Il colore della luna

di catjudaime
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Era notte, una notte afosa. Il decimo boss della famiglia Vongola si svegliò improvvisamente da un incubo: vide la luna. Cercò invano di afferrarla.Di colpo si accorse della melodia che rimbombava nella sua stanza. Era una melodia dolce, che lo colpiva nel profondo del cuore, lo rassicurava, forse perché si era appena risvegliato da un incubo, forse perché sapeva che,quel pianoforte, suonava per lui. Uscì dalla stanza,seguendo la luna, sperando che lo conducesse in quel luogo; il luogo da cui proveniva quel suono. Abbassò lo sguardo, notò un’ombra, percorse la sagoma: una figura longilinea, illuminata soltanto dalla luna si presentava di fronte a lui. Si avvicinò. Sfiorò i capelli del pianista a lui caro per la melodia. Il colore era simile a quello della luna,quasi ella fosse scesa per lui sulla terra. Forse era davvero così: la figura si voltò e le sue labbra sfiorarono quelle del giovane boss.




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