Piccola premessa: dato
che sembra che Bradin cambi ragazza come io mangio pasta a pranzo, ho pensato,
perché non potrei inventare pure io una ragazza per lui?
Tutte sembrano
disposte a cadere ai suoi piedi dopo due minuti di chiacchiere e dopo un giorno
sono già coinvolti in un bacio mozzafiato e per ognuna di loro il biondo crede
di provare qualcosa di speciale…
Perché per una volta
non lo mettiamo a contatto con una ragazza a cui non sta molto simpatico??
Vedremo come si
comporterà..^___^
Non so quanti di voi
leggeranno questa ff, ma spero che lascerete una recensione! (immaginatevi
jesse!!!)
Una nuova giornata era iniziata a Play
Linda.
Tante villette in riva al mare, monofamiliari,
plurifamiliari….
Il sole splendeva alto e luminoso, neanche una nuvola in
quel cielo azzurro.
L’orologio del soggiorno che una ragazza di 13 anni era
intenta a fissare segnava le dieci del mattino.
Era quella l’ora ideale.
L’ora del surf.
-Attento Bradin!- urlò una ragazza dalla spiaggia.
Un ragazzo stava cavalcando l’onda, deciso
e sicuro.
Almeno, deciso e sicuro prima che
un’onda anomala lo prese alla sprovvista e lo fece cadere pesantemente in
acqua.
Riemerse scrollando la testa e
appoggiandosi alla sua tavola con le braccia.
-Non hai mai pensato che devi guardare
la grandezza delle onde prima di decidere subito che fare?- continuò a urlargli
dietro la bruna.
Bradin sbuffò, raggiungendo con un po’ di bracciate la riva
e avvicinandosi a lei.
-Non pensavo fosse così grande Erika…si
vede che ho visto male!- cercò di giustificarsi il ragazzo, sorpassandola.
-Non credo Bradin! Credo più che altro che tu non l’abbia proprio notata e che ti fossi issato sulla tavola solo
per riflesso!- continuò incrociando le braccia e seguendolo, cercando di
attirare la sua attenzione.
-Insomma Kansas, è da un paio di giorni che non presti
attenzione a quel che fai! Sei tornato a lavorare con Jay e lui mi dice che te ne stai sempre in un angolo del negozio
silenzioso… questo non è da te! In più da quando hai inziato a fare surf ti ho visto cadere solo le prime settimane, poi sei
diventato un vero campione! Mi vuoi dire che ti
prende?-
-Hai finito?- domandò Bradin
scocciato, guardando l’orizzonte dell’oceano.
-Grazie dell’attenzione!-
-Erika, calmati, non ti devi preoccupare! E’
un momento un po’ così, passa, capita di avere momento no!- si
giustificò riprendendo a camminare e lasciandola lì immobile a fissarlo.
-I tuoi momenti no sono un po’
troppo frequenti allora!- gli urlò dietro, correndogli subito incontro.
-Erika, lasciami in pace!-
-Bradin ok, se non vuoi dirmi che
ti prende va bene, rispetto la tua privacy, ma non sopporto di essere trattata
da te in questo modo, come se fossi…- lasciò in sospeso
-Mia amica?-
-No Bradin, essere amici significa sapersi fidare l’uno dell’altro
e per quanto io mi possa fidare di te, so di per certo
che non è ricambiato!-
-Erika, sei mia amica…ma non ho
voglia di parlare ok?- mormorò scocciato per l’ennesima volta.
-Visto? Hai di nuovo sbuffato! Come se ti dessi fastidio! E a me questo non va!-
-Vuoi capire che tu non centri??
Sono incazzato per i fatti miei e se non ti dispiace vorrei
stare un po’ da solo! Questo gli amici dovrebbero capirlo!- ribattè fissandola
negli occhi.
La ragazzo sospirò.
-E va bene, prenditi una pausa…ma
non solo oggi! Prenditi una pausa fino a che non avrai
risolto questa questione perché non voglio parlare con uno che continua
ad aggredirmi e non voglio fare lezioni di surf
ad uno che non ha la testa dove dovrebbe essere!-
Detto questo si voltò indietro e se ne andò.
Appoggiò la tavola da surf vicino alle scale d’entrata e entrò in casa, trovando sua sorella seduta sul divano a
fissare l’orologio appeso al muro.
-Che stai facendo?-
-Secondo te Bradin? Aspetto Babbo Natale!-
-Non credevo che ci credessi
ancora!- la prese in giro scompigliandole i capelli e sedendosi accanto a lei,
ancora un po’ turbato dalla discussione avuta con Erika.
-Mi domando se sia l’influenza negativa di questo paese o
solo la tua intelligenza più alta del normale a farti sparare queste
stupidaggini!-
-Avanti Nikky, era solo una battuta! A
parte gli scherzi, che stai facendo?-
-Sto aspettando Cameron…ha detto
che sarebbe venuto alle dieci a prendermi, sono già le dieci e un quarto e non
è ancora arrivato!- disse senza staccare gli occhi dall’orologio.
-Non ti preoccupare…arriverà! Quel ragazzino ci tiene troppo
a te! Che dovete fare?-
-Andiamo a mangiare qualcosa insieme! Pronto per iniziare la
scuola?- chiese la ragazza per glissare l’argomento Cameron.
-Ecco come si fa a rovinarmi
l’ultima settimana di vacanza!- alzò gli occhi al cielo lui, appoggiandosi
stancamente allo schienale – Non ci pensavo e vivevo più felice!-
-Invece dovresti pensarci carino, perché esattamente tra
quattro giorni ti alzerai alle nove e prenderai
l’autobus per entrare in quell’edificio da cui passi quasi ogni giorno per
andare alla spiaggia e ti siederai ad un banco con un libro davanti!- gli
sorrise.
-Nikky…. Sei la sorella peggiore che ho!- disse
rabbuiato, alzandosi dal divano.
-Anche perché sono l’unica!- disse
sorridendo, andando alla porta contenta dopo aver udito il campanello suonare.
Il ragazzo ritornò in spiaggia, ma non riprese a fare surf.
Erika se n’era andata.
E come darle torto, si era
comportato proprio male con lei.
Sapeva che la ragazza voleva cercare di reinstaurare i
rapporti che avevano avuto prima di intraprendere la loro relazione…
Si sedette sulla sabbia, con le baccia attorno alle
ginocchia, ad ammirare le onde.
Amava il mare.
E amava fare surf.
Da quando si era trasferito a Play Linda dalla zia questo sport era l’unica cosa sempre fedele che gli fosse
rimasta: di compagnie ne aveva sbagliate molte, di ragazze ancora di più…
Callie era stata la più importante per lui, pensava davvero
che avrebbero passato moltissimo tempo ancora insieme, ma a quanto pare si era sbagliato per l’ennesima volta.
A quanto pare non era bravo a
capire le persone.
Con Sarah non si sarebbe mai dimenticato delle
prima volta, ma non era il tipo di ragazza adatta a lui.
A Erika ci teneva molto, gli era
subito piaciuta, ma la loro storia era impossibile e faceva soffrire troppe
persone, in particolare Jay, il quale, terminata la storia con la giovane
donna-mamma, gli aveva confessato di non aver mai smesso di pensare a Erika.
Infine c’era Faith… ragazza particolare, fantastica, di cui
si era preso una bella cotta, ma ci era stato solo un
bacio, dato che lei si era trasferita a studiare chissà dove!
Si era promesso qualche giorno fa che avrebbe fatto più
attenzione…
Ma eccolo ritornare come prima ad
una festa di Jay, per il suo compleanno, dove aveva rimorchiato una ragazza.
Si era svegliato a letto con lei, bionda, formosa, mai vista
prima e lei si era spaventata tanto quanto lui,
probabilmente ubriaca pure lei la sera prima.
Non aveva detto nulla a nessuno di ciò.
Alcuni ragazzi al posto suo si sarebbero vantati, ma per lui
era solo l’ennesima prova che non era affatto
cresciuto.
Il fatto di essere già andato a letto qualche ragazza non
implicava che fosse diventato più maturo e tutto ciò lo dimostrava.
Forse aveva ragione sua zia a cercare di controllarlo e
definendolo ancora un ragazzo…
Sospirò grattandosi per un attimo la nuca con la mano destra
e abbassando lo sguardo.
Notò un gruppo di amici giocare a
beachvolley poco lontano e fu tentato di andare ad aggiungersi.
Avrebbero potuto essere benissimo suoi compagni di scuola.
Tra quattro giorni sarebbe entrato nella
California Beach Linda School a frequentare il terzo anno…
“Che palle” pensò continuando a
osservare le tre ragazze del gruppo intente a recuperare una palla e
schiacciarla contro la squadra maschile avversaria.
-Era fuori!- si lamentò alzando un
braccio un ragazzo
-Sam, la palla era dentro, mettiti gli occhiali anche in
spiaggia!- lo riprese una ragazza bionda che Bradin
vide solo di schiena.
-Bradin! A tavola!-
Al richiamo di Ava si alzò, dando
un’ultima occhiata al gruppo e dirigendosi verso casa.