Lilium
Cruentus1
A sad, sad Christmas Carol
And you wake up crying to a world
Where she's long since gone
But you feel the pain
So close
As if she'd died today 2
(Pain of Salvation, Lilium Cruentus)
La loro casa
non è visibile all’occhio dei Babbani; ma per gli altri, per chi appartiene al
mondo magico, è stata lasciata intatta, così come è stata ridotta quel giorno
dal potere più oscuro e malefico che ci sia mai stato.
L’uomo
vestito di nero che sta in piedi davanti all’edificio sembra non sentire il
freddo, nonostante i frequenti fiocchi di neve che cadono sulla sua veste e sui
suoi capelli scuri.
Severus
Piton è come rapito: non sente niente di ciò che lo circonda, gli occhi
incollati su quelle misere rovine.
Ha sempre
sentito una particolare affinità con quel luogo.
La casa dove
lei ha vissuto con un altro, dove è morta così eroicamente e dove ora la sua
anima riposa per sempre. Insieme a lui.
Come la loro
casa, anche Severus è stato distrutto quel giorno.
Anche lui è
rimasto comunque in piedi, in qualche modo.
Anche lui è
rimasto intatto nella sua distruzione, per tutti quegli anni.
Perfettamente
conservato nel suo dolore. Nel dolore della sua salvezza che, comunque, non può
restituire quella di lei.
Incatenato
in quella triste condizione da un sortilegio molto più oscuro di quello che ha
fatto esplodere quella casa e che ha causato la loro morte.
L’amore.
Lui però non
ha una targhetta addosso che reciti:
“Severus
Piton, uomo devastato da un amore impossibile,
prova
vivente di quanto il sentimento più salvifico del mondo
possa
essere distruttivo.”
Lui, adesso
che sta curvo ed immobile davanti a quelle rovine da qualche ora, sembra
un’orchidea nera, funerea ed appassita, cresciuta per sbaglio in mezzo alla
neve candida.
Lo fa ogni
anno, Severus.
Nessuno sa
dove si rifugi ogni volta durante le vacanze di Natale. Forse neanche Silente.
Se ne va da
Hogwarts la sera di ogni 19 dicembre e sparisce per una settimana intera, senza
dire niente a nessuno.
Torna
esattamente sette giorni dopo, sempre più cupo e irritabile di quando se n’è
andato.
Qualcuno
degli studenti se lo immagina con il suo consueto abito nero sdraiato a
prendere il sole su una spiaggia tropicale, a sorseggiare succo di papaya da un
bicchiere con l’ombrellino.
Qualcun
altro, più realista, crede che l’arcigno insegnante di Pozioni si rinchiuda in
una grotta come un eremita, per sfuggire all’allegria forzata di quei giorni
festivi.
Nessuno può
immaginare che, da dieci anni, ogni Natale, Severus Piton prenoti una stanza in
una pensioncina malandata a Godric’s Hollow, pagando un sovrapprezzo per non
essere disturbato mai per nessun motivo e per mantenere la segretezza della sua permanenza.
Il
proprietario, un ometto tarchiato e sempliciotto, ormai è abituato a quel tipo
strano dall’espressione severa che ogni anno passa lì il periodo di Natale da
solo e da un pezzo non si fa più troppe domande. L’ha catalogato come una delle troppe
persone eccentriche di cui è pieno il mondo.
Nessuno può
immaginare dove Severus Piton si rechi il 25 dicembre di ogni anno, da dieci
anni.
Anche
stavolta, Severus ha passato i primi giorni della sua “vacanza” nella camera
che ha pagato, senza uscire nemmeno per cenare.
Poi, il
giorno di Natale, puntuale, si è avviato con passi lenti e misurati in mezzo
alla neve, verso la sua meta.
Arrivato
davanti alla casa che era di James e Lily Potter, si è fermato qualche ora ad
osservarla, immobile e silenzioso.
Ignorando i
pochi passanti che osavano lanciargli un’occhiata curiosa, come al solito non
ha toccato niente, non ha detto una parola, non si è mosso.
Non ha quasi
nemmeno respirato.
Severus ora
lancia un’ultima occhiata alle rovine annerite, al cartello con l’iscrizione,
al giardino devastato.
Poi, con un
movimento delle labbra quasi impercettibile, sussurra: “Lilium Cruentus”.
Un piccolo
fiore candido appare ai suoi piedi e sboccia delicato sotto i suoi occhi
stanchi, sbucando dalla neve fresca e confondendosi in mezzo a quel bianco
intatto. Poco distante, subito dopo, spunta un altro fiore, stavolta scuro, che
si piega fino a toccare il primo, come a volerlo proteggere.
Severus si
volta con un scatto e dopo un ultimo sguardo rivolto ai due fiori, si incammina
per tornare alla pensione, lasciandosi alle spalle l’unico segno del suo
passaggio in quel luogo.
Un giglio
bianco ed un’orchidea nera.
Quasi
intrecciati tra loro, quasi abbracciati.
L’ultimo
incantesimo creato dal Principe Mezzosangue.
Il suo consueto
regalo di Natale per lei.
They tell me you are better off
Where you are now
Well, I don't care
They tell me that your pain is gone
Where you are now
Well, you left it here... 3
∼
∼ ∼ ∼ ∼ ∼ ∼ ∼ ∼ ∼ ∼
∼ ∼ ∼ ∼ ∼ ∼ ∼ ∼ ∼ ∼
∼ ∼ ∼ ∼ ∼ ∼ ∼ ∼ ∼ ∼
∼ ∼ ∼ ∼ ∼ ∼
1 Giglio
insanguinato
E ti svegli piangendo in un mondo
Da cui lei se n’è andata da tempo
Ma senti il dolore
Così vicino
Come se lei fosse morta oggi
Loro mi dicono che stai meglio
Lì dove sei adesso
Be’, a me non importa
Mi dicono che il tuo dolore è svanito
Lì dove sei adesso
Ma l’hai lasciato qui…
Allora.
Severus, ancora, già.
Volevo
scrivere una storia di Natale e mi è uscita questa qui. Volevo scrivere
qualcosa di dolce, ma magari che scaldasse il cuore (visto che qui continua a
nevicare e c’è un gelo polare), ma non mi è venuto niente del genere. Un po’
anche perché avevo in mente da un po’ questa scena di Piton davanti alla casa
di Lily… oddio, veramente lo immaginavo davanti alla tomba di Lily, ma la casa
rendeva ancora meglio l’idea e poi mi piaceva la metafora (edit: è effettivamente una similitudine e non una metafora, come mi è stato fatto notare) tra le rovine e… lui.
Non
vorrei dire troppo (finisco sempre col dire troppo). La canzone l’ho
scoperta per caso, ma era talmente attinente (sia il genere che il testo) che
ha dato anche il titolo all’OS. “Lilium Cruentus” in latino significa “giglio
insanguinato”. Più attinente di così…! :S
Sopra
ho messo la traduzione dei due pezzi della canzone che ho citato. E, così, per
gradire, ho inserito anche un riferimento al gruppo (i Pain of Salvation,
“dolore della salvezza”, o qualcosa del genere) in una frase lì in mezzo alla
storia. Se la volete sentire, c’è il link dopo la prima citazione, sul nome del
gruppo e della canzone. Anzi, se la sentite mentre leggete la storia è anche
meglio… ma ormai chevvelodicoaffare, l’avrete già letta -.-‘’
Per
quanto riguarda i fiori, il giglio bianco è un ovvio riferimento
al nome di Lily (in inglese significa proprio “giglio”), mentre l’orchidea
nera è questo fiore QUI. Non c’è bisogno che vi spieghi
perché secondo me si addiceva a Severus, un po’ perché è una cosa soggettiva ed
un po’ perché non saprei farlo. Per l’idea in effetti devo ringraziare Grey’s
Anatomy -.-‘’
Grazie per aver letto, grazie se commenterete.
Ah, c’è qualcosa che non mi convince, forse l’ultima frase.
Se sapete cos’è o pensate di saperlo… fatemelo sapere!
Baci.