Harry
corre. Non sa dove và, ma corre lo stesso. Intorno a
sé, ogni cosa è ovattata,
come vista attraverso una coltre di fumo sottile. Sa che lei lo
aspetta. Sa che
lei è da qualche parte e paziente guarda il suo stesso
cielo, in attesa di una
benedizione di salvezza che avrebbe atteso forse in eterno.
Gli
occhi di smeraldo scrutano l’oscurità che crudele
inghiotte ogni cosa, senza
distinzione di colore o razza. Voldemort lo aspetta nella Foresta
Proibita, ma
lui, Harry, ha qualcosa da fare prima di morire.
Arriva
infine in una radura. Sono stati i suoi passi a portarlo fin
lì? O è stato il
grido lacerante del cuore che si dimena per spezzare le catene della
paura che
lo imprigionano? Questo non lo sa, ma è intenzionato a
scoprirlo.
Un
pallido raggio di luna illumina a giorno la radura, rivelando ad occhi
umani
ciò che l’oscurità custodiva
gelosamente, e a ragione. La più orribile delle
visioni lo attende come un mostro acquattato dietro l’angolo,
pronto a
balzargli addosso.
Non
può essere…
Una
persona è seduta ai piedi dell’albero e guarda
serena il volto terrorizzato del
ragazzo. Il viso sottile, incorniciato dai castani capelli ricci, il
capo
leggermente inclinato, la pelle pallida e il sorriso gentile la fanno
sembrare
un angelo caduto in terra. Magari era atterrato proprio lì,
e fino a quel
momento lo aveva atteso. Ma qualcosa di sbagliato raggela il sangue di
Harry.
Uno squarcio sul fianco della ragazza seduta bagna l’erba di
quell’insopportabile rosso brillante che porta via con
sé forze ed energia
vitale.
-Hermione!-
Harry
corre da lei, ha paura. Si inginocchia al suo fianco, tende una mano ma
non osa
toccarla. Potrebbe spezzarsi, pensa. Sembra così fragile, ma
allo stesso tempo
la sente potente e
inavvicinabile come
una stella brillante e sempre troppo lontana per essere toccata.
Hermione
continua a sorridere e allunga una mano sporca di sangue per
accarezzare il
viso contratto dal terrore di Harry, che ancora la guarda a bocca
aperta.
L’aveva aspettato, ce l’aveva fatta. Aveva
resistito fino a quel punto per
poterlo rivedere un’ultima volta. È soddisfatta di
sé stessa.
-Perché
ci hai messo tanto?- chiede con dolcezza. Harry trema. Si sente
vulnerabile
senza di lei, e vederla in quello stato gli fa male, lo uccide. Hanno
ferito
lui? È lui ad avere il fianco squarciato? Sì,
forse.
Hermione
perde le forze, e la mano scivola verso il suolo, ma Harry la afferra
per
istinto. Lei non deve sporcarsi di terra e sangue ancora una volta. Non
lo
merita. Lei deve volare via da tutto questo dolore e nascondersi il
più lontano
possibile. Ma come si può volare con le ali spezzate?
-Vai
da lui?- chiede Hermione con un filo di voce. Sembra ignorare la
presenza del
dolore, o forse il dolore non lo sente davvero.
Per
lei è così, ma lui non è
d’accordo. Il peso della sofferenza lo sta
schiacciando, e lentamente il suo corpo si piega angoscioso verso il
suolo che
lo attende pazientemente. Non vuole mostrarsi debole, ma non ce la fa a
fermare
le lacrime. Le sente scivolare via, cadere dal suo viso come
felicità che và
via per non tornare mai più. Pesano davvero tanto, quelle
piccole gocce d’acqua
salata.
Ma
un barlume di luce dissipa le tenebre e le fa ritirare ferite nel loro
miserabile cantuccio. Quella luce ha la forma di una mano che si tende
e gli
sfiora una palpebra. Hermione non lo lascerà affogare nel
mare del dolore, ora
Harry lo sa. Lei terrà lontano il buio, e lui non
avrà più paura, finalmente.
Harry
alza gli occhi smeraldini e incontra quelli dorati del suo angelo
custode. Uno
spettro di luci sembra sprigionarsi da quell’improvviso
incrocio di mondi così
diversi. Cielo e terra si fondono, luce e oscurità non hanno
più alcun valore.
Ci sono solo loro due. Basta così, no?
-Mi
abbracci?- chiede Hermione. Harry sa che per lei è ora di
andare. È inutile
trattenerla. Per questo tende le braccia e stringe con delicatezza quel
corpo
di cristallo ormai pronto a spezzarsi. Hermione ricambia debolmente
l’abbraccio
e i due restano così, due anime profondamente legate che si
salutano per
l’ultima volta. Armoniosi spiriti affini che solo ora
concepiscono una realtà
da tempo accettata solo in fondo al cuore: si sono chiamati a vicenda,
hanno
teso la mano l’una verso l’altro, cercando di
vincere la ragione. Alla fine è
successo. L’amore ha prevalso, ora non resta che sconfiggere
la lontananza.
Un
ultimo palpito di vita, un respiro appena accennato e una debole risata
felice.
Poi, le braccia di Hermione cadono abbandonate nel vuoto e il cuore
interrompe
la sua pacata marcia. E finalmente Harry piange. Appoggia il mento
sulla spalla
immobile del suo piccolo miracolo infranto e singhiozza forte, incapace
di
lasciarla lì.
Rivede
il sorriso luminoso di Hermione, sente le sue carezze e ode la sua
voce.
Lei lo sta
richiamando al suo stesso dovere,
gli chiede di mettere fine ad ogni cosa. Lo aspetterà, e lui
ci metterà poco a
raggiungerla.
L’abbraccio
si scioglie. Harry guarda il volto sereno di Hermione, il sorriso che
la
illumina di perpetua luce adamantina. Infine, sorride anche lui e le
bacia la
fronte con dolcezza, infondendo in quel piccolo gesto mille parole non
dette.
“Devi
lasciarmi andare.”
Harry
sa che è il momento. Poggia il corpo inerme di lei sul
morbido terreno erboso e
si alza in piedi. Ha le mani sporche di sangue, ma lui sa che ci
penserà lei a
lavarlo via. Alza gli occhi piangenti al cielo terso e vede che un
unico,
sottile raggio lunare bagna il corpo di Hermione, custodendolo dalla
violenza
del mondo di cui non fa più parte.
Infine,
Harry si inchina un’ultima volta alla sua più
grande ragione di vita e volta le
spalle, incamminandosi verso un destino che lo attende a braccia
spalancate.
Arriva da Voldemort a testa alta, tranquillo e disarmato. Accetta la
realtà e
ringrazia ogni persona che ha dato gioia alla sua vita. Non ha paura
perché sa
che lei è lì in quel momento, è
lì mentre Voldemort punta la bacchetta e
pronuncia un solo fatale incantesimo.
Il
corpo del ragazzo cade con grazia, si inarca leggermente e tocca terra
quasi
senza fare rumore. Gli occhi sono chiusi e non possono riflettere il
breve
viaggio che la sua anima sta intraprendendo.
Dove
sono?
Harry
apre gli occhi. Intorno a lui, solo una lunga distesa di luce bianca.
Non
esiste cielo né terra in quel posto, ma Harry sa che i suoi
piedi poggiano su
qualcosa di tanto solido quanto invisibile.
-Già
qui?-
Una
mano si intreccia alla sua con timida gentilezza. Harry non ha bisogno
di
voltarsi per sapere di chi si tratta. Semplicemente, chiude gli occhi e
sospira
di felicità per l’anima gemella ritrovata che in
quel momento respira
tranquillamente alle sue spalle. Eppure, vuole vederla in faccia,
quindi si
volta.
Hermione
sorride ampiamente, bella come non mai. Indossa un lungo abito bianco,
semplice
ma armonioso su quel corpo di velluto e non ha scarpe ai piedi. I
capelli non
sono più crespi come sempre, ma boccolosi e quasi ordinati.
Ora brilla davvero,
e questa volta non della luce riflessa della luna e del sole. Brilla di
beata
speranza, come un angelo giunto fin laggiù per benedirlo.
Harry
le sfiora una guancia e inclina la testa. È così
bella e fragile… no, il mondo
non è stato il suo posto fin da subito. Lei appartiene ai
cieli più alti del
Creato.
Hermione
gli afferra la mano e la stringe. Infine, posa una mano calda sul cuore
fermo
di lui e lo accarezza. Harry sente quel tocco attraversare gli abiti,
la pelle,
finanche le ossa, fino a raggiungere quell’organo che ormai
non gli occorre
più.
-Devi
tornare indietro.-
Tre
parole. Una condanna.
-Non
voglio!- esclama Harry, abbracciandola. Eppure, sa che è
giusto che torni. Lei
è soltanto venuta a salvarlo ancora una volta.
–Voglio rimanere qui con te.-
Hermione
sorride contro i suoi capelli e si separa da lui. Si china leggermente
per
guardarlo dal basso, quasi fosse una bambina che valuta con attenzione
il suo
nuovo amico. Il suo sguardo curioso si accende di rimprovero.
–E molli tutto
così? Andiamo, Harry! Credevo fossi più forte di
così!- lo deride con
gentilezza.
Harry
sente un sorriso spuntare agli angoli della bocca e si trova a scuotere
la
testa con finta rassegnazione. Lei non cambierà mai.
-Mi
aspetterai?- chiede timidamente, abbassando lo sguardo. Hermione ride,
una
risata cristallina che si perde nell’immenso spazio bianco.
Harry ama quel
suono.
-Ma
io sono sempre vicino a te, non lo sai?-
Harry
sorride e una lacrima scivola lungo la guancia pallida. Gli tocca
aspettare il
suo momento. Hermione sarebbe stata al suo fianco e l’avrebbe
sostenuto fino ad
allora.
-Mi
accompagni?- domanda ancora lui, questa volta con un sorriso fiducioso.
Hermione annuisce e si volta verso sinistra. Come scacciato dallo
sguardo
deciso di lei, il bianco che li circonda si dissolve come nebbia per
lasciare
spazio all’imboccatura della Foresta Proibita, silenziosa e
pacata.
Hermione
gli afferra la mano e si lancia in avanti. Come Animagus
professionisti,
entrambi si trasformano. Harry atterra su quattro possenti zoccoli, il
palco di
corna dominante sul suo capo appena chino. Si volta. Una cerva bianca
lo guarda
con occhi dorati, spendenti su quel trionfo di niveo pelo luminoso.
All’inizio,
Harry pensa a sua madre, ma gli basta una seconda occhiata per scoprire
che non
è lei.
Hermione
ammicca e comincia a correre libera tra gli alberi. Harry la segue
felice,
scansando a balzi le grosse querce che gli intralciano il cammino. Gli
sembra
di volare. Non avverte la stanchezza della corsa, né il gelo
del vento che lo
sfiora con mano gentile. Al suo fianco c’è una
guardiana che impedirà al mondo
di fargli ancora del male.
Affiancati,
i due cervi oltrepassano trottando i Dissennatori, che si allontanano
da loro
come se fossero Patroni, e raggiungono la radura. Voldemort e i suoi
non li
vedono. Sono invisibili? Forse.
Harry
vede il suo corpo a terra, gli occhi chiusi e un’espressione
felice sul volto.
Il suo involucro di carne lo sta aspettando. Con un profondo respiro,
si volta
verso la figura ora umana di Hermione.
-Vai,
Harry. Ci sono io con te.- dice semplicemente. Si alza in punta di
piedi e
poggia le labbra su quelle del ragazzo. Harry sente come un sigillo
cadere
sulla loro unione, come un Voto Infrangibile che promette di farli
rincontrare.
Ed ogni pezzo scivola al suo posto, completando il puzzle della sua
vita non
più incerta ed effimera, ma sicura e felice.
Grazie,
angelo mio.
Un
sorriso basta a ringraziarla, per dirle che anche lui avrebbe
aspettato.
Hermione capisce e annuisce lentamente. Gli prende la mano e lo fa
sedere sul
suo corpo pesante di agonia e sofferenza umana.
Poi,
la mano di Hermione scivola via, e Harry la vede indietreggiare mentre
cade
all’indietro, rientrando nel suo corpo.
È ora
di tornare alla vita. È ora di dare inizio
all’attesa di riunirsi a lei.
Eppure, nonostante spesso il ragazzo ormai uomo cade nel dubbio e nella
solitudine, non è mai riuscito ad ignorare la presenza
evanescente di una cerva
bianca, aggraziata e dai ridenti occhi dorati. Lo segue ovunque, ma
solo lui la
vede.
Sa
che è lei, e ride.
Sa
che è lei, e la fiducia si rinnova.
Sa
che è lei e che non lo abbandonerà, tenendo fede
alla parola data da tempo a
quel ragazzo dalle ali spezzate. Quel giorno, le piume di speranza che
gli
avvolgevano le spalle caddero una ad una insieme alle lacrime. Ma
qualcuno si
era chinato a raccogliere scrupolosamente ogni singola piuma, e ancora
adesso è
intento a risaldarle all’anima di Harry, quasi pronta a
salire in cielo, dove
un angelo dai ricci di mogano lo attende a braccia aperte.
Si
dice che quando un’anima sale lassù per riunirsi
alla sua gemella in attesa,
passano due stelle cadenti. Chissà, magari sarete fortunati
e riuscirete a
vederle tutte e due. Se succede, mi raccomando, esprimete un desiderio
e
chiudete gli occhi. Avvertirete di sicuro le risate felici di Harry ed
Hermione, di nuovo riuniti per l’eternità in un
cielo dove morte e paura non
esistono. Beh, detto ciò, vi consiglio di dare sempre
un’occhiata al cielo
notturno. Non si può mai sapere…
“L’ultimo
nemico che sarà sconfitto è la Morte.”
E in questo caso, Harry l’ha sconfitta
per ben due volte.
Vi
auguro un felice anno nuovo,
pieno di gioia e speranza. Dedico questa storia a te, Argetlam, che mi
hai
aiutato a scrivere, grazie alla bellissima recensione che hai lasciato
nella
mia precedente fiction. Grazie ancora.
Tomi
Dark Angel
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