1- Di ombra, silenzio e sparizione
Il Filo Nero
Di
ombra, silenzio e sparizione
- Oh, che meraviglia! Quanto verde! - esclamò Sakura
guardando fuori dal finestrino, incantata dallo spettacolo del bosco
che abbracciava la strada.
- A Tōkyō non ci sono così tanti alberi, e nemmeno a Hong
Kong – concordò Meiling dal sedile dietro, mentre
l'autobus avanzava lentamente su per la salita della montagna.
- Qui potrai correre quanto vorrai, Sakura – disse Tomoyo
all'amica, mentre puliva con cura l'obiettivo della sua videocamera.
- Già! -.
- Scusa, ma...- la tonda testolina di Kerochan fece capolino dallo
zaino della sua padrona – Perché siete venuti in
gita qui? Ci sono dei musei, per caso? -.
- No, è per immergere noi ragazzi di città nella
natura per qualche giorno – rispose Shaoran.
- Esatto – bisbigliò Sakura a Kerochan,
eccitatissima all'idea – Faremo esercizi di orientamento con
la bussola, lezioni di botanica, osserveremo gli uccelli...
sarà bellissimo! -.
- Secondo me ci scappa anche una prova di coraggio, vedrete! - disse
Meiling, facendo rizzare i capelli in testa a Sakura.
- Come... come sarebbe? Quella la facciamo già al campeggio
al mare! Che bisogno c'è di farla anche qui? -
esclamò.
- Oh, insomma! - la redarguì Kerochan – Sei la
Signora delle Carte di Clow: come
fai ad avere paura di un qualche fantomatico fantasma che
neanche esiste?
-.
- È una questione d'atmosfera – ribatté
lei, piccata – Mi spavento -.
Kerochan sembrava sul punto di rispondere qualcosa, quando la voce
dell'insegnante annunciò che stavano per arrivare, e di
prepararsi a scendere.
- Ah, che aria frizzante! - esclamò Meiling, respirando a
pieni polmoni.
- E che profumo! - disse Tomoyo, inspirando profondamente –
Devono essere gli alberi qui intorno. Lo senti, Sakura? Sakura? -.
Sakura e Shaoran non avevano ancora aperto bocca, entrambi attenti e
con la fronte corrugata.
- Ehi, va tutto bene? - chiese Meiling.
- C'è... qualcosa di strano – disse Sakura.
- Già – annuì Shaoran.
- Strano? Strano in che senso? Avvertite qualcosa? -.
- Sì, ma... non capisco -.
Sakura non ebbe il tempo di spiegarsi meglio, perché
dovettero dirigersi verso le loro stanze e sistemare i bagagli, e fra
una chiacchiera e l'altra la strana sensazione avvertita dai due si
affievolì leggermente.
Senza però scomparire del tutto.
Fu solo a cena che riuscirono a rivedersi e, a giudicare dalla sua
espressione, anche Shaoran doveva averci pensato tutto il tempo.
- Mi sembra assurdo – fu la prima cosa che disse Sakura.
- Già, anche a me – convenne l'amico –
Ma, nonostante sia una percezione piuttosto vaga, direi che
è inconfondibile -.
Sakura annuì.
- Una Carta di Clow – sospirò.
- Non è che te ne è scappata qualcuna? -
tentò Shaoran.
- No, poco fa le ho ricontrollate tutte. Non ne manca nessuna
– Sakura scosse la testa – Non capisco. E non
capisco nemmeno perché non riusciamo ad individuarla con
sicurezza. È come... -.
- Un profumo. Sì, lo so. Non capisco nemmeno io da dove
provenga esattamente. Questo posto sembra esserne impregnato -.
Il luogo in cui si trovavano era una struttura con camere dotate di
letti a castello, un grande salone per i pasti e un maneggio.
Comprendeva inoltre un campo per il tiro con l'arco e alcuni campi da
calcio e pallavolo. L'ideale per trascorrere qualche giorno all'aria
aperta a fare sport o a passeggiare nei boschi.
- E Kerochan cosa dice? - chiese Shaoran, che da quando erano scesi
dall'autobus non aveva ancora abbassato la guardia.
- Mi ha detto di provare a fare una cosa dopo cena, in camera. Vieni
anche tu? -.
Shaoran annuì, mentre Sakura nascondeva un grosso panino al
burro in un fazzoletto.
- Ehi, mi passi quei biscotti? - gli sussurrò, attenta che
nessuno la vedesse nascondere del cibo.
Il ragazzo sorrise, prendendo una manciata di biscotti e passandoli
lesto a Sakura. La mano che lo sfiorò mentre lei li prendeva
gli fece correre un brivido lungo la schiena, ma la ragazza non
sembrò accorgersene. Doveva essere davvero preoccupata per
quella Carta misteriosa.
- Fiamo ficuri che non verrà neffuno a difturbarci? -.
- Kerochan, non si parla con la bocca piena! - lo rimproverò
Sakura – Manda giù prima di parlare -.
- E comunque non preoccuparti – intervenne Shaoran
– Gli altri sono di sotto a giocare a carte -.
Sakura sorrise, rendendosi conto dell'ironia di quella frase: anche
loro stavano "giocando a carte", in un certo senso.
- Meiling e Tomoyo hanno detto che faranno attenzione che nessuna delle
ragazze torni in camera -.
- Bene – Kerochan aveva finalmente deglutito –
Buoni, questi biscotti. Ve li daranno anche doma... -.
- Kerochan! - esclamò Sakura – È una
cosa seria! Si può sapere di che Carta si tratta? Non le
avevo raccolte tutte? -.
Il guardiano delle Carte si sedette sul letto con aria solenne, di
fronte a Sakura, mentre Shaoran si era sistemato a cavalcioni di una
sedia.
- In realtà c'è... qualcos’altro. Altre
Carte, che tuttavia non sono come quelle che hai catturato finora -.
- Come sarebbe? Cos'hanno di diverso? -.
- Che, una volta catturate, pur essendo in tuo possesso non potrai
utilizzarle. Non hanno alcun... potere effettivo –
spiegò Kerochan.
- E allora a cosa servono? -.
- Fondamentalmente... a niente – Sakura e Shaoran si
scambiarono uno sguardo perplesso – Racchiudono
simbolicamente un tipo di forza, di spirito presente nel mondo, pur non
avendo alcun potere offensivo. Esistono e basta -.
- Esistono... e basta – ripeté Shaoran assorto,
tentando di comprendere quella frase – In effetti, un grande
mago come Clow Reed può anche aver fatto una cosa del genere
-.
- Esattamente – annuì Kerochan –
Però quel tipo di Carte era più legato a Yue,
perciò io non ne so molto. Dato che non hanno potere
offensivo è meno difficile tenerle a bada, e bastava il
guardiano della Luna a controllarle. Io invece, contando sul potere del
Sole, avevo il compito di custodire le
più pericolose -.
- Sì, e abbiamo visto tutti come l'hai fatto
– commentò Sakura.
- Ehi, ancora con questa storia? Alla fine le Carte le hai catturate
tutte, no? - sbraitò il leoncino, offeso.
- Sì, ma... -.
- Scusa un momento – intervenne Shaoran – Se queste
Carte non hanno potere offensivo, significa che lasciate in
libertà sono... meno pericolose? -.
- Esatto. Come vi ho già detto io non le conosco molto, ma
posso affermare che non sono né malvagie né
violente. Probabilmente non causeranno alcun danno -.
- E allora... come facciamo a trovarla? - domandò Sakura. Di
solito le altre si erano sempre, in qualche modo, fatte trovare: lei,
Kerochan e Shaoran avevano spesso seguito la scia dei loro guai, per
poi individuarle e catturarle.
- Inoltre è strano – aggiunse Shaoran –
che non riusciamo a percepirla con esattezza. È... vaga,
indistinta. Come se fosse in questa stanza ma anche fuori, nel bosco.
Come se questo posto e le vicinanze ne fossero impregnati -.
- Sì, lo so – ammise Kerochan con un sospiro
– Me ne sono accorto anch'io, ma vi ripeto che non le conosco
molto: non so perché accada una cosa del genere. Per questo
è importante almeno riuscire a capire di quale Carta si
tratti -.
- E come? - chiese Sakura.
- Come hai fatto con la Carta dello Specchio –
spiegò il leoncino – Usando le Carte come se
fossero dei tarocchi -.
Ormai il mazzo a disposizione di Sakura era piuttosto consistente, ma
qualche minuto dopo Shaoran l'aveva spezzato e lei aveva distribuito le
Carte. Come l'altra volta, in cima c'erano le tre prescelte, tutte
voltate.
Sakura girò la prima.
La Carta dell'Ombra.
Poi la seconda.
La Carta del Silenzio.
E la terza.
La Carta della Sparizione.
- Ombra, Silenzio e Sparizione... - mormorò Sakura
– Che cosa vogliono dire? -.
La finestra, leggermente aperta, lasciò entrare un po' della
brezza primaverile di quella sera, portando con sé il
profumo del bosco.
L'oscuro cappuccio dell'Ombra sembrava osservarla, la dama del Silenzio
invitarla a riflettere e il sorrisetto beffardo della Sparizione
sfidarla a comprendere.
- Hmm... non riesco a capire! - esclamò dopo un po',
frustrata.
- Non arrendiamoci così in fretta, riflettiamo con calma
– disse Shaoran – Devono essere legate, in qualche
modo: cos'è che sparisce, nell'ombra e nel silenzio? -.
Il ragazzo ci stava mettendo tutto il suo impegno, e lei non poteva
essere da meno. Chiuse gli occhi e respirò profondamente,
cercando di ignorare la sensazione che le comunicava la presenza della
Carta in ogni particella d'aria, concentrandosi sul messaggio delle tre
che aveva voltato.
Qualcosa. Che sparisce. Nell'ombra. E nel silenzio.
Ombra... Silenzio...
Sparisce e non c'è più... Forse per sempre...
Riaprì gli occhi all'istante, quando riconobbe l'immagine
che le era apparsa nella mente come il volto di sua madre.
Scosse piano la testa, chiedendosi che cosa c'entrasse, quando
improvvisamente capì.
Sua madre era scomparsa, nell'ombra e nel silenzio. Era morta.
- La... Morte...
- mormorò, esterrefatta.
- Come? - chiese Shaoran accanto a lei, la voce leggermente turbata
– Ma no... non è possibile... -.
- Invece sì – lo interruppe Kerochan –
Non mi suona nuova, sapete? È possibile che ci fosse una
Carta con questo nome, anche se al momento non riesco a ricordare le
fattezze del suo spirito... -.
- Ma... - Shaoran sembrava ancora sbigottito – La Morte? -.
- Non fate quelle facce – disse Kerochan scuotendo la testa
– Non è che possa uccidere qualcuno.
Assolutamente no. Vi ho già detto che non ha un potere
offensivo -.
- Ma allora... - Sakura non riusciva assolutamente a capire –
Allora che sta facendo qui? Perché ha scelto questo posto?
Come facciamo ad individuarla? -.
- Non lo so – ammise Kerochan – Non la ricordo
molto, questa Carta. Forse Yue ne saprebbe di più, ma non
credo possiamo parlargli per telefono -.
- No, infatti – convenne Sakura, scoraggiata – Non
abbiamo alcun indizio -.
La mano che le si poggiò sulla spalla sembrò
consolarla un po', perché quando alzò lo sguardo
vide Shaoran che sorrideva fiducioso.
- Non preoccuparti. Vuol dire che terremo occhi e orecchi bene aperti:
sono sicuro che scopriremo qualcosa -.
Sakura annuì, sorridendo piano, consapevole che quella
strana sensazione non avrebbe abbandonato nemmeno lui.
- Che ne dite se raggiungiamo gli altri? - propose, di nuovo allegra
dopo un profondo sospiro – Anche se spero che abbiano smesso,
di giocare a carte! -.
- Hotaru, sei qui? - domandò una bambina coi capelli
raccolti in due grandi codini, muovendosi con sicurezza nella radura
grazie alla luce chiara della luna.
- Sì – rispose una ragazzina, il cui caschetto
nero si sarebbe potuto confondere nell'oscurità se non fosse
stato per la pelle chiarissima, quasi più bianca della luce
lunare.
- Senti... secondo te quanto manca alla luna piena? -
domandò la bambina, con un'espressione ansiosa dipinta in
volto.
- Circa tre giorni – rispose con sicurezza l'altra,
osservando il cerchio quasi completo della luna sopra di loro
– O tre notti, come preferisci -.
La bambina annuì, leggermente più sollevata.
- Allora è meglio che cominciamo – propose, mentre
l'altra annuiva e si alzava dall'erba fresca della sera.
Iniziarono ciò che dovevano fare, assorte, immerse in una
pozza di luce bianca. Il vento frusciava leggero, accarezzando i loro
capelli e la criniera bianca di uno splendido cavallo che,
lì accanto, non le perdeva di vista.
Questa storia si
è classificata prima al contest "Alice
nel paese di..." di Fabi_Fabi.
Sono felicissima di tale
risultato, anche perché questa è la mia prima
cross-over. Praticamente dovevamo ispirarci ad una frase tratta da
"Alice nel Paese delle Meraviglie" (che troverete qualche
capitolo più avanti) e ad un'immagine- io ho scelto questa.
Si è
classificata inoltre quarta al contest "La
Morte, la mia compagna" di Diana21: da contest, dovevamo
scrivere qualcosa incentrato appunto sulla morte, scegliendo una parola
o un'espressione da inserire. Qui troverete "fasci d'erba e rugiada
luccicante".
Chiarisco subito una
cosa: di "Naruto" sarà presente un personaggio soltanto,
necessario ai fini della storia. Non vi dico chi, comunque. ^^
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