Anime Di Cristallo

di Tomi Dark angel
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Harry corre. Non sa dove và, ma corre lo stesso. Intorno a sé, ogni cosa è ovattata, come vista attraverso una coltre di fumo sottile. Sa che lei lo aspetta. Sa che lei è da qualche parte e paziente guarda il suo stesso cielo, in attesa di una benedizione di salvezza che avrebbe atteso forse in eterno.

Gli occhi di smeraldo scrutano l’oscurità che crudele inghiotte ogni cosa, senza distinzione di colore o razza. Voldemort lo aspetta nella Foresta Proibita, ma lui, Harry, ha qualcosa da fare prima di morire.

Arriva infine in una radura. Sono stati i suoi passi a portarlo fin lì? O è stato il grido lacerante del cuore che si dimena per spezzare le catene della paura che lo imprigionano? Questo non lo sa, ma è intenzionato a scoprirlo.

Un pallido raggio di luna illumina a giorno la radura, rivelando ad occhi umani ciò che l’oscurità custodiva gelosamente, e a ragione. La più orribile delle visioni lo attende come un mostro acquattato dietro l’angolo, pronto a balzargli addosso.

Non può essere…

Una persona è seduta ai piedi dell’albero e guarda serena il volto terrorizzato del ragazzo. Il viso sottile, incorniciato dai castani capelli ricci, il capo leggermente inclinato, la pelle pallida e il sorriso gentile la fanno sembrare un angelo caduto in terra. Magari era atterrato proprio lì, e fino a quel momento lo aveva atteso. Ma qualcosa di sbagliato raggela il sangue di Harry. Uno squarcio sul fianco della ragazza seduta bagna l’erba di quell’insopportabile rosso brillante che porta via con sé forze ed energia vitale.

-Hermione!-

Harry corre da lei, ha paura. Si inginocchia al suo fianco, tende una mano ma non osa toccarla. Potrebbe spezzarsi, pensa. Sembra così fragile, ma allo stesso tempo la sente  potente e inavvicinabile come una stella brillante e sempre troppo lontana per essere toccata.

Hermione continua a sorridere e allunga una mano sporca di sangue per accarezzare il viso contratto dal terrore di Harry, che ancora la guarda a bocca aperta. L’aveva aspettato, ce l’aveva fatta. Aveva resistito fino a quel punto per poterlo rivedere un’ultima volta. È soddisfatta di sé stessa.

-Perché ci hai messo tanto?- chiede con dolcezza. Harry trema. Si sente vulnerabile senza di lei, e vederla in quello stato gli fa male, lo uccide. Hanno ferito lui? È lui ad avere il fianco squarciato? Sì, forse.

Hermione perde le forze, e la mano scivola verso il suolo, ma Harry la afferra per istinto. Lei non deve sporcarsi di terra e sangue ancora una volta. Non lo merita. Lei deve volare via da tutto questo dolore e nascondersi il più lontano possibile. Ma come si può volare con le ali spezzate?

-Vai da lui?- chiede Hermione con un filo di voce. Sembra ignorare la presenza del dolore, o forse il dolore non lo sente davvero.

Per lei è così, ma lui non è d’accordo. Il peso della sofferenza lo sta schiacciando, e lentamente il suo corpo si piega angoscioso verso il suolo che lo attende pazientemente. Non vuole mostrarsi debole, ma non ce la fa a fermare le lacrime. Le sente scivolare via, cadere dal suo viso come felicità che và via per non tornare mai più. Pesano davvero tanto, quelle piccole gocce d’acqua salata.

Ma un barlume di luce dissipa le tenebre e le fa ritirare ferite nel loro miserabile cantuccio. Quella luce ha la forma di una mano che si tende e gli sfiora una palpebra. Hermione non lo lascerà affogare nel mare del dolore, ora Harry lo sa. Lei terrà lontano il buio, e lui non avrà più paura, finalmente.

Harry alza gli occhi smeraldini e incontra quelli dorati del suo angelo custode. Uno spettro di luci sembra sprigionarsi da quell’improvviso incrocio di mondi così diversi. Cielo e terra si fondono, luce e oscurità non hanno più alcun valore. Ci sono solo loro due. Basta così, no?

-Mi abbracci?- chiede Hermione. Harry sa che per lei è ora di andare. È inutile trattenerla. Per questo tende le braccia e stringe con delicatezza quel corpo di cristallo ormai pronto a spezzarsi. Hermione ricambia debolmente l’abbraccio e i due restano così, due anime profondamente legate che si salutano per l’ultima volta. Armoniosi spiriti affini che solo ora concepiscono una realtà da tempo accettata solo in fondo al cuore: si sono chiamati a vicenda, hanno teso la mano l’una verso l’altro, cercando di vincere la ragione. Alla fine è successo. L’amore ha prevalso, ora non resta che sconfiggere la lontananza.

Un ultimo palpito di vita, un respiro appena accennato e una debole risata felice. Poi, le braccia di Hermione cadono abbandonate nel vuoto e il cuore interrompe la sua pacata marcia. E finalmente Harry piange. Appoggia il mento sulla spalla immobile del suo piccolo miracolo infranto e singhiozza forte, incapace di lasciarla lì.

Rivede il sorriso luminoso di Hermione, sente le sue carezze e ode la sua voce. Lei  lo sta richiamando al suo stesso dovere, gli chiede di mettere fine ad ogni cosa. Lo aspetterà, e lui ci metterà poco a raggiungerla.

L’abbraccio si scioglie. Harry guarda il volto sereno di Hermione, il sorriso che la illumina di perpetua luce adamantina. Infine, sorride anche lui e le bacia la fronte con dolcezza, infondendo in quel piccolo gesto mille parole non dette.

“Devi lasciarmi andare.”

Harry sa che è il momento. Poggia il corpo inerme di lei sul morbido terreno erboso e si alza in piedi. Ha le mani sporche di sangue, ma lui sa che ci penserà lei a lavarlo via. Alza gli occhi piangenti al cielo terso e vede che un unico, sottile raggio lunare bagna il corpo di Hermione, custodendolo dalla violenza del mondo di cui non fa più parte.

Infine, Harry si inchina un’ultima volta alla sua più grande ragione di vita e volta le spalle, incamminandosi verso un destino che lo attende a braccia spalancate. Arriva da Voldemort a testa alta, tranquillo e disarmato. Accetta la realtà e ringrazia ogni persona che ha dato gioia alla sua vita. Non ha paura perché sa che lei è lì in quel momento, è lì mentre Voldemort punta la bacchetta e pronuncia un solo fatale incantesimo.

Il corpo del ragazzo cade con grazia, si inarca leggermente e tocca terra quasi senza fare rumore. Gli occhi sono chiusi e non possono riflettere il breve viaggio che la sua anima sta intraprendendo.

 

Dove sono?

Harry apre gli occhi. Intorno a lui, solo una lunga distesa di luce bianca. Non esiste cielo né terra in quel posto, ma Harry sa che i suoi piedi poggiano su qualcosa di tanto solido quanto invisibile.

-Già qui?-

Una mano si intreccia alla sua con timida gentilezza. Harry non ha bisogno di voltarsi per sapere di chi si tratta. Semplicemente, chiude gli occhi e sospira di felicità per l’anima gemella ritrovata che in quel momento respira tranquillamente alle sue spalle. Eppure, vuole vederla in faccia, quindi si volta.

Hermione sorride ampiamente, bella come non mai. Indossa un lungo abito bianco, semplice ma armonioso su quel corpo di velluto e non ha scarpe ai piedi. I capelli non sono più crespi come sempre, ma boccolosi e quasi ordinati. Ora brilla davvero, e questa volta non della luce riflessa della luna e del sole. Brilla di beata speranza, come un angelo giunto fin laggiù per benedirlo.

Harry le sfiora una guancia e inclina la testa. È così bella e fragile… no, il mondo non è stato il suo posto fin da subito. Lei appartiene ai cieli più alti del Creato.

Hermione gli afferra la mano e la stringe. Infine, posa una mano calda sul cuore fermo di lui e lo accarezza. Harry sente quel tocco attraversare gli abiti, la pelle, finanche le ossa, fino a raggiungere quell’organo che ormai non gli occorre più.

-Devi tornare indietro.-

Tre parole. Una condanna.

-Non voglio!- esclama Harry, abbracciandola. Eppure, sa che è giusto che torni. Lei è soltanto venuta a salvarlo ancora una volta. –Voglio rimanere qui con te.-

Hermione sorride contro i suoi capelli e si separa da lui. Si china leggermente per guardarlo dal basso, quasi fosse una bambina che valuta con attenzione il suo nuovo amico. Il suo sguardo curioso si accende di rimprovero. –E molli tutto così? Andiamo, Harry! Credevo fossi più forte di così!- lo deride con gentilezza.

Harry sente un sorriso spuntare agli angoli della bocca e si trova a scuotere la testa con finta rassegnazione. Lei non cambierà mai.

-Mi aspetterai?- chiede timidamente, abbassando lo sguardo. Hermione ride, una risata cristallina che si perde nell’immenso spazio bianco. Harry ama quel suono.

-Ma io sono sempre vicino a te, non lo sai?-

Harry sorride e una lacrima scivola lungo la guancia pallida. Gli tocca aspettare il suo momento. Hermione sarebbe stata al suo fianco e l’avrebbe sostenuto fino ad allora.

-Mi accompagni?- domanda ancora lui, questa volta con un sorriso fiducioso. Hermione annuisce e si volta verso sinistra. Come scacciato dallo sguardo deciso di lei, il bianco che li circonda si dissolve come nebbia per lasciare spazio all’imboccatura della Foresta Proibita, silenziosa e pacata.

Hermione gli afferra la mano e si lancia in avanti. Come Animagus professionisti, entrambi si trasformano. Harry atterra su quattro possenti zoccoli, il palco di corna dominante sul suo capo appena chino. Si volta. Una cerva bianca lo guarda con occhi dorati, spendenti su quel trionfo di niveo pelo luminoso. All’inizio, Harry pensa a sua madre, ma gli basta una seconda occhiata per scoprire che non è lei.

Hermione ammicca e comincia a correre libera tra gli alberi. Harry la segue felice, scansando a balzi le grosse querce che gli intralciano il cammino. Gli sembra di volare. Non avverte la stanchezza della corsa, né il gelo del vento che lo sfiora con mano gentile. Al suo fianco c’è una guardiana che impedirà al mondo di fargli ancora del male.

Affiancati, i due cervi oltrepassano trottando i Dissennatori, che si allontanano da loro come se fossero Patroni, e raggiungono la radura. Voldemort e i suoi non li vedono. Sono invisibili? Forse.

Harry vede il suo corpo a terra, gli occhi chiusi e un’espressione felice sul volto. Il suo involucro di carne lo sta aspettando. Con un profondo respiro, si volta verso la figura ora umana di Hermione.

-Vai, Harry. Ci sono io con te.- dice semplicemente. Si alza in punta di piedi e poggia le labbra su quelle del ragazzo. Harry sente come un sigillo cadere sulla loro unione, come un Voto Infrangibile che promette di farli rincontrare. Ed ogni pezzo scivola al suo posto, completando il puzzle della sua vita non più incerta ed effimera, ma sicura e felice.

Grazie, angelo mio.

Un sorriso basta a ringraziarla, per dirle che anche lui avrebbe aspettato. Hermione capisce e annuisce lentamente. Gli prende la mano e lo fa sedere sul suo corpo pesante di agonia e sofferenza umana.

Poi, la mano di Hermione scivola via, e Harry la vede indietreggiare mentre cade all’indietro, rientrando nel suo corpo.

È ora di tornare alla vita. È ora di dare inizio all’attesa di riunirsi a lei. Eppure, nonostante spesso il ragazzo ormai uomo cade nel dubbio e nella solitudine, non è mai riuscito ad ignorare la presenza evanescente di una cerva bianca, aggraziata e dai ridenti occhi dorati. Lo segue ovunque, ma solo lui la vede.

Sa che è lei, e ride.

Sa che è lei, e la fiducia si rinnova.

Sa che è lei e che non lo abbandonerà, tenendo fede alla parola data da tempo a quel ragazzo dalle ali spezzate. Quel giorno, le piume di speranza che gli avvolgevano le spalle caddero una ad una insieme alle lacrime. Ma qualcuno si era chinato a raccogliere scrupolosamente ogni singola piuma, e ancora adesso è intento a risaldarle all’anima di Harry, quasi pronta a salire in cielo, dove un angelo dai ricci di mogano lo attende a braccia aperte.

Si dice che quando un’anima sale lassù per riunirsi alla sua gemella in attesa, passano due stelle cadenti. Chissà, magari sarete fortunati e riuscirete a vederle tutte e due. Se succede, mi raccomando, esprimete un desiderio e chiudete gli occhi. Avvertirete di sicuro le risate felici di Harry ed Hermione, di nuovo riuniti per l’eternità in un cielo dove morte e paura non esistono. Beh, detto ciò, vi consiglio di dare sempre un’occhiata al cielo notturno. Non si può mai sapere…

“L’ultimo nemico che sarà sconfitto è la Morte.” E in questo caso, Harry l’ha sconfitta per ben due volte.

 

 

Vi auguro un felice anno nuovo, pieno di gioia e speranza. Dedico questa storia a te, Argetlam, che mi hai aiutato a scrivere, grazie alla bellissima recensione che hai lasciato nella mia precedente fiction. Grazie ancora.

Tomi Dark Angel





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