greek god
PERSONAGGI: Isabel Irons, Christopher Reid
DISCLAIMER: I personaggi non mi appartengono(tranne quelli da me
inventati), sono di Jeff Davis. Criminal minds appartiene alla CBS.
Questa storia non è a scopo di lucro.
Greek god
“Litiga con me”
Ricordava vagamente di aver detto qualcosa di simile. Nel dormiveglia
si strinse il lenzuolo al petto, rendendosi conto di essere
completamente nuda. Ricordava quell’odore e quel sapore
così nuovi, ma che avevano qualcosa di famigliare, di
rassicurante.
Cercava di sollecitare la sua memoria alla ricerca di qualcosa, doveva
esserci dell’altro. Mani che sfilavano indumenti, bramose di
avere di più, ansiose e affamate di nuove scoperte. Il buio
della camera da letto e il rumore di stoffa che veniva strappata.
Sospiri e gemiti fino a che tutto si era tinto di rosso, poi una voce
calda, roca e virile che mormorava il suo nome.
Sbarrò gli occhi mentre tornava alla realtà. Non era
stato un sogno, troppi dettagli per essere una mera creazione della
sua mente. Aveva ancora la sensazione di quella mano grande e
forte che le fiorava delicatamente il braccio, mentre labbra calde le
sfioravano l’orecchio in un dolce bacio della buonanotte.
Si tiro a sedere sul letto e si voltò verso l’altro
protagonista della “baruffa” che si era svolta
all’interno del suo appartamento poche ore prima. Le prime luci
dell’alba disegnavano la sagoma dell’uomo che l’aveva
fatta sentire viva e desiderata. Era bello anche nel sonno, con i
riccioli scuri che ricadevano scomposti su quel viso che ora sapeva di
amare.
Il lenzuolo lasciava scoperto l’ampio torace e gli occhi di
Isabel si fermarono ad ammirare il corpo di Chris. Si vedeva che era
stato un’atleta e che continuava ad allenarsi. I pettorali erano
scolpiti e la tartaruga (su cui lei aveva fatto tanta ironia il primo
giorno che si erano conosciuti) era perfettamente delineata.
L’esplorazione visiva tornò ai lineamenti del viso,
sentiva il desiderio di carezzarlo ma si trattenne per paura di
svegliarlo e rompere l’incanto. Sorrise felice, Chris aveva detto
di amarla e lei voleva credergli. Non sarebbe stata una storia di solo
sesso, anche se doveva ammettere che la fama del ragazzo era ampiamente
meritata.
Reid si mosse nel sonno fino a trovarsi supino e lei si chiese se era
possibile che lui fosse sempre così perfetto in qualsiasi
momento. Doveva pur averlo un difetto, in fin dei conti era un essere
umano anche lui. Con un lampò di divertimento si disse che in
realtà sembrava più una divinità greca di quelle
raffigurate nelle splendide sculture esposte nei musei. Sì,
decisamente era un dio, almeno per lei.
Improvvisamente dal “dio dormiente” provenne un rumore. La
domanda che si era posta pocanzi ebbe una risposta. Suo malgrado
scoppiò a ridere. L’affascinante e perfetto Christopher
Reid in fondo era un uomo, russava come un trombone!
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