Nota di Jane:
La mia prima ff su Glee, su questa coppia che per me è
semplicemente splendida… ho idea che ci possa essere qualcosa di molto simile
alla mia storia in questa sezione, una ff aggiunta da poco: sottolineo che
l’autrice di quest’altra storia, Princess Judith, ne è al corrente, perché
leggendo in “anteprima” un pezzo della sua storia l’ho avvertita che stavo
scrivendo qualcosa che si avvicinava.
Detto questo, spero che vi piaccia!!!
I love the way you lie
Cammino lungo il corridoio a
testa alta, sicura di me stessa come non lo ero da molto, troppo tempo. Mi
sento come se fossi una trottola che dopo mille tentativi ha finalmente trovato
il suo equilibrio: potrei girare per ore su me stessa senza più cadere, senza
scivolare, senza trovarmi a terra a cercare disperatamente la forza per
rialzarmi.
Ora è tutto perfetto.
I can’t tell you
what it really is
I can only tell you what it feels like
Mi sento un’adolescente normale,
come tutte le altre: quello che è successo l’anno scorso è parte di me, mia
figlia è sempre nei miei pensieri, è parte del mio cuore, ma ora posso andare
avanti. Ho un ragazzo dolce e comprensivo, degli amici che sono come una
famiglia, degli obiettivi… ora tutto ruota nel verso giusto.
Guardo l’orologio che porto al
polso e noto che ho ancora qualche momento prima di incontrarmi con il Glee
Club, così entro nel bagno delle ragazze per darmi una sistemata al trucco.
La grande stanza dalle pareti
bianche e lucide è completamente vuota, così me la prendo comoda. Ho appena il
tempo di poggiare il fard sul bordo del lavandino prima di sentire la porta che
si apre. Faccio per continuare a truccarmi, ma la figura che vedo riflessa
nello specchio mi fa sobbalzar e mi volto verso di lui.
-Cosa ci fai qui? Hai sbagliato
bagno, non so se hai notato.-
Puck non risponde e fa scattare
la serratura della porta. Mi mordo il labbro, preoccupata –Ti avviso, non sono
ubriaca, non otterrai nulla.- mi pento immediatamente delle mie parole: cosa mi
prende? Perché all’improvviso sento il bisogno di ferirlo?
And right now
there’s a steel knife
In my windpipe
I can’t breathe but I still fight
Puck sobbalza: l’ho colpito,
dritto al cuore. A volte fatico a rendermi conto di quanto io sia brava a
ferire le persone con una semplice frase. Lui però non è solo una persona, lui
è Puck, e resto quasi sbalordita dal risentimento che leggo nei suoi occhi –Non
dire… idiozie.- mi rimprovera –Credi che ti farei…- scuote il capo e si
interrompe –Sono qui solo per parlare.-
-Parlare? E di cosa dovremmo parlare?- domando, stupita.
Dal giorno del parto io e lui non ci siamo più trovati da soli e tanto meno
abbiamo mai parlato di qualcosa, soprattutto da quando io e Sam ci siamo messi
insieme: mi sono sempre tenuta lontana da lui, che ha sempre fatto la stessa cosa,
almeno fino ad oggi.
-Di cosa dovremmo parlare?-
ripete le mie parole e riesce a farle sembrare sciocche: forse lo erano davvero
–Hai ragione, dopotutto non abbiamo mai condiviso niente io e te. Di cosa mai
potremmo parlare?-
Non riesco a capire cosa gli sia
preso, così all’improvviso, e faccio un passo indietro quando mi si avvicina.
Mi sembra che questo lo ferisca, forse più della mia infelice frase di poco fa
–Scappi da me, ma ti vedi?-
-Io non scappo.- chiarisco immediatamente, eppure faccio
un altro passo indietro –Solo… a Sam non piacerebbe trovarci da soli in un
bagno.-
-Oh, giusto! Non rischiamo di
scontentare il grande Sam!- sputa, acido –Non vorrei mai far arrabbiare il ragazzo
perfetto.-
-Cosa vuoi, si può sapere?-
-Voglio te, maledizione.- risponde,
la voce bassa ma concitata –Mi manchi, tutto qui.-
She fucking hates me
And I love it
La prima parte della frase avrei
anche potuto aspettarmela, ma non quel “mi manchi”: quella mi arriva dritta al
cuore, come una freccia scagliata con precisione –Io…ti manco?-
balbetto, per prendermi il tempo di pensare. Cosa mi prende, non dovrei
sentirmi così confusa. Non è cambiato niente rispetto a dieci minuti fa, ho
ancora un ragazzo dolce e comprensivo, degli amici che sono come una famiglia,
degli obiettivi… tutto ruota ancora nel verso giusto…
-Si, Quinn. Si, mi manchi… è così
difficile da credere? Annuncio dell’ultimo minuto, io ci tengo a te.- la sua
rabbia è tanto intensa che scuote l’aria intorno a noi e per ogni passo che fa
verso di me io indietreggio un poco. D’improvviso sento il muro freddo contro
la schiena e mi blocco, senza più poter indietreggiare. Lui fa ancora un passo
verso di me, ma si blocca un metro prima di raggiungermi –Non riesco a vederti
con lui.- ammette.
-Non riesci a vedermi felice,
dopo tutto quello che ho…- mi interrompo e mi correggo, dopotutto non voglio
essere ingiusta –Dopo tutto quello che abbiamo passato?-
Scuote il capo con un sospiro
–Sei davvero felice?- domanda, alzando lo sguardo verso i miei occhi. Di nuovo
mi sento barcollare: come fa a far vacillare in questo modo le mie certezze,
come se in qualche modo avesse il potere di scuotere il mio mondo?
-Certo.- mormoro, ma senza
guardarlo –Certo, Sam è… il ragazzo perfetto.-
Just gonna stand
there
And watch me burn
Rimane in silenzio. Non ho la forza di guardarlo negli
occhi, ma posso sentire che mi sta fissando con un’intensità tale che la pelle
sembra bruciare sotto il suo sguardo.
-Certo. Non dubito che lo sia.-
ammette, e sono così sorpresa che alzo lo sguardo su di lui –Senza dubbio è il
ragazzo perfetto. Come lo era Finn, no? Sei sempre stata bravissima a trovare i
ragazzi più perfetti.- dal suo tono, sembra che la parola perfetto sia
un insulto e mi trovo a cercare di giustificarmi –Cosa c’è di male?-
-Niente.- risponde, e la sua voce
è quasi un sussurro mentre lui si avvicina ancora. È davanti a me, i nostri
corpi quasi si sfiorano. Potrei allontanarmi, sarebbe facile scivolare di lato,
so che non mi fermerebbe. Eppure non lo faccio, non voglio –Non c’è
niente di male, se il ragazzo perfetto è anche quello giusto per te.- i miei
occhi sfuggono dai suoi, ma mi accarezza il volto e gli sguardi si incontrano
nuovamente –Quinn, è così? Sam è perfetto, ma è anche il ragazzo giusto?
Se è così… se è così me ne andrò, davvero.-
-Certo…- le parole non escono. So
qual è la risposta, la so, eppure non ce la faccio, non riesco a pronunciarla
–Certo che Sam… lui… è…-
-Lui ama la tua perfezione,
come tu ami la sua.-
But that’s alright
Because I like
The way it hurts
-Cosa c’è di male?-
domando nuovamente, troppo confusa, troppo coinvolta dal suo profumo, dal suo
sguardo… eppure sono la stessa persona che dieci minuti fa si sentiva tanto
sicura di sé stessa.
-Tu non sei perfetta.- sorride, e
il suo sorriso per me è stato così sincero solo una volta, in ospedale –Tu…
piangi, ridi, inciampi, ferisci, menti…- un respiro e si avvicina ancora di più
–E io amo il modo in cui, piangi, ridi, inciampi, ferisci… amo il modo in
cui menti.-
And hear me cry but
that’s alright
Because I love the way you lie
Sussurra sulle mie labbra, eppure ancora troppo lontano
–Amo il tuo non essere perfetta… il tuo essere semplicemente te stessa.-
Cedo, con un sospiro accolgo il
suo bacio, il suo abbraccio.
Mi sento in colpa, mi sento viva,
risento come il fuoco, come il vento… mi sento imperfetta, e so anche Puck lo
è: due essere imperfetti che solo insieme raggiungono la perfezione.
I love the way you lie