capitolo 3
Capitolo 3 - Fly-By-Wire
"Non esistono buoni piloti, esistono vecchi piloti"
- Bene, passiamo alle fasi dello svolgimento. Arrivo nella zona delle
operazioni alle 2.30. ora corrente. 2.35 rendez-vous con
l'agente
Kilmister, nome in codice Gringo.
- Che soprannome idiota.
- Hyuma, per favore! Alle 2.45 inizio dell'operazione. La
base
dell'Hydra è a circa 15 Km a nord dalla zona di
partenza,
ma non avrete bisogno di spostarsi tanto lontano. Esiste un
condotto per lo scarico a circa 5 km prima dell'entrata
principale. Entrerete da lì e poi vi farete guidare da
Kilminster.
- Come ci spostiamo?
- Nella fase iniziale dell'operazione, a piedi. La zona è
irta
di sensori e sistemi anti/intrusione. Una volta recuperato Guy,
lanceremo un missile con testata EMP (impulsi elettro-magnetici) per
neutralizzare i sistemi difensivi e vi
verrà a prendere Volfogg. Dovrete raggiungere la zona di
uscita
entro cinque minuti, altrimenti vi saranno tutti addosso.
- Altra domanda: come faremo a trasportarlo fuori?
- Usando questi.
Taiga aprì una piccola vallligetta di alluminio, rivelandone
il
contenuto, ovvero sei piccoli ovetti di alluminio con un sensore rosso
all'interno, simile alla farcitura di un pasticcino. Fu
Entouji a
parlare per primo.
- Sono "sospensori", piccoli dispositivi anti-gravità con la
possibilità di creare un campo di stasi limitato alla massa
corporea dell'individuo trasportato, in caso di bisogno.
Non occorreva entrare maggiormente nei particolari, nessuno poteva
sapere in che condizioni avrebbero trovato Guy. Dovevano per forza di
cose essere preparati ad un trasporto in condizioni critiche. Tuttavia
tutti erano certi che l'avrebbero trovato vivo. Non sapevano
però in che condizioni.
- Hanno una durata massima di tre ore e sono resistenti agli urti. Per
voi invece abbiamo preparato delle tute speciali, su modello della
VR-052.
Sulla pista, intanto, una grossa sagoma molto scura compiva gli ultimi
controlli di rito prima del decollo. Quello era chiaramente un mezzo
speciale, il primo di una nuova generazione di bombardieri strategici e
aerei da trasporto per operazioni speciali, progettato grazie agli
sforzi congiunti della Stonewell Bellcom e dellaShinnakasu Industries,
con importanti conpartecipazioni di aziende minori specializzate in
avionica (i dispositivi elettronici per aviogetti).
- Qui volo Thunder 077. Torre, mi ricevete? Passo.
- White Tiger a volo Thunder, vi riceviamo forte e chiaro. Decollo tra
tre minuti.
- Roger White Tiger, incomincio il rullaggio sull'anello nord.
"Tre minuti ancora, e quell'idiota non si vede..."
II KC-200 prese a rullare ull'anello nord dell'areoporto,
largo
quanto una'autostrada a due corsie, prima di immettersi sulla pista
principale,
fino a fermarsi al termine della stessa. Il cielo era perfettamente
limpido e nonostante l'inquinamento luminoso si riuscivano a scorgere
le stelle.
A differenza delle controparti civili, il KC-200 era un aereo da
trasporto di nuova generazione. Grosso quanto un'aerocisterna, le
somiglianze finivano lì in quanto l'aereo era totalmente
dipinto
di un grigio antracite molto scuro ed aveva ali larghe e lunghe, a
geometria variabile. Poteva
essere scambiato per un B1-B Lancer, ma solo da lontano; ad un'occhiata
approfondita svelava tutte le differenze con il bombardiere,
con la
capacità di superare la velocità del suono senza
usare i
postbruciatori (supercruise) e dotato di un sistema stealth attivo di
prima
generazione.
-White Tiger, ok per il decollo. Vento 3 nodi Nord Nord Est,
Visibilità eccellente.
"Proprio una bella notta per farsi un giretto"
L'attenzione del pilota venne catturata da una luce sulla pista che si
muoveva velocemente verso l'aereo.
"Stai a vedere che..."
- FERMATEVIIII! MALEDETTI! Volevate partire senza di me?!?
Fermatevi,
bastardi! Ma guarda tu, per soli dieci minuti di ritardo! Non c
è più cortesia in questo schifo di mondo!
Fermaaaaaaa....
"E' il solito idiota".
- Tokai, apri il portellone di carico posteriore, ce lo tiriamo su,
quel cretino.
- Roger, colonnello.
La moto salì la rampa a velocità improponibile,
andando a
sbandare e quasi a colpire il fondo della baia di lancio. Urumi e
Hyuuma si alzarono di scatto per vedere se stava bene.
- Professore!
- Argh...sto invecchiando.
- Signor Onizuka! Sapevo che sarebbe arrivato in tempo!
- Già, adesso però...
SBONK!
- Ahia che male! Kanzaki, ma perché?
- Perchè sei un deficente! Mi hai fatto perdere dieci anni
di vita con questa acrobazia! Ma cosa cazzo credevi di fare!?
L'altoparlante si animò:
- Ce l'ha fatta l'idiota a salire a bordo?
- Sì colonnello, può decollare subito.
- Bene. Ladies and gentlement, qui è il comandante del volo
077
che vi parla. Allacciatevi le cinture e preparatevi al
decollo.
Partiamo tra un minuto e mezzo.
Dopo essere rimasto per un momento imbambolato, come se avesse sentito
una voce dall'oltretomba, Eikichi realizzò il vero
significato
delle parole pronunciate dal comandante.
- Ma la moto! Presto aiutatemi a legarla in qualche maniera!
La rampa si richiuse su se stessa, facendo un suono stranamente
ovattato. I passeggeri ebbero appena il tempo di assicurare la moto
agli ormeggi e mettersi seduto prima che l'accellerazione lo
schiacciasse al seggiolino. L'aereo si staccò dalla
pista con i postbruciatori inseriti. Urumi aveva già volato,
qualche volta, tuttavia quella esperienza era totalmente nuova.
Sembrava di essere sull'ottovolante! A confronto i decolli con i grandi
aerei da trasporto passeggeri sembravano una passeggiata a piedi. Si
sentì lo stomaco in gola, ma lo attribuì alla
tensione.
In realtà, il pilota aveva effettuato un decollo
estremamente
gentile: i motori del KC-200 erano in grado di farlo staccare dalla
pista in una distanza ridotta del 40% rispetto ad un mezzo delle stesse
dimensioni.
Eikici sembrava divertirsi e rimase un po' deluso quando
l'aereo si stabilizzò in volo orizzontale, dirigendosi verso
ovest.
La voce del colonnello risuonò di nuovo:
- Potete sganciare la cintura, adesso. L'arrivo sulla zona di lancio
è previsto tra 3 ore e 22 minuti.
Eikichi si sganciò la cintura e si diresse verso la cabina
di
pilotaggio, sbagliando strada due volte e rischiando di
aprire il
portellone di sgancio.
Alla fine, ce la fece ad trovare la cabina di pilotaggio.
Aperta la porta, necessitò di alcuni attimi per abituarsi
alla luce rossa che inondava tutta la zona.
Ovviamente, non aveva dimestichezza con le strumentazioni di bordo, ma
il tutto gli sembrava stranamente simile ad un grosso cabinato da sala
giochi che a dei quadri comandi di un aereo di ultima tecnologia.
Eikichi si lasciò sfuggire una lunga esclamazione di
stupore,
seppur a bassa voce. Rivolse l'attenzione alle due figure sedute di
fronte a lui.
Il pilota e il suo copilota indossavano un casco stranamente
somigliante ad un misto tra la maschera di Kamen Raider e un paio di
occhiali per la visione notturna. Il tutto era completato da
una
tuta
color verde mimetico, con un distintivo all'altezza della spalla destra
e uno sulla sinistra.
Il pilota si girò verso di lui e sorrise.
- Ben ritrovato Eikichi. Come te la passi?
- Ripper, ma sei tu?
- Chi altri sarebbe stato così pazzo da accompagnarvi in
questa missione?
- Non ti riconoscevo con quello scolapasta in testa. Cazzo, ma qui
è
pazzesco, pare di star dentro la Fortezza delle Scienze!
- Ti piace questo gioiellino? E dovresti vedere la versione da attacco!
E' pure meglio.
Il pilota si girò verso Eikichi.
- Questo è il mio secondo pilota, il tenente Hibiki Tokai.
- Salve.
Hibiki si girò e si trovò faccia a faccia con il
viso ghignante di Eikichi.
- Io sono Eikichi Onizuka, 23 anni, MOLTO PIACERE.
- Urgh.
Il copilota si ritirò spaventato. Non era certo abituato ai
modi
molto informali dell'insegnante! Si aspettava, come dire, una persona
più composta? Di certo non un tipo con i capelli biondi
(tinti?), orecchino e una t-shirt rossa con scritto SIEG ZION.
- Beh Eikichi, che mi racconti di nuovo? E' un po' che non ci si vede...
- Le solite cose. Negli ultimi tempi è stato anche troppo
tranquillo da queste parti. Da quando è successo quel casino
che-sai-tu,
si è tranquillizzato tutto. Lo sapevi che sono stato
promosso ad insegnante di ruolo?
- Congratulazioni! Ora ti manca solo una moglie e un moccioso
urlante e sei proprio diventato il classico ometto di casa!
- Non contarci troppo, anche se sono fidanzato un uomo rimane sempre un
uomo! A cambiare pannolini epr ora non mi ci vedo proprio. Tu invece?
Cosa mi dici di nuovo?
- Le solite cose, a casa stanno tutti bene e questo è
l'importante.
- Eh sì. Beh, torno di là. Stammi bene, Ripper.
Ti lascio alla tua sala giochi personale. Andrà tutto bene.
Il tono della voce indusse il comandante a girarsi e a guardarlo dritto
negli occhi: c'era una sfumatura di determinazione negli occhi
dell'insegnante e lui, nonostante fosse un militare con esperienza e
dovesse mostrarsi freddo e professionale, era pur sempre un suo amico.
Conosceva personalmente Guy Shishioh, più volte durante il
periodo di invasione deigli alieni avevano combattuto insieme e si era
affezionato in qualche modo al ragazzo, anche se non come si era
affezionato a Eikichi.
- Anche te, caro e non dubitare: lo porteremo fuori.
- Lascia fare a me, questa è un impresa per il Great Saver
Onizuka!
A queste parole Eikichi fece il classico gesto giapponese per mostrare
forza. Fortunatamente, Ripper aveva un infarinatura delle usanze
giapponesi e lo interpretò correttamente, evitando di
scambiarlo
per il classico gesto di "vattene a quel paese" come ogni occidentale
ignorante dei costumi nipponici avrebbe (erroneamente) interpretato.
Dopo di questo, girò i tacchi e se ne andò.
Ripper poteva
adesso tornare a concentrarsi completamente sulla missione.
***
Il cielo notturno era eccezionalmente sgombro da nuvole, ed era
possibile ammirare un bellisismo cielo stellato, anche se faceva
decisamente freddo. Ogni tanto il richiamo notturno di qualche
piccolo mammifero rompeva la quiete perfetta del
posto.
Spirava una gelida brezza da nord-est, che spronò l'uomo a
coprirsi ancora di più con un indumento che somigliava ad un
poncho. Lo avevano avvertito per tempo (anzi, si era informato lui,
approfonditamente) e si era preparato. Un po' diverso dallo spirito che
aveva armato David Livingstone, tuttavia la sua gente aveva dato alla
storia un bel mucchio di esploratori e di avventurieri.
"Bah, niente avventura qua, spero risulti tutto banalmente noioso e
senza incidenti".
Era la settima missione operativa che compiva, sapendo bene che un
operativo è sempre, sempre in territorio nemico, dal momento
in cui comincia fino a quando termina la missione. Con successo o meno.
Il piccolo orologio al polso riportava l'ora precisamente. Che
contrasto con quel luogo emerso dalla preistoria! Perfino le
sterpaglie sembravano antiche.
"-01:30:56...55..54..."
Amava questi attimi prima dell'azione, il silenzio lo aiutava sempre
nella concentrazione.
"Prima qui vivevano gli Indios, adesso invece ci vivono i topi di
fogna".
Più in là, nel centro della valle, si nascondeva
il nemico.Uno della peggiore razza, una massa di fanatici indottrinati
con a disposizione gli ultimi ritrovati tecnologici per fare cosa?
Per riportare in vita un incubo contro il quale aveva combattuto il suo
nonno.
Ci voleva un bel cafè per tenersi in forma, ma non poteva
accendere un fuoco, quindi usò una razione speciale con
riscaldamento chimico, non dissimile dalle piccole lattine di Noodles.
Lo sguardo corse alla radio portatile, con la quale avrebbe trasmesso
le fasi cruciali della missione.
PENALTY TRY designava l'inizio dell'operazione di recupero.
PENALTY GOAL stava per: "uscita dalla zona nemica con
il'ostaggio, iniziare il recupero".
DROP GOAL significava "Missione compiuta", da trasmettere a fuga
avvenuta.
OFFSIDE invece comunicava il fallimento della missione, dovuto alla
morte del soggetto A1, all'inabilità del team di recupero di
ritrovarlo oppure alla cattura dello stessi team.
John rabbrividì pensando a questa ipotesi,
anche perchè sapeva che in tal caso
un B-200 avrebbe sganciato una NREP (bomba nucleare anti
bunker) proprio sopra la base sotterranea nemica. Visto che sicuramente
si trattava di una struttura pesantemente rinforzata con materiali
speciali a base plstica, la bomba sarebbe stata dotata di una testata
nell'ordine dei megatoni, anzichè quelle più
convenzionali per bunker normali.
Al che sarebbe seguito un grosso dibattito internazionale, scambi di
accuse, manifestazioni di protesta, scioperi e tutto l'inevitabile
carosello dovuto all'impiego di armi nucleari. Ma a quel punto non gli
sarebbe importato più nulla.
Abbandonando questi cupi pensieri, John riprese la paziente attesa dei
suoi alleati, lanciando occhiate furtive in direzione della valle.
|