I
PERSONAGGI DI BATTLESTAR GALACTICA SONO DI PROPRIETA' DI
RONALD D. MOORE E DEGLI AVENTI DIRITTO.
QUESTA STORIA E' SCRITTA SENZA ALCUNO SCOPO DI LUCRO.
Ho
promesso che non avrei mai rivelato i fatti di quella mattina, ma essi
sono così inverosimili e così poco supportati da
prove
che tanto non mi crederebbe nessuno.
Non
avevo mai visto nulla del genere: una tecnologia così
avanzata
trovava spazio solo sul mio blocco da disegno...in genere accompagnata
da qualche alieno o super eroe, mai persone.
Più
ripenso a ciò che accadde e più mi viene da
credere di
aver immaginato tutto oppure che sia io che i miei compagni fummo
vittime di quelle che chiamano "allucinazioni collettive".
Nonostante questo procedo lo stesso il mio racconto.
Era
un martedì mattina, mi trovavo a scuola durante una lezione
di
economia aziendale su come il tasso di rischio influenzi alcuni
contributi da versare allo stato quanto sentimmo la porta aprirsi
bruscamente ed una mezza dozzina di uomini in tuta arancione entrarono
in aula ordinando all'insegnante di alzarsi dalla sedia. Questi
obbedì e in un attimo gli uomini in tuta avevano portato
via sia la cattedra che la sedia.
Uno di loro poi si fece strada tra i banchi e disse rivolgendosi
all'ultima fila:
"Forza Boomer, condizione uno, il CAG ha convocato
tutti i piloti disponibili a saltare sui mini viper, immediatamente!"
Nessuno di noi dell'ultima fila disse nulla o si
mosse.
"Andiamo Sharon, non stare lì immobile!"
urlò a denti stretti.
Non
riusciva proprio a venirmi in mente chi delle mie compagne avesse quel
nome: la mia attenzione era stata catturata dagli altri cinque uomini
in tuta che avevano posizionato dove prima stava la cattedra una
vettura di metallo lucentissimo, vagamente simile ad una macchina di
fortula1, solo senza ruote.
"Si calmi capo, sto pensando!" disse Sharon, di cui
finalmente ricordai il viso.
La consideravo la persona più normale del mondo.
Cioè no,
nel senso che non è che pensando a lei dicevo "È
tanto
normale" semplicemente io a lei non pensavo mai il che voleva dire che
non aveva avuto niente così particolare.
Mi sbagliavo giusto un pochetto, ma ormai
è anche inutile dirlo.
Sharon o Boomer o comunque si chiamasse si
alzò e raggiunse il capo in tuta che le disse:
"Non ti si chiede di pensare, ma di pilotare" deglutì
"Signore" aggiunse a voce più bassa e sommessa.
In quel momento capii che la ragazza era di grado superiore.
"Ho afferrato Capo, ora cerchi di farmi capire! Ha
detto che il CAG sta convocando tutti?"
"Tutti quelli che hanno un pollice opponibile ed un
brevetto di volo, tenente."
"Ce ne sono altri due nell'istit.."
"Lo
so, tenente" la interruppe "CrashDown e RaceTrack sono stati
avvertiti come lei ma probabilmente a quest'ora sono già
pronti
a saltare su quel frak di viper!"
"D'accordo Capo, mi passi la mia tuta."
Non
riuscivo ancora a capire come lei si lasciasse parlare in quel modo da
uno dei suoi sottoposti senza dire nulla per rimetterlo al suo posto. E
poi che diavolo voleva dire "frak"?!?
"A
cosa dobbiamo la condizione uno?" chiese mentre di infilava la tuta
che non era arancione col cinturone porta-tutto bensì verde
militare, lucente, credo impermeabile.
"Abbiamo
avuto notizia di un imponente attacco nucleare ancora in corso che sta
distruggendo ad una ad una le nostre navi raffineria. Non sappiamo
quanti sono quindi ci serviranno tutti i politi che abbiamo, anche
quelli a terra."
Il
capo parlava velocemente mentre l'aiutava a togliersi gli indumenti ed
iniziava ad allacciarle le varie fibbie dal ginocchio in
giù.
La naturalezza con la quale Sharon si faceva spogliare avrebbe dovuto
dirmi subito qualcosa ma in quel momento la mia mente era occupata
dalla terrificante parola "nucleare". Loro però quella
parola
sembravano averla a malapena notata; come se fosse una costante nelle
loro esistenze.
"Quanto lontano?" chiese lei
"Ad almeno tre salti da qui."
"Hum...lontanuccio, dobbiamo sbrigarci!"
"Era quello che cercavo di dirle..." rispose lui sottovoce.
Boomer non ribattè, si limitò ad alzare i suoi
occhi a
mandorla al cielo e riprese ad armeggiare con la doppia canottiera, una
nera e l'altra grigia.
"Qual è la missione?" disse infine
prendendo la cintura
"Questo glielo spiegherà il CAG, signore" rispose senza
alzare gli occhi da quello che stava facendo.
"Tyrol.." sospirò mentre si inginocchiava per guardarlo.
Era la prima volta che non lo chiamava capo ed usava invece il suo
nome. "Dimmi di tutto, dai."
Il capo abbassò lo sguardo, si
strofinò gli occhi con una mano, sospirò come per
prendere coraggio e disse:
"Tutti ai piani alti, specialmente l'Ammiraglio, sono esausti per
questi continui attacchi. Hanno perso una decisione estrema:
sono
stanchi di colpire piccoli bersagli, è in programma
un'azione
direttamente alla nave base."
"Una decisione estrema ed altamente rischiosa..."
"Anche continuare a perdere navi lo è."
"Dritti nella tana del lupo, quindi...È una missione
suicida, vero?"
Il capo non rispose, riprese ad allacciare la tuta
alle caviglie.
"Dillo." disse lei ferma e
seria. Non ricevendo nessuna risposta
cercò di rialzarsi ma il capo le mise una mano sulla spalla
trattenendola a terra.
"Posso dire di non averti trovata. Puoi restare qui,
io prendo i ragazzi e me ne vado. Non diranno nulla, lo sai."
Con fermezza Boomer si tolse la mano dalla spalla e
si rialzò in un attimo.
"Non dica sciocchezze Capo Tecnico Tyrol, e mi passi
gli stivali." Lui obbedì.
Una volta che gli stivali furono a posto il capo di
rialzò e finì di sistemarle la giacca.
Stettero per un interminabile istante l'uno davanti all'altra con gli
occhi fissi e le braccia lungo i fianchi.
"Ti amo, Capo." disse lei senza
insicurezza, tutto d'un fiato.
"Ti amo, Tenente." rispose lui senza
esitazione.
"È stato un onore lavorare con lei." disse tendendogli
la mano.
Il capo non si guardò intorno nemmeno
per un secondo, ignorò la mano tesa e la baciò.
Incorniciò il bel viso di lei con entrambe le mani e ci mise
tutta la passione che il poco tempo a disposizione gli permisero.
Quando le labbra si separarono restarono vicini ancora per un po',
fronte a fronte.
"Un po' drammatico ultimo bacio." disse lei
sorridendo
"Un po' come il primo, direi" rispose lui, sia
a lei che al sorriso
"Mi ero accorto subito che il giunto era davvero
rotto, quella volta." riprese il capo "Volevo solo
provocarti."
"L'avevo capito."
"Ovviamente."
allargò il sorriso.
Un'altra dimostrazione che le donne sanno sempre essere un passo avanti
a noi, anche quando sono vestite in modo prettamente maschile.
Si
allontanarono definitivamente, si guardarono in silenzio ancora per
qualche secondo, seri, concentrati sui lineamenti l'uno dell'altra,
come per non dimenticarseli.
Vidi
gli occhi di Sharon diventare leggermente lucidi. Si spostò
svelta alle spalle del capo per non farsi vedere e per prendere il
casco appoggiato proprio sul mio banco. Potei vedere chiaramente una
piccola lacrima solitaria percorrerle la guancia. Lei quasi si
tirò uno schiaffo da quanto forte posò la mano
per
asciugarsela.
Si
mise il casco e quando si rigirò verso il capo egli non
potè più vederla. Vide soltanto la sua faccia
stravolta
dalla stanchezza e dal dolore.
Boomer
corse verso quello che prima avevano chiamato mini viper,
scambiò un paio di parole con gli altri uomini in tuta sulle
condizioni tecniche del veicolo, s'infilò dentro e dopo un
breve
conto alla rovescia lei e l'intera vettura erano scomparse in un lampo
luminoso ed azzurro.
Il
capo fissò ancora per qualche istante quell'angolo vuoto
dell'aula e senza dire una singola parola se ne andò. Uno
degli
altri ci guardò storto intimandoci ci tenere la bocca chiusa.
So
che in questo momento starei tecnicamente mancando alla promessa ma in
qualche modo ho bisogno di raccontare tutto. Ho bisogno che quelle
persone vengano ricordate.
Questo perchè il mondo non fu neanche minimamente scosso da
tutto quello che quegli uomini e donne in tuta stavano combattendo da
tanto tempo. Non ci fu notizia di nulla; niente nemmeno su quel
spaventoso "nucleare".
Dato
che siamo ancora tutti vivi posso presumere che la missione
andò
a buon fine. Non vedemmo più la nostra compagna di classe e
nemmeno il coraggioso pilota di viper che era diventato davanti ai
nostri occhi.
Le
probabilità e l'alto tasso di rischio suggeriscono che sia
morta
in battaglia ma a me piace pensarla da qualche parte in compagnia del
Capo Tyrol ad aggiustare giunti, qualunque cosa siano.
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