A Natale Siamo Tutti
più Buoni...o forse No!
#Ambo
“Sai,
credevo di aver toccato il fondo nel ’67 quando rimasi
impigliata nei fili della corrente…”
“Ti
decidi a firmare queste scartoffie??”
“…ma
evidentemente, a causa tua, quest’anno devo
ricredermi!”.
Babbo
Natale sbuffò, e la sua barba divenne un’umida
ragnatela nevosa. Neve nera, per la precisione, perché,
esattamente sei minuti prima, la sua cara avversaria in ambito regali,
la Befana, durante una delle sue prove di volo, era andata a sbattere
contro la sua slitta, accuratamente parcheggiata da almeno due mesi in
una radura quieta e limpida, dove le sue renne potessero scaricare la
tensione prima del volo del 25 Dicembre. Progetto inutile, dato che
ormai sembravano tutte sull’orlo di una crisi isterica o
reduci da un potente elettroshock. E, per completare il disastro, ora
la sua slitta (quella nuova, per la precisione, quella con navigatore
satellitare incorporato e riscaldamento interno assicurato) era piena
di carbone puzzolente.
“Bè,
almeno quest’anno non è colpa mia!”
sbuffò la Befana, attorcigliandosi un boccolo dorato tra le
dita agili, con aria innocente e sparuta.
“Il
tamponatore ha sempre torto, cara mia!” sbuffò
Babbo Natale, troppo seccato per essere infuriato “E, per tua
informazione, l’avevo parcheggiata qui proprio
perché era lontana dalle tue rotte di volo! L’hai
fatto apposta!”.
“Era
un atterraggio di emergenza” sbuffò la Befana
impassibile mentre azzannava una caramella al miele “E poi
ammettilo, vecchio barbuto, che sei talmente morto di sonno da non
essere nemmeno riuscito a mettere al coperto la tua slitta!
D’altra parte, cosa mi dovevo aspettare da uno che si sveglia
solo a Dicembre e poltrisce per tutto il resto
dell’anno??”.
Babbo
Natale non sapeva se andare in letargo prima del tempo o nascondere la
testa nella neve, come stavano facendo le sue renne (stavolta la
parcella del veterinario gli avrebbe procurato un infarto, poco ma
sicuro).
Tanto
era inutile spiegare a quella megera, arpia, demonio,
tetton… tanto non avrebbe capito quanta energia richiedesse
il Natale: insomma, bastava pensare che non si faceva la barba da due
mesi…sempre per la solita solfa di mantenere la tradizione!
Se non era un seccatura questa…
“Bene,
Babbo, vediamo di risolvere la situazione a modo
nostro…” mormorò la Befana con tono
suadente, probabilmente irritata da un numero con eccessivi zeri
apparsi sulla multa; alzò la gamba e la allacciò
alle sue, mostrando dei reggicalze che sicuramente centravano ben poco
con la tradizione. Diversi ciuffi dorati svicolarono sui suoi occhi da
gatta, e Babbo Natale non poté che affogare in quel deserto
di smeraldo.
“Sicuramente
vorrai ricominciare le attività dello scorso
Agosto…”
#Terno
“E
guarda come hai ridotto la mia scopa! E questa non è neanche
una scopa normale: è la Swiffer 2000, l’ultimo
modello sul mercato!!”
Inutile
dirlo: quest’anno probabilmente i festeggiamenti si sarebbero
ridotti al minimo, dato che Capodanno sarebbe caduto presto in un coma
irreversibile. Certo, non poteva aspettarsi altrimenti: sperimentare le
nuove coreografie pirotecniche per la fine dell’anno e
lasciare che i fuochi d’artificio piovessero proprio su di
loro, fra tutte le lande desolate di quella zona, era una condanna a
morte.
Il
povero ragazzo, gioviale con i suoi capelli biondi e la sua tipica tuta
arancione, ormai stava facendo la fine delle povere renne di Babbo
Natale, impaurito ma soprattutto stizzito: perché li aveva
interrotti proprio nel momento clou??
“Lo
sai quanti cavalli può raggiungere?? E soprattutto lo sai
quanto ci ho messo a collaudarla?? Razza di ameba
arancione…”.
Babbo
Natale gemette di nuovo, mentre rimirava il caro collega Capodanno, che
con un ultimo disperato dattebayo precipitava in uno stato di semi
incoscienza: lo scorso Agosto non gli era mai sembrato così
lontano…
#Quaterna
“Allora,
come primo direi una bella torta salata…”
“Stai
scherzando?? Ci vogliono assolutamente i tortellini in brodo,
è la tradizione!”.
“La
Befana ha detto torta salata: non si discute!”.
A
Babbo Natale sembrava di essere appena stato catapultato in un istituto
psichiatrico, dove tre medici stessero decidendo sulla sua salute
mentale, che stava rapidamente degenerando, almeno secondo due paia di
occhi irati e fiammeggianti.
La
Befana mordicchiò la penna, con un sorriso audace e
suadente, come una perversa infermiera che stuzzicava un paziente sotto
sedativi.
“Avanti,
Babbo, questo è l’anno delle
novità!”
“Parli
come se mi fosse concesso scegliere” esclamò Babbo
Natale con aria melodrammatica; e non era tanto lontano dalla
verità.
A
causa di alcune soffiate su una presunta
“collaborazione-fin-troppo-ristretta” fra i due
protagonisti delle feste natalizie (probabilmente fatte trapelare da
quel cretino di Capodanno) i fratelli della Befana ormai presiedevano
alla maggior parte delle loro riunioni.
Ed
era estremamente snervante dover decidere il menù per il
pranzo di Natale, a cui avrebbero partecipato tutte le feste
dell’anno, quando era costantemente messo sotto torchio da
Carnevale, che ancora non si era tolto le orecchie del suo precedente
costume, e da Halloween, che sembrava sul punto di evocare tutto il suo
esercito di zombie e scheletri.
“Per
secondo…mmm…”.
“Sorellina,
io proporrei degli involtini primavera! È vero, teoricamente
sarebbero un antipasto ma…”.
“Voi
siete matti” protestò debolmente Babbo Natale:
quest’anno avrebbe perso la testa come le sue povere renne!
“Andiamo
Babbo” sbottò Carnevale mentre Halloween lo
trucidava con lo sguardo “l’oriente va di moda,
è il futuro! E poi è leggero, adatto a tutti gli
stomaci! Ha già tre voti a favore, vero?” aggiunse
ilare all’indirizzo dei suoi fratelli.
#Cinquina
“Quattro”
precisò la Befana con un sorriso grande come una fetta di
melone “io valgo per due”.
Un
tetro silenzio avvolse pian piano la cucina e la calorosa atmosfera
natalizia sembrò scemare, togliendo colore agli addobbi, il
profumo ai biscotti e aggiungendo un pallore terreo al volto di Babbo
Natale.
In
quegli attimi di panico, l’unica domanda distorta e sconnessa
che regnava nella mente inebetita del Babbo era: possibile che
l’Agosto scorso avesse commesso uno degli errori
più madornali della sua vita?? L’anno prossimo in
letargo fin da Gennaio!
Ma
non ebbe tempo di pensare ad altro perché Halloween aveva
cominciato ad emettere degli strani suoni lugubri che gli rammentavano
terribilmente lo scricchiolio di una bara.
“Te
la do io la tradizione, sudicio maniaco!” esplose Carnevale,
mentre, finalmente, si toglieva le orecchie e incominciava a rincorrere
Babbo Natale. Dopo un’oretta di inseguimenti, squartamenti,
rivendicazioni, vendette, reclami, sedute spiritiche e padrini da
nominare, la Befana aveva appena finito il menù di Natale,
inserendo come dolce l’ananas; infine cinguettò
con nonchalance.
“Io
valgo per due perché Ferragosto, che doveva aiutarci con le
decisioni, è in ritardo e mi ha chiesto di fare le sue
veci”.
#Tombola
“Tombola!!”
“Hai
barato, dannato vecchiaccio!!”.
Babbo
Natale allungò le mani e abbracciò la vincita
finale: monetine, zuccherini, liquirizie, un diamante, una piramide in
miniatura, un bottone, una fetta di pizza mangiucchiata e cinquanta
euro…ora poteva curare le sue povere renne, ancora un
po’ intontite dalle esplosioni di Capodanno e dal volo sul
globo la sera precedente.
“Cara
Befana, ora posso andare in letargo tranquillamente… e
riposarmi dopo il tiro mancino dell’altra volta!”
esclamò allegro il Babbo, ammiccando a Carnevale e ad
Halloween, che ostentavano sguardi ancora decisamente sospettosi.
Di
fianco a loro, ecco tutte le altre feste dell’anno: Pasqua,
vestita con un microscopico vestitino azzurro e un paio di orecchiette
incastonate nella chioma bionda era abbarbicata su Ognissanti, lugubre
e tetro, che guardava il vuoto con lo stesso sguardo che avrebbe avuto
un uomo che aveva appena ucciso il proprio fratello; attaccata
all’altro braccio c’era San Valentino, che si
scostava i ciuffi rosa per ripetere a Ognissanti le sue diabetiche
romanticherie. Il giorno del Ringraziamento stava trangugiando i
residui dell’ananas, dell’Immacolata Concezione,
pudica e tremolante, si notavano solo gli occhi perlacei e il St.
Patrick Day, adornato con la sua immancabile tutina verde, era
entusiasta delle ultime creazioni pirotecniche di Capodanno.
E
poi, eccola lì. La sua collega, la sua nemesi, la sua fine e
il suo inizio: con delle calze fin troppo trasparenti e degli occhi fin
troppo spregiudicati che la rendevano sempre più
accattivante, al diavolo la tradizione.
“In
letargo” mormorò la Befana con un ghigno
“come no: questa vittoria la pagherai, ad Agosto, caro
Babbo…”.
E
con questo mi sono giocata la poca fama che avevao guadagnato...so che
dopo mesi di attesa attendevate qualcosa di
intelligente…ebbene, non è cosìXD
Scritta
per il calendario dell’avvento più Black
dell’anno, con il prompt tombola!!spargete l’oscuro
potere nel mondo…e visitate il nostro forum!
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