La cravatta della discordia

di Annette85
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Nota: Questa storia è stata scritta per il Calendario dell'Avvento 2010 di Michiru ed è basata sul prompt del secondo giorno (2 dicembre).

Buona lettura^^


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La cravatta della discordia

Durante il periodo natalizio si assiste a un notevole crollo del gusto e dell'intelligenza. Uomini maturi e responsabili indossano cravatte fatte con foglie di agrifoglio e bevono bevande alcoliche piene di uova fresche e di formaggio fresco di latte fermentato
P. J. O'Rourke


«Arthur, muoviti, siamo in ritardo!» il grido di Molly fece tremare anche i vetri delle finestre, mentre raggiungeva il diretto interessato, ancora intento ad annodare la cravatta.

«Sì, Molly cara, sono quasi pronto», mentì cercando di velocizzare l’operazione, ma con l’unico risultato di incastrarsi le dita con la stoffa. Sbuffò e decise di scendere per farsi dare una mano... o un colpo di bacchetta.

Tre teste rosse, una mora e una castana si voltarono all’unisono verso le scale quando sentirono i passi del padrone di casa farsi sempre più vicini.

«Molly, ho un piccolo problema», ansimò l’uomo raggiungendo la moglie, mentre Ron sputacchiò il brasato che stava mangiando quando vide le condizioni di suo padre e scoppiò a ridere: capelli ancora arruffati, colletto della camicia mezzo alzato e mezzo infilato nella cravatta e giacca storta.

Hermione gli lanciò un’occhiataccia di rimprovero, togliendosi pezzettini di carne dalla manica del maglione. «Ron, smettila», bisbigliò arrabbiata. «Devo ricordarti com’eri vestito l’anno scorso per la festa di Natale del mio ufficio?»

«Oh, io lo voglio sapere», intervenne George intercettando il bisbiglio di Hermione.

Ron guardò male il fratello: «Non era nulla di che», farfugliò arrossendo leggermente al ricordo di quella serata disastrosa.

«Se non era nulla, perché stai diventando rosso come le palle dell’albero di Natale?» domandò l’altro sempre più curioso.

«George», lo richiamò Molly, ancora intenta ad aiutare il povero Arthur, sentendo l’affermazione del figlio.

«Cosa?» domandò, voltandosi verso sua madre, maledicendosi mentalmente per essersi dimenticato che lei fosse ancora lì.

Molly scosse leggermente il capo: «Non essere così volgare!» sentenziò, dando poi uno strattone alla cravatta del marito, rischiando così di strozzarlo. «Caro, possiamo andare», disse dolcemente rivolta ad Arthur.

I coniugi salutarono figli e non e si diressero verso il camino, pronti, finalmente, per raggiungere la festa organizzata da Kingsley al Ministero. «Mi raccomando non state in piedi fino a tardi», urlò Molly mentre spariva inghiottita in una nuvola verde.

Quando furono sicuri di essere rimasti soli, Ginny si voltò verso Hermione con un ghigno: «Noi stiamo aspettando la grande rivelazione».

La ragazza annuì e non se lo fece ripetere due volte: «Dovete sapere...», iniziò, subito interrotta prontamente da Ron.

«Non ci provare», ringhiò alla fidanzata. «O io...».

«O tu cosa? Non hai argomenti con cui ricattarmi», disse trionfante Hermione mentre si voltava verso gli altri e si preparava a riprendere da dove era stata interrotta.

«Non oseresti», continuò Ron, imperterrito, ma convinto che prima o poi la fidanzata avrebbe abbandonato l’idea di spifferare ogni cosa.

«Ron, non sfidarmi», tagliò corto lei, mettendolo subito a tacere. «Dicevo: dovete sapere che Ron, pochi giorni prima della festa, è passato davanti a un negozio Babbano di vestiti per uomo e ha visto in vetrina una cravatta che neanche il professor Allock, né da sano, né da pazzo, si sarebbe sognato di indossare. Ha pensato che sarebbe stata l’ideale per la festa di Natale organizzata nel mio ufficio».

«Se non l’avrebbe indossata neanche Allock, doveva proprio essere qualcosa di assolutamente e orrendamente eccentrico», intervenne Ginny guardando il fratello farsi sempre più piccolo e rosso in viso.

«Più che orrendamente eccentrica, io la definirei solo orripilante», ribatté Hermione ridendo. «Il colore era assolutamente discutibile: blu elettrico; per non parlare dei disegni: ghirlande di agrifoglio».

George scoppiò a ridere, Harry mandò in frantumi un piatto lasciandoci cadere sopra il coltello che aveva in mano e Ginny sputacchiò il succo di zucca sulla tovaglia, mentre cercava di trattenersi il più possibile dalle risate.

«Fratellino, si può sapere dove l’hai trovata una porcheria del genere?» chiese George tra una risata e l’altra.

Ron, per tutta risposta, si alzò di scatto, scocciato, e si diresse in giardino come una furia, sbattendosi la porta alle spalle.

In un attimo tutti smisero di ridere e scherzare: «Forse abbiamo un po’ esagerato», ammise George ritornando serio per qualche secondo.

Hermione annuì a testa bassa, rendendosi conto solo in quel momento di quanto fosse stata umiliante con quel racconto. Si alzò lentamente da tavola e seguì il fidanzato in giardino, pronta a scusarsi.





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