Capitolo 1
Innanzitutto
parliamo di come è nata questa storia: per chi l'avesse
notato è un adattamento del manga "Mei-chan's Butler" al
mondo di Naruto. Questa storia mi ha affascinata a tal punto
da farmi chiedere come sarebbe stata se al posto di quei personaggi ci
fossero stati quelli di Naruto. Ed ecco qua quello che ne uscito fuori!
Ho
cercato di scegliere i personaggi che meglio potevano interpretare
queste vicende, alcuni li trovo azzeccati per il loro aspetto e per i
loro legami, tuttavia ci sono delle discrepanze sui loro caratteri.
Ahimè non ho potuto far a meno di renderli OOC se volevo
rispettare il manga.
Per
chi non apprezzasse questo genere può benissimo evitare di
leggerla; credo sia meglio prepararvi a cosa vi aspetta così
da non farvi perdere tempo!
Per
chi non lo conoscesse Mei-chan's butler è un manga di Riko
Miyagi ed è pubblicata in Italia, fin'ora i volumetti usciti
sono 7.
Personalmente
mi è piaciuta, quindi vi consiglio di leggere l'opera
originale nel caso foste interessati.
Meglio
chiudere la parentesi "pubblicità occulta" o rischio di
sembrare un'infiltrata di qualche casa produttrice di manga che vuole
pubblicizzare un'opera XD
Ho
scritto questo solo a scopo informativo, dopotutto, è giusto
valorizzare il lavoro di un mangaka e di chi ci sta dietro e lavora
duramente.
A
tal proposito, voglio precisare che né la storia
né i personaggi mi appartengono e che le
proprietà sono di chi ne detiene i diritti e che non
è a scopo di lucro.
Bene,
detto questo vi auguro una buona lettura!
***
"La mia famiglia non naviga nell'oro.
Adorano preparare gli udon e visto che non hanno un grande naso per gli
affari, non si preoccupano molto di guadagnare... riusciamo a malapena
ad arrivare a fine mese!
Nonostante tutto, sembrano sempre molto felici... credo che il loro
lavoro li diverta molto.
Davvero non riesco a capirli..."
« Ascolta
Hinata - mi disse un giorno mio padre - Riuscire a vivere insieme alla
persona che ami, facendo un lavoro che ti piace è davvero un
lusso ai nostri giorni! »
« Io
preferirei avere un
sacco di soldi per comprarmi tutto quello che voglio! Magari circondata
da un sacco di bei ragazzi! »
« Eh,
eh... hai ragione! In effetti, credo che siano in molti a pensarla
così. Però... credo che ci si stanchi molto
presto di uno stile di vita così realistico! »
ammise con certezza.
Conservai queste parole gelosamente nel mio cuore, anche se non avevo
appreso pienamente quel che cercava di dirmi.
Finché un giorno...
« Buongiorno
signorina Hinata. È ora di alzarsi. »
Il
Maggiordomo della Piccola Hinata
Una triste
verità
Quando
ero piccola, ricordo che un giorno mi persi. Ero tutta sola nel bel
mezzo di un bosco buio e minaccioso. Avevo una paura da morire!
Per farmi coraggio
iniziai a canticchiare una canzoncina che mi piaceva molto.
All'improvviso...
« La stavo
cercando! Venga la riaccompagno a casa. » disse un uomo
mentre con le sue grandi mani mi prendeva in braccio. Notai che sulla
sua giacca brillava una spilla rotonda: una "S" era incisa all'interno
di un rombo e di un quadrato. Ne rimasi affascinata...
« E-ehm, lei
chi è signore? »
« Sono il suo
maggiordomo, signorina Hinata. » rispose. Ricordo ancora i
battiti del mio cuoricino che si facevano sempre più forti
per l'emozione.
« Shi-no-no-me. Shinonome, è mai possibile che
dormi sempre? » dice a tono alto « Per colpa tua
tocca a me scrivere il registro di classe, accidenti! È un
compito che hanno affidato ad entrambi, sai? »
« Mh? » balbetto qualcosa ancora
intontita mentre mi guarda con i suoi occhi gelidi.
« Lasciami indovinare. Stavi Sognando ad occhi aperti come al
solito, vero? »
« Ecco... »
Cerco di minimizzare la mia colpa sfoggiando uno sguardo da bambina
sognante che pare non funzionare, dato che una piccola vena pulsa sulla
sua fronte.
Questo brontolone dagli occhi scuri e dai capelli con riflessi bluastri
è Sasuke Uchiha; frequenta il secondo anno della scuola
media insieme a me. Prende ottimi voti negli studi e, come se non
bastasse, eccelle anche nello sport. Pare che sia considerato il
ragazzo più bello della scuola. Forse il fatto di avere un
quarto di sangue straniero gli dà un certo fascino...
Bé, comunque non è il mio tipo.
Non so che scusa inventarmi... quanto mi secca il suo atteggiamento da
"precisino". Per fortuna le mie compagne rientrano in aula con un
tempismo impeccabile e mi salvano da una ramanzina.
« Ciao, ragazzi! Di cosa stavate parlando? »
« Ah... n-niente di particolare »
« Non fare tanto la misteriosa! Dai, diccelo! »
« Ehm » non sapevo da dove iniziare, ma raccontai
lo stesso del mio sogno « Il viso di quell'uomo non
lo ricordo più, ormai... ma non ho dimenticato le sue
bellissime mani, con dita lunghe e affusolate e quella strana spilla
che portava sulla giacca. »
Con gli occhi chiusi mi perdo in quel bellissimo momento
così non mi accorgo che nessuno mi stava più
ascoltando.
« Ehi! Mi state ascoltando? Parlo con voi! »
« Scusa Hinata, è una storia talmente fantasiosa
che abbiamo pensato che avresti parlato per ore! » confessa
una delle ragazze del misero gruppetto.
« Una "ranocchietta" come te dovrebbe evitare questo genere
di fantasie. »
interviene Sasuke «
Anche ipotizzando che
al giorno d'oggi esistano ancora i maggiordomi, credo che nessuno di
loro prenderebbe servizio presso una tipa con uno "strano nome" come il
tuo! » dice con sufficienza « Che razza di
nome è Hinata Shinonome? Ci sono troppi "no" e
troppe "hi"! »
Queste parole
mi danno ai nervi, ma fingo di restare calma, non voglio fare
il suo gioco!
«
Sei come un cagnolino, che abbaia, abbaia, ma nessuno lo ascolta
»
«
Cosa? » risponde tranquillamente come se le mie parole non
l'avessero nemmeno sfiorato, anzi come se non avessero un significato
logico.
La sua
superiorità mi infastidice a tal punto che non riesco
più a trattenere la rabbia.
« Il
piccolo principe è arrabbiato? Che ne diresti se ti
chiamassi Uchikaken? Oppure, visto che sei un nanerottolo, Mamechiha*
sarebbe più appropriato! »
«
Primo, qui l'unica arrabbiata sei tu! Secondo, che razza di
presuntuosa! Esci subito da qui! »
«
Ciao, Sasuke » la voce suadente di Karin ci interrompe nel
bel mezzo del litigio.
Appena entrata
in aula mi spinge da un'altra parte per avvinghiarsi sul nanetto.
« Ti
stavo cercando » sussurra come una gattina
innamorata « Sei libero domenica prossima?
» gli chiede sbattendo le lunghe ciglia di quegli occhioni da
cerbiatta.
« Mi
dispiace ma non perdo tempo con queste sciocchezze, ho le
attività del circolo. »
Ed ecco che
sfoggia nuovamente il suo solito tono freddo, lo stesso che usa per
rifiutare gli inviti, o meglio, le persone stesse.
Con questo mi
affida il registro da consegnare alla professoressa ed esce dall'aula
mentre, invano, con una mano, Karin cerca di fermarlo.
Un po' mi
dispiace per lei, ogni volta è la stessa storia, fredde
parole e uscita cool dalle scene. Però è una
ragazza che non molla mai! Mi piacerebbe stringere un legame d'amicizia
con lei, ma ho come l'impressione di non piacerle molto.
«
Ora che ci penso, ho sentito che tuo padre fa gli udon a mano!
» mi chiede dopo avermi mandato un'occhiataccia.
«
Proprio così. » le rispondo con la stessa
gentilezza che uso quando parlo con le persone, fatta eccezione per
Nanos'ke.
« E
riuscite a tirare avanti solo con quello? » con falsa
ingenuità si copre con la mano le labbra carnose piegate in
un
ghigno.
Sbarro gli
occhi incredula per una domanda così diretta.
È
vero! Karin è la nipote del sindaco della città
per di più suo padre è il direttore di una
clinica molto famosa. Insomma... è una ragazza che proviene
da una famiglia ricca ed è cresciuta nel lusso. Non mi
aspettavo di certo che confrontasse le nostre vite con tutta questa
cattiveria! Tuttavia rispondo lo stesso.
«
Bé, direi di sì »
«
Poverina, mi fai proprio pena! Se tuo padre vuole, posso farlo assumere
nella clinica di mio papà, sai? » ridacchia mentre
si appresta ad uscire dall'aula chiudendosi la porta alle spalle.
«
Accidenti! È proprio antipatica. » sbotta una
delle mie compagne.
Chiudo gli
occhi e amareggiata ripenso alle sue parole. Putroppo però,
non ha tutti i torti... la mia famiglia non naviga nell'oro, ma
è ricca di sorrisi. I miei genitori sono felici di quel poco
che sono riusciti a realizzare con le proprie forze.
Il rumore
improvviso di una porta aperta con foga mi fa ridestare dai miei
pensieri. La nostra insegnante grida sconvolta il mio nome.
«
Shinonome! »
«
Ah, professoressa Suzume! Stavo per portarle il registro di classe...
» la precedo parlandole spensierata, ma cambio
subito quando percepisco che non ha nulla di buono da dirmi.
« Ho
appena parlato al telefono con la polizia... Hinata non so come
dirtelo, ma è successa una disgrazia! I tuoi genitori
sono...»
*Note
dell'autrice*
Ed
eccoci giunti alla fine del capitolo-prologo, cosa ne pensate?
Trasformare un
fumetto in un romanzo non è facile, non so se sono riuscita
a trasmettere i caratteri dei personaggi o le emozioni che traspaiono
dai bei disegni del manga, però ci sto mettendo tanto
impegno, quindi fatemi sapere se posso continuare la storia oppure
lasciar perdere perché non fa per me!
A proposito...
ne ho già controllato alcune, ma leggere tutte le pagine
delle storie pubblicate su Naruto è un'impresa visto il
numero, quindi se ci dovessero essere delle storie simili avvisatemi,
così provvederò alla cancellazione della fic.
*Piccola nota:
mame in giapponese significa piccolo, quindi è come se lo
chiamasse piccolo Uchiha.
Alla prossima!!
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