Attenzione!
Questa
è una ff strana, leggermente piccante, abbastanza ironica
(spero!) e disgustosamente romantica, però siamo sotto
Natale, ed ho deciso di concedere una deroga al mio stile usualmente
molto poco… "rosa".
Ho deciso di pubblicarla adesso e non domani sera perché...
Beh, non vedevo l'ora ^_^!
Una
oneshot leggera per augurare buon Natale a tutte le fanwriters e le
beta di EFP.
Armatevi
quindi di insulina e state pronte alla melassa!
Tanti
auguri donne… E che il 2011 ci porti più Drarry e
meno problemi ^_^!
Baci
a tutte!
Byby!
*
24 dicembre, tardo pomeriggio.
Draco si allontanò un po' per ammirare la sua opera in tutta
la sua bellezza.
Sì, forse era un po' troppo… troppo, ecco,
però non era riuscito a resistere ad un istinto orgiastico
che l'aveva fatto un po' esagerare.
Un po'… Beh, diciamo molto…
Però, il fine giustificava i mezzi.
Mentre godeva in solitaria del proprio ottimo lavoro ("Complimenti,
Draco, sei stato proprio bravo!", "Grazie, Draco, lo so, lo
so… Ma anche tu hai fatto la tua parte…"),
sentì un fruscìo e una serie di passi scoordinati
che non volevano dire altro che questo: il suo amore imbranatissimo era
appena arrivato a casa via camino.
… E si stava pericolosamente avvicinando alla sala.
- Draco, tesoro? Sono a cas… -
-
Fermolìnontimuovereassolutamentesenonvuoirischiareunpetrificustotalus!
-
- Ma che…? - chiese Harry, bloccandosi fra lo sbalordito e
il divertito, perché era abituato alle alzate di ingegno del
compagno e, nonostante lo amasse tantissimo, queste genialate avevano
sempre il minimo comun denominatore di ritorcersi inconsapevolmente e
regolarmente contro Harry.
- Sshhhh, zitto! Non parlare e fai parlare me! - esclamò
Draco, mettendogli un indice sulle belle labbra rosse.
Harry, che aveva avuto una pessima giornata al Ministero (avevano
sgominato una pericolosa banda di trafficanti di crini di unicorno
contraffatti, capitanata da quella feccia di Mundungus Fletcher), aveva
pregustato il rientro a casa con particolare desiderio, in previsione
di una sessione paradisiaca in camera da letto, nella quale erano
contemplati solo due articoli: lui e Draco. Lo scambiare frasi o
addirittura tenere una conversazione non era stato previsto nella mente
del moro per cui, quando sentì il dito del suo uomo
appoggiarsi sulla sua bocca, trovò naturalissimo aprirla per
accogliere quel dito al suo interno, carezzandolo lentamente con la
lingua calda e morbida, e lanciando al compagno degli sguardi il cui
significato sarebbe stato palese anche ad un Troll.
Non che Harry volesse fare sesso con un Troll, ovviamente,
però distrattamente si domandò come ce lo
dovessero avere…
Fu riportato alla realtà dal corpo tiepido di Draco che gli
si strusciava contro, togliendo però al contempo il
meraviglioso e succulento dito dalle fauci affamate del moro.
- Mmhh, amore, in un'altra occasione saresti già nudo sul
letto con me come unico indumento... - flautò Draco
all'orecchio del moro, che si stava già ammosciando
poiché presentiva un "però" in arrivo.
-… Però
questa non è la serata adatta! - disse, scoccandogli un
sorriso abbagliante, mettendoglisi dietro la schiena e tappandogli gli
occhi con le mani.
- Draco, cosa…?!?!?-
- Silenzio! - lo rimbrottò - Adesso io ti spingo (so che
vorresti esser spinto
in un altro senso ma per una volta dovrai attendere) e ti dirigo, e poi
tu aprirai gli occhi solo quando te lo dirò io!
- Ok… - sospirò Harry rassegnato…
Era sempre così: cedeva, ogni volta, ai capricci del
compagno, tanto poi sapeva che sarebbe stato ricompensato con la
dedizione assoluta della bocca del biondo sul proprio armamentario per
un periodo che immancabilmente variava dal tanto al più
infinito.
Draco lo sospinse verso la sala, lo piazzò proprio sulla
soglia, tolse le mani dal suo viso ed esclamò:
- Ok, amore, adesso puoi guardare!
Harry aprì gli occhi e quello che vide fece fare al suo
cuore un triplo salto mortale: un immenso albero di Natale campeggiava
al centro della stanza. Emanava "ottimo-gusto-Malfoy" da ogni singola
molecola, ed era anche chiaro che era un albero incantato. Sprigionava
un'aura che cangiava dal dorato, al bronzeo, all'argentato. Una sorta
di cromoterapia magica, che induceva in chi lo guardava uno stato di
leggera euforia.
Harry, affascinato, si avvicinò ancora di più a
quella, quella… cosa,
e Draco ne approfittò per spiegare, sorridendo appoggiato ad
uno stipite dell'entrata del salone a braccia conserte, perfetta
immagine dell' "uomo che non deve chiedere mai":
- … Visto che ti lamenti sempre che durante le feste divento
più acido del solito, quest'anno mi sono voluto far
perdonare e ti ho preparato questa sorpresa…. -
- Sshhhh!!! - lo zittì Harry, che ormai era praticamente
incollato all'albero col naso all'insù, ipnotizzato.
La pianta - o la sala stessa, Harry non riusciva a capirlo - era
incantata in modo tale che, andandole proprio vicinissimo e guardando
verso l'alto - proprio come stava facendo il moro in quel momento -
sembrava non dovesse finire mai.
Era letteralmente enorme.
Le decorazioni erano quanto di più delicato e fine si
potesse immaginare: impalpabili strisce di seta semitrasparente erano
confezionate in fiocchi e coccarde, e tanto deliziose quanto fragili
miniature in quello che ad una prima occhiata poteva sembrare cristallo
erano appese ai rami dell'albero.
Soffice ed incorporea neve magica cadeva da chissà dove
posandosi solo ed esclusivamente sull'albero e non a terra, indice
questo del tocco
Malfoy che mai e poi mai avrebbe permesso ad un qualsivoglia liquido di
sostare anche per un nanosecondo sul parquet assolutamente lucido del
salone.
Sia le decorazioni in cristallo che le coccarde e i fiocchi erano
iridescenti, e cambiavano riflesso a seconda delle emanazioni
dell'albero.
Ai piedi di questo, un mucchio di regali confezionati perfettamente
erano stati adagiati con una calcolata noncuranza.
- Draco, è… è… Merlino, non
ho parole! E' stupendo! - e si voltò verso il compagno
sorridendo e mandando lampi dagli occhi verdi.
Il biondo si sentì stringere il cuore per un attimo
perché negli occhi del compagno vedeva lussuria pura, e
ancora non poteva dargli spago: era tutto pianificato al millimetro,
aveva fatto una fatica boia e assolutamente avrebbe rispettato la
tabella di marcia - seppur con qualche rimpianto rivolto al morbido
piumone che ricopriva il loro letto -.
- Amore, questa è solo la prima parte del mio regalo per te!
- sorrise Draco di rimando avvicinandosi all'altro.
- Davvero? Posso avere la seconda parte subito o vuoi farmi aspettare
mentre ti spogli completamente? - ringhiò il moro,
stringendo l'altro in un abbraccio stritolante e affondando il viso nel
collo bianco di Draco il quale sussultò, dimenticandosi per
un attimo di tutti i buoni propositi.
- Ecco… Ehm… Harry… Non…
Non è…. OH, PER SALAZAR! - gridò,
quando Harry dette una stretta improvvisa alle natiche di Draco
spingendolo contro la propria erezione, sempre continuando a mangiarne
il collo.
Il biondo riuscì, raccogliendo tutto il famigerato
autocontrollo Malfoy, a sciogliersi dall'abbraccio dell'altro che, nel
frattempo, lo stava guardando con un'aria che virava dal deluso al
disperatamente eccitato.
- Amore, potremo scopare come e quanto vogliamo… Dopo,
però -
- Dopo cosa? - sospirò Harry, ormai rassegnato e lasciandosi
cadere su una poltrona.
- Dopo la seconda parte del mio regalo! - ghignò Draco,
tendendogli la mano per farlo alzare.
Harry, sbuffando, si fece trascinare al tavolo del salone, dove era
posata una bottiglietta piena di uno strano liquido perlaceo.
- Che roba è, quella?
- Harry diffidava sempre delle pozioni inventate dal compagno,
nonostante il biondo fosse il massimo esperto in materia; anzi, forse proprio per quello.
- Oh, è una cosuccia che ho inventato io… -
cantilenò Draco.
- E a cosa serve? - indagò Harry.
- Lo scoprirai… Dai, bevila! -
- Non ci penso nemmeno! Non toccherò una goccia di quel
liquido se prima non mi dici a cosa serve! - chiosò Harry,
con tono da "uomo-di-casa", mettendo le braccia conserte, guardando
l'altro con aria di sfida.
Quando il moro aveva quell'atteggiamento e lo guardava in quel modo, a
Draco si scatenava regolamente tutta una tempesta ormonale che
normalmente avrebbe avuto come diretta conseguenza capriole infinite
sotto il piumone di cui sopra.
Ma non adesso.
Dovette resistere, e passò al contrattacco (quando ti senti minacciato, urla
sempre più forte dell'altro, era il suo mantra):
- Harry James Potter! Se non bevi subito tre sorsi di quella pozione,
puoi scordarti il mio didietro - e anche il mio "didavanti", se
è per questo - per un bel pezzo! -
ringhiò, all'indirizzo del moro, con l'espressione
più cattiva e contemporaneamente determinata che
riuscì a mettere insieme.
Il Grifone conosceva bene i toni dell'altro. Deglutì
impercettibilmente.
Il pensiero di non poter mettere le mani sul corpo perfetto del
compagno per un periodo indefinito di tempo fu il deterrente decisivo.
Allungò la mano per prendere la bottiglietta, e la
stappò.
Prima di portarsela alla bocca, alzò gli occhi verso l'altro
con uno sguardo comunque indagatore.
- E dai, amore! La berrò anch'io… Serve per
tutt'e due! - ghignò Draco.
Questo convinse Harry definitivamente.
La pozione sapeva di buono: era dolce, ma non troppo, e ti lasciava un
retrogusto di… Felicità.
L'effetto non tardò ad arrivare: dopo aver porto la
bottiglia al compagno per fargli bere la sua dose, Harry
cominciò a sentirsi leggero leggero, e la stanza
sembrò ingrandirsi intorno a lui.
Oppure… Oppure era lui che stava rimpicciolendo?
Terrorizzato, non riusciva ad emettere fiato per chiamare Draco in suo
soccorso anche perché, guardandosi intorno non lo vedeva
più.
Non fece in tempo a fare altre considerazioni, che si sentì
levitare e poi… Scaraventare direttamente contro l'albero,
che in quel momento gli sembrava alto quanto l'Everest!
Harry si risvegliò da uno stato di semi incoscienza,
sentendosi avvolto da un buon profumo e da un calore familiare: Draco
lo stava tenendo in grembo, seduto su quello che sembrava essere un
soffice manto erboso, ricoperto di neve ancora più soffice.
- Ehi… - lo salutò dolcemente il biondo.
- Ehi… Dove siamo? - chiese Harry, ancora intontito.
- Guardati un po' intorno e vediamo se indovini… -
sussurrò Draco, aiutandolo ad alzarsi.
Aggiustandosi gli occhiali sul naso, Harry non riusciva a capire dove
fossero: intorno a loro era tutto un intrico di rami di albero di pino
e non c'erano case o persone in vista ma, nonostante non si riuscisse a
vedere il cielo - era come se fosse notte - piccole torce poste in
terra segnavano loro il cammino, e il luogo non sembrava pericoloso,
neanche lontanamente. Anzi, vi aleggiava un sentore di
tranquillità: era come se lì niente e nessuno di
malvagio potesse toccarli.
L'aria era permeata da impalpabili particole che sbrilluccicavano nel
buio, dorate, argentee o rossicce.
- Che posto è, Draco? E'... meraviglioso! -
Sentendosi il cuore sciogliere per l'incredula meraviglia del compagno,
Draco sussurrò:
- Beh, che tu ci creda o no… Siamo dentro l'albero, il nostro albero! -
- Coooooome?!?!? - ad Harry, per lo stupore, quasi caddero gli occhiali
dal naso.
- Beh, è stato un incantesimo un po' complicato, e
abbastanza faticoso però, visto che dici sempre che non sono
mai romantico per le feste… - e qui Draco si accorse che si
stava lasciando un po' troppo andare… Va bene lo spirito del
Natale, ma lo stile
è lo stile!
- .. Beh, ho fatto uno sforzo per accontentarti e mi sono inventato
questa stucchevole… Cosa!
-
Harry era commosso: nonostante Draco cercasse di fare il duro sempre e
comunque, il moro aveva capito benissimo - da anni, ormai - che la
piccola Serpe sapeva essere dolce e premurosa... Quando voleva.
E allora decise di stare al gioco.
- Beh? Quindi? Adesso che facciamo?
Draco sciabolò un sorriso all'indirizzo del compagno.
- Vieni!
Lo prese per mano e lo trascinò lungo il sentiero illuminato
dalle torce.
Dopo qualche minuto di cammino, arrivarono ad una radura, nella quale
il sentiero si biforcava. Da una parte terminava in un castello di
cristallo, e dall'altra proseguiva il proprio cammino.
Alla loro destra, videro una bellissima fonte di cristallo luminoso,
che stillava un liquido argenteo.
- Ti presento la Fonte della Buona Sorte - esordì Draco.
- Ehhh? - chiese Harry, del tutto impreparato.
- Le Fiabe di Beda il Bardo, Harry… Non le conosci?
- Ehm, no… - ammise il moro, imbarazzato.
- Uffaaa! Lo sapevo: tu e le tue ascendenze Babbane! Possibile che
quando mi metto di impegno per farti un regalo, tu debba sempre
rovinare tutto? - sbuffò Draco, le mani sui fianchi,
sbattendo impaziente un piede in terra.
Harry, che stava per scoppiare a ridergli in faccia - era troppo
carino! - riuscì ad articolare:
- Però… Però se mi vorrai insegnare,
sarò felice di ascoltarti! - sorrise, angelico.
Draco si illuminò tutto.
- Beh, La Fonte Della Buona Sorte in realtà è una
fiaba abbastanza lunga e complicata, ma in sostanza parla di tre
streghe e un cavaliere babbano che, dopo mille difficoltà,
riescono a raggiungere questa benedetta fonte, che ognuno di essi
meritatamente agognava per motivi diversi, salvo poi accorgersi che
nessuno di loro ne aveva realmente bisogno poiché, strada
facendo, erano riusciti a risolvere le proprie crisi
esistenziali senza l'ausilio dell'acqua miracolosa, ma solo con le
proprie forze - esalò Draco tutto in un fiato, per poi
aggiungere, leggermente imbarazzato, gli occhi bassi:
- Un po' come è successo a noi, no? Siamo passati attraverso
mille casini, però alla fine siamo qua, insieme, e grazie
solo alle nostre testacce dure! - concluse, con un mezzo sorriso.
Questa storia dell'essere romantico cominciava a pesargli!
Harry aveva le lacrime agli occhi dall'emozione.
Si avvicinò al compagno e, senza dire niente,
appoggiò le proprie labbra a quelle del biondo. Il contatto
non aveva la benché minima connotazione sessuale: era amore
allo stato puro, e Draco si accorse di questo, tant'è vero
che rimase un attimo interdetto.
Harry, per cavarlo d'impaccio, biascicò ancora commosso:
- E' un simbolo importante, Draco… Grazie, grazie tante,
significa veramente tanto per me… Ma adesso mi hai fatto
incuriosire… qual è la prossima fermata? -
sorrise.
Sorridendo di rimando, Draco lo riprese per mano e continuarono a
camminare in quel luogo incantato.
Rincorsero un coniglio trasparente con una bacchetta in bocca, la buona
Baba Raba, e piansero dal ridere al vedere uno stregone iridescente con
una pantofola rincorrere un Pentolone Salterino con una zampa sola.
Fra una risata e l'altra, inframmezzando il divertimento con effusioni
più o meno esplicite, Draco spiegava le varie favole ad
Harry.
Si rincorsero nella neve, osservarono le varie creature di quel bosco
incantato correre via leggere al loro passaggio, e si
abbracciarono… Tanto.
Infine, arrivarono alla fine del sentiero, nell'ultima radura, dove
campeggiava uno scrigno di cristallo con, sospeso al centro, un
orribile cuore pulsante e, nonostante fosse di cristallo anch'esso, in
qualche modo riusciva anche ad essere… Peloso!
Harry fece un balzo indietro.
- Merlino, Draco, che roba è? - chiese, disgustato.
- Il Cuore Peloso Dello Stregone.
- L'ultima fiaba?
- L'ultima fiaba.
- Racconta.
- Anche questa è abbastanza lunga e complessa - tra l'altro,
se necessiti di ulteriori delucidazioni, ti rimando al volume di Beda
che ti ho regalato… -
- Ma Draco! Per Merlino! Tanti saluti alla sorpresa! -
esclamò Harry, fingendo un'indignazione che era lungi dal
sentire, prova ne era che le labbra gli tremavano per lo sforzo di
trattenere una risata.
- Harry Potter, lo sai che sei il più grande, il
più enorme, il più maestoso… -
- … Stallone del Mondo Magico?
- … Stavo per dire "spaccapalle". Comunque, in sostanza,
questa fiaba parla di uno stregone malvagio che, per non provare
sentimenti che lo rammollissero, aveva nascosto il proprio cuore in uno
scrigno di cristallo; cuore che, però, in assenza di amore,
affetto e sentimenti positivi, con l'andare degli anni si era
rattrappito e - bleah! - coperto di peli. Alla fine lo stregone trova
la donna dei propri sogni però ahimè,
è troppo tardi sia per lui che per lei… -
Draco si rabbuiò.
Harry gli si avvicinò, presentendo che era un momento
delicato per il compagno.
Gentilmente, lo circondò con le proprie braccia.
- Quindi? - chiese, teneramente.
- Quindi… Beh, Harry - chefaticachefaticacelapossofareee,
pensò Draco - questo che vedi è come se fosse il
mio vecchio
cuore, il cuore che avevo prima di ritrovarti, prima di toccarti, prima
di fare l'amore con te, prima di capire quanto ti amassi e, beh, prima
di capire che… Insomma… Che anche tu un po' mi
ami. -
Il biondo abbassò lo sguardo.
Harry mise la mano sotto il mento di Draco e ne sollevò
delicatamente il volto.
- Draco Lucius Malfoy, io non ti amo… un po', io ti amo da impazzire, amo
tutto di te: le tue crisi isteriche, il tuo essere primadonna, il tuo
smisurato orgoglio, e la tua beh… Leggera arroganza.
Li amo allo stesso modo in cui amo il tuo corpo, la tua mente, la tua
abilità nel disegnare, la tua estrema intelligenza, la tua
bravura di pozionista, il tuo essere perfetto ed infaticabile a letto.
Amo come mi fai sentire ogni giorno, amato, e
sinceramente sono stupito di come mai nella tua testolina
questo concetto non sia ancora riuscito ad entrare dopo quattro anni
che stiamo insieme! -
- Beh - cominciò Draco, con un seducente broncio stampato in
faccia - Ecco... Ehm, lo sapevo però… Volevo sentirmelo dire.
- Maledetta Serpe manipolatrice! - ghignò Harry, attirandolo
a sé e coinvolgendolo nel bacio più perfetto che
sia mai esistito.
Nel mentre, si sentirono di nuovo sollevare e trascinare via, ma non
smisero di cercarsi con la bocca nemmeno un istante… Il
primo bacio volante della storia della Magia!
Senza sapere come, si ritrovarono abbracciati e vestiti, sdraiati sul
letto.
Si guardarono, osservando gli inutili abiti che ancora li coprivano,
guardarono il piumone sotto di loro, si guardarono di nuovo…
- Beh, il mio regalo sarebbe esaurito… Non è che vorresti
darmi il tuo? - chiese Draco, la cui espressione adesso
non lasciava spazio a fraintendimenti.
- Con molto piacere… - rispose Harry e fece per avventarsi
sul compagno, salvo poi bloccarsi improvvisamente.
- Che c'è? - chiese Draco, allarmato.
- Niente, è solo che… - cominciò
Harry, cercando di districarsi fra le coltri, il corpo del compagno e
il proprio.
Alla fine riuscì ad acchiappare la bacchetta.
- Mi sono solo accorto che è giusto mezzanotte… -
disse, con fare cospiratorio.
Agitò elegantemente la bacchetta e sopra di loro apparve un
ramoscello di vischio.
- Buon Natale, Draco…
- Buon Natale, Harry…
E quel Natale fu suggellato da un bacio pieno di promesse per il futuro
e… impellenti
desideri per il presente!
*
Come
vi sarete senz'altro accorte, ho fatto riferimento al volumetto "Le
fiabe di Beda il Bardo" che la buona Mamma Jo scrisse qualche anno fa
per finanziare la fondazione di cui fa parte a favore dei bambini
bisognosi.
Se
non l'avete letto o comprato, fatelo: è esilarante,
specialmente nei commenti di Albus Silente.
Rinnovo
ancora gli auguri a tutte voi (mi raccomando, durante queste feste
comportatevi peggio che potete ^_^), sperando che il 2011 ci porti non
dico tutte, ma abbastanza
cose positive... Ché il 2010 ha fatto abbastanza schifo...
Buone
feste, gente! Auguri di cuore! |