Studentessa Universitaria

di MimiRyuugu
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Ho finalmente corretto il formato di questa fic *-* cen'è voluto eh xD comunque come suggerisce il titolo è stata ispirata dalla canzone di Cristicchi. Di solito nelle mie fic metto pezzi di canzone, o prendo i titoli da canzoni che mi danno l'ispirazione.
Comunque, spero che vi piaccia e che così sia più leggibile xD
Baci, Mimi.



Studentessa Universitaria

È quasi l’ora di cena. I corridoi sono silenziosi. Ancora privi di studenti in fermento per le pietanze. Sono tutti nelle loro Sale Comuni. A leggere. Fare chiasso. Tutti tratte te. Proprio non sei il tipo. Odi il caos. Non riusciresti a studiare con tutte quelle distrazioni. Ti irritano. Tu. Piccola Hermione. Studentessa universitaria, triste e solitaria nella tua stanzetta umida, ripassi bene la lezione di filosofia e la mattina sei già china sulla scrivania e la sera ti ritrovi a fissare il soffitto, i soldi per pagare l’affitto te li manda papà. Te ne stai tutta sola in Biblioteca. L’unico posto calmo rimasto a quell’ora. Davanti a te un pesante libro di Storia della Magia. Stranamente fai balzare il tuo sguardo da un tavolo all’altro. Possibile che solo a te venga in mente di studiare? Come fanno Harry e Ron a fare i loro temi in Sala Comune? Sbuffi. Appoggi le braccia sulle pagine. Per poi fissarci al mento. La schiena ricurva. Lo sguardo davanti a te. Ricordi la corriera che passava lenta, sotto il sole arroventato di Sicilia, i fichi d’India che crescevano disordinati ai bordi delle strade, lucertole impazzite, le poche case. Forse li invidi un po’. Vorresti essere così anche tu. Spontanea. Libera. Incurante. Meno ossessiva. Estremamente strafottente. E forse pure casinista. Eppure più ti sforzi di concepire il loro punto di vista più non ti ci ritrovi. Certe volte non ti pare nemmeno di essere una quattordicenne. Ti ritrovi così spesso sola ad analizzare i tuoi pensieri che finisci col zittire da sola la tua mente insistente. Perché all’inizio non ci pensavi. Ora sai cosa ti manca. Cosa vorresti. Cosa servirebbe ad una ragazza della tua età. Ricordi quel profumo dolce di paese e pane caldo, i pomeriggi torridi, la piazza, la domenica, e il mare sconfinato che si spalancava dal terrazzo, della tua camera da letto. Ogni sera te ne stai chiusa fra le tende del tuo baldacchino. E senti le altre che chiacchierano a lume di qualche luce accesa per l’occasione. Senti squittii d’emozione per quel ragazzo che ha rivolto il suo sorriso a Calì. O quel bel vestito che piacerebbe tanto a Lavanda. Perfino delle imprecazioni perché a Romilda si è sbavato lo smalto appena messo. E vorresti davvero uscire da quella corazza di lenzuola e aggregarti a loro. Ma sei troppo timida e te ne stai li. Sera dopo sera. Sola col tuo ennesimo libro. Zitta. A sentire le loro risate. Ciò ti fa più male di quanto tu non creda. Ripensi alle salite in bicicletta per raggiungere il cadavere di una capretta, il tabernacolo della Madonna in cima alla montagna, che emozione! Certo, vuoi bene ad Harry e Ron. Però cosa farai quando la differenza che vi allontana anche solo per la notte si amplierà? Già adesso senti gli ormoni in fermento. E solo per un Ballo formale alla Vigilia. Figurati al sesto anno che succederà! Tu sei una ragazza. E vorresti avere delle amiche. Tue coetanee. Con cui condividere paure. E non solo degli stupidi voti. Tutte le candele accese di un paese in processione, gocce di sudore sulla fronte, odore di sapone di Marsiglia e di lenzuola fresche per l’estate, gli occhi neri di una donna ferma sulle scale, gli occhi di tua madre. Sembra così facile a dirla in questo modo. Tu però ancora sospiri. Ti rinchiudi sempre in quei libri. Ti piace leggere, questo lo sanno tutti. Studiare è l’unica cosa che occupa il tempo libero. Lo vorresti passare con qualcun altro. La stessa con cui vorresti fare a cuscinate la sera. O da cui vorresti un abbraccio quando ti senti triste. Perché è tutto così complicato? Perché è così difficile farsi qualche amica? Non è certo perché sei Mezzosangue. Di quello non importa a quasi nessuno. I denti da coniglio li hai eliminati al secondo anno. I capelli crespi con la crescita si sistemeranno. A questo punto ciò di cui ti convinci sempre di più è che sei proprio tu che non vai bene. Troppo pignola e saccente. Studentessa universitaria, triste e solitaria nella tua stanzetta umida, ripassi bene la lezione di filosofia e la mattina sei già china sulla scrivania e la sera ti ritrovi a fissare il soffitto, i soldi per pagare l’affitto te li manda papà. Quando hai sentito che sarebbero venute le ragazze di Beauxbatons ti sei rallegrata. Qualche nuova amica? Macchè! Tutte Barbie troppo snob. Proprio non è destino che tu stia con le altre ragazze. Forse è già un miracolo che Harry e Ron ti sopportino. Si. Deve essere proprio così. Però nel momento in cui ti senti più triste e sconfortata del solito. Senti un rumore. Ti rizzi a sedere spaventata. Vedi la porta della Biblioteca sbattere. Chiudi veloce il libro già pronta ad una ramanzina dalla bibliotecaria. Non sarebbe la prima volta dopotutto. Quando ti giri per rintracciare la sagoma di Madama Pince rimani sbalordita. Non è lei che si sta avvicinando. Studentessa chiusa nella metropolitana, devi scendere, la prossima è la tua fermata! Sotto braccio libri, fotocopie, appunti sottolineati ed un libretto dove collezioni i voti degli esami, questa vita fatta di lezioni e professori assenti, file chilometriche per fare i documenti, prendere un bel trenta per sentirsi più felici, ma soli e senza i tuoi amici. Gli occhi sono fissi sull’altro. Il corpo muscoloso ma agile ti è accanto in pochi minuti. L’hai subito riconosciuto. Arrossisci immancabilmente quando i suoi occhi scuri ti bloccano. “Ciao…” dice subito Krum. In tono duro. Incredula ti guardi intorno. Si, sta parlando proprio con te! “C…ciao…” sorrisi a malapena. Lui sembra visibilmente tranquillizzato. Però non parla. Passano alcuni minuti intrisi di strano silenzio. Così ti fai coraggio. “Ti…ti serve qualcosa? Se cerchi la bibliotecaria sarà qui fra poco penso…” esordisci impacciata. Krum ti guarda ancora. D’improvviso alza una mano e se la passa fra i capelli cortissimi. “Ecco…io in verità cercavo proprio te…” confessa. Con l’accento russo in un inglese sbilenco. Ancora una volta rimani a bocca aperta. Carmelo sta a Milano in facoltà di Economia, Fabiana e Sara Lettere indirizzo Archeologia, poi c’è Concetta, sta a Perugia e studia da Veterinaria, Giurisprudenza invece la fa Ilaria e Marco spaccia cocaina e un giorno lo metteranno dentro, il tuo ragazzo studia Architettura e nel frattempo passa i giorni dando il resto dalla cassa di un supermercato in centro. “Io? Per…perché?” chiesi. Dovresti smetterla di balbettare almeno. Ma proprio ti ha preso in contropiede. Krum esita un attimo. Poi sorride. Ti senti mancare il respiro. È talmente bello! “Ti ho vista in cortile più di un pomeriggio…stavi leggendo…” ti risponde. Tu lo guardi inclinando la testa. Non trovi il senso. Però poi annuisci. “Io ho visto che leggi sempre…” aggiunge. Sembra quasi timido. “Eggià…mi piace leggere…” precisi stupidamente. Krum stringe i pugni. I suoi occhi girano per la stanza. Per poi tornare sempre su di te. Studentessa universitaria, triste e solitaria nella tua stanzetta umida, ripassi bene la lezione di filosofia e la mattina sei già china sulla scrivania e la sera ti ritrovi a fissare il soffitto, i soldi per pagare l’affitto te li manda papà. “Sai che ci sarà il Ballo fra un po’ vero?” cambia ancora argomento. Hermione sobbalza. Il cuore le batte a mille. Non ci puoi credere eh piccola so-tutto-io? “S…si…” sussurri appena. “Bene…hai già un compagno?” ti chiede ancora. Scuoti la testa per riflesso incondizionato. Nel mentre Ron si figura nella tua mente. Però non ti ha chiesto nulla. Quindi ufficialmente sei libera. Krum si illumina in un sorrisone. “Perfetto! Ti andrebbe…come dite voi? Ecco…ti andrebbe di venirci con me?” esclama finalmente. Il cuore della ragazza si ferma per qualche secondo. Non può averlo fatto. non lui. Non l’idolo del momento! Il campione di Quiddich! Vuole lei. Come compagna per il Ballo del Ceppo. “P…perché io?” chiedi stupidamente. Lui sembra non capire. “A me piace guardati mentre leggi…sei…bella…” risponde. Cercando di dire tutte le parole in un inglese capibile. Lei si tiene al tavolo per evitare di cadere dalla sedia. Bella? Hermione? Studentessa universitaria, sfiori la tua pancia dentro c’è una bella novità, che a primavera nascerà per farti compagnia, la vita non è dentro un libro di Filosofia e la sera ti ritrovi a pensare al futuro e ti sembra più vicina la tua serenità. Senza che te ne accorga le tue labbra sillabano le lettere. Così accetti. In un minuto vedi Krum tutto contento che ti abbraccia. Poi se ne va. Mentre tu sei ancora li imbambolata. A fissare davanti a te. Ti senti strana. Felice. Sbalordita. Poi ti rendi conto che non potrai comunicare la notizia a nessuno. Harry e Ron ti prenderebbero in giro. Di sicuro ti tengono come ultima risorsa. Allora ben gli sta! Sorridendo ti rilassi sulla sedia. Non avrai amiche a cui raccontarlo, però è pur sempre una soddisfazione! Hai una sottospecie di ragazzo. Famoso. E pure bello. Tu. Il brutto anatroccolo solitario. Tu. La secchiona. E per la prima volta senti qualcosa nel petto. Uno strano calore. Sai che quel buco che avevi è stato sanato dall’autostima. Appena dopo il Ballo tutto tornerà come prima. Però intanto. Puoi sempre goderti la sua compagnia. E gongoli. Pensando che veramente Hermione Granger è stata notata dal campione Viktor Krum. Studentessa universitaria, triste e solitaria nella tua stanzetta umida, ripassi bene la lezione di filosofia e la mattina sei già china sulla scrivania e la sera ti ritrovi a fissare il soffitto, i soldi per pagare l’affitto te li manda papà.




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