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"Friends"
Odio.
Puro disprezzo e
avversione.
Non una scintilla di
clemenza nel suo sguardo.
No.
Solamente odio.
Difficilmente Mike arrivava ad odiare una persona.
Troppo buono, o forse troppo superiore per dar peso agli stolti.
Ma anche lui, come qualsiasi essere umano, aveva dei limiti, e proprio
in quel momento li aveva superati.
Nessuno.
Nessuno doveva permettersi di toccare Billie,
neanche per scherzo.
Meno che mai se a farlo era il suo patrigno.
Quell’uomo burbero, violento, che era entrato nella vita di
Billie
sconvolgendola del tutto, mettendosi subito a dettare regole a destra e
a
manca.
E forse Mike lo avrebbe anche ignorato, se non fosse che
quell’essere
si era azzardato a picchiare il suo più caro amico,
così, senza motivo.
“Qualche
goccia d’alcol di troppo” aveva
risposto Billie, dopo che lui
gli aveva chiesto -tremando di collera- il perché
dell’occhio
nero e del labbro sanguinante.
Era stata Anna a chiamarlo al telefono, preoccupata del fatto che suo
fratello si fosse chiuso in camera da più di due ore, senza
alcuna intenzione di
uscirne.
Ricordava di essere praticamente partito come un missile verso casa
Armstrong, ignorando sua madre che gli urlava dietro cose
incomprensibili.
Non gli importava.
In quel momento il suo
Billie aveva bisogno di lui, solo e soltanto di
lui.
Quasi riusciva a sentirlo mentre lo chiamava in lacrime, lasciando
morire il suo nome tra le pieghe del cuscino.
Aveva una voglia matta di prendere a pugni quell’ubriacone
del cazzo, e
farlo sparire per sempre dalla vita di Billie.
Quando lo vide aprire la porta della sua camera,
sentì come se il cuore
gli fosse andato in mille pezzi.
Un orribile segno violaceo faceva mostra di sé appena sotto
l’occhio
destro, e un sottile rivolo di sangue scendeva lungo il suo mento,
accompagnato
dalle lacrime.
Non aveva la forza nemmeno di parlare.
Lo abbracciò forte, fortissimo, probabilmente gli fece anche
mancare il
respiro, ma Billie sembrò non farci troppo caso.
Gocce di pianto inumidirono anche il viso di Mike che, una volta
sciolto l’abbraccio, chiuse la porta a chiave e fece sedere
Billie sul letto,
raggiungendolo pochi secondi dopo.
Si asciugò le lacrime, cercando di darsi un po’ di
contegno.
Non poteva permettersi di piangere, perché in quel momento
Billie aveva
bisogno della sua forza, e se si fosse lasciato andare anche lui,
sarebbe stata la fine.
Gli cinse le spalle con un braccio, mentre la mano sinistra andava ad
accarezzargli il volto umido, cercando di asciugare quei rivoli di
dolore come
meglio poteva.
Billie non proferiva parola.
Teneva lo sguardo basso, mentre si torturava le mani nervosamente.
Mike se ne accorse.
<< Adesso ci sono io qui con te. Nessuno ti
farà mai più del
male... >>
Sperò con tutto il cuore che Billie si
riprendesse.
Che alzasse il viso verso di lui.
Che gli donasse uno di quei magnifici sorrisi che da sempre amava.
Non sopportava di vederlo piangere.
Odiava vedere le lacrime sul suo viso, perché odiava vederlo
soffrire.
In quel momento desiderava solo vederlo sorridere, anche se la
situazione non era delle migliori.
Sapeva della fragilità del suo amico, del suo bisogno
costante di
affetto, soprattutto in situazioni difficili, e della sua erronea
indole a
rifugiarsi nella completa solitudine, chiudendosi sempre di
più nell’oblio.
Per quello sentiva di dovergli stare vicino, dandogli più
sostegno
possibile.
Gli fece appoggiare la testa sulla sua spalla, sentendo il battito di
Billie stabilizzarsi, a differenza del suo.
Mike sentiva il cuore pulsare ad un ritmo frenetico, quasi volesse
uscirgli dal petto.
Il fatto era che bastava la presenza del suo amico così
vicino, per
fargli perdere la ragione.
Sentì la mano di Billie stringergli la maglietta scura,
strusciando il
viso sul suo collo come un gattino.
Aveva gli occhi chiusi, quasi stesse dormendo.
Otto anni.
Otto anni erano passati dalla prima volta che lo aveva visto.
Otto anni che aveva perso la testa per lui.
Otto anni che non riusciva a dirgli che lo amava, che non desiderava
altro se non la sua felicità e che avrebbe venduto
l’anima pur di non vederlo
più piangere.
Anche in quel momento, a diciotto anni compiuti, non riusciva ancora
a confessargli quel dolore bruciante che sentiva nel cuore, ogni volta
che lo
vedeva ridere e scherzare insieme a qualcun altro, e rivelargli quella
straziante gelosia che aveva nei suoi confronti.
Voleva essere il solo a condividere gioie e dolori con lui.
Ad asciugargli le lacrime quando era triste, a dargli conforto, a
ridere e giocare come bambini.
Forse era un po’ egoista a pensarla così, ma non
riusciva a fare a meno
di stare male quando lo vedeva insieme ad altre persone.
Desiderava ardentemente dirgli tutto, sfogarsi una volta per tutte.
Una cosa buona di quella situazione, era che almeno Billie si era
calmato, e anche le lacrime avevano cessato di rigargli il volto.
<< Billie... >>
Sussurrò.
Alzò finalmente
il volto verso
di lui, facendo scontrare il verde prato dei suoi occhi, con l'azzurro
cielo
di Mike.
Aveva le sue labbra a pochi centimetri di distanza, e il desiderio di
posarvi sopra le proprie era intenso.
Gli accarezzò nuovamente il viso, sorridendo nel vedere
Billie
strusciarsi sulla sua mano.
Doveva dirglielo.
Doveva assolutamente togliersi quel macigno, o sarebbe sicuramente
impazzito.
Eppure... quegli occhi così belli, resi ancor più
luminosi dalle
lacrime, erano un blocco alla gola.
Bastò un secondo, e le sue mani si chiusero delicatamente
attorno al
viso di Billie, così come la sua lingua trovò
rifugio dentro quella bocca tanto
bramata.
In tutta risposta, Billie si limitò a spalancare
gli occhi scioccato,
mentre le guance si tingevano di un intenso color fragola.
Non si aspettava una cosa del genere.
Non da Mike.
Non da colui che aveva fatto parte della sua vita per così
tanto tempo,
e che in quel momento gli stava esplorando il palato da cima a fondo.
Gli venne quasi spontaneo allontanarsi da lui, anche se le mani di Mike
rimasero ferme ad ornargli il volto.
Gli strinse i polsi, cercando di liberarsi da quella
“morsa”, ma non ci
fu verso.
Mike gli alzò il viso, quanto bastava per poterlo guardare
dritto negli
occhi, e Billie tremò.
<< Billie... è da un sacco di
tempo che volevo dirtelo... io...
io ti amo! >>
La presa sui suoi polsi si allentò,
così come quella sul suo viso.
Non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito.
Mike lo amava, e anche da tanto tempo.
Ora tutto aveva un senso.
Le occhiate d’odio che lanciava alle ragazze che ci provavano
con lui,
la sofferenza nel suo sguardo quando gli raccontava delle sue
scappatelle...
Ma come aveva fatto a non intuirlo subito?
Ora che finalmente aveva capito il motivo, non sapeva come reagire.
Gli sembrava strano che il suo migliore amico fosse innamorato di lui.
Non voleva perdere la sua amicizia, ma era anche vero che non aveva la
minima idea di quello che sentiva.
Mike lo amava... ma lui?
Si era mai chiesto se il sentimento d’affetto che provava,
potesse
superare la semplice amicizia?
Poteva vedere Mike come amico, e anche amante?
Sentiva la testa scoppiare.
Non aveva mai visto il suo amico sotto “quella”
luce, e la cosa lo
metteva un po’ a disagio.
<< Billie... io devo sapere quello che provi
per me. Lo so che è
difficile, ma ho bisogno di sapere se mi ami o no, così da
mettermi il cuore in
pace per sempre... >>
Di nuovo si fece quella domanda. Lo amava o no?
Gli voleva bene come un fratello, quello era certo, ma se ci fosse
stato dell’altro?
Si fece coraggio, e confessò tutto ciò che
sentiva.
Probabilmente sarebbe stato Mike, alla fine, a dargli una risposta.
<< Mike... io ti ho sempre voluto un bene
dell’anima, e non ho
mai dubitato della nostra amicizia. Non mi sono mai posto una domanda
del
genere, ma quel che è certo è che tu per me sei
importante. Anzi, sei di sicuro
la persona più importante per me. Mi sei sempre stato
vicino, e mi hai sempre
aiutato. Quel che so, è che ho un bisogno costante della tua
presenza nella mia
vita, e che morirei di dolore se dovessi perderti. Non so se questo
è amore, o
forte affetto, ma sappi che senza di te io mi sentirei perso, vuoto.
Per me non
varrebbe nemmeno la pena vivere, senza te vicino. >>
Billie non lo sapeva, ma quelle parole erano più
significative di
quanto credesse.
Probabilmente lo amava senza saperlo, forse troppo cocciuto per
ammetterlo anche a se stesso.
Mike sorrise, posandogli un tenero bacio sul naso.
Era rimasto piacevolmente scosso da quelle parole, anche
perché non
pensava di ricoprire un ruolo così importante nella vita di
Billie.
Gli spettinò dolcemente i capelli, ricevendo in cambio una
smorfia
adorabile.
Gli bastava.
Sì, in quel momento gli bastava sapere di essere
fondamentale per lui.
Gli bastava prenderlo e stringerlo, come pochi minuti prima, e sentire
il suo dolce profumo.
<< Mike... voglio che tu sappia... che non
devi essere geloso di
nessuno. Io... voglio soltanto te, nessun altro! >>
Confessò, rosso in volto, stringendosi al petto
di Mike, che sorrise
nuovamente.
Anche così, con le braccia attorno al suo Billie, poteva
ritenersi
soddisfatto.
E forse, un giorno non lontano, avrebbe imparato ad amarlo.
Proprio come lui.
CINQUE ANNI DOPO...
Aprì gli occhi lentamente, venendo subito accolto dai primi
raggi di sole
mattutino, che si andarono a posare sul suo volto mezzo addormentato.
Sbadigliò, sbattendo più volte le palpebre per
abituarsi a quella luce
quasi accecante.
Accanto a lui, il corpo nudo del suo migliore amico cominciava a
flettere i muscoli.
Segno che si stava svegliando.
Difatti, pochi secondi dopo, incontrò le iridi verdi di
Billie, ancora
perse nel mondo dei sogni.
Sorrise, posandogli un bacio sulle labbra umide.
<< Ben svegliato, amore... >>
Billie ricambiò il sorriso, sporgendosi di più
verso di lui.
Amava le coccole mattutine, anzi, le amava sempre. E diciamo pure che
Mike, in quel contesto, lo viziava parecchio.
Adorava sentire il suo corpo caldo stretto al suo, e soprattutto era un
vero spasso vederlo morire di vergogna quando i suoi baci si facevano
più
focosi, e andavano anche a lambire parti del corpo molto intime.
Posò ancora le labbra su quelle di Billie, e il desiderio di
lui si
fece nuovamente strada nella sua mente.
Ridendo, si mise sopra di lui, coprendo entrambi con il lenzuolo, e
mentre
riprendeva possesso di quel piccolo corpo, gli ritornò in
mente la prima volta
che si era dichiarato.
Gli sembrava di sentire ancora le guance arrossarsi dalla timidezza, e
il cuore battere forte per l’emozione.
Ricordava ancora lo sguardo spaesato di Billie, la sua indecisione, e
quelle parole che lo avevano fatto emozionare molto più del
“ti amo” che
desiderava sentirsi dire.
Ma dentro si sé, sapeva fin da quel giorno che le cose
sarebbero
cambiate.
Che Billie un giorno si sarebbe svegliato, e avrebbe finalmente capito
che Mike era molto più di un semplice amico, e
così fu.
Lo guardò intensamente in quelle iridi smeraldo, offuscate
dall’eccitazione.
<<
Ti amo, Billie... >>
Sussurrò,
bloccandogli in gola un gemito con un bacio appassionato.
Billie si godette a pieno quel tocco intenso, e si staccò
appena per
ricambiare quello sguardo limpido.
<<
Ti amo anche io... >>
Mike
sorrise ancora, tornando a lambire quelle labbra rosse, come se
non potesse farne a meno.
Billie era lì, stretto a lui e lo amava, come aveva sempre
sognato.
Sentiva di non desiderare altro, se non loro due.
Persi in un amore senza
fine.
--
Sbaglio
o è un’abitudine che in ogni mia fiction,
Billie venga
fracassato di botte da chiunque? ç_ç
Va beh, chiedo venia! TwT
Spero vi sia piaciuta!
Grazie a chi leggerà e anche a chi recensirà la
storia **
Ciao!
Rage&Love
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