possenti braccia maschili e fatta volteggiare
sul pavimento che somigliava ad uno specchio, uscì verso il
portico.
Il
cielo stava per piangere, ne conosceva la distratta geometria.
Ogni
fiore svapora trepido sullo stelo;
il violino geme come un
afflitto cuore;
malinconico
valzer, delirante languore!
Come un altare immenso è triste
e bello il cielo.
Al
riparo dall'imminente temporale era stato allestito quel portico di
poco conto, ma abbellito con nastri di seta, rossi.
Quando
sarebbe arrivato?
Accompagnato
dalla sua misteriosa immortalità e il suo fare gentile.
Quando
sarebbe arrivato?
Incantato
dalla presenza di lei, che piangeva insieme al cielo.
Dall'interno
una nota così stridula del violino toccò le sue
corde
più profonde e la fece gemere di dolore. Ora la domanda era:
Sarebbe mai arrivato?
Il
violino geme come un afflitto cuore..
Le
sue mani, prima strette alla rosa pungente, la lasciarono andare
inermi.
E
il cielo pianse prima di lei, con lei e infine dopo di lei; un
ticchettio inebetito dai tuoni e dai lampi, inebetito dal rumore
sordo di un cuore che si spezza.
Come
un altare immenso è triste e bello il cielo;
nel suo sangue
rappreso il sole immoto muore.
Era
rossa l'idea che aveva di lui, come un vampiro affamato del suo
respiro, affamato dei vuoti del mondo e dell'incapacità di
amare.
Le
aveva stretto la mano in quella breve passeggiata nel bosco, mentre
le carrozze preparavano la sua partenza.
''
Ci rivedremo Raizel, ve lo prometto ''
Lei
aveva illuminato il suo sguardo ed imporporato le sue gote, fremente
e trepidante d'attesa.
Lui
le aveva baciato gli occhi come se volesse augurarle una buona notte
dolcissima e si era voltato, lasciando dietro di sé mille
speranze sussurrate.
Le
mani le sanguinavano, le spine pungevano.
Un
mite cuore, ch'odia il nulla vasto e gelido,
dei bei giorni che
furono raccoglie ogni bagliore;
nel suo sangue rappreso il sole
immoto muore....
Il tuo ricordo in me brilla come un cimelio.
La
verità era quella che i violini suonavano intimoriti, quella
che tutte le persone all'interno di quella reggia conoscevano da
anni.
Il
loro amore era maledetto, lo era stato dal loro primo incontro.
Indissolubilmente
legati alla fine gli amanti. Ma il tempo, le lettere, il coraggio e
il desiderio avevano fatto sì che venisse benedetto dalla
volontà quell'amore fuggiasco.
Ma
lui non era venuto.
Il
tuo ricordo in me brilla come un cimelio.
E
per quanto Raizel non volesse ricordare, quel lontano ricordo era il
suo unico; perché lei sarebbe rimasta un fantasma morto
nell'attesa del suo amore e lui, un ignaro concorrente nel gioco del
dolore.
Note
dell'autrice:
Per
adesso la fic rimane una one shot per mancanza di tempo ed
ispirazione (anche se qualche barlume c'è). Se vi piace
davvero e credete che valga la pena spiegare la storia di Raizel, non
esiterò a mobilitarmi per farlo!
Riguardo
al testo Raizel in giudaico(yiddish) significa proprio rosa e
spero che tutti abbiate capito il finale a sorpresa!
Un
abbraccio, Isabella.
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