Era l'ultimo giorno dell'anno ed ero davanti allo specchio a litigare
con il mascara, mia sorella di fianco si sistemava i capelli cercando
di darne una forma decende. Quella sera saremmo andati a mangiare in un
locale, o meglio dire che avremmo preso parte ad un veglione. Ero
abbastanza entusiasta, quell'anno avevo spezzato la catena di ogni 31
dicembre, niente parenti, niente tombola e niente Barbara D'Urso che ci
accompagna nel conto alla rovescia, saremmo andati con amici di
famiglia che avrebbero portato a loro volta degli amici.
-Vogliamo andare che è tardi?- Mia madre, Carlotta una donna di
trentaquattro anni con tre figli, io Cheryl Angelica di sedici anni,
mia sorella Valeria di quattordici e mio fratello Francesco di sei anni.
-Si capo.- Rispondemmo ironicamente io e mia sorella.
Il "viaggio" in macchina se così si può chiamare durà dieci minuti
scarsi entrammo nel locale e c'erano già Aida il marito e i suoi
quattro figli piccoli.
-Buonasera.-
-Ciao Aida e i tuoi amici?- Chiese mia madre.
-Arrivano hano trovato traffico.-
Iniziarono a parlare mentre io ero in un altro mondo, persa nei
pensieri, pensavo che da lì a poco un altro anno sarebbe andato via,
portandosi momenti belli, brutti e divertenti. Sentii la sedia di
fianco la mia spostarsi rumorosamente e mi voltai per vedere chi fosse,
pronta a presentarmi a questi "amici". Gli occhi si sbarrarono, non
poteva essere.
-Allora loro sono Carlotta, Valeria, Francesco e Aldo.- Disse
indicandoci poi continuò a parlare. -E loro sono Carlo, Giulia,
Giuseppe, Alessia e Alessandro.- Feci un sorriso forzato e mi
scusai ma avevo bisogno di prendere aria.
-Io esco un attimo mi squilla il telefono e con la musica non si
sente.- Con la scusa più banale del mondo uscii, mi appoggiai al muro e
inizia a respirare profondamente come Marystella, la mia
amica-psicologa, mi aveva insegnato.
Sentii il panico invadermi, non ero pronta, non sapevo come gestire
quella situazione. Il mio ex seduto di fianco a me per un intera
serata. Da quanto non lo vedevo? Due anni. Perchè era finita? Perchè
non andavamo d'accordo. C'ero stata male? All'inizio no, l'avevo
lasciato io. Poi il ritorno alla normalità, un pò troppo vuota ne aveva
fatto sentire la mancanza, poi poco dopo non l'avevo più rivisto.
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Decisi che ero stata fuori
troppo, era l'ora di rientrare. Mi stampai il miglior sorriso sul viso
e rientrai. Mi sentivo osservata e sorrisi, ancora. Parlavano tra di
loro gli adulti, mia madre facendo finta di niente così come la
famiglia di lui era giusto così. Stavo giocherellando con un
fogliettino quando Aida mi domandò: -Una fedina? Sei fidanzata?-
D'istinto guardai il piccolo cerchio d'argento al mio dito e sorrisi,
felice e risposi: -Si, sono fidanzata.- I miei erano al corrente della
storia e ne erano felici. La concentrazione di tutti si voltò su di me.
-Da molto?-
-Due anni a marzo.-
-Wow allora tra un pò vi sposate.-
Storsi le labbra, non credevo nel matrimonio.
-Eviterei volentieri.-
E tutti scoppiarono a ridere.
-Mia figlia è contro il matrimonio.- Disse mia madre e le sorrisi.
-Quindi contro i legami duraturi?-
-No Aida, non contro i legami duraturi. Sono contro al matrimonio
semplicemente per come vanno le cose oggi non vorrei ritrovarmi a
divorziare dopo dieci giorni. Penso che bisogna fidanzarsi, convivere
per un pò e poi sposarsi, un uomo non lo conosci davvero se non ci
condividi la quotidianità. O almeno questo è quello che penso, ma ora
cambiamo discorso, odio quando si esce questo discorso.-
-Ok, ok cambiamo. Beh ma come mai lui non c'è? Papà e contro?-
Oddio. quest'amica di mamma è un impicciona.
-No, sono pro invece, è davvero un bravo ragazzo, verrà più tardi, sta
passando un pò di tempo con la sua famiglia, com'è giusto che sia.-
Il discorso con quelle parole di mio padre fortunatamente scemò.
Dopo una mezzoretta, iniziarono a mettere la musica. Balli da sala, una
musica decisamente poco giovanile, ma...
Come una doccia fredda i ricordi tornarno, la mia voglia di imparare a
ballare i balli di coppia, la decisione di prendere lezioni,
l'iscrizione a scuola di ballo, l'insagnante che mi presenta il nipote,
un ballerino, e poi l'inizio di tutto, ma anche la fine.
Amavo qualsiasi danza di coppia, nel mio sangue scorrava quella musica,
il tango però prediliva tra tutti.
Misero una mazurca e un walzer, poi fu il turno di un tango, forte.
Istintivamente guardai mio padre, sapeva che volevo ballare.
-Dai papi.- Lo implorai. Sorrise e mi rispose.
-Mi fanno male le gambe altrimenti sai che avrei ballato.-
Sentii qualcuno mettere la mano sulla mia spalla e mi voltai.
-Balliamo?-
Era la prima parola che Alessandro mi rivolse in tutta la serata. Non
so perchè ma annuii. Diedi colpa al mio amare quella musica. Ma non ero
tanto convinta. Gli porsi la mano e lui la strinse e ci avviammo alla
pista sotto gli occhi curiosi di tutti i presenti.
(guardare da 1.24)
http://www.youtube.com/watch?v=rxkp5i8fTCw&feature=related
Mi dimenticai di tutti, esistavano solo i suoi occhi e le sue mani che
mi strascinavano per la pista, era così semplice ballare, con lui. I
passi venivano spontaneamente come se avessimo provato da sempre.
Finita la musica restammo qualche secondo a guardarci negli occhi e poi
ci staccammo ed arrivò un forte applauso, ero così presa nel ballare
che non mi ero accorta che stavamo ballando solo noi e tutti
guardavano. Sorrisi e ritornai al tavolo, non sapevo se lui faceva lo
stesso. Sentii afferrarmi da un braccio e mi ritrovai stretta tra due
braccia farti e delle labbra attaccate alle mie, ispirai e capii di chi
si trattasse dall'odore, ricambiai e lo strinsi forte a me,
ne avevo bisogno.
-Buonasera amore mio.-
-Anche a te amore.-
Daniele, il mio ragazzo diciannovenne.
Arrivarono anche gli altri al tavolo e Roberto, il marito di Aida
parlò: -Wow ragazzi, su quella pista siete stata micidiali, c'era una
complicità unica. Se non sapessi che tu sei fidanzata Angelica direi
che...-
Non sentii il resto, vidi lo sguardo di Daniele su Alessandro e uscì
dalla sala.
-Scusate io devo raggiungerlo.-
Corsi fuori e incrociai il suo sguardo arrabbiato e deluso e
il mio cuore annegò per la seconda volta quella sera.
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