Who taught you emotions

di alichino
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WHO TAUGHT YOU EMOTIONS

 
 
  

Ogni volta se lo chiedeva, ogni volta che il vuoto nella sua testa ritornava a farsi sentire, ogni volta che quel senso infinito di nero arrivava ad occupare il ricordo. Non era più sicuro di riuscire ad appoggiarsi alla sua mente per ricreare quelle rimembranze di un tempo. C’era come un rumore nella sua testa, un rumore di fondo che non andava via e gli impediva di rivedere la sua faccia, il suo volto. La sua logica gli gettava davanti l’ovvietà di quel processo, ma il resto di sé non lo accettava. Era come se lentamente, lentamente, ogni cosa stesse diventando un monocromo, e ogni linea, ogni voce, ogni gesto andasse sfumando nella nebbia del tempo. Aveva vissuto anche troppo, trascinandosi dentro il vuoto lasciato dalla sua morte. E si trovava là, tra i ghiacci, a maledirlo per avergli insegnato le emozioni, ora che era consapevole del disgraziato degrado, e altrettanto dell’impossibilità del fermarlo e di rimanere legato a quei dolci ricordi.
Ogni volta si chiedeva il perché di ogni avvenimento della sua vita, rendendosi conto che niente era andato come avrebbe voluto, e insieme che niente avrebbe voluto cambiare. Perché anche quel vuoto era prezioso. Perché anche quel nulla infinito che lo prendeva lo rimandava a quei tempi gloriosi in cui aveva amato, quei tempi che piano piano scemavano nell’oblio della vecchiaia. E ogni volta che tutto quello lo riprendeva, così forte, e così violentemente gli stringeva il cuore, fino a fargli male, allora riusciva a capire. Allora riusciva ad essere felice. 

 
 

FIN





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