Our Winter
(Il nostro Inverno)
di Jade Okelani
tradotto da Erika in esclusiva per EFP
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Prologo: Legge e Disordine
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Hogwarts è diversa da ogni altra scuola, coi suoi oscuri e ventosi corridoi
e le sue scale che si riposizionano da sole durante il giorno e che la rendono
un posto dove è davvero facile perdersi, specialmente nel cuore della notte
quando non dovresti essere fuori dal tuo letto. E' una castello infestato nel
quale i fantasmi non hanno paura di saltare fuori all'improvviso per offrirti un
saggio consiglio, o nel caso di Sir Nicholas, dritte sul trucco. (Sappiamo che
è meglio non chiedere come è riuscito a diventare un tale esperto in materia
di cosmetici; per essere morto, sa certamente come arrossire convincentemente.)
Cercare di non essere visti ti rende spesso più sospetto di quanto non
saresti altrimenti, e sono stata quasi notata un paio di volte, una volta da
Gazza, il custode, e un'altra ancora da Mrs Purr, quella disgraziata della gatta
di Gazza. Ora sono qui, che scrivo il mio diario, in uno spazio piccolo, scuro e
stretto, e sto cominciando a chiedermi se sono claustrofobico e non l'ho mai
saputo. Il caldo è quasi insopportabile, anche se il castello è freddo e
presenta molti spifferi, e continuo a sentire rumori anche se non c'è niente in
giro, e penso che le palme della mani stiano cominciando a sudarmi; non sapevo
che fossero in grado di fare una cosa del genere.
Non ho tenuto un diario sin da quella brutta storia con Tom Riddle durante il
mio primo anno ad Hogwarts. Per essere onesti, una storia come quella avrebbe
dissuaso qualunque ragazza dal tenere mai più un diario personale coi propri
pensieri, ma recentemente ho provato un desiderio molto intenso di mettere su
carta quello che provo. Perciò eccomi qui, a scrivere al buio, a sperare che le
mie mani incredibilmente sudate e la totale incapacità di vedere non rovinino
indelebilmente le parole.
Non ho mai fatto niente di sbagliato prima. Ci sono state volte in cui ho un
poco aggiustato le regole, e ho aiutato Harry e Ron ad uscire da quel guaio in
cui si erano cacciati -- ma facevo solo quello che doveva fare una buona
sorella; quello che qualunque ragazza pazzamente innamorata del migliore amico
di suo fratello avrebbe fatto.
Forse sto esagerando, almeno credo. C'è stato un tempo in cui credevo di
essere pazzamente innamorata di Harry Potter, ma è passato, come tutte le cose,
col tempo. E, naturalmente, con la totale ignoranza di Harry sul fatto. Gli è
piaciuta Cho Chang per un intero anno, e credo che la cotta sia un po' passata
in quel periodo. Cosa aveva Cho in fondo che io non avevo? Solo perchè era più
grande e più carina e più brava a fare le magie e non indossava i vestiti
smessi dei fratelli più grandi perchè non aveva il corpo di un maschio di 16
anni come me -- beh, non voglio più pensare a Cho. Si è diplomato lo scorso
anno e non ho la minima idea di che fine abbia fatto. Non credo ce l'abbia
nemmeno Harry, dal momento che da quando la cotta gli è passata (passano sempre
quelle) si è guardato a sinistra e ha trovato Hermione, dove era sempre
rimasta, più o meno lì sopra lo spazio aereo del suo cuore, ed è successo.
Ed è davvero difficile odiare Hermione, perciò ho dovuto dimenticare la mia
infatuazione per Harry. E' stato meglio così. Mi dicevo sempre che un giorno ci
avrei creduto che era stato meglio così, almeno così speravo; e ora è così,
ci credo. Perciò non è che sono innamorata di Harry, nè niente del genere --
è solo che è così facile avere una piccola cotta per lui. Si tratta più che
altro dell'adorazione per un eroe, davvero, più che di un sentimento sciocco e
romantico, ed è una di quelle cose che non va via, non importa il tempo che
passa nè i tentativi che fai.
Per fortuna, è una di quelle sensazioni che è bene rimangano nel tuo cuore.
Harry è un buon amico, leale in modo quasi ridicolo e stupidamente coraggioso,
e più ci penso, più sono felice di non essere innamorata di lui. Hermione ha
sicuramente un attacco al cuore ogni volta che si preoccupa per lui.
Ecco la cosa che un po' mi infastidisce però: ho sempre pensato che Harry
non mi avesse notato perchè ero un po' bruttina, coi capelli mai perfettamente
pettinati, perchè avevo troppe lentiggini, perchè non studiavo più dei
ragazzi, quel tipo di cose insomma. Ovviamente, erano ragazze come Cho che lo
attiravano, ragazze bellissime con grandi occhi neri e visi esotici, con lunghi
capelli neri di seta che avrei sempre voluto, invece di queste ciocche di carote
strozzate che mi dondolano giù dallo scalpo. Ma poi va ad innamorarsi di
Hermione, e non voglio essere cattiva, ma Hermione non è certo la ragazza più
carina della scuola.
Io penso che sia bella, intelligente, divertente e affettuosa, ma certamente
non potrebbe vincere una competizione di bellezza su scopa. Perciò se la
vecchia e normale Hermione era andata bene per Harry ... che diavolo c'era di
sbagliato in me?!
Quello era il tipo di domanda che potevo passare (su cui avevo passato) ora a
riflettere, ma
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Oh mi Dio. Oh mio . . . DIO! Va bene, lasciate che riparta da dove ho
lasciato. Allora, stavo riflettendo su ... qualcosa ... e poi all'improvviso il
muro su cui ero appoggiata è scomparso e ho cominciato a cadere, senza fine ...
era una voragine oscura infinita, e già mi sentivo orribile nel pensare a come
Ron avrebbe detto a mamma che ero morta e che le si sarebbe spezzato il cuore.
E' venuto fuori che forse ho esagerato con l'aggettivo 'infinito', perchè ho
smesso di cadere, ma in effetti non sono mai atterrata. Invece mi sono trovata
sospesa in aria, libera di muovere le braccia e le gambe, ma incapacitata ad
andare via da dove mi trovavo. Non vedevo un fico secco.
"Pronto?"
Speravo che venisse fuori come la voce di una strega che aveva in se stessa
la fiducia di una dea e meno come quella della quasi disperata ragazza
topo.
"Benvenuta, Signorina Weasley."
Saltai a mezz'aria, la voce melodica mi aveva sorpreso nel silenzio della
stanza.
L'oscurità svanì un poco e mi ritrovai in una grande camera. Doveva
trovarsi a circa un miglio di profondità sotto la scuola, e aveva i minacciosi
muri fatti di pietra e ardesia o di qualcosa di altrettanto terroso e robusto.
Grandi cavità erano state scolpite nell'interno dei muri e sembravano quasi i
palchi del campo di Quidditch. Dozzine di figure mascherate e intunicate erano
in piedi ferme, sinistramente silenziose, quasi come Dissennatori, ma un poco
(proprio un poco) meno spaventose. Candele sospese a mezz'aria spiegavano come
mai riuscivo all'improvviso a vedere ciò che mi stava intorno, e mentre
guardavo sotto, spalancai la bocca nel tenere che quando dicevo 'infinita' non
avevo esagerato.
Sotto di me, l'oscurità sembrava andare avanti e ancora avanti e cercai
disperatamente nella memoria un incantesimo per fluttuare, nel caso la forza
magica che mi teneva sospesa venisse a mancare all'improvviso.
"Mi chiamerai Cassandra." La stessa voce che aveva parlato prima lo
fece ancora. Fu allora che la vidi, proprio davanti al resto degli altri. "Perchè
ci hai cercati?"
"Per essere parte del futuro nel tempo," recitai a memoria.
"Cosa ci offri?"
"La lealtà e l'obbedienza di una serva dell'Ordine."
"Appartenervi comporta dei sacrifici. Quale prezzo è disposta a
pagare?"
"Non sono che una serva obbediente e fedele all'Ordine."
Il mio labbro inferiore era maltrattato e sanguinante da quanto lo avevo
morso in quei momenti. Mi chiedevo se potevano sentire il mio cuore battere nel
petto come una farfalla impazzita colpita da un incantesimo energetivo. Il
messaggio che si era auto-distrutto e che avevo ricevuto parecchie settimane
prima era stato molto chiaro; una volta che avevo detto il codice non
dovevo dire altro che 'Non sono che una serva obbediente e fedele all'Ordine'. E
se avevo letto male? Cassandra rimase in silenzio. Dovevo dire qualcos'altro?
Non avevo nulla da offrire loro in effetti, tranne la mia totale obbedienza. Non
era forse per questo che avevo bisogno di loro in principio, no?
Naturalmente ne avevo sentito parlare prima. Quando le ragazze erano al loro
secondo anno ad Hogwarts, avevano almeno una volta sentito parlare dell'Ordine.
Sospetti quanto i MangiaMorte, più segreti dei Centauri, con più potere del
Ministro della Magia. E questo perchè l'Ordine non doveva rispondere a nessuno
delle sue azioni. Erano la più anziana fra tutte le società magiche segrete e
l'unica che era sopravvissuta a Colui che non Deve Essere Nominato.
Ogni anno veniva scelto un nuovo membro e quest'anno, ero stata scelta io.
L'Ordine si assicurava che non avessi mai bisogno di niente. Si accertavano
che le persone giuste ti notassero quando ti diplomavi ad Hogwarts, si
accertavano che avessi i lavori più belli e i posti più carini dove vivere.
Almeno, questo era quello che dicevano le altre ragazze nei corridoi. Non che io
avessi molte amiche in fondo. Chiaccheravo con altre Grifondoro, ma le uniche
persone a cui ero davvero vicina erano Ron, Harry ed Hermione. So che loro non
mi consideravano davvero un'amica. Ero la sorellina di Ron e sapevo che Harry ed
Hermione avevano cominciato a considerarmi come una sorellina surrogata, dal
momento che nessuno dei due aveva fratelli più piccoli in proprio.
Era solo un'altra ragione per desiderare così tanto tutto questo. Avrei
messo ogni cosa a posto. Mamma e Papà non avrebbero più dovuto preoccuparsi di
me, non sarei dovuta tornare a vivere con loro dopo che la scuola fosse finita e
quell'insopportabile di Percy avrebbe dovuto chiudere il becco quando gli avrei
messo sotto il naso un lavoro migliore del suo.
E finalmente avrei potuto permettermi un nuovo mantello che non profumasse
come il vecchio compito di Pozioni di Charlie.
Ma torniamo a quando volavo a mezz'aria:
"Devi dimostrarti degna." La voce di Cassandra risuonò in tutta la
camera, e io feci un lungo respiro, più decisa che mai ad andare fino in fondo.
"Non sono che una serva obbediente e fedele all'Ordine."
"La tua volontà sarà messa alla prova, così come la tua
obbedienza," dichiarò Cassandra, vaga. "Sei nella casa del Grifondoro.
Quale case trovi più ripugnante, Signorina Weasley?"
Sentì il sangue sulla lingua e mi lascia andare il labbra. Questa era una
domanda diretta. Sicuramente ora volevano che rispondessi senza usare quella
frase ...
"Ebbene?" chiese Cassandra, impaziente. "Parla, ragazza."
"Serpeverde!" disse tutto d'un fiato, un pochino più forte di
quanto avessi inteso.
"Ah. L'onestà è dote necessaria fra queste mura," mi disse
Cassandra.
Mi sentivo assurdamente fiera di me stessa per aver passato un test così
semplice.
"E fra tutti i Serpeverde chi trovi il più ripugnante?"
Ripensai immediatamente a Pansy Parkinson e al modo in cui mi faceva sentire
sempre, come se fossi una cosa che veniva fuori dalla classe di Hagrid sulla
Cura delle Creature Magiche. Poi a Tiger e a Goyle con le loro sopracciglia
sempre accigliate e con la tranquilla acquiescenza con cui rendevano la vita di
mio fratello un inferno. I pensieri su Tiger e Goyle mi portarono naturalmente
al loro padrone, e le mie mani si strinsero in pugni.
"Vedo che hai pensato a qualcuno." Mi pareva di sentire un sorriso
nella voce di Cassandra.
"Draco Malfoy," dissi, ricordando tutte le volte che quello stupido
idiota aveva arrecato guai alle persone che più amavo, cercando di far
espellere Harry, chiamando Hermione Mezzosangue, iniziando a litigare con Ron
quando tutti ben sapevano che Ron non sarebbe stato abbastanza avveduto da
ritirarsi da una sfida.
Malfoy, con quel suo orribile ghigno e quei capelli setosi che sarebbero
stati belli se il suo cuore non fosse stato nero; con gli occhi color cielo
nuvoloso, che nascondevano un'anima così piena di meschinità e malizia. Sì,
penso non ci sia alcun problema a dire che odio Malfoy, Cassandra.
"Draco Malfoy," disse Cassandra ad alta voce, "ha fra le sue
mani il tuo destino qui nell'Ordine. Andrai da lui e offrirai a lui ogni cosa di
te per un mese. Sarai volenterose e obbediente con questo ragazzo che detesti,
così come lo saresti con chi ami. Ti proverai a noi in questo modo."
Mi proverò? Non riuscivo nemmeno a respirare. Non poteva voler dire -- non
poteva e basta. Ma l'aveva fatto. Riuscivo a capirlo dal silenzio nella stanza.
Silenziosa tranne che per quella maledetta farfalla nel mio petto che aveva
deciso di prendere una nuova marcia in accelerazione.
Ogni cosa. Non potevano voler dire davvero ogni cosa, no? E ... offrirmi? Non
potevano davvero voler dire quello che pensavo volessero dire. Non vorranno
certo che -- no, mi limiterò a portargli le pantofole e a tagliargli la carne,
cose così, umilianti come quella, no ... cose umilianti. E se -- Oh, Dio e se
lo faccio, vado da lui e lui --
"E se rifiuta?" dissi prima di riuscire a fermarmi. Quanto avrei
voluto vedere gli occhi di Cassandra. Sono quasi certa che dovevano essere piena
di pietà. Non è che sono proprio materiale da sogno erotico io. La famiglia di
Draco Malfoy ha più soldi di quanti ne abbia mai visti in vita mia. Potrebbero
comprargli una serva se ne volesse una. Potrebbero comprargli una maledetta
concubina se ne volesse una!.
"Nessuno rifiuterà un Membro dell'Ordine," spiegò Cassandra con
più pazienza di quanto sentivo era capace. "E' tuo compito far sì che
compia la sua parte nel tuo futuro. Mi comprendi?"
Fra tutte era la cosa più impensabile che avrebbero potuto chiedermi di
fare, e mi odiai, perchè per quanto orribile fosse, anche allora, sapevo quale
sarebbe stata la mia risposta.
"Non sono che una serva obbediente e fedele all'Ordine."
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