Le avventure di Petero e Gaio: Kidnapping!!

di Meruto
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Cap I: Pessima mattinata

 
-Yawn..
Il biondino, appoggiando le mani sul materasso, fece per alzarsi sforzando gli addominali, ma cedette al sonno che continuava a tormentarlo e cedette al tanto adorato peccato capitale, portandosi un dito alla bocca.
- Alzati, scemo. PRRRRRR.
L'altro ragazzino già in piedi, dai capelli castano sporco e leggermente più alto, facendo una pernacchia diede una zampata al letto spostandolo di pochi millimetri. Il biondino, sobbalzò gridando:
- Guarda che lo dico alla mamma! - Si alzò e, messe le ciabatte a forma di papera in puro cotone, corse in cucina. L'altro fece una faccia annoiata e si mise i calzini, camminando poi scalzo verso il vago odore di cibo che si avvertiva.
- M-mamma, mamma, Pietro l'ha fatto di nuovo!! - urlò il biondino ad una donna alta più del triplo di lui. 
-Fatto cosa, piccolo mio? - Chiese la donna smielata e appiccicosa. Il bambino, per tutta risposta indicò l'altro ragazzino mentre entrava frignando:  -M-mi ha dato un calcio! Bwaahahah-. La madre congelò con lo sguardo Pietro mentre egli entrava in cucina con lo sguardo di chi sa che sta per andare a scuola senza aver fatto i compiti. - Non è vero! Ho solo spostato un po' il letto per farlo andare a scuola! - Il biondino gli tirò fuori la lingua e disse:
-Bugiardo! Bugiardo! - Alché, Pietro perse la pazienza e urlò, rosso in volto: -Mi hai stancato con le tue bugie, Felice! Solo perché hai 6 anni non puoi sempre farti trattare come il cocco di mamma!! - e sbattendo la porta dietro di sé, uscì di casa senza aver mangiato le squisite frittelle della madre.
 
La panchina della fermata era come al solito gelida, ricoperta di rugiada, umida e arrugginita. Pietro, naturalmente, se ne fregava e ci si sedeva quasi sdraiato, aspettando per quei lunghi 10 minuti che passasse il pullman. Con lo sguardo scocciato guardava da una direzione all'altra della strada scorgendo le poche macchine passare. Passò un uomo con la pipa e il giornale, Pietro lo guardò distratto, passò una vecchietta con la borsa della spesa, e Pietro la guardò distratto. Poi passò lei. E Pietro la fissò tutt'altro che distratto.
La bambina della fermata. Tutto ciò che sapeva di lei era che avesse 8 anni come lui, abitasse vicino a quella fermata e frequentasse la sua stessa scuola. E naturalmente, che ne fosse innamorato. Pietro arrossì un po' e la vide fermarsi nel solito punto, accanto al cartello della fermata, con lo sguardo perso dall'altra parte della strada, tra il negozio di scarpe e il bar. Poi arrivò Felice, e il momento magico si ruppe. I due non si degnarono di uno sguardo, e subito dopo il pullman arrivò. La bambina si sedette all'estremità davanti. Pietro si sedette all'estremità dietro, buttando lo zaino sul sedile affianco. Lo guardò, constatò che era sporco e rovinato. Era proprio adatto a lui, la sua perfetta rappresentazione. Fuori dal finestrino, sparirono il negozio di scarpe e il bar, facendo spazio alla chiesa, la strada vecchia, il cimitero, e la scuola.
La peggiore scuola che Pietro potesse conoscere...




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