Decidiamo di andare a mangiare al giapponese, fingo di non esserci mai
andata, anche se in realtà ogni volta che ne ho l'occasione
mi fiondo dentro il ristorante. Durante la cena tenta di iniziare il
discorso che conclude dopo mezza parola, dopo aver visto il mio sguardo
omicida, mai parlare mentre mangio, mi da sui nervi in una maniera
incredibile.
Finito di cenare andiamo in un bar molto, troppo intimo, pieno di
coppiette intente ad amoreggiare. Stò iniziando a sentirmi
male, è più forte di me la voglia di scappare
lontano da lui.
- ehi Roxanne, allora come stai?-
Ma questo tipo c'è o ci fa, dopo un ora e mezza passata
assieme mi chiede come stò, e poi chi gli ha detto di
chiamarmi in modo cosi smielato?!
Cerco di tenere tra i dentri la lingua e non dire nulla di offensivo,
ma niente da fare, non resisto più.
- Ma sei scemo o cosa? Sono qui un fascio di nervi, non ho ancora
aperto bocca, e tu dopo un ora e mezza ti viene in mente di domandarmi
come stò!? ne ho le palle piene, non ti sopporto
più, addio.-
Resto di sasso, in fondo forse anche io resterei pietrificata dopo una
risposta del genere. Non aspetto che lui parli, rischierebbe di farmi
irritare ancora di più, ecco questo è un lato del
mio carattere che odio, sono molto lunatica e facilmente irritabile.
Nessuno è perfetto.
Come un razzo esco dal bar, sotto lo sguardo stupito degli altri
clienti.
Perfetto ci mancava solo la pioggia a completare questa bellissima
serata, oltretutto non ho la più pallida idea di dove
diavolo mi trovo. Giusto provo a chiamare Alyson, magari se le dico il
nome del bar, riesce a venire a prendermi.
Cerco nella borsa il telefono, provo a chiamare ma non riesco a fare
uno squillo che la chiamata cade. Perfetto, per finire il cellulare
è scarico.
In qualche modo devo pur tornare a casa, faccio una corsa sotto l'acqua
cercando la prima fermata del pullman, mi sembra di aver corso un
eternità, ma non vedo nessuna fermata degli autobus.
-Ehi tu lassù, ti ho fatto forse qualcosa di male per
meritarmi questo?-
Ormai sono tutta completamente bagnata, tanto vale andare a piano, mi
prenderò anche l'influenza sicuramente.
Perchè è andata a finire in questo modo? L'unica
cosa che volevo fare era dimenticare Erik, invece mi rendo conto che
lui è una di quelle persone impossibili da dimenticare,
ormai il suo volto è impresso nel mio cuore e credo che da
li non se ne andrà tanto facilmente.
Con lo sguardo fisso a terra percorro strade sconosciute, sotto lo
sguardo stupito dei passanti.
Senza sapere come mi ritrovo in una stradina buia e isolata, faccio
retrofront, ma dei brutti ceffi mi bloccano la strada.
-Ciao bambolina, che fai tutta sola per strada, sotto la pioggia
oltretutto?-
-Me ne stò tornando a casa, addio.-
Passo in mezzo a loro, ma uno dei 4 tipi mi prende per un braccio
costringendo a fermarmi.
-vieni a casa con noi? ti scalderemo tutta la notte-
-no grazie preferisco morire congelata-
Cerco di divincolarmi, ma la sua presa è troppo forte e io
non mi sento in gran forma, beh c'è da dire che mi ammalo
molto facilmente, quindi molto probabilmente ho la febbre.
-Lasciamiiiiiiiii.-
-Che cazzo ti urli brutta stronza che non sei altro!?-
Mi molla uno schiaffo facendomi finire contro un altro ragazzo, questo
mi tiene ferme la braccia mentre gli altri tre si avvicinano
sghignazzando.
Ho paura, in questo momento vorrei sparire, vorrei avere abbastanza
fegato per difendermi ma non ci riesco. Che codarda.
-Ehi arriva il nostro capo.-
Mi riprendo un attimo, per cercare di vedere bene chi è il
loro capo.
-Brandon?!-
-ciao cara Roxy.-
-Per fortuna, sei tu il capo, senti di ai tuoi amici di lasciarmi
andare per favore.-
-AHahahaha, e perchè mai dovrei?-
-sono tua cugina, ecco perchè.-
-vedi tu ed io avevamo un accordo, fai innamorare Erik e poi spezzagli
il cuore, ma non l'hai fatto, ed ora sei mia, per sempre..-
Si avvicina sempre di più.
Sento la sua mano percorrere il mio corpo.
Il suo tocco mi disgusta.
Mi bacia il collo, mentre con una mano, fa scivolare dalla spalla lo
spallino del vestito, lentamente, prima uno poi l'altro.
Mi sento male, vorrei solo morire in questo istante.
Sono pietrificata dal terrore.
Fa scivolare il mio vestito fino alla vita, lasciandomi col reggiseno.
Dal collo scende fino a baciarmi l'incavo tra i miei seni.
-Sm..smettila ti prego.-
Piango, tremo e lo imploro.
-Non mi interessa se piangi, io ti voglio qui adesso.-
Con gli occhi chiusi, appare il volto di Erik.
-Erik..Erik.. ERIKKKKK-
Con forza mi tappa la bocca con una mano.
-stai zitta, tanto lui non verrà a salvarti-
-ne sei certo?-
Questa voce. Non stò sognando, questa è la voce
di Erik, lentamente apro gli occhi e con enorme sorpresa, lo vedo
davanti a me, con un gruppo di ragazzi.
-Erik, sei arriva...-
Non ricordo cosa sia successo poi.
Quello che sò di certo è che ora mi trovo al
caldo in un comodo letto sotto le coperte.
Caldo? Letto? Coperte?
Mi alzo di scatto e mi guardo attorno, non sono in ospedale, e nemmeno
a casa mia o di qualche mia amica,ma non sono nemmeno in un hotel, ma
dove sono allora?.
La porta della camera si apre, e vedo Erik entrare con in mano un
vassoio.
-Ehi come ti senti?-
-Meglio..ma che è successo?-
-Non ti ricordi?-
-Mmmh..no purtroppo, ma forse se ho dimenticato è
perché era qualcosa di spiacevole.-
Si avvicina al letto, e appoggia il vassoio con sopra una tazza di the
caldo.
-Spero ti piaccia, è the ai frutti di bosco.-
-Non l’ho mai assaggiato, ma grazie, non dovevi distrubarti.-
Non mi stacca un secondo gli occhi di dosso, e sento il mio viso
diventare sempre più rosso, mi sento terribilmente
imbarazzata, ma allo stesso tempo sono felice, felice di potergli stare
ancora accanto probabilmente per l’ultima volta, questo
è l’ultimo anno, e se le cose vanno come devono
andare, come è giusto che sia lui ed Alyson forse dopo il
ballo faranno finalmente coppia fissa, infondo ho sempre pensato che
fossero perfetti per stare assieme.
Si siede sul bordo del letto e dolcemente con il palmo della mano si
avvicina alla mia fronte.
-Hai ancora la febbre, forse è meglio se per stanotte, dormi
qui.-
-Cosa!?!? No no.-
-Tranquilla non ho intenzione di farti nulla, ma non puoi andare via in
queste condizioni.-
-Io credo che sia la cosa migliore.-
-Perché?-
-Perché di si.-
Oddio questa discussione stà prendendo una piega
inaspettata, mi alzo dal letto e mi rendo conto di avere indosso dei
vestiti non miei.
-Ma questi?-
-Sono i miei, eri bagnata fradicia, ho tovuto toglierteli.-
-Cosa!? Pervertito che non sei altro, quindi tu..tu..-
-Si ti ho visto in reggiseno e allora? Non hai nulla da far vedere,
tranquilla non mi sono eccitato cambiandoti, anzi..era terrbilmente
noioso.-
-Grazie di nuovo, i miei vestiti dove sono?-
-A lavare-
-Ti riporterò i vestiti lunedi ora vado-
Prendo la borsa accanto al letto e come una furia mi avvio verso la
porta, l’apro ma di colpo Erik dietro di me la richiude.
Tum-Tum. Il battito del mio cuore si fa sentire sempre di
più, se si avvicina ancora un po’ rischia di
sentirlo.
-Non voglio che tu te ne vada.-
-Io credo che sia la cosa migliore per entrambi.-
-No, pensi che questa sia la cosa migliore per te, ma a me non ci
pensi?-
-Smettila, ora hai Alyson, stai con lei, siete perfetti assime, addio.-
Cerco di aprire la porta, ma non ha intenzione di spostare il suo
braccio, cerco di spostarglielo io, ma l’unica cosa che
ottengo è quella di scivolare, maledette scarpe bagnate.
Il respiro di entrambi diventa sempre più affannoso, i
nostri cuori sembrano battere all’uninsono, stò
impazzendo, ti prego Erik, spostati o non potrei resistere dalla
tentazione di baciarti.
-Roxy, io.. io..-
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