C'Θ SEMPRE
UNA SPERANZA
15 Marzo 1944 - Cracovia - Polonia
Le settimane passano e finalmente arriviamo a Cracovia. Scendiamo
dal treno e usciamo dalla stazione, e, dopo aver preso le camionette, ci
dirigiamo fuori cittΰ, dov'θ ubicato Auschwitz. Guido, scherzando insieme a
Kurt, finche arriviamo davanti al cancello del lager. "Arbeit Macht
Frei", "Il Lavoro Rende Liberi". Questa θ la scritta che
troneggia sul cancello, come una sorta di presa in giro. Entriamo nel campo,
andando poi nel nostro edificio che, a differenza delle baracche degli ebrei, θ
vivibile. Letti caldi, bagni, cibo, riscaldamento. Ci riposiamo dopo il lungo
viaggio, per essere poi pronti ad accogliere gli ebrei. Dopo un paio d'ore
usciamo dal campo, mettendoci in una fila orizzontale davanti al cancello. Il
treno arriva. Spalanchiamo i portelloni per far scendere i prigionieri. Un
orribile odore mi invade le narici. Escrementi e cadaveri ipotizzando. Trascino
giω da un vagone gli ebrei, quando ne prendo una, dai capelli stranamente
azzurri, che tiene per mano un moccioso. Con uno strattone li divido, spingendo
bruscamente il marmocchio verso Kurt, che lo afferra per un braccio.
Potrebbe essere utile per i lavori nel campo. Che dici, lo
teniamo? dico
Mah, sμ. Al limite morirΰ dopo Il moccioso inizia a tremare
terrorizzato
Hmhmhm ehi! Niente male l'ebrea! constata osservando il fisico
della donna che tengo ferma
Magari potremmo divertirci un po' continua lui. Io sorrido
Hmhmhm in effetti ora che ci penso ci vorrebbe proprio la
fisso negli occhi e anche lei mi guarda immobile
... N-no... sussurra terrorizzata
Tsk perς θ una sporca ebrea! Ho cambiato idea! Non mi voglio
infettare scopando con quella
dice Kurt
Mmm giΰ... Poco male, le purosangue tedesche sono meglio lui
sorride complice. In quel momento passa un nostro comilitone e Kurt gli affida
il marmocchio ebreo.
Simon!! urla disperatamente la donna che tengo ferma. Io la
strattono
Sta buona!! la faccio alzare spingendola malamente all'interno
del campo. A causa della neve inciampa, finendo a terra.
Alzati!! la prendo per un braccio sollevandola di peso. Dietro
di noi ci seguono centinaia di ebrei, solo quelli ritenuti abili al lavoro,
spintonati dai miei colleghi. Li portiamo in una grande stanza, dove vengono privati
di ogni bene. Le valigie sequestrate, i vestiti ammassati in un angolo.
Continuo a tenere fisso lo sguardo sulla donna dai capelli azzurri. Si guarda
attorno spaventata per la rapiditΰ e lefficienza con cui agiscono i tedeschi.
A mano a mano che vengono spogliati, sono portati in una stanza adiacente,
venendo consegnati ai barbieri, che li radono su tutto il corpo. Le parti
interessate vengono bagnate con uno straccio intriso di disinfettante. Arriva
il turno della donna. I lunghi capelli le vengono tagliati corti, alla
maschietto. Guarda tristemente i resti sul pavimento, per poi essere spinta
verso le docce. Lei si accorge del mio sguardo sul suo corpo privo di veli, e
in un gesto di pudore si copre alla meno peggio con le mani, abbassando mestamente
lo sguardo. Io sorrido. Adoro incutere soggezione a questi animali. Kurt,
affianco a me, si gode lo spettacolo, urlando, di tanto in tanto, degli insulti
ai prigionieri. Dopo aver fatto la doccia vengono consegnate loro le divise del
campo, una casacca, dei pantaloni e degli zoccoli. Erano pronti per l'ultima
fase: il numero tatuato. In fila, avanzano a turno come animali al macello. La
donna inizia a tremare. Si guarda intorno terrorizzata, facendo smorfie di
dolore sentendo le urla strazianti dei detenuti che stanno subendo il marchio a
fuoco. Voltandosi incontra i miei occhi. Impassibili, inscrutabili e, sμ,
divertiti. Dopo alcuni minuti arriva il suo turno. Il soldato le prende il
braccio sinistro, appoggiando con forza gli stampi dei numeri. Lei urla. Grida
e piange e, a me, non fa nessuna compassione. Ormai tutti lavati, rasati e
vestiti, vengono radunati e spinti nella baracca dove d'ora in poi dormiranno.
Un mio collega urla in tedesco di ordinarsi in file orizzontali ordinate. Molti
non capiscono, ma terrorizzati di essere uccisi all'istante, notano cosa fanno
i compagni di prigionia, e in breve tempo sono tutti ordinati e rigorosamente
in silenzio. Con il fucile in spalla avanzo vero di loro, lasciando Kurt e
l'altro mio compagno dalla porta. Deglutiscono, tremano, sono terrorizzati.
Sorrido sadico. Cammino lentamente davanti ad ognuno di loro, squadrandoli
attentamente. Arrivo davanti alla donna dai capelli azzurri, fermandomi di
fronte a lei
Il tuo nome dico freddo
....... non osa aprire bocca
Rispondi!!! urlo
B-Bulma... alzo il volto verso tutti
Esigo che quando faccio una domanda mi venga risposto subito!!
grido. Annuiscono terrorizzati. Riprendo a camminare, fermandomi davanti ad un
uomo
Il tuo nome lui trema, ma non fiata. Aspetto tre secondi, dopo
di che prendo il fucile e gli sparo alla testa. L'ebreo cade a terra privo di
vita. Tutti urlano, ma non si muovono di mezzo centimetro
Vi avevo avvertiti dico. Sento ridacchiare Kurt e mi giro
verso di lui. Ricambio il sorriso, tornando poi a camminare in mezzo a questi
sporchi ebrei. Fritz si avvicina, prendendo il cadavere per un piede e
trascinandolo fuori dalla baracca, sotto gli sguardi atterriti dei superstiti.
Vado avanti cosμ per mezz'ora e, terrorizzati di fare la stessa fine del
compagno, rispondono, seppur bisbigliando, alle mie domande. Raggiungo Kurt e
insieme usciamo dalla baracca
Hmhmhm sei stato grande, amico! Tremavano come foglie!
Hmhmhm grazie. Hai sentito come hanno urlato quando ho sparato a
quello?
Hmhmhm giΰ ridacchia. Gli do una leggera spinta, facendolo
sbandare e lui ricambia, facendomi quasi cadere nella neve. Scherzando entriamo
nella baracca. Salutiamo i nostri
comilitoni dirigendoci poi nella sala mensa, ci sediamo ad un
tavolo attendendo di desinare, quando si aggiunge a noi un nostro compagno e
mio sottoposto: Franz.
Hmhmhm salve compari! ci saluta
Ciao Franz rispondo
Ehi! Che ne dite di una birra? interviene Kurt
Sμ! Una bella birra! Ottima idea! dico
Ehi! Andateci piano voi due! L'ultima volta che vi siete
sbronzati vi abbiamo trovati seduti sotto il tavolo a ridere come idioti a
quel ricordo sia io che Kurt iniziamo a ridacchiare. Hmhmhm e chi se lo scorda!
Ci siamo divertiti come pazzi!
Dai solo un bicchiere alzo un braccio facendo cenno a uno
degli inservienti di portarci tre boccali. Una volta serviti mi viene un'idea
Facciamo una gara! Chi finisce per ultimo la birra fa una
penitenza
Ci sto! dice Kurt
... E va bene... si arrende Franz. Al tre iniziamo a bere. Il
primo a terminarla ovviamente sono io, il secondo il mio migliore amico e... Il
terzo Franz.
Oh cazzo! Che mi fate fare? io guardo Kurt ghignando
Mmm... Vediamo... Vai dal comandante e digli che θ uno sporco
figlio di puttana! dice Kurt
Sei pazzo?! Mi faranno fuori!! sbotta Franz
Hmhmhm so io cosa farti fare! intervengo. Gli altri due si
voltano curiosi Avanti, spogliati dico
Cosa?! Kurt ghigna
Girerai nudo per il commando hmhmhm
Che?! Non posso farlo!
Hai accettato la scommessa! Avanti non fare il moccioso! dice
Kurt. Lui sbuffa, si alza e inizia con il togliersi la giacca della divisa. Passa
alla canottiera e si leva i pantaloni, rimanendo in boxer sotto lo sguardo
sorpreso di tutti i commensali che, ammutoliti, osservano la scena divertiti
Ecco fatto, soddisfatti? io e Kurt ci scambiamo un'occhiata
Io ho detto nudo. Levati quei cosi indico i boxer
Cosa?! No, assolutamente no!! Mi rifiuto!
Hmhmhm ti vergogni di mostrarlo? ridacchia il mio amico
No, anzi! rabbiosamente si sfila anche l'ultimo indumento,
rimanendo nudo come un verme davanti a tutta la sala. Molti fanno commenti,
altri ridono e io e Kurt ci alziamo e lo prendiamo dalle braccia
Adesso facciamo un giretto rido e iniziamo il tour. Lui si
ribella all'inizio, ma poi ci rinuncia e, dopo circa un'ora, torna in mensa rivestendosi.
Io e Kurt andiamo nella nostra stanza e ci mettiamo a letto. Domani inizieremo
lo sterminio.
To be continued