Dr. Jekyll and Mr. Hide
Era disteso sul letto, un braccio piegato all'indietro a sorreggergli il capo posato in parte sul cuscino.
Lo
sguardo fisso sul soffitto, perso nel nulla. Giaceva li sdraiato da un
tempo indefinito, il respiro lento e regolare animava il Suo corpo
altrimenti immobile.
Il busto nudo, lasciato scoperto dal lenzuolo
che gli cingeva la vita attorno alla quale era allacciato un braccio che non gli apparteneva,
posato leggero contro le Sue anche. Un peso minimo seppure enormemente
piacevole. Pelle morbida e calda contro la Sua più fresca. Un sospiro,
il ragazzo si stava svegliando.
Solo ora la Sua attenzione veniva
finalmente distolta dal nulla per essere condotta verso l'altro Suo
arto, quello avvolto attorno alle spalle di Lavi, i cui capelli rossi
gli solleticavano la spalla su cui esso era poggiato. Ed eccolo
perdersi un'altra volta nell'osservarlo. Ancora il nulla che lo
assorbe.
Un vuoto color sangue sta volta.
-Perché sorridi?- domandò il ragazzo, che ancora non aveva aperto gli occhi, non si era neppure mosso.
-Perché ora dovrei ucciderti- disse tranquillamente il Noah chiudendo di nuovo gli occhi a Sua volta.
Ancora
non capiva perché. Perché avesse scelto Lavi. Li aveva osservati a
lungo Lui ed Allen aggirarsi per quel mercato, ignari di essere seguiti.
Non si era lasciato sfuggire neanche una loro mossa, sino a sera aveva
vegliato su di loro, se così si può dire. Li aveva accompagnati alla
locanda dove alloggiavano rimanendo fuori appostato. Qualcosa lo
tratteneva: sesto senso, intuizione, casualità fortuita.
Fatto sta che
non si era mosso e il destino lo aveva premiato.
Poco dopo
mezzanotte una testa rossa ben conosciuta aveva fatto capolino
dall'ingresso osservandosi curioso attorno. Come in cerca di qualcosa.
O qualcuno. Fu allora che compì quell'unico passo in avanti, lasciandosi le tenebre alle spalle, rivelando la Sua presenza.
-Mi cercavi?- chiese sorridendo senza muoversi ulteriormente.
-Mi seguivi?- rispose l'altro divertito, andandogli incontro.
Si
era accorto della Sua presenza, nonostante Egli si fosse premurato di
rimanere sempre nell'ombra.
Ma Lavi li aveva sentiti quegli occhi
puntati su di se, aveva atteso cercando di opporsi alla Sua curiosità
che alla fine l'aveva avuta vinta, ed appena Allen s'era addormentato
era uscito a cercarlo. Sicuro che lo avrebbe trovato. Ed eccolo li, un
ragazzo normale all'apparenza.
Eppure, ora che aveva modo di guardarlo
meglio, lo trovava persino più magnetico ed attraente di ciò che si
aspettava. Aveva un non so che di elegante nel Suo modo di porsi.
Eleganza innata, ostentata, nei pochi gesti compiuti, nonostante
l'abbigliamento trasandato come i Suoi capelli, neri e di media
lunghezza che così spettinati gli davano quell'aria dannatamente..
indecente.
Possedeva qualcosa di pericoloso, lo percepiva, eppure
ciò non faceva che aumentare il Suo fascino. E così, non si era tirato
indietro.
Anzi, ormai gli era difronte. Quel sorriso divertito ancora
disteso sulle labbra, il volto sereno e l'eccitazione di un ragazzino
dinanzi ad un nuovo gioco.
-Non rispondi?- Un'altra domanda, probabilmente rivolta nella convinzione di essere Lui ora a provocare.
-Prima Tu- Disse semplicemente l'altro. Una risposta infantile in netto contrasto col tono serio da Lui usato.
Ancora
non capiva perché. Perché avesse scelto Lavi. Ma forse fu perché quando
il Noah gli rispose, chinandosi contemporaneamente verso il Suo viso,
Egli non si tirò indietro, seppur non lo conoscesse. Anzi, cercò le Sue
labbra con una naturalezza tale da lasciarlo interdetto e stupito per
alcuni secondi, regalandogli un bacio leggero, delicato, seppure carico
di desiderio e così Tyki non poté far altro che posare le mani sulle Sue
spalle, serrandole attorno a Quella divisa, attirandolo a se,
arretrando di qualche passo sino a posar la schiena contro il muro.
Un
impulso assecondato quello di soddisfare l'esigenza di trovarsi
schiacciato tra Lui e quella parete, in quel preciso momento.
Un
impulso represso, ancora per poco, quello di seguir l'istinto e
schiacciar Egli tra Lui e qualcos'altro.
-Ti seguivo- ammise quindi, distanziandosi appena da quel piacevole contatto.
-Ti
cercavo- rispose Lavi, riappropriandosi di quella bocca come se fosse la
cosa più ovvia del mondo baciare uno sconosciuto, in un vicolo, in
piena notte, premendoglisi ancora di più addosso, posando le mani ai
lati della Sua testa e sollevandosi sulle punte per raggiungerlo al
meglio, annullando in tal modo anche gli ultimi millimetri che li
separavano. Era da quando si era accorto della Sua presenza che
desiderava farlo, per tutto il giorno non aveva pensato ad altro e
trovandolo fuori ad attenderlo aveva avuto la certezza che anche Lui
desiderasse altrettanto.
Così lo aveva baciato appena ve n'era stata
l'occasione, non potendo resistere oltre a quella vicinanza e tutt'ora
lo stava ancora baciando. Senza fretta, prestando attenzione ad ogni
dettaglio, ad ogni movimento. Sfiorando quella bocca con cura e
passione. Un desiderio controllato apposta per farlo crescere. Leccava
e mordeva con una lentezza esasperante, assaporando ogni centimetro
delle Sue labbra, facendosi strada in esse ricercando la lingua per
poi attirarla a se, succhiandola. Troppo dolcemente per esser lascivo.
Troppo accuratamente per esser innocente.
A fatica aveva sciolto quel
bacio, ben conscio di come non fosse possibile procedere in tal modo in
mezzo ad un vicolo, così era stato proprio Lui a portarlo nella Sua
stanza. Contro ogni buon senso, aveva dato retta al Suo istinto.
-Vieni- disse soltanto.
-Continuo a seguirti- rispose Tyki con un ghigno.
Si
ritrovò così in quella stanza. Piccola e spoglia, arredata solo con un
letto, un armadio ed uno scrittoio, anche se, per quel che lo
riguardava.. muri e pareti sarebbero stati più che sufficienti. Non gli
aveva tolto gli occhi di dosso neanche per un momento, aveva lasciato
che il Suo sguardo gli scorresse addosso, lascivo, finché gli faceva
strada e tutt'ora lo fissava in quel modo senza alcun imbarazzo mentre
Lavi, a Sua volta, lo osservava immobile al centro della stanza. Forse
ci stava ripensando. Forse si era accorto di aver commesso un errore. O
forse, aveva solo bisogno d'esser preso e baciato a Sua volta.
Non ci
pensò oltre un secondo di più, coprì la distanza che li separava e
portando la mani al Suo viso lo condusse direttamente contro le Sue
labbra rivolgendogli lo stesso trattamento ricevuto poco prima. Gli
strappò sospiri e gli rubò il fiato senza alcun ritegno, coccolando e
vezzeggiando labbra e lingua in ogni modo. L'eccitazione cresceva
troppo e troppo velocemente, cosa che lo costrinse, seppur contro
voglia, a distanziarsi e prendere fiato, rivolgendogli un sorriso
semplice e soddisfatto nel scoprirlo fare altrettanto.
-Ti voglio- sospirò sottovoce.
-Mi avrai- disse Lavi con lo stesso tono.
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