Super Usagi!

di ellephedre
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Super Usagi!

 

Super Usagi!

di ellephedre

   

1 - Studio, studio, studio!

Tra l'episodio 92 e 93 di Sailor Moon

Presenti riferimenti alla seconda serie (periodo dell' 'abbandono' di Mamoru) e alla prima puntata della terza serie (Mamoru dice ad Usagi che non potranno vedersi per un po' in seguito ad un bruttissimo voto preso da lei).

  

«Sai cos'ha fatto oggi Minako?» Del mostro del giorno lei e Mamoru avevano già parlato.

«Che cosa?» disse lui all'altro capo del telefono. In sottofondo Usagi udì un ticchettio di tasti.

Mamo-chan faceva spesso così: parlava con lei mentre lavorava al computer.

... uffa.

«Che cos'ha fatto Minako?»

«Ah... ha inseguito un ragazzo carino per mezza città. E alla fine era una ragazza.»

«Il ragazzo?»

«Ah-ha» annuì lei. Si passò un dito tra i capelli, scompigliandosi pigramente la chioma appena pettinata.

«Qualcosa non va?»

Mesta, Usagi si imbronciò. «Sono andata con lei.»

La risposta di Mamoru si fece attendere. «Okay.»

No, non era okay! «Tu sei più carino di lui!»

«Ah... grazie?»

Ma perché lui non capiva? Era un fidanzato così cattivo! Cattivo e dolcissimamente crudele, perché quando stavano insieme le faceva desiderare di non separarsi mai da lui, mentre quando erano lontani invece...

«Usagi?»

«Non vuoi uscire insieme domani?» Era venerdì, lei non aveva scuola il giorno seguente.

Mamoru sospirò. «Nel fine settimana devi concentrarti sullo studio. Sei molto indietro.»

Come se non lo sapesse. Il suo cinque nell'ultimo compito in classe era vergognoso e indegno, però... «Non hai voglia di vedermi?»

Lui aveva avuto voglia di vederla tutti i giorni, quando si erano lasciati? O magari per lui era stato quasi... facile? Aveva sofferto come lei, continuamente?

Era vero che si erano visti solo cinque giorni prima - già cinque giorni prima - ma Mamoru era accorso solo perché la sua spilla non aveva funzionato. E Usagi sapeva che nel profondo l'amava tantissimo, ma quel profondo era così profondo che a volte le sembrava di non vederne mai la fine.

Lui era anche troppo timido!

Il respiro che dal telefono passò al suo orecchio le comunicò che il discorso lo stava esasperando. «Sì che voglio vederti, Usagi. Ma tu devi studiare.»

Lei deglutì. «Ho capito. Ci sentiamo domani, Mamo-chan.» Chiuse la chiamata.

Si pentì subito di come lo aveva salutato. Non avrebbe dovuto chiamarlo Mamo-chan. E non avrebbe dovuto dirgli che lo avrebbe chiamato il giorno dopo.

Era arrabbiata e doveva imparare a mostrare quando era in collera.

Collera?

Si strofinò un occhio che pungeva: le lacrime erano dietro l'angolo.

Il telefono squillò.

Lei attaccò la cornetta all'orecchio. «Sì?»

«Cosa c'è, Usako?»

Usako era ingiusto, scorretto! «Sei cattivo!»

«Non ti ho detto che devi studiare perché non voglio passare del tempo con te. Ma Usako, i tuoi voti sono importanti-»

«Lo so! Però tu sei il mio fidanzato e anche se non ti pesa stare lontano da me potresti almeno dirmi cose carine come-»

«Certo che mi dispiace di non poter uscire insieme.»

«Davvero? Non si capiva. Non si vedeva. Ed era per questo che lei si era messa a seguire per la città un altro ragazzo assieme a Minako. Perché le mancava l'allegria dell'amore.

«Ti porto a scuola domani mattina.»

«Almeno il ticchettio sulla tastiera era sparito. Non sei tenuto.»

«No, ma voglio farlo.»

«Solo perché mi sono lamentata.» Ma importava? Lo avrebbe rivisto - già il giorno dopo.

«Non lo faccio perché ti sei lamentata. Mi dispiace sentire che sei triste.» Mamoru sospirò. «Per favore, studia un po' di più, così potremo passare più tempo insieme. Come prima.»

Usagi si sentì rinascere. «Allora ti manco anche io?»

«Mi manchi.»

Ohh, perché lui non era lì, per poterlo abbracciare? «Ti manco tanto?»

Lo sentì sorridere. «Tanto.»

«Ti voglio bene, Mamo-chan.» E avrebbe smesso di inseguire altri ragazzi.

«Te ne voglio anche io. E se il tuo prossimo compito in classe va bene-»

Usagi balzò sul letto. «Ne ho uno questo lunedì! Se va bene, usciamo, usciamo?!»

«Sì» rise lui. «Usciamo.»

«Bene significa sessanta punti?» domandò.

Lui ci pensò su. «Settanta?»

Settanta? Era difficile, ma se poi potevano uscire di nuovo insieme... «Settanta!»

«Di più, se puoi.»

«Ohh!» si lamentò rumorosamente lei. «Non togliermi le speranze!»

Lui rise piano. «Buonanotte Usako. Ci vediamo domattina.»

«Domattina?! Vieni lo stesso?»

«Sì, te l'ho detto.»

Mamo-chan non capiva perché fosse sorpresa. Era uno sciocco inconsapevolmente romanticissimo. «Buonanotte, amore mio.»

Lui non rispose, ma in quel silenzio Usagi lo vide nel suo appartamento, seduto sulla scrivania, col viso in penombra non illuminato direttamente dalla lampada. Sorrideva, seduto lì, e non sapeva cosa dire.

Spesso Mamo-chan non sapeva cosa dire. Ma provava un mucchio di cose. Tutte per lei.

«Ti amo» gli ripeté, e con un bacio soffice alla cornetta appoggiò il telefono al suo posto.

Mamoru non l'avrebbe richiamata. Ma, la mattina successiva, dopo aver passato un po' di tempo a cercare il momento giusto, le avrebbe detto che l'amava anche lui.

Usagi si infilò sotto le coperte e si addormentò felice.

  

1 - Studio, studio, studio! - FINE

 


 

NdA: Flashfic che mi è sfuggita dalle dita e si è rovesciata sulla tastiera in una decina di minuti, mentre pensavo alle altre mie storie.

La colpa è della visione dell'episodio odierno di Sailor Moon, trasmesso su Italia 1 (Italia 1 + 1 nel mio caso, non l'ho visto in diretta). Ricordo distintamente quanto mi fosse piaciuto l'inizio dell'episodio 93 (Usagi va a casa di Mamoru e lui si mangia gli orridi biscotti che lei aveva preparato e rovesciato sui suoi libri) e questa storiella è frutto di quegli antichi ricordi, dei giorni in cui sognavo queste atmosfere dolci e romantiche. Che tuffo nel passato!

Alla prossima!

ellephedre





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