cap1
Mi ero sempre chiesto cosa passasse nella mente di quel ragazzo, sempre per conto suo, solitario. Si faceva vedere solo quando c'era strettamente bisogno di lui e poi rispariva di nuovo, senza render conto a nessuno. Avevo provato persino a chiedere a Gokudera cosa ne pensasse, ma lui mi aveva semplicemente risposto che "era fatto così" e che "dovevo lasciarlo perdere". Già, in fondo si era sempre comportato a quel modo, da dieci anni a quella parte. Eppure sentivo come dispiacere nel vederlo così, non potevo credere che esistesse davvero una persona che non volesse nessuno al suo fianco.
"Probabilmente non lo capirò mai..." Sospirai, tirandomi su la
katana che pian piano sentivo cadere dalla mia spalla.
Doveva essere parecchio tardi visto che ormai il tramonto stava
scomparendo e le prime stelle iniziavano a saltar fuori in cielo.
Dovevo sbrigarmi o gli altri si sarebbero preoccupati.
Camminai per qualche altro minuto, ripiombando di nuovo in quei miei
dubbi, finchè non andai a sbattere contro qualcosa... O
qualcuno, non lo capii di preciso. Alzai quindi lo sguardo per
chiarire, vedendolo in seguito davanti ai miei occhi.
Hibari mi fissava dall'alto in basso, con la sua solita aria di
superiorità e distacco, il suo atteggiamento sempre impassibile.
Scrollò appena le spalle, riprendendo a camminare senza degnarmi
di una parola.
"Ah! Hibari!" Wow, quella si che era una coincidenza! Parli del diavolo e... vabbè, avete capito.
Si bloccò immediatamente, fissandomi in malo modo.
"Non pronunciare il mio nome con quel tono amichevole, non ho niente da
spartire... E adesso, se permetti, devo muovermi o arriverò in
ritardo."
Cavolo, diretto come sempre... chissà qual era la causa di quel suo tremendo caratteraccio.
"Vai anche tu dagli altri?"
"Solo perchè Sawada ci ha convocati per una questione urgente su
cui discutere..." Prese a camminare, allontanandosi pian piano.
"A... allora possiamo fare la strada insieme..." Mossa azzardata,
probabilmente mi avrebbe preso a calci o robe simili, ma almeno potevo
dire di averci provato! "Se ti va, ovviamente..."
"Yamamoto Takeshi..." Mi si parò davanti impugnando i tonfa che
immediatamente, con un gesto fulmineo, mi portò al collo. Mi
fissò poi dritto negli occhi, impassibile come in precedenza.
"Quali sono le tue intenzioni?" Diffidente come al solito.
Perchè il mio nome detto da lui suonava in maniera così terribilmente spaventosa? Sembrava quasi una sentenza...
"N... Niente di che! Era per avere un po' di compagnia, tutto qui!"
"Non ho bisogno di cose futili come la compagnia." Alla fine decise di
lasciarmi perdere, incamminandosi lungo la strada che lo avrebbe
portato al quartier generale dei Vongola.
"Almeno potresti provare a darmi una possibilità, che dici?" No,
non potevo averlo detto sul serio, quello mi ammazzava se mi aveva
sentito!
Non mi ascoltò, semplicemente procedette, per fortuna... Tirai
un sospiro di sollievo, riniziando di nuovo a percorrere la sua stessa
strada a qualche metro da lui. Era sempre andata così e anche
quella volta non era diversa, costretto a fissare la sua schiena che
avanzava sicura e solitaria davanti a me. Avrei voluto fargli troppe
domande...
"Non ti senti mai solo?"
"Perchè dovrei sentirmi solo?"
Beh, almeno mi aveva risposto, era un passo avanti.
"Non so, sembra che tu cerchi sempre di evitare chiunque..."
"Non ho alcun motivo per stare con altre persone, quindi è ovvio
dire che non vedo neanche il motivo per cercare la loro compagnia."
Ancora una volta, la sua voce sembrava priva di sentimenti.
Era come parlare ad un muro, non potevo ribattere in nessuna maniera
tanto mi avrebbe detto sempre e solo le stesse identiche cose. Mi
sentivo davvero triste per lui...
"Tu..." Mi fissò per un secondo con la coda dell'occhio,
guardando poi avanti mentre camminava. "...Potrei chiederti la stessa
cosa, solo al contrario."
Credetti seriamente di aver sentito male, non avrei mai creduto che una
persona come lui mi avrebbe rivolto prima o poi quella domanda.
"E' ovvia la risposta!" Sorrisi senza neanche accorgermene, tanto era
banale per me. "Credo che senza i miei amici non potrei vivere, non
sarebbero divertenti le giornate senza di loro!"
"...Capisco..."
"E in mezzo ci sei anche tu ovviamente."
"Per quale motivo continuate a starmi vicino, a considerarmi uno di
voi?" Salì finalmente uno ad uno i gradini che portavano
all'enorme portone in vetro dell'edificio. "Perchè dite che sono
vostro amico quando io, per primo, non vi considero tali?"
"Beh, immagino che non possa parlare a nome degli altri, ma...
personalmente io ti ho sempre considerato a prescindere uno di noi."
Non ero certo famoso per riuscire a nascondere le cose, infatti gli
dissi la pura e semplice verità.
Però...
"Però non dire che non ci consideri tuoi amici, se non ti fosse importato di noi non saresti qui adesso."
Ridacchiò ed entrò all'interno, iniziando a camminare per
la serie di corridoi che avrebbero portato nell'ufficio del Boss. Non
appena fu arrivato, fissò l'orologio da polso: erano decisamente
in anticipo rispetto all'appuntamento prefissato.
"Maledizione, e adesso che diavolo ci sto a fare qua?"
"Ti serve compagnia?" Ok, me la stavo cercando, lo ammetto. Prima o poi una sonora legnata non me l'avrebbe tolta nessuno.
Sospirò, fissandomi in malo modo.
"Se non fossimo in questo posto, ti morderei a morte per il fastidio che mi stai dando..."
"Non ne dubito..." Sapevo fin troppo bene che l'avrebbe fatto
purtroppo. "Comunque... non è meglio se ci sediamo da qualche
parte mentre aspet...?"
Hibari, senza neanche attendere che finissi la frase, accelerò
il passo verso la sala accanto a quella del Boss, dove solitamente
aspettavamo in attesa di essere chiamati.
Forse non dovevo andargli dietro, stavo sfidando troppo la fortuna,
eppure lo feci senza neanche pensarci troppo... Ma sapete una cosa? Non
mi interessava. Volevo solo trascorrere del tempo insieme a lui, era
forse una colpa?
Lo seguii quindi, sedendomi su un divano lontano. Come? Perchè
non accanto a lui? Semplice, non ero così voglioso di morire.
Fu però quando alzai gli occhi che, anche se per una frazione di
secondo, incrociai il suo sguardo, una cosa abbastanza strana visto che
non si interessava a nessuno. Sentii come un brivido percorrermi la
schiena e uno strano calore alle guance prendere il sopravvento su ogni
altra mia sensazione. Ammetto di essere rimasto imbambolato a fissarlo
nonostante avesse ormai distolto lo sguardo.
Hibari sospirò, appoggiandosi allo schienale del divano.
"Hibari... davvero ti piace stare da solo?" Mi fulminò in un secondo ma poi si arrese.
"Tanto non avrei comunque nessuno con cui stare, no?"
"Ma che stai dicendo?! Secondo te perchè sono qui con te allora?"
"Se tu avessi potuto, non penso saresti stato qua a parlare con me." Ridacchiò.
"Se sono qua a parlare con te significa che lo voglio, perchè
mai dovrei fare una cosa contro la mia volontà?" Quel suo modo
di parlare mi stava facendo stare male seriamente.
In un attimo Hibari si alzò, sovrastandomi completamente. Mi
fissò dritto negli occhi, una strana luce nei suoi occhi.
"Tu.."
Ecco, quello da cui ero scampato fino a quel momento era infine giunto. Mi avrebbe sicuramente massacrato!
"Non direi certe cose con così tanta leggerezza."
Cosa?
"Perchè non dovrei? E' ciò che penso!"
Fu questione di pochi secondi, la mano di Hibari si avvicinò
pericolosamente al mio collo, stringendomi e strattonandomi a lui. Le
nostre labbra si congiunsero avidamente, come se volesse dimostrare la
sua idea.
"Perchè ciò che dici potrebbe avere brutti effetti sugli altri..." Ghignò, andando poi a ribaciarmi.
Credetti di immaginarmi tutto, quella situazione e quella sensazione
erano troppo surreali per essere vere. Sentivo le sue labbra sulle mie,
una cosa che non avrei neanche pensato lontanamente potesse accadere, e
ciò che mi diede più preoccupazione era il fatto che non
mi stava dispiacendo affatto...
Lentamente insinuò la lingua nella mia bocca, in cerca della
gemella, poi si staccò per prendere leggermente fiato, il
respiro corto a causa della mancanza di ossigeno. Mi sorrise,
allontanandosi poi da me ed uscendo dalla stanza. Si fermò solo
un secondo, sulla soglia.
"Ciò che desidero è ben diverso dalla semplice
amicizia..." Sussurrò, "...Takeshi..." richiudendo dietro di
sè la porta.
Dire che ero confuso era un eufemismo. Non ebbi nemmeno la forza di
corrergli dietro, di chiedere spiegazioni o altro. Rimasi semplicemente
lì, imbambolato, a fissare la porta da cui era sparito.
"Mi ha chiamato per nome... e mi ha..." Mi portai una mano alla bocca, arrossendo tremendamente.
Ci eravamo baciati! Ci eravamo baciati! Altro che starsene da solo, che
cosa intendeva con quella frase ambigua con cui se ne era venuto fuori?!
"Perchè devi essere così incomprensibile, Hibari!!"
***
Stiamo passando da una coppia all'altra con estrema facilità, in questo periodo xDDD Sarà il natale~ *W*
Uhm, è una letturina davvero leggera, sì, niente di
complicato xD Però almeno (e stranamente) non è una
one-shot! °A° YattaH!
Spero interessi a qualcuno xDDDD Baci Baci~
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