Titolo:
Il
divo Brian
Fandom:
Queer
as Folk
Characters/Pairing:
Brian Kinney, Brian/Justin
Rating:
Giallo
Tipologia:
Flashfic
Genere:
Generale,
introspettivo, drammatico
Warning:
Slash
Disclaimer:
i
personaggi citati non appartengono a me, ma a Cowlip e Showtime che
detengono il copyright sulla serie e sui personaggi. Non ci ricavo
nulla. Le strofe in corsivo sono tratte dalla canzone Julien,
dei Placebo.
Il titolo della shot mi è stato ispirato dal film il
Divo,
di Paolo Sorrentino.
Come
molti sapranno, Giulio Andreotti (figura su cui è basato il
film) è stato soprannominato “Divo
Giulio” per via della
sua personalità pragmatica e carismatica. Dopo aver visto il
film (che consiglio assolutamente * pubblicitaria mode on * XDXD), mi
sono messa immediatamente a scrivere questa flash. Non centra nulla
né col film, né con Andreotti, ma mi sembrava un
titolo
adatto, considerando il personaggio “divino” di cui
si parla.
Sommario:
Gapfiller
della 1x22, con un flashback del passato di Brian.
Now
that's it's snowing
in your brain
Even ten will not placate you
This ain't no
cure for the pain
This avalanche will suffocate you
“Tu
sei un deviato.”
Queste quattro
parole – che nel corso
della tua vita hai sentito pronunciate in un tono languido e
compiaciuto, oppure accompagnate da disgusto e moralismo – ti
hanno
perseguitato fin dall'infanzia.
Quando avevi 10
anni eri riuscito a
convincere Tommy Scott e David Oak a tirarsi giù jeans e
mutande, al fine di mostrarti i loro cazzetti mosci. Non sapevi
nemmeno tu perchè anelavi quella vista – dopotutto
potevi
vedere un cazzo tutti i giorni, il tuo –
ma forse proprio
per quel motivo desideravi confrontarti con gli altri.
“Sei
diverso, Brian,” aveva
detto tua madre, passandosi tra le mani un bicchiere di sherry,
“non
sei come gli altri bambini. Non sei come Claire. Perchè non
riesci a fare amicizia come tutti gli altri?”
“Ma
io sono amico di tutti,”
avevi replicato innocentemente, sbattendo i tuoi occhioni,
“mi
piacciono gli altri bambini” era stata la tua risposta,
condita da
un sorriso dei tuoi, disarmante già allora.
Tu
avevi ragione. E glielo avresti
dimostrato.
Quello
stesso
pomeriggio eri andato al campetto della parrocchia, trascinando i due
ragazzini con te e convincendoli a fartelo vedere. Non c'era nulla di
malizioso nella tua richiesta, solo semplice curiosità.
Curiosità largamente soddisfatta quando ti eri reso conto
che
le loro parti intime erano esattamente come le tue – due
palle
ai lati, una mazza del mezzo.
I
guai erano
arrivati quando le mamme di Tommy e David si erano presentate a casa
tua, i volti paonazzi e il passo svelto.
“Suo
figlio è
un pervertito!” avevano gridato in coro, con voce concitata,
“ha
costretto i nostri bambini a mostrargli i... genitali! Non è
normale, signora Kinney, vogliamo avvertirla! Sarebbe stato quasi
accettabile se Brian fosse stata una femmina, ma un altro maschio...
e' un chiaro segno di un disturbo” aveva dichiarato la madre
di
Tommy - il ragazzino più grande, quello di dodici anni
–
sfiorando con le dita il crocifisso d'oro che le pendeva tra i seni.
Una perfetta perpetua, che oltre ad aiutare la chiesa si scopava
anche il prete più anziano. Mary, l'amorevole casalinga che
si
occupava di David, aveva annuito convinta.
Tu
non avevi capito
nulla all'epoca, nemmeno quando tua madre ti aveva mollato un ceffone
e spedito in camera senza cena, ma avevi impresso l'accaduto nella
tua mente.
Sei
anni dopo,
quando l'avevi messo in culo prima a Tommy e poi a David, avevi
chiesto loro – solo per sicurezza, sia chiaro
- di mantenere
il segreto, almeno quella volta.
E
diamine se l'avevano fatto.
E'
sempre stato
così: ti davano del pervertito, tu dimostravi il contrario;
i
veri deviati erano loro.
Justin
non ti ha
mai dato del deviato.
Magari
l'ha pensato
ingenuamente, ma non l'ha mai detto, perchè nella sua mente
tu
sei un uomo perfetto che si innalza sopra ogni altro essere umano.
Sei un dio. Sei... adorabile.
Nessuno
ti ha mai
chiamato “adorabile”. Puttana, stronzo, bellissimo,
inutile
spazzatura, deviato; ma mai
“adorabile”.
Quando
Justin te lo
dice provi una sorta di calore nello sterno, in quel posto tra la
pancia e il collo in cui non hai mai sentito nulla prima d'ora. Il
tuo cuore batte fortissimo quando lo guardi, tanto che riesci a
sentirlo e vederlo attraverso le vene, la pelle.
E'
una sensazione
strana, ti fa sentire vulnerabile e piccolo e fragile, ma anche
magnifico.
Non
hai mai
ringraziato Justin per avertelo detto.
In
questo momento –
chino sul corpo svenuto e sanguinante di Justin - non sei né
adorabile, né perfetto, né stronzo, né
deviato;
ma solo disperato e furioso.
Poggi
le tue labbra
sulla sua testa - bellissima, come il resto di lui –
sporcandoti
la bocca di sangue, ma rifiutando di lasciarlo. Respiri piano, e
riesci a sentire il tuo cuore stanco e ferito che batte fortissimo,
assordandoti. E' l'unico suono che senti, a dire il vero, anche
quando arrivano le ambulanze e degli uomini in tuta ti strappano il
tuo Sunshine dalle braccia.
In
qualche modo ti
fanno arrivare in ospedale e ti piazzano il culo su una sedia di
plastica, mentre polizia e giornalisti si accalcano vicino
all'ingresso della struttura. Tu ti accorgi di loro dopo tre giorni,
quando sei vagamente cosciente che Justin ce la farà e
costringi te stesso a strisciare per i corridoi; arrivando infine
alle macchinette per le bevande.
“Cielo,
non
sopporto più queste sanguisughe scatta-foto. Ma non tornano
mai a casa?” mormora una voce maschile, alternando le parole
a
qualche sorsata di thè.
“Finchè
quel ragazzino sarà qui, credo che là fuori ci
pianteranno le tende” replica l'altro, un capo reparto a
giudicare
dal camice, “tutto solo per un finocchio aggredito... Non
capirò
mai l'eccessiva passione dei giornalisti per questi deviati”
conclude, accartocciando il bicchiere di caffè e gettandolo
nel cestino più vicino.
Un
velo rosso cade
davanti ai tuoi occhi cerchiati di nero, mentre una rabbia bestiale
ti invade il petto intorpidito.
“Lui
non è
un deviato” sillabi lentamente,
fissandolo in faccia. Il
medico ti guarda dall'alto in basso, inarcando le folte sopracciglia
e arricciando le labbra: “Prego?”
“Ho
detto che lui
non è un deviato, stronzo. E adesso rimangiati quello che
hai
detto”.
“Senta,
signore,
non credo che-” inizia a blaterare, ma prima che abbia il
tempo di
finire la frase finisce a terra con un fiotto di sangue che gli
inzuppa i vestiti e il setto nasale rotto. Un gancio perfetto, che
farebbe senza dubbio gonfiare il petto di orgoglio a tuo padre.
Ti
guardi la mano
destra e le nocche sbucciate, senza sentire un briciolo di dolore.
Cosa importa, adesso?
Cadi
in ginocchio
davanti al medico ferito, che nel frattempo è stato
circondato
da una folla di colleghi che cercano di allontanarti da lui. Tu li
mandi affanculo e cerchi di rimetterti in piedi, senza successo.
Ancora
una volta,
c'è un solo suono udibile in tutto l'ospedale: il tuo cuore
che batte – questa volta pianissimo – senza
riuscire a smettere.
Solo per lui.
Quello,
e il rumore
delle macchine che tengono in vita Justin.
Sospiri
dolorosamente, ergendoti in tutto il tuo metro e novanta e
barcollando da qualche parte.
“Lui
è
adorabile”, sussurri.
You
can run but you
can't hide
Because no one here gets out alive
Find a friend
in whom you can confide
Julien, you're a slow motion suicide
Note
finali:
Riemergo
dall'oblio proprio poco prima di tornare a scuola (chiunque abbia
fatto le vacanze così corte dev'essere messo a morte -.- ),
ritornando a scrivere sul mio heartless asshole preferito
e...
sul suo amore grandissimo per quella testolina bionda U.U
Sinceramente
non ho molto da dire su questa fic, se non che l'ho scritta di getto
e che di conseguenza non credo che sia gran chè XDXD Ma
spero
che ve la siate gustata ugualmente... e che vi abbia distratto -
almeno parzialmente - dalla fine delle feste, mwahaha!
Una
slinguazzata a tutti! * O *
-
Valentina.
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