Let the feast begin
A Ranieri, l'amico grazie al
quale esiste questa storia.
A Shari e crimsontriforce, le mie Ace Writers.
A Fede, perché questa è la tua fanfiction.
A Ely e Sara, il perché lo sapete.
“Ehi,
amico! Siete già qui!”
Diverse
volte, varcando l'elaborata soglia del Très Bien, Phoenix
aveva
sperato di non dover sentire mai più quel terribile profumo
di
fiori. Tanto meno avrebbe creduto di ritrovarsi lì dentro a
processo
terminato, poche settimane dopo, per motivi così diversi dal
lavoro.
Ma
un bravo avvocato sorride sempre; e per
nulla al mondo, poi, Phoenix avrebbe detto di no a un invito
così
generoso da parte del detective Gumshoe. Già lo
aveva
riconosciuto come sinonimo di cibo
orrendo;
eppure, in fondo, restare a casa riflettendo sul caso appena concluso
sarebbe
stato molto meno piacevole di una festa vissuta assieme a...
“Mais,
mais, mais! M-monsieur Wright! Maya!”
Phoenix
spera di essersi solo sognato il cinguettio proveniente dalla
penombra della parete opposta; per sua sfortuna, la sagoma scura in
avvicinamento è assolutamente reale, e la circospezione con
la quale
l'avvocato si fa strada sulla moquette color pesca non può
nulla
contro l'assalto dell'imponente mole di Jean Armstrong.
“Je
credeva que non sareste più venuti, da quando je...
je...” esclama
il cuoco con un labbro inferiore pericolosamente vacillante.
“Sono
così delisiato que siamo tutti ici! Alors non avete smesso
di
appresar la mia haute
cuisine!”
Prima
ancora che la bocca di Phoenix –
ora sommersa sotto la valanga di obiezioni fabbricate istantaneamente
dal suo cervello – si apra per ribattere, l'affettuoso Jean
sta già
manifestando tutto il suo spirito di accogliente padrone del
ristorante, scaraventando i suoi tre clienti ad occupare il loro
posti.
“Nick,
ma...” mormora Maya nel fiume delle sue chiacchiere
“il
signor Armstrong
non dovrebbe essere... insomma, in prigione?”
“Non
so” risponde lui, tremando all'ombra di un forte
sospetto. “E
ad essere sincero non ci tengo a saperlo”.
Un
intreccio di saluti cinge il tavolo da otto posti, l'unico occupato
nel piccolo locale. Gumshoe sventola la mano con allegria, rischiando
di travolgere Larry, mentre Edgeworth si alza elegantemente per
salutarli.
“Avete
fatto presto, Wright” sorride il procuratore tendendo la mano
verso
il gruppo. “Avete tutta la mia ammirazione. Tu, Maya... stai
bene?”
La
giovane Fey annuisce con un cenno del capo. In quell'unico gesto,
breve ed energico, Phoenix riesce a leggere i segni lasciati dal
dolore e, allo stesso tempo, dalla forza che scorre nel suo sangue.
“Molto
meglio, grazie, signore” risponde lei con sollievo. Solo
allora i
due uomini si accorgono dei suoi occhi umidi. “Come ho detto
a Nick... sono davvero molto fortunata ad essere qui con voi
stasera”.
“Qui
dentro pensiamo tutti lo stesso, Maya. Ne sono sicuro”.
L'avvocato
tace e siede in disparte, guardandoli con un coinvolgimento ed un
interesse del tutto nuovi. Anche se non saprebbe spiegare
perché, si
sente
segretamente orgoglioso di lei, di loro
– e in parte, lo deve ammettere, anche di se stesso.
Passa
qualche minuto prima che qualcuno, nel chiacchiericcio diffuso, si
accorga del sottile guanto nero che tamburella nervosamente sulla
tovaglia. L'attenzione della giovane seduta al fianco di
Edgeworth passa repentinamente dalla bottiglia di vino ai dolci
lineamenti della piccola Pearl, finché, da un colpetto di
tosse,
sorge la voce più debole che Phoenix abbia mai udito
dalle
labbra del procuratore von Karma.
“E...
e a te, Pearl... v-va tutto bene?”
La
bimba si schermisce, incorniciando con le dita il proprio paio di occhi
più
scintillante.
“Ora
sì, davvero, signorina von Karma!” cinguetta
sbattendo le
palpebre, mentre Franziska si rannicchia sempre di più sulla
propria
sedia. “Oh, grazie, lei è così
gentile!”
Durante
il dialogo tra le due fanciulle, il più tonto del
gruppo le osserva con uno sguardo dal bagliore alquanto
sinistro,
tanto che Phoenix deve trattenersi a fatica dall'avvertire il
detective Gumshoe.
“Sai,
Franny” mastica Larry in solluchero “sei adorabile
quando
arrossisci! Non ti lasceresti ritrarre? Ti prego, ti prego, fallo per
me, ho già qua i fogli e la matita e...”
“Ringrazia
il mio caro fratellino, che stasera ha rinchiuso la mia piccina in
casa” replica lei con una voce tanto gelida da immobilizzare
l'interlocutore. “Lo sai che ti odio, Miles
Edgeworth”.
Nonostante
l'impassibilità della sua espressione, l'avvocato riesce a
leggere
un immenso divertimento nelle iridi grigie del procuratore.
Libero
dalla schiavitù della frusta, Phoenix abbassa la testa e
– per la
prima volta – ride di cuore.
“Signor
Wright! Bentrovato!”
Orgogliosamente
ritta nella tenuta da cameriera, cordiale e sorridente,
arriva di corsa una Maggey molto più allegra
rispetto
all'ultima volta in cui Phoenix le ha parlato.
“Il
detective mi aveva avvisato di aspettarvi tutti questa sera. Il
signor Jean mi ha detto che potrò cenare con voi
più tardi, se
desidero!”
“Mais
oui, chérie!” gorgheggia subito
Armstrong. “È
sufisciente que tu svolgi anche il tuo lavoro di cameriera et...
voilà! La festa è fatta!”
“Ne
sono felice” risponde Phoenix, infondendo tutta la
sincerità di
cui è capace in quelle poche parole.
“Veramente”.
“Allora,
ditemi, volete ord...”
“Twin-T
Set per tutti, Maggey” gorgoglia il detective.
“Questa sera il
signor Wright e gli amici si meritano solo il meglio. Non è
così?
Whooop!”
Pochi
secondi, e una fiammata lungo le guance dà all'avvocato la
terribile
sensazione che lo sfrenato rosa delle pareti si stia riflettendo sul
suo volto in tinte gialline altrettanto sfrenate. Il pensiero di
dover ingoiare di nuovo il capolavoro di haute
cuisine del cuoco francese
è sufficiente a
rimescolargli le viscere più delle frustate stesse di
Franziska.
Maya
nota subito gli inconfondibili segni della tempesta in atto
all'altezza del suo stomaco; questa volta, però, non ha
bisogno di
chiedere all'amico le ragioni del colorito verde.
Prima
di tornare in cucina, la giovane cameriera si china all'orecchio di
Phoenix.
“La
voglio ringraziare ancora tanto, signore. Sembra che l'oceano di
sventure sia calmo... almeno per ora.”
“Lo
sarà anche in futuro, Maggey” sussurra lui di
rimando, concentrato sul poliziotto.“Basta che lo
desideri”.
A
giudicare dal profumino ingannatore proveniente dal locale a fianco,
le pentole di chef Armstrong stanno bollendo assieme a qualche strano
intruglio di aromaterapia. Tra gli scherzi e le chiacchiere degli
altri, Phoenix si prepara al trauma, preservando
gli ignari commensali dal racconto della sua – in tutti i
sensi –
amara ed unica esperienza con il cibo francese.
Dall'altro
posto a capotavola non proviene una parola da diversi minuti; in
effetti, Gumshoe sembra ancora impegnato nello spiare attentamente le
ombre scure al di là della porta a vetri della cucina.
“Ooooh”
esala il detective dopo parecchio tempo, come reduce da una botta in
testa. “Sarà anche costoso, ma... ehi, non
è il ristorante più
raffinato che si potesse trovare?”
La
forza dell'amore.
Quasi
sul punto di ridacchiare incontrollabilmente, Phoenix finge di
cercare il proprio portafogli, pronto a cogliere le reazioni degli
altri presenti.
Come
perfetto contrario dell'esclamazione del detective, Franziska sta
puntando lunghi sguardi ostinati sulle pompose volute floreali dei
separé, accarezzandosi le dita in luogo della frusta
mancante.
L'unica
davvero entusiasta sembra essere Pearl: squittendo ad ogni
decorazione, la bimba si volta di continuo verso Phoenix e ripete
incantata quanto sia elegante il castello dei sogni che, da perfetto
cavaliere delle fiabe, egli ha scelto per sé e per l'amata
Mistica
Maya.
La
quale, nota Phoenix di sfuggita, sta inviando occhiate divertite
davanti a sé, dove Edgeworth si è limitato a
seppellirsi dietro ad
un raffinato fazzoletto di pizzo.
Anche
dal fondo del tavolo, Larry risulta inequivocabilmente concentrato su
Franziska, mentre Gumshoe – come era prevedibile –
non perde di
vista la porta della cucina.
Anche
nel clima festoso che lo circonda, una temporanea nuvola di pensiero
ha voluto fermarsi nella mente del giovane avvocato. Distratto e perso
lungo il filo dei ricordi, quasi non si accorge dello sguardo grigio e
riflessivo che lo accarezza, assieme ai grandi occhi svagati ed
affettuosi della maggiore delle Fey.
“È
da un bel po' che non apri bocca, Wright” mormora Edgeworth
dalla
remota landa del presente. “C'è qualcosa che non
va?”
A
dispetto dell'angoscia che lo ha colto improvvisamente,
Phoenix riesce a vedere la preoccupazione e l'affetto nei loro volti.
Un lungo sospiro gli incurva le labbra in una piega rassegnata.
“C'è
una sedia vuota laggiù, di fianco al detective Gumshoe. La
sedia di
Maggey” risponde, indicandola con un cenno. “Stavo
solo
pensando - pensando a tutte le persone che dovrebbero essere qui,
oggi... ad occupare quella sedia. E che, a causa mia, non ci
sono”.
La
giovane von Karma si morde le labbra, picchiettando di nuovo con le
dita sul proprio braccio. Sembra che la sua incredibile eloquenza, in
queste occasioni, perda gran parte dei propri poteri.
“N-non
piagnucolare, Phoenix Wright, e cerca un po' di accorgerti di quello
che vali”.
“Franziska!”
si indigna Maya, le guance gonfie nella sua buffissima
espressione minacciosa. “Avanti, Nick... non essere triste
per
Mia, o per il signor Armando, o per Iris. Loro, in fondo... sono
vicini a noi”.
Approfittando
del suo annuire malinconico rivolto a Maya, Edgeworth versa
ciò che resta della bottiglia di spumante nel bicchiere
dell'avvocato.
“Ti
ricordo, Wright” aggiunge con dolce pedanteria “che
questa sera
siamo tutti qui a causa tua. E, soprattutto, ti ricordo che la
metà
di noi –
tu stesso incluso
–
è ancora qui
grazie a te”.
“Ben
detto, signor Edgeworth!” trilla Pearl, saltando sulle
ginocchia
del suo gentiluomo in un tenero abbraccio. “Signor Nick,
questa è
la sua serata! Sua e della mistica Maya, ovviamente...”
Quando
Gumshoe singhiozza commosso e si soffia il naso in un disarmonico
concerto di fiati, quasi nessuno può trattenere le risa.
Nello
stringere a sé la piccola Fey, Phoenix è
così frastornato da non
notare nemmeno lo sguardo lucido e offeso proveniente dal fondo del
tavolo.
“Nick,
ingrato! T-tu ti dimentichi sempre... sempre! Senza di me non saresti
stato capace di fare nulla... non è
così?”
Prevedendo
il pericolo imminente, l'avvocato immobilizza il pugnetto di Pearl
con un braccio e, levando l'altro, alza la mano a bloccare tutte le
espressioni di fuoco rivolte verso Larry.
“Ha
ragione” si affretta a precisare, scambiando un'occhiata
complice
con il procuratore. “Grazie, Larry... grazie a
tutti”.
Nonostante
un fumante Twin-T Set stia ormai squadrando ciascun convitato dalle
stoviglie di maiolica rosa, la forchetta di Phoenix giace intonsa da
molti minuti.
Tra
la fiducia nel cibo e quella nel mastodontico chef, l'avvocato
è
incerto su quale stia toccando il livello più basso; tanto
più che
il grosso Armstrong, non esattamente in incognito, sta spiando la
compagnia con un paio di occhi decisamente troppo brillanti.
Tuttavia,
come Maya dimostra ad ogni pasto, un piatto pieno tronca sempre ogni
dubbio ed ogni ragionamento.
Uno
schiocco secco rompe la sua distrazione ed Edgeworth leva il proprio
calice colmo con un mite sorriso, risvegliando un misto di tintinnii,
applausi ed urla gioiose.
Tra
le scherzose acclamazioni di Larry e gli ammirati sospiri di Maggey, da
dietro il bicchiere, Phoenix beve il vino assieme alle lacrime,
mentre i pensieri – per una volta – smettono di
scorrere.
“Nick!
Nick! Posso... ritrarvi? Franny... ti prego...”
“Sarà
meglio che il tuo folle scarabocchio non risulti una follia follemente
pasticciata, signor Larry Butz. La mia
frusta, in fondo, non è lontanissima da qui”.
Now
a new story begins...
...with
the same old crazy cast of characters.
PW:
AA ~ Turnabout
Goodbyes
*******
Buondì a tutti, Aceattorneyani.
Con questa fanfiction firmo il mio esordio nella sezione e concludo
ufficialmente la mia visione di un walkthrough di almeno quattrocento
video, del quale nemmeno un minuto è andato sprecato.
Ringrazio vivamente tutti i dedicatari di questa storia e il resto dei
miei amici, per essere i miei quotidiani angeli custodi.
Se vi fa piacere, lasciatemi le vostre impressioni; e, vi prego, non
riportatemi alla dura realtà.
Apollo Justice, almeno oggi, almeno per me, non esiste.
I miei migliori auguri di buon Natale e felice anno nuovo. <3
Elisa
P.S.: Se non doveste riconoscere nomi o espressioni tipiche dei
personaggi, sappiate che io PW l'ho seguito in inglese. Chiedo venia. ^^
P.P.S.: Dimenticavo... la musica di sottofondo al Trés Bien
è ovviamente questa.
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