Hitori no Merry Christmas
- Ogni volta che lo guardo, sono contento di festeggiarlo assieme a te.
Tu lo sei?
Un uomo anziano stava ammirando assieme a un ragazzino dai capelli
castani l’angolo di un muro, che per quella speciale occasione era
stato riempito con un grosso albero di pino.
Era la vigilia di Natale, occasione per riunire in una famiglia tante
generazioni diverse in modo da poter cenare e scartare i regali fatti
con il cuore dai parenti.
Ma nel piccolo paese di Borgo Foglianova quest’aria natalizia era poco
sentita, e lo si poteva notare dai pochi addobbi presenti nelle strade.
E addirittura il laboratorio del professor Elm, scienziato e
ricercatore famoso, non presentava nessuna decorazione adatta
all’occasione, anche se oramai gli abitanti erano abituati al suo
strano comportamento.
A dire la verità, però, l’unica casa in cui si poteva respirare
veramente quell’aria era proprio a casa del vecchio signore, il quale
faceva solamente tutto ciò solamente per il suo nipote di 11 anni e il
suo animaletto dalla pelliccia verde-giallo sempre accanto a lui.
- Ti voglio bene! – e abbracciò il nonno – Grazie mille!
- Anche se, come sai, faccio molta fatica a causa della mia vecchiaia,
farei questo e altro per te, Akito… - e, dopo aver ricambiato, voltò il
suo sguardo verso il basso, proprio vicino ai loro piedi – E tu cosa ne
pensi, Cyndaquil?
Il Pokémon Fuocotopo guardò con uno sguardo allegro la persona coi
capelli bianchi, per poi tornare a riscaldarsi accanto ad un piccolo
caminetto acceso situato nelle vicinanze.
In effetti, il tempo era abbastanza freddo tanto da far cadere già da
qualche giorno della bianca e soffice neve, che si posava non solo sul
centro abitato, ma perfino sopra gli alberi che ne decoravano l’esterno.
E, soprattutto di notte, la foresta lì vicina, con gli occhi illuminati
di Pokémon come Hoothoot e Noctowl, la faceva sembrare piena di tanti
alberi di Natale illuminati!
Ma agli occhi del ragazzino non era abbastanza luminosa come quello
fatto assieme al parente, e con questa convinzione cominciò a sedersi
per poter finalmente cenare assieme a lui per festeggiare la tanto
attesa vigilia.
Il nonno aveva preparato tutto con grande cura e passione, mentre
Akito, oltre ad aiutarlo in cucina, si era divertito a preparare con le
sue mani un dolce fatto con un soffice pandoro, dessert portato alla
fine di tutto.
- Davvero buono! – fu il commento dell’uomo dopo averne mangiato una
fetta – Devi esserne orgoglioso… e sono sicuro che pure tua mamma…
Ma s'interruppe all’improvviso vedendo la faccia triste di suo nipote,
che posò immediatamente la sua porzione, accorgendosi così di aver
detto qualcosa di sbagliato.
- Scusami…. – e gli scese una lacrima – So che i tuoi genitori ti
mancano molto… Non imparerò mai a tenere la mia bocca chiusa!
- Non preoccuparti! – alzò la testa con un sorriso stampato sul volto –
Anche se li vorrei accanto a me, oramai ho superato la loro morte!
- E allora perché non hai mai voluto iniziare il tuo viaggio di
formazione, com'è successo a tutti i tuoi coetanei? Perfino la tua
amica Mariam è già partita, come tu stesso sai…
- Ho paura di incontrarli… - e Cyndaquil osservò il suo padrone
abbassare di nuovo lo sguardo.
- Beh… è vero che il Team Rocket è in giro per catturare quelli che
considera i Pokémon più forti! Ma questo non dovrebbe scoraggiarti,
anzi…
L’anziano si alzò piano dalla sua sedia e si diresse verso la finestra,
che si affacciava sulla piccola città dove a fare da padrone era il
laboratorio del professore, illuminato da delle luci provenienti dalle
finestre ancora aperte, segno che là dentro c’era ancora dell’attività.
- Percorrendo tutta la regione di Johto potrai costruirti una squadra
forte in modo da sconfiggere non solo i capopalestra, e quindi vincere
le medaglie, ma anche vendicare tua madre e tuo padre! – continuò con
la sua solita calma - E loro saranno orgogliosi di te quando, pur
portandoli sempre con te, affronterai questa tua paura e uscirai
finalmente dal tuo guscio!
Akito lo guardava fisso negli occhi e aveva la sensazione che a suo
nonno non interessava per nulla i sentimenti di un ragazzino di 11 anni.
Anzi, per essere precisi, quasi 12.
- Ora devi scusami, ma il mio fragile corpo non può reggere ancora per
molto. Ho molto sonno…
- Mettiti nel letto, allora… Sistemerò tutto più tardi! – e sorrise,
facendo finta di aver dimenticato le parole dal suo parente, che si
allontanò verso la sua camera.
Erano le 11.00.
Mancava solo un’ora allo scoccare della mezzanotte e il ragazzino era
rimasto da solo lì nel salone, escludendo Cyndaquil che stava divorando
idei croccantini dalla sua ciotola di color rosso.
Il suo padrone decise, annoiandosi, di aprire anticipatamente gli unici
due regali che lo aspettavano sotto l’albero, pertanto, dopo essersi
accovacciato per terra, cominciò a scartare il primo, avuto dal
professor Elm, contenente un uovo rosa.
E rimase sorpreso per la scelta.
“Come regalo eccoti un
uovo di Pokémon.
Spero che ti prenderai
cura di lui come sicuramente lo stai facendo per il tuo Cyndaquil.
Ricordati di informarmi
se c’è qualche cambiamento… sono curioso di scoprire in che cosa
nascerà!
Salutami anche tuo nonno
e auguri di Buon Natale.
Elm ”
- Buon Natale anche a lei… - furono le sue uniche parole al bigliettino
allegato.
Cyndaquil, dopo aver guardato in modo curioso quello strano dono
all’interno di una campana di vetro, indicò la seconda scatola,
impacchettata con della carta rosa, e con esso un altro biglietto, che
lesse prima di aprire la sorpresa.
“Ciao Akito!
Sono giunta ad
Fiordoropoli, con la speranza di battere Chiara!
Nel frattempo sono
entrata nel centro commerciale della città e ti ho comprato un regalo
per Natale.
Spero ti piacciono!
Tanti auguri!
Mariam”
Il brunetto era curioso di sapere cosa aveva regalato la sua amica del
cuore e senza pensarci ruppe tutto il cartone per scoprire un paio di
polsini blu, che al ragazzino li indossò subito.
- E adesso rimaniamo qui da soli, mio amico… - e con un sospiro lo
accarezzò sulla testa, gesto tanto gradito dal destinatario, che si
addormentò qualche istante dopo.
Quando decise di alzarsi, si avvicinò ad una delle finestre, in
particolare quella che si affacciava alla foresta, notando la neve
cadere fitta e posarsi sugli alberi.
- Buon Natale a me! – e appannò il vetro in modo da poter disegnare tre
sagome, che nella sua mente dovevano rappresentare lui e i suoi
genitori.
Coloro che dovevano aiutarlo a crescere erano morti, ed entrambi per
colpa del Team Rocket, che per compiere il suo dovere non aveva nessuna
pietà nell’uccidere chiunque avesse ostacolato i piani dei nemici.
E il ragazzino lo sapeva, poiché aveva visto con i propri occhi la
madre venire uccisa, assieme ad altre persone, nel giorno del suo 10°
compleanno.
Ricordava infatti di aver ricevuto dal professor Elm, assieme ad altri
giovani futuri allenatori, il loro primo Pokémon con cui avrebbero
affrontato il loro viaggio di formazione, ma all’improvviso tutti i
presenti erano rimasti sorpresi dall’arrivo di due persone appartenenti
alla malefica organizzazione, che si erano introdotti all’interno del
laboratorio attraverso un buco nato dopo un’esplosione di una bomba il
soffitto.
E non dimenticava neanche sia delle urla di spavento dei suoi coetanei
d’allora che i tentativi di tutti gli adulti presenti di cacciarli via
utilizzando i loro animali.
- Mamma… - sospirò Akito, tenendo in mente ancora la scena in cui una
donna dai lunghi capelli neri prese in mano una pistola e sparò un
colpo secco alla donna, mentre lui era in fuga assieme ad un altro
collega della madre, un assistente che poteva avere all’incirca 30 anni.
Ma ciò non era il suo unico pensiero.
- Papà… - e questa volta nella sua testa ci furono le parole del
professor Elm che, davanti al nonno, rivelò l’anno dopo della morte del
genitore avvenuta alle Rovine d’Alfa per mano degli stessi due uomini,
che volevano impossessarsi dei leggendari Unown.
E, in loro ricordo, una lacrima uscì dai suoi occhi, scivolando poi
sulle sue guance.
Ma ad un tratto notò qualcosa di insolito fuori dalla finestra: due
ombre si erano fermati proprio davanti alla finestra e sembravano che
lo stessero chiamando.
- N-non può essere… - si meraviglio osservando bene dai vetri che
separava lui da quelli che sembravano due persone.
Il ragazzo corse verso la porta, che aprì sbattendola al muro, in modo
da uscire in pigiama al freddo sotto la neve cadente, seguito qualche
secondo dopo da Cyndaquil, che si era svegliato dal rumore dell’uscio.
Akito sostò lì immobile notando quei due spiriti avvicinarsi di qualche
passo vero di lui, quando, sotto la luce di un lampione, il ragazzino
scoprì la verità.
- Sei sempre nel nostro cuore! – sorrise una donna che, dopo essersi
inginocchiata alla sua altezza, tese le braccia – Anche tu ci manchi
moltissimo, ma io e tuo padre ti osserveremo e ti guideremo per tutta
la vita!
- Ha ragione tua madre… - intervenne un uomo accanto a lui, il quale, a
differenza della signora mora, sfoggiava un colore biondo platino –
Sappi che saremo orgogliosi di te qualunque cosa tu faccia, ma…
Ma fu interrotto dalle urla del loro figlio che corse verso di loro,
abbracciando la mamma.
- Mamma… Papà…. – e quest’ultimo gli accarezzò la testa – Vi voglio
bene! Mi sento solo qui…
- Akito, accanto a te c’è il tuo Cyndaquill! – e la mamma con un cenno
di testa indicò il Pokémon, il quale rimase ancora fermo come se non
vedesse tutta quella scena. – Ed inoltre c’è tuo nonno accanto a te, il
quale, nonostante l’età, ti tratta come se fosse suo figlio!
- So che mi ama, ma molte volte non capisce i miei sentimenti! Mi dice
ogni giorno che dovrei reagire e andare avanti per farvi onore, ma lui
non sa cosa provo io…
- Figliolo… - intervenne il padre – Tu hai perso sia me che tua madre,
ma non ti sei mai chiesto quali sono i suoi sentimenti, dopo aver perso
me, che nelle ultime settimane di vita non mi ha neanche visto a causa
del lavoro alle Rovine?
Il quasi 12enne non aprì bocca, non riuscendo a controbattere l’ultima
affermazione del genitore maschio, che, per non sembrare troppo severo,
accennò ad un sorriso.
All’improvviso, però, la mamma si alzò, allontanandosi indietro di
qualche passo dal figlio.
- Cosa succede, mamma?
- Ci siamo trattenuti più del dovuto… - e da una guancia della donna
scese una piccola lacrima – Purtroppo è giunto il momento di andare…
- Ma ricorda che noi vivremo sempre dentro di te, figliolo… - continuò
l’uomo – E chissà… anche in quell’uovo che il professore ti ha regalato!
Il ragazzino rimase meravigliato per la loro conoscenza del dono
ricevuto da Elm, ma prima di conoscere qualche spiegazione, i due, dopo
aver augurato un “Buon Natale” al loro bambino, si voltarono,
scomparendo nella fitta foresta accanto alla casa.
E Cyndaquil, che fino a quel momento aveva continuato a capire qualcosa
della situazione, si accorse di qualche movimento in mezzo ai tronchi.
- Cosa ci fate qui fuori sotto la neve? - si udì inaspettatamente la
voce di un anziano fermo vicino alla porta spalancata.
- Li ho visti, nonno! – e rimase lì fermo imbiancandosi di
neve.
Il destinatario non riusciva a comprendere la frase detta dal nipote e,
mentre accarezzava Cyndaquil corso immediatamente fra le sue braccia,
stava chiedendo a se stesso cosa avesse visto.
Ma decise di non indagare di più, anche perché si ritrovò fra le sue
braccia il nipote , il quale cominciò a scusarsi del comportamento
scontroso di prima.
- Non essere triste! – e, dopo aver lasciato a terra il Pokemon di tipo
fuoco, ricambiò quel gesto affettuoso sotto gli occhi luccicanti di
quest’ultimo.
Ad un tratto udirono il rintocco delle lancette provenire dal salone.
- Buon Natale, nonno!
- Anche a te, Akito! Ora che sono sveglio,festeggiamo il 25!– e quando
cominciarono ad entrare dentro, l’anziano si voltò, sorridendo verso
gli alberi.
- Cosa guardi?
- Nulla… - e la porta si chiuse alle loro spalle.
***
Sono passati solo due mesi da quando Akito aveva rivisto i suoi
genitori, ma non era ancora riuscito a capire come era stato possibile
ciò.
Ma quel giorno, il 7 Febbraio, era troppo agitato per pensarci, poiché,
dopo aver festeggiato la mattina col suo nonno e Cyndaquil il suo 12°
compleanno,si era diretto con i due verso il laboratorio, dove ad
attenderli c’era il professor Elm, quel giorno più sorridente del
solito.
- Finalmente incomincerai il tuo viaggio per diventare allenatore!
- In questi due anni ero molto indeciso… - disse il festeggiato – Ma
adesso ho deciso di rendere orgogliosi i miei genitori!
- Lo saranno sicuramente! – ma poi vide in mano al ragazzo l’uovo
regalato da lui – Noto che non si è ancora schiuso…
- Già… Lei sa quando sarà l’ora?
- Il mondo dei Pokémon è ancora pieno di misteri,tra cui questo.
L’unica cosa che si sa è che, dopo averlo curato, sarà lui stesso a
nascere! Ma non esiste un giorno preciso. Perciò ti darò il tuo primo
incarico: quando si schiuderà chiamami! Sono curioso di sapere in che
cosa nascerà!
Akito accettò il compito e, dopo aver ricevuto da un assistente il suo
Pokédex aggiornato e delle Pokéball, fece ritornare Cydaquil nella sua,
così ebbe il tempo di salutare con un abbraccio il nonno.
- Ti chiamerò! Te lo prometto!
- Aspetterò una tua telefonata!
Il nipote si allontanò dando un arrivederci ai presenti, ovvero gli
altri abitanti di Borgo Foglianova che si allontanarono dopo che il
12enne sparì alla loro vista.
- So benissimo che è stato lei a far incontrare i suoi genitori con il
loro figlio… Conosco bene le abilità di uno Stantler…
- Come hai fatto a scoprirlo? – ma Elm non si meravigliò di
quest'affermazione.
- L’ho notato quando è scappato in mezzo alla foresta… e credo che
anche il Cyndaquil di Akito si sia accorto della sua presenza! – e
sorrise, per poi continuare – Toglietemi un’ultima curiosità: ma l’uovo
rosa non è per caso…
- Esatto, è figlio dei due Wigglytuff dei suoi genitori!
- E avete intenzione di rivelarlo, un giorno?
- Chi lo sa… La vita è ancora lunga… - e i due, dopo essersi stretto la
mano, ritornarono ognuno alle proprie attività.
NOTA: Prima
che qualcuno me lo chieda, vorrei scrivere un piccola nota sulla
traduzione del titolo. Il suo significato è “Buon Natale a me stesso”!
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