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Un
nuovo giorno, per la piccola cittadina di Avon, nella contea di Norfolk,
Massachusetts.
Nei
corridoi del liceo Gifford la folla di studenti si riunisce in piccoli
capannelli per discutere delle varie attività che li avrebbero visti coinvolti
nel corso della settimana successiva.
Una
ragazza, contrariamente ai compagni, sta parlando con un uomo.
“Lilian, so che può sembrare strano, dato che siamo ormai al secondo semestre”
spiega l’uomo. “Ma se accetterai, potresti guadagnare crediti aggiuntivi per la
tua domanda di ammissione al college.”
“Preside Thomasson, non saprei…” replica la ragazza, tentando di nascondere un
accenno di imbarazzo. “Non ho mai svolto il ruolo di tutor: non saprei da dove
cominciare. Non conosco neanche lo studente che dovrei seguire” cerca di
giustificarsi.
Ma
l’uomo non vuole arrendersi. “Non ti devi preoccupare. Si tratta di una ragazza,
un anno più giovane di te. In ogni caso, non avrai molto lavoro: a causa del suo
atteggiamento poco conciliante, ha bisogno di un aiuto più che altro morale, per
riuscire a superare l’anno. La sola cosa che dovrai fare sarà cercare di tenerla
lontana dai guai.”
La
ragazza riflette qualche secondo. “Va bene: accetto.”
“Perfetto!” esclama il preside, battendo rumorosamente il pugno nel palmo della
propria mano. “Vieni nel mio ufficio: ti spiegherò i dettagli del tuo compito.
Ti assicuro che non ti tratterrò a lungo, e penserò io stesso a informare
l’insegnante della prima ora.”
Nello stesso istante, in una classe poco lontana, l’insegnante sta presentando
una nuova studentessa agli altri ragazzi.
“Serena McKey” legge a voce alta il biglietto ricevuto dalla segreteria.
La
ragazza saluta imbarazzata il resto dei compagni, sistemandosi una ciocca di
capelli scuri dietro le orecchie. Osserva uno per uno i nuovi compagni,
scrutandoli con i suoi occhi neri, nel tentativo di memorizzarne i volti.
“Bene, siediti pure accanto a Lita, seconda fila” la professoressa indica il
posto vuoto accanto a una ragazza dai capelli castani, raccolti in due trecce,
alla base del collo. “Spero riuscirai a non restare indietro col programma. Se
dovessi avere qualche difficoltà, vedremo se qualcuno dei tuoi nuovi compagni
potrà aiutarti.”
“Grazie, signora Krausse.”
Serena prende posto, e saluta la nuova vicina di banco.
Ha
la sensazione di aver già incontrato quella ragazza. E da come quest’ultima la
osserva, ha il sospetto che anche lei stia facendo gli stessi pensieri.
Lilian si accomoda nell’ufficio del preside, seguita dall’uomo.
Sulla scrivania, al centro, un fascicolo fa bella mostra di sé.
Dalla sua postazione, Lilian riesce a leggere il nome stampato sul dorso:
Alexandra Cordelia Winchester.
Corruccia leggermente la fronte. Conosce quella ragazza. E inizia a pensare di
aver commesso un grave errore, accettando l’incarico.
“Dall’espressione che hai in questo momento, vedo che il nome non ti è nuovo”
scherza il preside, aprendo il fascicolo e ponendolo di fronte alla ragazza.
Alexandra li osserva dalla foto allegata alle informazioni sul suo conto. Di
carnagione chiara, con i lunghi capelli di una strana tonalità di biondo,
raccolti in una treccia, punta i suoi occhi castani direttamente nell’obiettivo.
Lilian la scruta meglio; il colore degli occhi è alquanto insolito: sono di un
castano molto chiaro, tanto da sembrare quasi giallo.
“Non capisco” pensa Lilian, osservando la foto. “Mi sento attratta da lei… Cos’è
che mi spinge a non staccare gli occhi dalla fotografia?”
“Bene. Brevemente, questa è la sua storia scolastica” dice il preside,
porgendole un foglio. “La signorina Winchester è stata avvisata della decisione
presa dagli insegnanti, e dovrebbe arrivare a momenti.”
Lilian annuisce, scorre velocemente la carriera scolastica della compagna, e
sorride. “Cercherò di fare del mio meglio, preside Thomasson.”
“Non avevo dubbi” conferma lui.
L’interfono emette un fastidioso sibilo. “Preside, la signorina Winchester è
arrivata” comunica la segretaria.
“Bene, Linda: falla pure entrare.”
Dopo pochi secondi, Alexandra fa il suo ingresso in presidenza.
Lilian la osserva con attenzione. Indossa un vestito arancione e un paio di
stivaletti neri alti fino a metà polpaccio. La sensazione di disagio provata nel
solo osservare la fotografia aumenta, trovandosi faccia a faccia con la
compagna.
Alexandra non sembra preoccuparsi per quella convocazione imprevista; resta in
attesa di una spiegazione da parte del preside, non staccando gli occhi dalla
compagna dell’ultimo anno che ha di fronte.
Il
preside Thomasson spiega velocemente anche a lei il motivo di quella
convocazione. “È l’ultima possibilità che hai per evitare l’espulsione”
conclude, non staccando il suo sguardo da quello della ragazza.
Dopo aver stabilito una strategia da adottare, le due ragazze fanno il loro
rientro in classe.
Prima di separarsi, Lilian tende la mano alla compagna: “Spero riusciremo a
concludere l’anno senza incidenti.”
Alexandra, seppur con poca convinzione, abbozza un sorriso, stringendo la mano
tesa.
Nel
momento in cui le due ragazze si toccano, Lilian avverte una strana sensazione,
come di essere percorsa da uno strano brivido caldo.
Rimane immobile per dei lunghi istanti, cercando di riconoscere la sensazione
provata.
Il
fragore di un tuono in lontananza la riscuote da quello stato di galleggiamento
in cui sembra essere caduta.
“Mah, sicuramente sarà stato un soffio d’aria proveniente dall’esterno” pensa,
ma sente che non è così: tutte le finestre sono chiuse, e anche se ci fosse
qualche infiltrazione d’aria, di certo sarebbe fredda.
Uno
sguardo fuori dalla finestra conferma il suo pensiero inconscio: il cielo
plumbeo non fa presagire niente che non sia un temporale, e per esperienza sa
che non appena il vento cesserà di soffiare la città sarà colpita dalla pioggia
invernale.
Anche Alexandra ha provato qualcosa di strano. Ma è qualcosa di piacevole: il
calore che ha sentito espandersi per tutto il corpo ha avuto il potere di
rilassarla, prima dell’inizio di quell’ennesima giornata scolastica.
“Bene: questo posto è perfetto.”
Un
uomo, vestito con una tunica nera, si guarda intorno soddisfatto: l’edificio
abbandonato, appena fuori la città, è il luogo ideale per portare a termine la
sua vendetta.
Non
è solo: è accompagnato da due ragazze, anch’esse coperte da tuniche.
“Voglio che entriate in azione già a partire da questa sera stessa!”
“Signorsì!” rispondono all’unisono le due giovani.
“Cornelius, come preferite organizzare la missione?” chiede una delle due. In
attesa di una risposta, fa materializzare un blocchetto per prendere appunti e
si prepara a scrivere.
“Per ordine del nostro signore, dobbiamo trovare l’Eletta, e privarla della sua
Gemma. Nel frattempo, assorbiremo l’energia degli umani, utile al nostro signore
per poter sopravvivere…” si guarda intorno. “Raya, tu ti occuperai di arredare
questo posto: voglio apparecchiature in grado di risvegliare i demoni in meno
della metà del tempo ordinario. Tu, Astrid” continua rivolto all’altra ragazza,
“ti occuperai delle ricerche riguardanti la Gemma e l’Eletta.” Si guarda
intorno, cercando qualcosa. “Che fine ha fatto Zofia?”
È
Astrid a rispondere. “Zofia ha già cominciato il rilevamento delle fonti
energetiche…”
Non
termina neanche la spiegazione che una terza ragazza si presenta dinanzi al
gruppo. “Eccomi, signore. Proprio come pensavamo, gli abitanti di questo luogo
possiedono un’energia eccezionale. Non credo che sarà difficile impadronircene.”
Si inchina, in segno di rispetto verso l’uomo, e una ciocca di capelli biondi
fuoriesce dal cappuccio della tunica.
“Perfetto!” esclama Corneluis. “E ora, ognuna si dedichi al proprio compito.”
Rimaste sole, si spogliano delle tuniche. Non capiscono perché, anche in
quell’epoca, debbano indossare quelle fastidiose vesti, in presenza di
Cornelius.
Raya, dopo aver indossato il suo completo viola preferito, e legato i capelli
chiari in due codini, con un semplice gesto della mano, comincia l’opera di
arredamento di quegli ambienti.
Zofia, ritornata ai pratici jeans e alle sue amate scarpe sportive, riesce a
individuare la prima vittima in una giovane donna: non la vuole perdere di vista
e, studiandone bene le abitudini, potrà decidere il momento migliore per
attaccarla.
Una
rapida occhiata ad Astrid, e Zofia capisce perché il capo preferisce vederle in
abiti monacali: la veste aderente che indossa la collega e gli stivali in pelle
neri non sono propriamente adatti alla loro missione… “Fortuna che almeno
indossa il camice” pensa, tornando alla sua occupazione.
Nel
frattempo, Astrid, incurante delle occhiate della collega, si preoccupa di
effettuare altre ricerche per quel che riguarda la preziosa Gemma.
Sa
che il loro signore vuole assolutamente l’oggetto: solo con esso potrà
dichiararsi unico sovrano del Mondo da cui provengono.
Sarebbe riuscita nell’incarico, anche a costo di distruggere quell’insulso mondo
popolato da esseri umani, e tornati a casa avrebbero permesso al loro sovrano di
governare indisturbato su tutte le Terre.
Le
lezioni trascorrono abbastanza velocemente, per Serena. Forse perché ha tante
cose da recuperare, che non si preoccupa dello scorrere del tempo.
Al
termine della giornata, Serena si sente esausta: tante nuove nozioni, in un
giorno solo. La sola cosa che desidera è andare a casa, e rilassarsi, senza
pensare a nulla.
“Serena?”
L’interpellata sussulta sentendosi chiamare. “Cosa?” chiede con un’espressione
tra l’indifferente e l’infastidito.
“Scusami se ti ho spaventata. Oggi non abbiamo avuto l’occasione di presentarci,
anche se siamo sedute vicine. Io sono Lita: piacere di conoscerti!” parla tutto
d’un fiato e con un sorriso alquanto disarmante che contagia anche l’altra
ragazza. “Che fai ora? Se non ti vada tornare a casa da sola, puoi venire con
me: andremo a visitare la città. Sono sicura che ti piacerà!”
“Ehi, ma tu non prendi mai fiato tra una frase e l’altra?” chiede scherzando la
nuova arrivata. “Ti ringrazio per l’offerta, ma purtroppo devo rifiutare: a casa
mia c’è un tale caos che penso sia meglio andare a sistemare. Spero non ti
dispiaccia, ma l’ho promesso a mia madre…”
“Va
bene, non fa nulla” replica Lita, un po’ delusa. “Ma non impiegarci tutto l’anno
scolastico, o rischi di non divertirti per niente!”
Si
salutano, e ognuna fa ritorno alla propria abitazione.
Tuttavia, la sensazione di déjà vu provata all’inizio delle lezioni non
accenna a diminuire per Lita, e in più di un’occasione si guarda intorno,
cercando qualcosa che neanche lei sa definire con certezza.
In
un punto non definito, al centro dell’Universo, cinque paia d’occhi sono puntate
sul Liceo Gifford, della città di Avon.
“Signore, le quattro Pietre si sono ritrovate” fa una voce, allarmata.
“La
profezia si sta per avverare!” esclama, spaventata un’altra voce.
“Cosa possiamo fare?” domanda una terza persona.
“Quando
la Luna, la Terra ed il Sole saranno sullo stesso piano, quando il grande
pianeta azzurro inghiottirà, con la sua ombra, la sua stella guardiana e questa
si colorerà della stessa tinta del sangue, le quattro Pietre si ritroveranno per
proteggere la Gemma, e il nemico si risveglierà.*”
“Signore, con tutto il rispetto: conosciamo la
profezia. Ed è per questo che siamo preoccupati” replica, timorosa, l’ultima
voce.
“Non ti fidi delle mie parole, Tauros?”
“No, no assolutamente.” Tauros sa che non deve
contraddire il suo Signore: lui sa tutto, su tutto veglia e tutto protegge.
“Nydral, Signore,
quello che vorremmo dire…”
“So cosa volete dire, Enya. E vi posso assicurare che
non sono impreparato.” È conciliante: capisce le preoccupazioni dei suoi
collaboratori, e sa che il terrore è un’emozione che non può essere controllato.
“Dagli albori del tempo sapevamo che questo giorno sarebbe giunto: se dobbiamo
combattere nuovamente contro Nemesi, allora lo faremo. E le quattro Pietre ci
aiuteranno, anche questa volta.”
Le quattro Pietre.
Tutti i presenti sanno che non sarà facile riattivare
i loro poteri.
Sono state inutilizzate per tanto, troppo tempo.
E le nuove custodi sembrano così giovani. Inoltre,
sono rinate in un tempo che non è il solo, in uno spazio che non gli appartiene.
Ma hanno fiducia nel loro Signore, e sono disposti a
tutto pur di sconfiggere Heralìkon.
Il
loro Signore legge nei loro cuori, e sa che sono pronti.
“Myrwen, Keira: sarete voi ad addestrare le nuove custodi delle Pietre” comunica
Nydral, osservando il giovane accanto a sé. “Tauros, Enya: voi due veglierete su
Myrwen, Keira e le custodi. Io cercherò di individuare Heralìkon prima che
agisca: forse, anche questa volta, riusciremo a evitare il peggio…”
La
giornata di Lilian si conclude senza riscontrare ancora quella strana
sensazione, provata all’inizio dell’orario scolastico; ma ugualmente non ha
dimenticato la percezione avvertita quando si era trovata a stretto contatto con
Alexandra.
Immersa nei suoi pensieri, ripone i propri quaderni nella borsa, quando una voce
alle sue spalle la fa sobbalzare e, voltatasi, si trova di fronte la causa delle
sue riflessioni.
“Alexandra, mi hai fatto spaventare. Dimmi, cosa posso fare per te?”
“Ascoltami, Lilian. Da quel che ho capito, non hai alcun interesse a starmi alle
costole, perciò ti facilito il compito: stammi lontana, e saremo tutte più
felici.”
“Ti
ringrazio, ma non credo seguirò il tuo consiglio” replica Lilian, senza
scomporsi.
“Non mi piace essere di peso agli altri, perciò prima che sia tu a mollare me,
sono io che mollo te. È chiaro il concetto, adesso?”
Lilian guarda con aria di sfida la compagna. “Non ho nessuna intenzione di
mollare il compito che mi è stato assegnato. E ti sarei estremamente grata di
non pensare certe cose su di me.”
Alexandra fa per rispondere, ma l’altra la anticipa. “E ora, scusami: ho la
lezione di violino che mi aspetta.” Fa un passo, andando a sbattere contro la
compagna. Non appena si toccano un’ennesima ondata di calore le investe;
Alexandra sembra a suo agio, avvolta in quel calore; Lilian invece si sente in
difficoltà: si volta verso l’altra e ai suoi occhi appare l’immagine della sua
compagna avvolta nelle fiamme; è una visione talmente realistica che le sembra
di ardere lei stessa, solo standole vicina. Spaventata, si ritrae bruscamente,
lasciando cadere un testo di filosofia.
Alexandra lo raccoglie, ma prima che abbia il tempo di porgerlo alla compagna,
questa si allontana dall’aula, lasciandola con in mano il libro.
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* La profezia in questione appartiene a Semplicementeme e alla sua storia
"Sailor Moon"; io l'ho ripresa e adattata alla mia storia, ovviamente dopo aver
ottenuto il suo consenso ^^
La storia si è classificata undicesima al contest "Il giorno che mi cambiò la vita", indetto da DominoWhite su EFP Forum.
Ecco il commento:
Correttezza grammaticale: 9/10
Virgole di troppo e alcuni errori di battitura, ma hey, in cinquantotto pagine
fidati che li avrei fatti anche io xD
Originalità: 18/20
Come hai detto tu, l’influenza della serie “Sailor Moon” si sente leggermente ma
comunque hai presentato una storia notevole, piena di punti originali, piena di
particolari, con tutta una storia dietro e da cui puoi prendere spunto per delle
Side della storia stessa.
Mi è piaciuto soprattutto il nome che hai dato loro, riferendoti alle pietre
preziose che richiamano il loro potere, come il rubino il fuoco, ecc… non so, mi
è rimasto impresso questo particolare xD
Stile: 7/10
Uno stile davvero diretto, forse anche un po’ troppo.
Non so, magari con qualche descrizione in più forse dei sentimenti provato o
delle varie reazioni, perché così appare piuttosto schematico. Più che altro è
per dare un po’ più di enfasi alla storia, soprattutto nei combattimenti che
ovviamente evocano le scene, però non te le fa rimanere impresse.
Attinenza al tema: 10/10
Beh, qui proprio… a queste povere ragazze hai cambiato totalmente la vita.
Prima semplici studentesse e poi eroine pronte a salvare l’universo. Qui non ho
altro da aggiungere, sinceramente xD
Giudizio personale: 4/5
Avresti avuto un punteggio più alto se non avessi concentrato tutta la trama
solo nei dialoghi dei personaggi. C’è da appuntare però che hai reso la storia
da ogni punto di vista, ogni “blocco” (anche se sembra negativo come termine, ma
non è così non temere) mostra la scena vista da un personaggio diverso con le
sue varie azioni, soprattutto all’inizio, contrastanti con quelle del
personaggio precedente.
In conclusione comunque, la storia merita e mi è anche piaciuta, quando nascerà
poi il fumetto potrò andare in giro a dire di aver letto in anteprima la storia
xD
- 2/3 per la canzone
+ 2/5 punti per l’oggetto
Totale 48/60 punti
e il meraviglioso banner:
Bax, Kla
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