Un'occasione

di Annette85
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Nota: Questa storia è stata scritta per il Calendario dell'Avvento 2010 di Michiru ed è basata sul prompt del dodicesimo giorno (12 dicembre): "All I want for Christmas is you".

Buona lettura^^


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Un'occasione

Si stiracchiò e ne approfittò per guardarsi intorno: la biblioteca sembrava deserta, tranne che per una ragazza dai capelli ricci e ribelli che stava china sui libri e scriveva su metri e metri di pergamene.

Più di qualche volta si era chiesto come facesse a mantenere la concentrazione in un luogo che solo in teoria era silenzioso, e ancora non si era dato risposta.

La spiava ormai da giorni, se non settimane, e ancora non era riuscito a chiederle nulla.

In compenso aveva scoperto qualcosa: le piacevano i libri, soprattutto quelli più grossi e difficili; ogni tanto si sistemava una ciocca di capelli dietro l’orecchio sinistro; mordicchiava la sommità della piuma quando rifletteva su qualcosa o leggeva un passaggio particolarmente complicato; riusciva a isolarsi completamente dal mondo che la circondava, perché qualsiasi cosa succedesse, lei non si faceva distrarre.

Era piacevole stare a guardarla, nascosto tra gli scaffali alti della biblioteca o seduto a un tavolo appartato per sfuggire alle tante fan che affollavano la scuola.

Lei, però, sembrava non notarlo minimamente e anche se lo incontrava nei corridoi non lo fermava con la scusa dell’autografo.
Proprio quel suo essere del tutto indifferente al fascino del “grande e famoso giocatore di Quidditch” l’aveva attratto più di qualsiasi altra cosa: era come un Boccino d’Oro, sfuggente e praticamente impossibile da prendere.

Ma lui voleva provarci. Voleva provare ad avere un’occasione per afferrarla, per vedere che effetto faceva quando una ragazza non cade subito ai tuoi piedi.

Il Ballo del Ceppo era vicino ed era forse l’occasione giusta per poterla conoscere meglio, senza continuare a spiarla, quindi si alzò, prendendo il coraggio a quattro mani, e si diresse verso di lei.

Si stupì di quanto fosse facile e naturale parlarle, nonostante non conoscesse benissimo la lingua, e il sorriso che le illuminò il viso, gli fece capire di aver fatto la cosa migliore.





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