Our Winter
(Il nostro Inverno)
di Jade Okelani
Il capitolo 1 è stato tradotto da Iseut in esclusiva per EFP
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1 : Malefatte e pregiudizi
Nota della traduttrice - Titolo originale del capitolo: 'Pranks and Prejudice', che gioca sulla
somiglianza col titolo del libro di Jane Austen 'Pride and Prejudice' (Orgoglio e Pregiudizio) ... beh, mi consolo nel sapere che nemmeno i traduttori ufficiali del libro sono riusciti a riprodurre il gioco di suoni e parole. Il
significato comunque è quello anche se mi è stato impossibile ripetere l'assonanza in italiano.
~
La sala comune del Grifondoro era stranamente vuota,
molti degli studenti più giovani erano già nel letto, avendo rinunciato a
studiare per gli esami. Ron e Harry li avrebbero volentieri seguiti, ma Hermione
era determinata a far prendere a tutti e tre il maggior punteggio possibile nel
M.A.G.O. (Magia Avanzata Grado Ottimale) grazie a un sistema che Ginny aveva
rinunciato a capire. Neanche Ron ed Harry sembravano comprenderlo, ma erano
bravissimi a seguire gli ordini di Hermione.
Ginny aveva passato la maggior
parte del giorno provando a convincersi che sarebbe stata una pura follia
avvicinare Draco Malfoy e offrirsi di essere la sua schiava. In qualsiasi
situazione si trovasse, niente sarebbe stato peggio dell’umiliazione che
avrebbe dovuto sopportare da parte sua.
Almeno, continuava a ripetersi
più e più volte nel vano tentativo di mandare indietro l’idea di tutto ciò
che l’Ordine le offriva. Non ho bisogno di loro, provava a convincersi.
Ho la mia famiglia e la mia salute e certamente non ho bisogno di Draco
Malfoy.
La sua attenzione fu distolta
da un rumoroso sospiro di disgusto da parte di Hermione.
“Vuoi prendere uno zero a
Trasfigurazione?” Stava dicendo Hermione. “Perché è questo che avrai se
continui così.”
“Herm,"
Harry disse pazientemente (beh, Ginny era sicura che stesse provando a suonare
paziente), "Abbiamo studiato per otto ore di fila--"
"E
studieremo per altre otto ore finché voi due non mi convincerete che siete
anche solo pronti la metà per i M.A.G.O” esclamò Hermione.
"Forse
a noi non importa un accidente, " si lamentò Ron. "Tu sei la sola così
ossessionata dal fare bene questi stupidi test.”
"Non sono stupidi, Ron,
" disse Hermione in tono risentito.
"L'hai
fatta arrabbiare, " fece notare Harry a Ron.
"Ogni
singolo giorno, ogni singola lezione che abbiamo ricevuto qui a Hogwarts non
significherà niente se non faremo bene nei nostri M.A.G.O.,” continuò
Hermione.
Ron
sembrava leggermente preso dal panico. "Hermione, Mi dispiace, io non
intendevo--"
“Dovresti
mostrare maggior rispetto comunque.”continuò Hermione “Pensi che i buoni
lavori cadano dagli alberi?”
“Beh
ci sono quegli idioti che giocano cricket ad alta quota su manici di scopa --“
Ginny
provò a non gongolare forte quando Harry
chiuse la bocca con uno schiocco piuttosto udibile quando Hermione gli lanciò
uno sguardo furioso. Quando tre teste si girarono bruscamente verso di lei capì
che non era riuscita completamente nel suo scopo.
“Sono
contenta che non avrò i M.A.G.O. fino al prossimo anno.”disse, cercando di
coprire la ridarella schiarendosi la gola.
“Si,
fortunata.”commentò Ron distrattamente. “Tuttavia avrai quella cosa nella
foresta da non veder l’ora…”
“Ron!”sibilò
Hermione
“Cosa?
Oh!” Si girò verso Ginny. “Dimentica ciò che ho detto.”
Ginny
stava per indagare ulteriormente, ma Hermione si lasciò sfuggire un acuto grido
che attirò l’attenzione di tutti quelli in sala. Stava guardando un foglio di
pergamena.
“Che
c’è? Cosa non va?” Chiese Harry, sembrava prossimo al panico.
“Oh
quel piccolo troll maleducato!” strillò
Hermione
.
“Con chi ce l’hai,
donna?” chiese Ron
“Calì Patil mi ha passato
un bigliettino ad Aritmanzia oggi.”disse Hermione, lottando qualche momento
contro le lacrime. "Non l’ho letto in classe, sapete cosa penso del
passare bigliettini durante le lezioni."
“Sì, cara. ”mormorò Harry
ossequioso, conoscendo benissimo cosa Hermione pensasse circa tutto ciò
che costituiva distrazione dalla lezione.
“Cosa diceva il biglietto?”chiese
Ron con la bocca piena di Cioccorane che aveva introdotto di nascosto da
Hogsmeade.
“Beh,
a causa di quella stupida incomprensione
nella doccia dei ragazzi l’altra settimana-"
(Ginny non trovava quello che era
accaduto nella doccia dei ragazzi sciocco, o più di un malinteso -- Hermione
era entrata all’interno nuda, dopodiché
aveva iniziato ad avvinghiarsi ad un egualmente appassionato
Harry. Naturalmente, non aveva immaginato che Neville Paciock entrasse
nelle docce e strillasse come una donnicciola, richiamando cosi
metà scuola a testimone dei
lascivi atti d Harry e Hermione, ma era accaduto, e Ginny pensava che fosse
tempo che Hermione lo accettasse, svegliandosi e
smettendo di cercare di cambiarlo in qualcosa che non era), "-quell’insopportabile
di Draco Malfoy ha iniziato a . . . lui mi ha chiamata . . ." sembrava sul
punto di piangere.
"Come ha iniziato a
chiamarti?" Ron aveva uno sguardo omicida. Ripensandoci però, Ron aveva
sempre uno sguardo omicida quando qualcuno menzionava Malfoy. Ginny voleva
morire.
“Herm,”
la pungolò Harry dolcemente.
"WHOREMIONE! (sarebbe “Hermione-la-puttana
“ma in inglese suona meglio il gioco di parole - ndT)" esclamò. "Va
bene? Siete felici ora? Mi ha chiamata Whoremione! Ed è apparentemente
molto popolare, perché Patil l’ha sentito da un Tassorosso del sesto anno.”
"Oh, Hermione,"
mormorò Ginny comprensiva. Che fosse un segno, si chiese? Malfoy era così
crudele, così meschino – quasi per sport, sembrava. C’era niente -- questo
era certo-- – peggio della tortura a cui si sarebbe sottoposta?
"Lo uccido," dichiarò
Ron
"Oh,
tu non farai nulla del genere,"disse Hermione,
tirando su col naso rumorosamente. E solo facendo così, si era risollevata.
Ginny ammirava ciò in Hermione, ma allo
stesso tempo si chiedeva se le facesse bene.
Harry
sembrava condividere la sua preoccupazione, perché passò un braccio attorno
alle spalle di Hermione e le accarezzò la schiena con dita gentili. Mordendosi
le labbra, Ginny distolse lo sguardo. Lei non voleva Harry, ma questo non
voleva dire che non desiderasse un Harry tutto per sé
“Solo qualche altra
settimana, amore.” mormorò Harry confortandola.
Ciò
sembrò risollevare
Hermione considerevolmente. "Non mi sembra ancora vero Harry."
"Cosa non sembra
vero?" chiese Ginny
"Stanno
per scappare via insieme," puntualizzò Ron.
"Non
scappare," lo corresse Hermione.
"Stiamo
solo per passare le prime tre settimane delle vacanze estive insieme,"
aggiunse Harry
"Ora
stiamo decidendo quali paesi visitare," disse Hermione. "Forse
l’Italia e la Spagna."
"Dovresti venire con noi,
Ron," aggiunse Harry. Hermione gli diede un calcio sulla gamba, quindi
sospirò, mandando a Ron un sorrisetto rassegnato.
"Si,
ci piacerebbe molto averti con noi.” continuò. "Chi ha bisogno di un
tranquillo viaggio per due?"
"Grazie,
tuttavia so che ciò che sto per dirvi vi spezzerà il cuore, ma non potrei
venire neppure se lo volessi." Ron emise un sospiro identico a
quello di Hermione. "Io devo andare a lavorare non appena mi diplomo ..
non ho tempo per andare in giro gingillandomi come voi due
scansafatiche."
"Va così male a
casa?" si meravigliò Hermione.
Ron
lanciò uno sguardo a Ginny. "Gin, non ho avuto modo di dirtelo finora.
Mamma mi ha mandato un gufo questa mattina."
“Dirmi
cosa?”
"Papà
è stato licenziato.” – disse Ron dispiaciuto. Ginny si sentì cadere il
mondo addosso.
"Oh,
Ron," disse Hermione solidale
"E’
colpa di quei manufatti babbani che insiste nel lasciare ovunque,” cominciò a
bofonchiare Ron. "Mamma gli aveva detto che avrebbe avuto guai con il
Ministero."
"
Ma papà ama quei manufatti Babbani," protestò
Ginny intontita, l’idea che suo padre non avesse più un lavoro -- non poteva
neanche pensarlo!
"Si,
e ora dovrà essere contento di qualsiasi galeone Percy, Bill, e Charlie
riescono a mandare a casa per mantenerci tutti.” disse amaramente Ron.
"Sei
ingiusto," insistette Ginny.
"Papà non stava facendo nulla di male. E’ stata solo una ripicca da
parte del Ministero che l’ha fatto cacciare."
"Ci
sarebbe . . ." disse Harry con un filo di voce, il senso di colpa lo fece
arrossire.
Ron
gli offrì un sorriso tirato. "Non devi sentirti in colpa," rassicurò
Harry. " I Weasley sono troppo orgogliosi per accettare la carità da chiunque.
Inoltre, staremo bene. Io lavorerò, e Fred e George tireranno fuori un po' di
contante con il loro negozio di scherzi vendendo roba a qualche ignare e povero
tonto-“
"Hmm,
Ron," Ginny lo interruppe esitante, "Circa Fred e George e la loro
fiducia nel negozio . ."
"Gin,"
la mise in guardia Ron , "non darmi altre cattive notizie ora. Non credo
che il mio cuore possa sopportarlo.”
"Sono
nei guai.”disse Ginny. "Stavano
giocando d’azzardo in qualche modo -- qualcosa riguardante una corsa di rane
magiche -- e beh ..."
"Beh?"
domandò Ron.
"Hanno
perso tutti i loro risparmi quando
Crown il principe-salta-a-lungo si
è tuffata al terzo giro," esplose Ginny tutt'un fiato.
"Forse
dovremmo andare.” disse nervosamente Harry
"Si,
questo sembra essere un affare di famiglia," iniziò Hermione.
"Seduti!"
Ron e Ginny scattarono allo stesso tempo, prima di riportare la loro attenzione
l’uno sull’altra.
"Perchè
non me l’hai detto?" chiese Ron.
"Oh, proprio come tu ti
sei precipitato a dirmi di papà?”puntualizzò Ginny con sarcasmo.
“E’ diverso!” insistette
Ron.
"In
che modo?”
"Io
lo so solo da un giorno" disse Ron trionfante.
"Io
lo so solo da una settimana." brontolò Ginny, "E avevo giurato di
mantenere il segreto. Vogliono dire loro stessi la verità a mamma. Immaginano
che in questo modo almeno lei non potrà mandargli una Strillettera!”
“Si,
ma più probabilmente li strangolerà!” disse Ron.
"Credi
che se ne accorgeranno se proviamo ad uscire di nuovo?" mormorò
Harry nell’orecchio di Hermione.
"Non
è necessario," assicurò Ginny, la
voce rigida come il suo atteggiamento. "Vado via io."
Prima
che Ron diventasse una furia, Ginny aveva
lasciato la stanza ed era scivolata attraverso il quadro della signora
Grassa.
Fortuna
che dovevo rifletterci!…,
pensò imbronciata. Draco Malfoy, sto arrivando.
~
Lo
stava guardando da mezz’ora.
Erano seduti sull’erba, tutti e tre, e Ginny non poteva fare a meno di stupirsi che Draco Malfoy permettesse ai suoi abiti di toccare il terreno comune. Un cattivo riposo notturno l’aveva fatta arrivare alla stessa
conclusione a cui era giunta quando era
uscita infuriata dall’apertura nel quadro della sala comune, lasciando Ron,
Harry e Hermione che la guardavano sbalorditi : non c’era scelta. Lei doveva farlo.
Tiger
e Goyle sembravano neanderthaliani come sempre, le toghe aperte a mostrare le
uniformi scolastiche, che sembravano troppo piccole per la loro stazza. La testa
di Malfoy era rivolta all’indietro verso il cielo, gli occhi chiusi, la luce
del sole rendeva la sua pelle già pallida, quasi luminosa come i suoi capelli. Erano
angeli i Malfoy una volta, Ginny si meravigliò pigramente, angeli caduti, corrotti o sporcati in qualche maniera?
Lui
era incantevole, nello stesso modo in cui le statue di marmo nei musei lo sono - fredde, irraggiungibili, e perfette sino all’assurdo. Fisicamente, Draco
sembrava fragile come il vetro capace di andare in appezzi al minimo tocco.
Sotto ciò, tuttavia, Ginny si chiedeva se possedesse un’anima forte. Avrebbe
dovuto, visto che aveva avuto Lucius Malfoy come padre per i passati diciassette
anni della sua vita.
Lo
conosceva da anni eppure Ginny non aveva mai speso molto tempo a pensare a Draco
Malfoy, al di là degli ovvi, rancorosi pensieri che aveva sostenuto insieme a
Ron, Harry, e Hermione. Sin dall’impegno con l’Ordine, comunque, non aveva
fatto altro che pensare a lui. Solo a lui. Le momentanee sventure come le
ristrettezze economiche della sua famiglia e
le gesta inopportune dei gemelli penetravano saltuariamente nella sua
coscienza, per essere velocemente spinte da parte di nuovo – tutti i pensieri
tornavano a Draco Malfoy. Lui teneva il suo futuro
nel palmo della mano e lei non era ancora sicura di avere il coraggio di
parlargli, figurarsi permettersi di essere la sua . . .
Bruscamente,
Ginny voltò le spalle al nauseante
trio davanti a lei. Riusciva a malapena a pensare al
suo patto con l’Ordine; come, in nome
di Godric Griffondoro, si poteva credere
che avrebbe potuto dire ad alta
voce una cosa del genere a Malfoy?!
Proprio
in quel momento, sentì Tiger e Goyle grugnire qualcosa a Malfoy, che replicò
"Va bene" e poi non prestò loro più alcuna attenzione. Questo era
esattamente ciò che stava aspettando -- che Tiger e Goyle se ne andassero e la
lasciassero con Malfoy; tutta sola con Malfoy.
Ginny
sapeva che stava per sentirsi male.
"Vieni
avanti, chiunque tu stia cercando," strascicò Malfoy senza spostare lo
sguardo dal cielo terso. "Non mi piace essere osservato."
Chiudendo
gli occhi, Ginny respirò a fondo un paio di volte e pregò di avere la forza.
Abbandonò il confortante scudo dell’ombra, andò dritta da Malfoy e abbassò
lo sguardo su di lui.
"Non
ti stavo osservando, Signor Malfoy," lo informò prontamente per prima cosa.
"Come
chiameresti acquattarsi nell’ombra e spiare qualcuno?" strinse gli occhi
su di lei. "Weasley?"
Ginny
si sentiva a disagio, ma si costrinse a restare ferma. Non l’avrebbe fatta
tremare come una ragazzina. Almeno non così facilmente.
"Virginia
Weasley," confermò lei con un’espressione seria in faccia. Portò una
mano tesa verso di lui e fu incredibilmente orgogliosa di non
vederla tremare.
Un
angolo della bocca di Malfoy si piegò all’insù. "Non ti si
adegua," le disse con impertinenza.
La
ragazza corrugò la fronte, la mano ancora tesa verso il ragazzo.
"Cosa?"
"Virginia,"
disse lui. Ginny aspettò che continuasse, poi realizzò che voleva dire che il
suo nome non le si addiceva.
"Cosa
diavolo c’è di sbagliato in Virginia?" gli chiese perplessa, lasciò
cadere le mani.
“Niente,"
ammise, "se sei noiosa, priva di immaginazione, e completamente priva di
stile di alcun tipo." Schioccò le dita, come se si fosse appena ricordato
di un grande segreto. "Oh, ma dimenticavo! Sei una Weasley. Mi
dispiace. Virginia, è adeguato."
"Nessuno
mi chiama Virginia," dichiarò violentemente, senza neanche pensarci.
"Tutti quelli che mi conoscono mi chiamano Ginny."
Il
sorrisetto soddisfatto di lui le fece ribollire il sangue. "Allora, Ginny,
che cosa vuoi?"
Disgustoso, ripugnante
ROSPO. “Ho bisogno del tuo aiuto, in effetti,”- disse a voce alta “ E
preferirei mantenere la nostra relazione strettamente professionale, cosi se
sarai cosi bravo da trattenerti dal dire
il mio nome, te ne sarò riconoscente.”
Fissandola vacuamente per un
momento, il ragazzo guardò prima dietro di lui, quindi la fissò di nuovo.
Completamente serio le chiese “E’ uno scherzo?”
“No, non è uno scherzo,”
gli rispose stringendo i denti. “Io ... Io ...”
“Va vanti allora, sputa il
rospo,” le disse, ridendo un po’ di lei.
“Ho bisogno che tu mi
consenta di farti da schiava per un mese,” scoppiò la ragazza, le parole che
si rincorrevano l'una sull'altra per l'ansia.
Malfoy la fissò. Fece una
grande sceneggiata : si mise le dita nelle orecchie come per pulirsele. Quindi
tornò a sedersi sull’erba, le mani accuratamente piegate in grembo, e sollevò
un sopracciglio.
“Questo è
uno scherzo!” confermò. “Onestamente, non che me ne importi molto, ma non
ho mai amato l’humor dei Weasley.”
“Non è uno scherzo!” Sbottò
Ginny. “E’… guarda, non importa cosa sia. Io sarò tua per un mese. Farò
tutto ciò che vorrai, commissioni, copiare gli appunti sulla pergamena --
qualsiasi cosa.”
Lui sembrò considerarlo per un
momento. “Perché dovrei lasciartelo fare?”
Fu il suo turno di fissarlo.
“Scusa, quale parte di “essere schiava per un mese “ non hai capito?”
Lui roteò gli occhi. “Per
esperienza so che nessuno si offre di fare da schiava - anche una schiava
temporanea - senza un dannato buon motivo. E io voglio sapere esattamente qual'è
il tuo motivo prima di essere d’accordo su qualsiasi cosa.”
“E’...”- Pensa, Weasley, PENSA! “un club!” esclamò, poi si schiarì la gola.
“C’è questo club,” continuò con tono di voce più normale, “E hanno
bisogno di una sorta di prova d’ammissione…”
Gli occhi di Malfoy si
illuminarono. “Facendo la cosa più rivoltante che tu possa immaginare?”
Tutta l'aria che teneva dentro
le uscì di colpo. “Si,” rispose miseramente.
“Cosa sai fare?” chiese
Draco. “Perché non voglio una schiava inutile.”
Arricciando le labbra, Ginny
guardò alla sua destra e notò una grande borsa con dei libri. Prendendo la
bacchetta, la puntò su di essi, e disse:
“Winguardium Leviosa Infinite
Draco!”- la borsa si sollevò, sospesa attorno al corpo di Draco, quindi si
lasciò cadere sulla sua figura.
Draco rimase sconcertato per un
attimo, poi le diede uno sguardo di apprezzamento: “Sembra senza peso.”
disse.
“E’ meglio di così.”
rispose. “E’ pensata per mantenersi a pochi centimetri sopra qualsiasi
spalla la metta, così sembra che tu la stia portando sul serio.”
“Silente non vuole che usiamo
la magia per cose semplici.” disse lui
impassibile.
Ginny lo guardò ironica: “Il
professor Silente non vuole neanche che facciamo accordi sulla schiavitù umana,
ma questo è quanto. Allora. Siamo d’accordo?”
“Nient’altro?” chiarificò
Draco.
“Beh… niente viscide robe
sessuali.” disse prima di realizzare che cosa stava dicendo.
Draco ridacchiò : “Oh,
allora robe sessuali ordinarie vanno bene?”
Benché non potesse vedersi,
Ginny era sicura che la sua faccia fosse più rossa dei suoi capelli. Aveva
detto la parola sessuali a voce
alta a Draco Malfoy. E quello sembrava così calmo, dannazione a lui, come se
non lo toccasse minimamente. Ok, bene. Se lui poteva discuterne tranquillamente
anche lei era in grado di farlo.
“Non ci saranno favori
sessuali di alcun tipo.” Dichiarò Ginny fermamente. Tecnicamente non le era
concesso dare condizioni, ma questo lui non poteva saperlo.
“Bene.” Draco convenì con
disinvoltura. “E in ogni caso questo non è ciò che voglio da te.”
Fece più male di quello che
avrebbe dovuto, ma Ginny era intenzionata a non dargli soddisfazione.
“Siamo d’accordo allora.”
disse Ginny, apprensiva e impaziente allo stesso tempo.
“Credo di si, “ disse Draco
vago. “Tuttavia, io non so se hai pensato a questo, Weasley, ma l’unica
ragione per cui lo faccio è per far diventare matti Potter e quel cretino di
tuo fratello. Hai pensato a cosa gli dirai?”
Oh mio Dio.
Non aveva minimamente pensato a cosa raccontare ad Harry
e Ron. Era molto probabile che Ron avrebbe tentato di uccidere Draco, urlando
tutto il tempo contro Ginny per essere stata una simile idiota. E Harry! Era
incerta se sarebbe stata Hermione a trattenere Harry dallo strozzarla, o sarebbe
stato Harry a trattenere Hermione.
Ginny considerò e immediatamente rigettò l’idea di
dir loro la verità -- non avrebbero mai capito e certamente non voleva la loro
pietà.
“Credo.” iniziò, pensando ad alta voce, “Che tu
potresti farmi da tutore. In Pozioni, forse? Hai dei buoni voti in pozioni.”
“Beh, sono piuttosto intelligente.” notò Draco
compiaciuto.
“Ma stai anche per essere bocciato in Erbologia.”
dichiarò Ginny con un sorrisetto. “E i tuoi M.A.G.O. si avvicinano. Neanche
due mesi per studiare tutto quanto.”
Draco rimase in silenzio, i suoi occhi erano diventati
di un grigio più tempestoso del solito.
“Io ho dei buoni voti in Erbologia." aggiunse
Ginny speranzosa.
L’espressione del ragazzo sembrò solo incupirsi
maggiormente.
“Hermione dice sempre che sono più avanti di lei
quando aveva la mia età e che --“
“Arriva al dunque, Weasley!”
“Tu mi farai da tutore in Pozioni, cosa che può
sapere tutta la scuola per quel che mi importa, e io ti aiuterò segretamente in
Erbologia. Nessuno lo saprà mai, tu prenderai dei voti eccellenti al M.A.G.O e
io---“
“Perché vuoi entrare in quello stupido club,
comunque?” chiese Draco improvvisamente, sembrava sinceramente perplesso.
“Non è stupido.” sostenne caldamente, il rossore
ancora una volta le coloriva le guance, ma ora, per una giusta indignazione.
“E inoltre, ne ho bisogno. Non tutti siamo marmocchi viziati nati in schifose
ricche famiglie, sai. Taluni devono farsi strada nel mondo da soli.”
“Si, ma chiedendo aiuto a un marmocchio viziato di una
schifosa ricca famiglia.” ribatté ironicamente.
Ginny voleva torcergli il collo. Ma questo, comunque,
avrebbe voluto dire che sicuramente non sarebbe stata accettata dall’ordine,
cosi si limitò a stringere i denti e fece
largo a un grosso, falso sorriso, regolando il tono della voce in uno gradevole
e professionale.
“Va bene. E
le sarò eternamente grata, Signor Malfoy. Possiamo discutere di ulteriori
dettagli questa sera?”
“Si, dopo cena, suppongo.” suggerì Draco in tono
mellifluo. “Cena che avrai preparato per me con le tue mani e servita nella
sala comune di Serpeverde. Buona fortuna per trovare la parola d’ordine, ma
sapendo quanto sei professionale non avrai problemi con tutto ciò.”
~
“Mi
scusi stavo cercando la mia ragazza - una ragazza
brillante, bellissima sempre intenta a comandare chiunque
le stia intorno.”
“Dì quello che hai da dire e
poi vattene, Harry”, mormorò Hermione
con il viso affondato nel cuscino.
“Mi dispiace non posso.”disse
lui, chiudendosi la porta dietro di sé “E’ nel 'manuale del perfetto
fidanzato' - se ti abbandono quando so benissimo che sei più vulnerabile, loro
mi toglieranno dalla guida.”
Hermione sospirò: “E noi non
possiamo permetterlo, vero? Va bene, vieni avanti, e finiscila.”
Salendo sul letto dietro di
lei, Harry le mise un braccio attorno
alla vita, e avvolgendole un braccio sotto il collo la fece sollevare
leggermente. Con entrambe le mani spinse
il suo corpo accogliente contro il suo e lei si lasciò sfuggire un piccolo
sospiro di piacere al contatto.
“Stavo per fatti miei a
pensare a me stesso. Harry, mi dicevo, che
ci può essere di sbagliato con quella ragazza? Lei è più intelligente di
qualsiasi altro, è sempre piacevole starci assieme, ha un fondoschiena
incredibilmente sexy che insiste a
nascondere sotto strati di roba.” Hermione ridacchiò a quello ”E’ stata
fatta Caposcuola e ha una stanza tutta per sè, nella quale avere convegni
amorosi con me nella notte senza problemi … che cosa, quindi può darle
fastidio?”
“Sai benissimo che cosa mi da
fastidio” mormorò Hermione.
“ Non puoi continuare a
preoccuparti di quello, Herm” sospirò Harry “ E’ andato, e a meno di un
avvenimento più eccitante o di uno
sconsigliabile incantesimo di memoria, nessuno lo dimenticherà molto
presto.”
“Se solo ci fosse uno
scandalo più grande…” insistette Hermione
“Anche se ci fosse” disse
Harry lentamente “Io non penso che servirà a molto. Ho sentito alcuni degli
altri -- Dean Thomas e Seamus Finengan in particolare -- stavano progettando di
rinominare non ufficialmente le
docce dei ragazzi 'Luogo segreto di Hermione Granger'.”
Hermione gemettè
cercando di nascondere completamente la testa nel cuscino.
“Sono solo altre sette settimane”- le mormorò Harry
seducente nell’orecchio “solo altre sette settimane di lezione e
l’occasionale, gentile parlott---“
“Whorermione non è gentile”- brontolò lei.
“-e noi saremo liberi,” finì Harry “Potremo
iniziare a scoprire il mondo insieme, e passare del tempo con la tua famiglia.
Poi potremo tornare e stare con i Weasley per un po’, prima che
noi….”
Fissandolo da sopra la sua spalla, Hermione portò la
mano di lui alle su labbra, baciandogli la punta delle dita
gentilmente. “Prima che noi cosa?”
“Ehm”-mormorò Harry, massaggiandole il braccio
gentilmente con le mani che tremavano leggermente “Prima che noi, um…. Forse
potremmo trovare un posticino tutto per noi?”
Un sorrisetto curvò le labbra di Hermione. “Insieme?”
“Beh ... voglio dire ... se ... si.”
“Vuoi che viviamo nel peccato, allora?”gli chiese,
già sogghignando.
“Certo che no!”sbottò lui, stringendole il braccio
per un momento.
Sciogliendosi gentilmente dal suo abbraccio, lei lo
guardò in viso, valutando attentamente la sua espressione.
Gli occhiali del ragazzo erano piegati e lei non poteva
smettere di lamentarsi, e notò, non per la prima volta,
di quanto lui fosse carino nei suoi confronti.. Era sempre adorabile, il
tipo di ragazzo che vuoi sempre abbracciare, fino a quando tutti i suoi dolori
scompaiono. Ma era diventato un uomo, l’aveva visto farlo; qualche volta
le piaceva pensare che avesse avuto qua e là un ruolo importante in
questo processo.
E, se non si era sbagliata, lui stava cercando di
chiederle di sposarlo.
“Sei bellissima, lo sai, vero?” In realtà non lo
sapeva, ma quando lui glielo diceva lei ci credeva sempre.
“C’era qualcosa che volevi chiedermi Harry?"
sussurrò Hermione
“I miei genitori…” Harry deglutì “ I miei
genitori sono stati insieme poco
tempo, ma sono stati felici. Molto, molto felici." le sorrise. “Tu mi
rendi felice, Herm. Io non vorrei mai passare un solo giorno senza sapere che tu
sei nella mia vita, dove tu sei mia: con me, nel nostro letto, nella nostra
casa, dovunque ci capiti di essere.” Rise un po’. “Non so se sto andando
bene.”
“Oh, avanti, Harry,” mormorò lei, scompigliandoli
quella massa ribelle di capelli. “Credo che tu stia andando bene, per
essere la prima volta.”
“Mi vuoi sposare, Hermione?”l e chiese, la voce
seria e sicura. Lei era così felice che il ragazzo già sapeva che risposta gli
avrebbe dato, anche se le sue mani erano un po’ sudate per l’emozione.
“Certo, sì, sì!” lo baciò, poi lo baciò ancora ,
perchè ora poteva fare tutto.
“Non sei preoccupata?” le chiese
scostandosi un po’da lei. “Non ti fa paura che siamo così
giovani?”
Gli occhi di lei andarono al cielo. “ Harry, siamo
stati insieme per quasi due anni, e ci conosciamo da quasi sette. So cosa
voglio; lo so da anni. Voglio te, Harry. Da sempre e pochi anni non lo
cambieranno. Io voglio che la nostra vita insieme inizi ora.”
“Non te l’ho detto?” le chiese. “Io l’ho
iniziata qualche mese fa”
“Stupido asino” lo riprese lei, poi lo baciò di
nuovo. Si strinsero l’uno all’altra per un po’, scambiandosi pazzi baci e
carezze, e facendo diventare una
massa ingarbugliata di lenzuola il letto.
“Sai che non ti deve preoccupare di quello che gli
altri dicono di te.” Disse Harry
dopo un poco.
"Lo so.” disse lei con un sospiro rassegnato.
“Dopo tutto, non è che eri nella doccia insieme a
nove o dieci tizi. C'ero solo io."
“Grazie Harry.” rispose lei seccamente.
“E dal momento che c'ero solo io – il tuo ragazzo
fisso da due anni-- mi è difficile
pensare che sia comportamento da sguarldrina dopotutto.”
“Forse non per noi, ma Harry, noi siamo cresciuti tra
i Babbani.” Hermione alzò le spalle. “ Questo è un mondo diverso. Ed è il
nostro mondo ora; lo è da anni.”
“E’ ancora difficile adattarsi ad alcune cose.”
confessò Harry. “Anche passando le vacanze estive con i Weasley…
Io dovrei essere completamente integrato nel mondo magico. Ma ci sono
ancora undici anni della mia vita quando non conoscevo nulla di tutto ciò.
D’accordo, non mi dispiacerebbe dimenticare completamente quegli anni …"
“Ma non possiamo.”
Concordò Hermione. “E in tutta onestà, a me piace abbastanza la
tecnologia babbana.” sospirò. “Va peggio quando vado a casa per le vacanze
estive. Che cosa non darei per un semplice telefono qui intorno a volte.”
“O una connessione Internet.” aggiunse Harry "Immagina,
essere in grado di trovare incantesimi su un computer al posto di usare vecchi
libri e pergamene.”
“Io preferisco i vecchi libri e le pergamene,” disse
Hermione con cipiglio. “ Comunque, lo ammetto, in questi momenti quando il
tempo è essenziale che cosa non darei per un motore di ricerca.”
“Stavamo considerando che cosa fare dopo la fine
dell’ultimo esame.” iniziò Harry lentamente. “E io penso di avere
un’idea!” Hermione lo guardò interrogativa. “Che cosa pensi se aprissimo
un’attività di …. Unione della tecnologia babbana nel mondo magico?"
“Oh, Harry.” Hermione prese fiato “Io non so ...”
“Odi l'idea,” disse lui. “Lo so. E’ stupido.”
“Fermati.” gli intimò gentilmente. “Penso sia
geniale. Io credo che tu sia geniale,
Dovremo solo stare attenti a
come fare. Le più antiche famiglie di Maghi sono totalmente intransigenti
quando si tratta di tecnologia Babbana. Ci dovrebbero essere una serie di
licenze da avere, ordini da riavere
indietro firmati, documenti del governo che saranno necessari ...“
“Herm” la interruppe gentilmente Harry. “Lo so. Ci
ho pensato. E penso che possiamo farcela.Tu
puoi farcela. E sai perchè?"
“Perché?” chiese lei, illuminandosi per la fiducia
e l’orgoglio che riponeva in lei.
Lui si chinò e le sussurrò in un orecchio. “Perché
sei la mia Whoremione”.
“Oh, sei un meraviglioso stupido!" gridò lei,
dandogli un pugno su un braccio mentre ridacchiava.
Poi, lui la baciò, e lei smise di picchiarlo.
Anche se ancora pensava che fosse un meraviglioso
stupido.
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