-Ángele Dei-
A quel
cambiamento di abitudini – fatto tremendamente
sospetto! – Link non può rimanere impassibile e
decide di
chiedere spiegazioni ad Allen.
«Walker?» lo chiama asettico
«E’ la prima volta che ti sento recitare
l’”Angelo
di Dio”.»
[Shounen-ai - Link x
Allen]
~ FanFiction pubblicata
per il "Linkllen Week
2010"
~
-Titolo:
Ángele Dei
-Autore:
XShade-Shinra
-Fandom:
D.Gray-man
-Pairing: Link
x Allen
-Genere:
Sentimentale, Introspettivo, Malinconico
-Rating:
Verde
-Avvisi: Shounen-ai,
Missing Moment/E se...
-Capitoli:
One-Shot
-Disclaimer:
Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non
esistono/non sono esistiti realmente, come d'altronde i fatti in essa
narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...),
ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia
è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro
divertimento.
-Note: La
Hoshino ci dice
che i personaggi di DGM per capirsi tra di loro parlano in inglese, ma
la lingua della Chiesa a quei tempi era il latino e ho quindi lasciato
volutamente la preghiera in quella lingua.
- Ángele Dei -
Mana aveva
insegnato ad Allen una cosa importante: la fede in Dio.
Per questo motivo gli aveva fatto imparare a memoria tutte
le
preghiere, a cominciare dal Padre Nostro, per terminare con i cantici,
come il Magnificat.
Fra tutte le orazioni, però, ce n’erano
due che ad
Allen piacevano particolarmente: l’Eterno Riposo e
l’Atto
di Dolore.
Il primo perché permetteva di rivolgere la
memoria a coloro
che avevano trovato la morte lungo la loro strada, l’altro
perché era un atto di pentimento dove colui che aveva fatto
del
male cercava aiuto per migliorarsi.
E, purtroppo, da quando Mana era morto, investito da quella
carrozza, Allen si ritrovò a ripetere quelle due preghiere
fin
troppo spesso, chiedendo a Dio di vegliare su Mana e perdonare la
propria colpa di averlo tramutato in un Akuma. Da quella volta che
uccise il padre e fu preso sotto l’ala protettiva del
Generale
Marian Cross, ogni volta che poneva fine alle sofferenze di un Akuma
grazie alla propria Innocence, chiedeva al Signore di avere cura di
quell’anima, stravolta dal dolore.
«Ángele
Dei, qui custos es mei, me, tibi commissum pietáte
supérna…»
Link distoglie per un attimo lo sguardo dal suo fido
taccuino sul
quale sta finendo di sbobinare gli eventi accaduti in
giornata,
quando sente il suo sorvegliato sussurrare a mani giunte quella
preghiera, sdraiato prono sul letto con la faccia rivolta alla
testiera. Gli occhi semichiusi, lo sguardo basso. Timcanpy sta sul
cuscino tra i suoi gomiti, ai quali Allen si puntella per avere il
busto un po’ rialzato.
In tanti mesi di convivenza è la prima volta che
glielo ode recitare.
Avrebbe appuntato anche quello.
«…illúmina,
custódi, rege et gubérna. Amen.»
finisce di recitare l’inglesino, chiudendo del tutto gli
occhi e
restando così per qualche attimo, prima di segnarsi e
scivolare
meglio sotto le coperte, in religioso silenzio.
A quel cambiamento di abitudini – fatto
tremendamente
sospetto! – Link non può rimanere impassibile e
decide di
chiedere spiegazioni ad Allen.
«Walker?» lo chiama asettico
«E’ la prima volta che ti sento recitare
l’”Angelo
di Dio”.»
«Uhn, sì.» biascica
l’albino, chiudendo
gli occhi «Mi andava, diciamo.» sussurra, girandosi
in modo
da dare le spalle all’Ispettore.
«C’è forse un particolare
motivo che ti ha
spinto a farlo?» domanda, posando la punta aguzza della
matita su
un foglio immacolato.
«Mh.» risponde, mite come un agnello,
mentre le guance gli si tingono di un velato rosa.
«Walker?» lo richiama nuovamente, mentre
Timcanpy
rotola lungo il cuscino e cade tra le lenzuola con un leggerissimo
tonfo, per poi muovere la testina ed iniziare a svolazzare per la
camera.
«Link. Ho sonno, scusami.» risponde il
ragazzo
«E poi penso che le preghiere siano delle cose
private…» sbuffa.
«Avresti potuto pensarle e basta,
anziché
recitarle.» gli fa notare, per poi sentire la presa sulla
matita
venirgli a mancare. «Ma che… Timcanpy!»
sbotta,
guardando impotente il boccino dorato che si allontana con la matita
tra le fauci e si va a posare sull’armadio più
alto.
«Timcanpy! Rendimi subito la matita!» ordina il
tedesco,
furente, mentre il golem fa finta di pulirsi le orecchie utilizzando le
alucce.
Allen ridacchia quando vede il suo coinquilino prendere la
sedia
dalla scrivania, togliersi le scarpe e salire sopra il sedile in
paglia, cercando così di raggiungere Tim, che inizia a
volteggiare leggiadro, scappando alla sua presa.
«Vieni qui, ho detto!» ringhia ancora,
inseguendolo
mentre brandisce la sedia come un’arma, nel tentativo di
riprendersi la preziosa stecca di grafite.
Per non far ulteriormente arrabbiare Link, Allen si inabissa
sotto le coperte, ridendo per gli inutili sforzi del ragazzo.
“Grazie Tim…” ringrazia
mentalmente il proprio
golem, che, come al solito, lo aiuta nelle situazioni più
difficili, e anche in quei piccoli momenti. “Mi chiedi
perché io abbia recitato anche l’Angelo custode,
Link?
Davvero hai bisogno di chiedermelo?” si domanda, stringendo a
sé il cuscino. Sul viso un sorriso triste.
Da quando era arrivato Link alla Home, Allen non si era
sentito più solo.
Per la prima volta dopo la morte del patrigno, il ragazzo
aveva
trovato quella compagnia che lo faceva sentire al sicuro e che non gli
faceva mai sentire i rumori
del silenzio.
Dopo tanti mesi a condividere la stessa stanza e quasi la
vita
stessa, Link era diventato una presenza fondamentale nella sua vita,
tanto che, quasi senza accorgersene, se ne innamorò.
Gli sembrò allora giusto ringraziare il Signore
per avergli
permesso di incontrare una persona come Link, con tutti i difetti che
aveva, ma anche i pregi. Era intelligente, riservato, leale, buono,
devoto al dovere, all’Ordine e al lavoro. Fedele. E aveva
protetto l’albino più volte durante gli sconti.
Allen, però, sapeva bene che il tedesco alla fine
era solo un Corvo e
che prima o poi sarebbe volato via, lasciandolo di nuovo solo, ma
quelle evanescenti ali che spuntavano dalla schiena di Link non gli
sembravano le ali di un nero volatile, ma quelle di uno sbadato angelo,
mandato dal Signore per colmargli quel vuoto che aveva nel cuore,
caduto nel camino e sporcatosi di fuliggine.
§Owari§
XShade-Shinra
Note
Angelo di Dio
Angelo di Dio che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e
governa a me che ti fui affidato dalla Pietà Celeste. Amen
Ángele Dei,
qui custos es mei,
me, tibi commissum pietáte
supérna,illúmina,
custódi,rege et gubérna. Amen.
Atto di dolore
Mio Dio mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati
perché peccando ho meritato i tuoi castighi e molto
più
perché ho offeso Te infinitamente buono e degno di essere
amato
sopra ogni cosa. Propongo col Tuo santo aiuto di non offenderti mai
più e di fuggire le occasioni prossime di peccato, Signore
misericordia, perdonami.
Deus meus, ex toto corde
poenitet me
omnium meorum peccatorum, eaque detestor, quia peccando, non solum
poenas a Te iuste statutas promeritus sum, sed praesertim quia offendi
Te, summum bonum, ac dignum qui super omnia diligaris. Ideo firmiter
propono, adiuvante gratia Tua, de cetero me non peccaturum peccandique occasiones proximas fugiturum.
Amen.
Eterno riposo
L'eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce
perpetua. Riposino in pace. Amen.
Réquiem
ætérnam
dona eis, Dómine, et lux perpétua
lúceat eis.
Requiéscant in pace. Amen.
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