Anima del mare, sospiro del vento.

di michiru_
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“Svegliati, guerriera dell’abbraccio e del mare profondo”

Una voce silenziosa gridava, un pensiero costante tormentava Michiru. La ragazza era straniata da quella presenza.

Tutto ad un tratto, i vetri si frantumarono, un tuono rumoreggiò, un lampo abbagliò le acque della piscina. Un demone: una creatura malvagia, uno spirito maligno. Cosa voleva da lei uno spirito tanto rude e crudele? Chi era? Perché si trovava lì?

Un susseguirsi di domande fiondarono nella testa di Michiru.

Incomprensione, confusione, paura. Ma dopo..

Un oggetto magico: una penna, forse.

“Risvegliati, principessa di Nettuno!”

Una scelta: buttarsi e ascoltare una qualsiasi voce proveniente dal nulla o fuggire dal proprio destino e da quel demone, tentando di salvare la vita?

Istinto, impulsività. Michiru scelse la prima opzione; e una marea di ricordi ritornarono nel suo cuore.

“Principessa di Nettuno, guerriera dell’abbraccio. Col potere del mare profondo, tu sei Sailor Neptune. Vivevi in solitudine, sul tuo pianeta natale; ma una nuova minaccia incombe sulla Terra, la Principessa Serenity è di nuovo in pericolo. Proteggere colei che regna sulla Luna, questo è il compito di una combattente”.

Coraggio, grazia, determinazione: "Neptune Planet Power, Make Up!"

La potenza del mare soggiunse, un abbraccio avvolse Michiru. Eccola trasformata: divisa verde acqua con accenni color blu sui fiocchi. Una graziosa ragazza trasformata in una bellissima guerriera.

Tutto questo avvenne in pochi secondi. Neanche il tempo di riflettere, nemmeno un minuto per controllare la situazione. Tutto andava in controcorrente.

Michiru si guardò le mani, si accarezzò il viso, toccò i suoi vestiti. Si era trasformata per davvero.

La creatura demoniaca l’attaccò con violenza; schivò un colpo,evitò il secondo. Come poteva attaccare quel demone? La voce, un sussurro. La forza dei maremoti, il mare aperto che si scaglia contro  il nemico.

“Deep Submerge!”

Una maestosa onda si gettò violentemente sulla malvagia creatura, facendola sparire e lasciando rimanere di quell’essere crudele solo un ricordo. Il ricordo del primo essere affrontato.

E con questo maremoto, con l’ultima frase pronunciata, tutto finì. Terminò la vecchia vita; iniziò una nuova battaglia.




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